Ragazzo anoressico

Inviata da Marzia · 8 set 2017 Disturbi Alimentari

Buongiorno! Vi scrivo per chiedere un consiglio. Un mio carissimo amico che conosco fin dall'infanzia, negli ultimi due anni ha perso moltissimo peso. L'ho visto mangiare sempre di meno e quelle volte in cui sono stata invitata a dei pranzi della sua famiglia, appena finisce di spiluccare due cose dal piatto, scappa per fare km di corsa. Premettendo che vive da solo e che torna a casa dei suoi genitori solo nel weekend, ho pensato che quel nuovo stile di vita fosse da imputare ad un nuovo lavoro stressante...però negli ultimi mesi la situazione è peggiorata e l'ho trovato ancora più magro. Lui ovviamente nega oppure minimizza, ha un carattere estremamente accondiscende nei confronti di tutti e in misura maggiore con i suoi parenti. Poiché le nostre famiglie si conoscono da tantissimo tempo, i miei genitori hanno iniziato a preoccuparsi per la sua salute e hanno sollecitato i suoi genitori a prendere dei provvedimenti per poterlo curare. Il problema è che la sua famiglia nega totalmente il problema e non ne vuole nemmeno sentire parlare. Io sono molto frustrata dalla mia impotenza e dalla chiusura totale alla sua malattia che viene negata. Vi chiedo gentilmente cosa posso fare per aiutarlo e se è proprio necessario mettersi da parte, fare gli spettatori, aspettando che tocca il fondo e che per tutti sia impossibile negare la malattia. Grazie!

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Miglior risposta 9 SET 2017

Cara Marzia, capisco la vostra situazione: da una parte desiderate aiutare questo ragazzo e dall'altra parte risulta difficile poiché vi "scontrate" con la non consapevolezza del problema da parte del ragazzo e della sua famiglia.
Partendo dal presupposto che occorre motivare al trattamento il ragazzo affinché si rechi da un professionista esperto in disturbi alimentari e collabori al trattamento, consiglio di aiutarlo a diventare consapevole della sua situazione.
Il primo passo consiste nel chiedergli come sta, in modo riservato e non giudicante. Eventualmente comunicandogli il cambiamento che avete notato in lui, voi che lo conoscete bene, e le vostre preoccupazioni a riguardo.
L'obiettivo consiste nel far emergere i suoi malesseri, non necessariamente legati al cibo, ed evidenziare come potrebbe stare meglio rivolgendosi, come molte altre persone, ad un professionista in grado di comprenderlo e aiutarlo.
Rimango a disposizione.
Cordiali saluti,
Dr.ssa Isabella Brega, Psicologa esperta in disturbi alimentari

Dr.ssa Isabella Brega Psicologo a Pavia

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12 SET 2017

Gentile Marzia,
nel comunicare la sua preoccupazione non ci ha detto nulla sul peso e altezza di questo ragazzo.
Posto che il suo timore sia giustificato, se costui è davvero un suo carissimo amico e vi è reciprocità in questo sentimento di amicizia dovrebbe recepire il suo turbamento e tenerlo in considerazione.
Se invece lui continua a negare l'evidenza e contemporaneamente non vi è reciprocità nell'amicizia temo che lei non possa fare molto e dovrà disinvestire il suo sentimento in attesa che un eventuale crollo acuto costringa lui e la sua famiglia a prendere consapevolezza della gravità della cosa e correre ai ripari.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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11 SET 2017

Gentile Marzia,
comprendo la forte preoccupazione e la sensazione di impotenza nei confronti del suo amico. Purtroppo sono presenti due ostacoli: la mancanza di collaborazione della famiglia ed il mancato riconoscimento del problema da parte del ragazzo.
Se la considera un'amica importante provi a comunicargli i cambiamenti che ha osservato e la necessità di rivolgersi ad uno specialista dei disturbi alimentari.
Può rassicurare il ragazzo e cercare di motivarlo ad una scelta decisamente importante per la sua vita.
I miei migliori auguri
Dott.ssa Vanda Braga

Dott.ssa Braga Vanda Psicologo a Rezzato

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9 SET 2017

Gentile Marzia,
la situazione che descrive pone in effetti una serie di dubbi. Spesso però, quando si manifestano problematiche intorno all'area del cibo e del peso, succede che la persona non riconosca il problema ed anzi lo nega ed attua comportamenti disfunzionali. A maggior ragione questo avviene se la famiglia, a sua volta, nega. Quale può essere l'aiuto che lei può dare a questo suo caro amico? Partiamo dal presupposto che non si può costringere una persona che non vuole curarsi. Quindi va aiutato a trovare una motivazione utile. Però la motivazione utile non può partire dal problema cibo o magrezza. E'utile parlare di salute, di benessere, ma non di peso. Parlare dell'intera vita, degli interessi che ha, della persona intesa nelle sua interezza. Attenzione però, la modalità di comunicazione è fondamentale: usi parole e torni che non siano giudicanti o accusatori, non parli dei problemi di lui. Parli in vece dei suoi pensieri, della sua preoccupazione, di Marzia che è in ansia per il suo amico. Gli dia il senso concreto del sostegno che lei può fornirgli, ascoltandolo senza giudicarlo. Non parli di cibo e non parli di peso. I disturbi alimentari nei maschi sono sottovalutati, infatti noi osserviamo che arrivano più tardi a chiedere aiuto rispetto alle femmine e questo non è un bene. Altro consiglio può essere quello di verificare se nella sua zona di residenza ci sono gruppi di aiuto per familiari o amici di persone con disturbo alimentare, presso cui lei potrebbe ricevere supporto dal vivo, oltre la tastiera di un computer. Sono a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione avesse bisogno
La saluto cordialmente
Lia Cama

Lia Cama Psicologo a Forlì

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8 SET 2017

Gentile Marzia,
le sue premure nei confronti di questo ragazzo le fanno davvero onore.
Quello che lei sta provando, frustrazione e impotenza, è del tutto normale e comune in queste situazioni.
Probabilmente ha ragione: questo nuovo lavoro lo stressa particolarmente, tanto che il suo problema alimentare si è inasprito. Forse potrebbe usare questo per fare breccia nel suo cuore e nella sua mente, motivandolo a chiedere aiuto. Spesso infatti chi soffre di queste patologie nega l'evidenza e non è affatto disposto a riconoscere nei suoi sintomi un problema. Per questo motivo, ciò che consiglio sempre di fare è di mostrare un interessamento alla persona nella sua totalità, considerando gli altri ambiti di vita (lavoro, famiglia, amore, ecc..) ed evitando di parlare solo di cibo e di peso. Questo è utile non solo perché abbassa un pò le difese della persona affetta da anoressia, ma anche perchè una volta che dal racconto di questa emergono fattori e motivi di stress e di (in)sofferenza, li si possono usare per motivarla a rivolgersi a qualcuno per ritrovare la serenità e ridurre lo stress. Poi sarà compito del professionista affrontare la "vera" problematica, una volta che avrà guadagnato la sua fiducia e alimentato la sua motivazione al trattamento.
Resto a disposizione per chiarimenti o ulteriori informazioni.
In bocca al lupo!
Dott.ssa Giovanna Susca - Bari e Barletta

Dott.ssa Giovanna Susca - Psicoterapia, Psicologia dello Sport Psicologo a Barletta

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