Buongiorno, mio figlio minore (4 anni) è in cura dall'anno scorso da una psicologa e da un neuropsichiatra. Sono andata da loro perchè a 3 anni non parlava. Da lì è emerso un lieve ritardo psicomotorio e del linguaggio (che comprende la sfera relazionale). Da ottobre fa psicomotricità 2 volte a settimana ed è migliorato tantissimo anche nel linguaggio, a fare i disegni, incollare, saltare, ecc
Resta invece una difficoltà nella relazione con gli altri bambini della sua età. Con il fratello maggiore (9 anni) gioca, partecipa ma anche con me e mio marito, le zie, i nonni ma noto che il problema sono i coetanei e me lo confermano le maestre
Addirittura le maestre mi hanno detto che da un paio di settimane a scuola si isola e si rifiuta di parlare. Non so cosa pensare e fare.
In realtà è già da un po' che ogni mattina mi dice che non vuole andare a scuola perchè a scuola "non riesce a parlare". Io, non so se ho fatto bene, per rincuorarlo gli ho detto che poteva fare come voleva, non doveva parlare per forza. Non so se ho fatto bene
Sono molto avvilita a dire la verità
Grazie per il consulto
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11 MAR 2022
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Gentile Alma,
ha fatto molto bene ad attivarsi chiedendo aiuto a dei professionisti ed in effetti ha già avuto modo di registrare dei miglioramenti.
Al bambino può inoltre dire che se è vero che non deve parlare per forza con gli altri bambini è anche vero che è preferibile e più divertente giocare con loro piuttosto che da solo.
Contemporaneamente può confrontarsi con le maestre informandole sulla terapia che sta facendo il bambino e chiedendo anche la loro preziosa collaborazione per facilitarne l'interazione e la socializzazione con gli altri bambini.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
24 MAR 2022
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile utente,
è possibile per lei un lavoro integrato che possa prevedere oltre al supporto comportamentale per sua figlia anche per voi genitori nel gestire la situazione.
Vorrei rincuorarla però sul fatto che tante dinamiche nei bambini sono temporanee e spesso sono modalità comunicative assunte da loro per provare a dire qualcosa ai propri genitori.
Potrebbe essere utile un lavoro integrato di questo tipo.
Restiamo a sua disposizione per ogni eventuale chiarimento.
Saluti,
Studio Associato Dott. Diego Ferrara Dott.ssa Sonia Simeoli
14 MAR 2022
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Alma,
credo che il suo bimbo, da come lo descrive, sia riuscito a sbloccare le sue difficoltà lasciando così emergere la presenza di una grande reattività e di una buonissima capacità di mettersi in gioco e di accogliere l'aiuto esterno.
Sarebbe ora importante comprendere, in primis, cosa sia magari successo a scuola un paio di settimane fa: se ci sia stato una qualche evento, anche minimo e magari insignificante per un adulto, che lo ha portato all'isolamento e al rifiuto di parlare. In questo la possono aiutare le maestre, andando pian pianino a ritroso...
La seconda cosa da poter fare sarebbe quella di riferire quanto le ha detto suo figlio, alle figure che lo seguono (psicomotricista, neuropsichiatra..) in modo che possano comprendere l'origine di questa difficoltà; lui è comunque già stato bravissimo a dire "non riesco a parlare" perché ha già messo in parole, cosa per lui non così semplice, la sua fatica.
Lei ha detto a suo figlio la cosa che ha sentito lo potesse aiutare...vedendolo e sentendolo in difficoltà ha condiviso ciò che gli permettesse di sentirsi libero e non costretto; per superare però questa emozione è davvero importante condividerla con maestre e specialisti.
Io rimango a disposizione.
Dr.ssa Danila Cerrato
Psicologa - psicoterapeuta
13 MAR 2022
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Alma, informi di questi ultimi cambiamenti i professionisti che hanno attualmente in carico il
suo bambino. In questi casi è sempre consigliato una stretta collaborazione tra i professionisti, insegnanti comprese.
Si potrebbe anche ipotizzare l’inserimento di una figura educativa all’interno del contesto scolastico come “facilitatore” nelle relazioni con coetanei e terzi oltre a un coinvolgimento del servizo pubblico per attivare attività extra scolastiche.
A sua disposizione per ulteriori informazioni
Un caro saluto
Dott.ssa Concetta Bellomo
11 MAR 2022
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
La sua è stata una mossa furba, in effetti punta a non sottolineare il problema che lui porta, allo stesso modo però questa linea va spiegata alle insegnanti. Troverà lui il desiderio di esprimersi quando vedrà che non c'è obbligo ma assoluta libertà. Potrebbe essere utile poi discuterne con la pedagogista o coordinatrice della scuola, dopo averne parlato con la psicologa che vi segue.
Insieme troverete una soluzione se col tempo la situazione non dovesse cambiare.
Un caro saluto,
Dtt.ssa Angela Ciervo
11 MAR 2022
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Alma, ha provato ad esporre queste sue preoccupazioni ai professionisti che seguono suo figlio? Sicuramente possono aiutarla.
Personalmente penso che il consiglio di non sentirsi forzarto a fare qualcosa a scuola abbia un senso però è evidente che sarebbe importante che le maestre a scuola possano farsi carico di questa difficoltà e possano attivare i giusti interventi per aiutare suo figlio a relazionarsi con i pari.
Provi quindi a sentire i professionisti che conoscono bene il bambino.
Cordialmente
Serena Costa psicologa dell'infanzia e blogger di Connettiti alla psicologia
11 MAR 2022
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Alma,
Continui con la psicomotricità e con tutti i percorsi attivati. Se le è possibile, si prenda uno spazio per lei con un/a psicoterapeuta in modo da potere dare spazio a tutte le sue fatiche e trovare insieme gli strumenti giusti per fronteggiare questi momenti.
Un caro saluto.
Dott.ssa Claudia Tedde