Problemi di autostima e odio nei confronti della vita
Ho 21 anni e sto frequentando il terzo anno di filosofia in università. Il mio problema è che da circa un anno e mezzo ho smesso di avere un approccio positivo o comunque non-negativo alla vita. Da allora non riesco più ad avere prospettive sul futuro, non riesco più a legare con gente nuova, non trovo nuovi interessi e anzi ho perso tutti quelli che possedevo, la bassa autostima che mi ha sempre caratterizzato si è ingigantita a dismisura al punto che non riesco più a reggere il confronto con l'altro: che vedo sempre come più bello, più intelligente, più simpatico, più dotato. A stento riesco a provare il brivido di un'emozione, l'unica cosa che mi da brio è l'autocommiserazione che mi porta quasi sempre al pianto. Quasi una volta al giorno ci sono dei momenti dove entro all'interno di spirali mentali momentanee (20 minuti circa) di tristezza e autocommiserazione continuando a ripetermi che la mia vita non serve a nulla e che un giorno o l'altro mi ammazzo. Nel momento in cui sto scrivendo il mio progetto di vita sarà quello di condurre un'esistenza solitaria dedita solo al lavoro (non tanto perché mi piace, ma perché è l'unica cosa che vale la pena fare). Gli unici momenti di piacere sono legati (poco) al bere ma soprattutto alla masturbazione, forse questo è legato al fatto che non ho mai nemmeno sfiorato una ragazza con intenti di piacere o amore, quindi mi rifugio in in autoerotismo compulsivo al di fuori del quale non riesco ad essere soddisfatto né contento di nessuna cosa. La sola parte che non mi fa perdere completamente il senno sono i miei genitori che amo con tutto me stesso. Sono un perdente perché non provo nemmeno dire di sì alla vita: in un mondo troppo grande e non a misura d'uomo in cui mi sento soffocare.