Posso salvare la mia famiglia?

Inviata da Tiziana2020 · 19 mag 2020 Terapia familiare

Buonasera, vi scrivo perché ho bisogno di un parere in merito alla mia situazione. Sono sposata ed ho una bimba piccola di 4 mesi che ho portato via di casa dopo un litigio con mio marito durante il quale sono stata aggredita verbalmente e fisicamente (insulti sputi pentole col pranzo lanciate addosso e colpita con pantofole infradito. la bimba chiusa in una stanza perché lui non la smetteva di gridare). Ora sono dai miei genitori contro cui mio marito in seguito alla mia fuga ha riversato tutta la sua rabbia con insulti e minacce al punto da beccarsi una denuncia e compromettendo del tutto il suo ed anche il mio rapporto con i miei familiari. Purtroppo é un soggetto paranoico e pensa sempre che tutti vogliono fargli del male. Premetto che siamo insieme da 9 anni in cui è sempre stato aggressivo nei miei confronti giustificandosi dicendo che io lo provoco perché non ho un carattere da donna che non lo faccio sentire uomo perché l'ho messo giù e lui non sente più la sua umanità. In tutti questi anni ho sopportato i suoi attacchi verbali e fisici sentendomi anche sempre in colpa dopo aver chiesto aiuto ad amici parenti e spesso anche chiamando le forze dell'ordine. Lui mi ha sempre rinfacciato di essere un infame ad averlo messo in cattiva luce con la mia famiglia e di averlo messo nei guai con la legge. In seguito ai suoi attacchi che sfociano anche in altri comportamenti (si strappa i vestiti di dosso e rompe e lancia oggetti) io sono andata spesso via di casa sia prima che dopo il matrimonio ma poi sono sempre tornata da lui che ogni volta si pente, piange e chiede scusa. Inutile dire che questo tira e molla oltre a compromettere il nostro rapporto mi ha anche allontanato da amici e parenti stanchi di correre in mio aiuto inutilmente. Adesso che abbiamo una figlia mi sento che devo pensare al bene della bimba ma mi sento profondamente in colpa perché é lontana dal padre che sta malissimo per questo motivo. Premetto che mio marito ha avuto una vita molto difficile di grande solitudine e sofferenza é stato anche in carcere ed ha una bimba che purtroppo non ha potuto tenere ed è stata affidata agli assistenti sociali. Essendo straniero qui é completamente solo e si é affidato completamente a me. Quando ho scoperto di aspettare nostra figlia credevo di renderlo felice ma non è stato così in quanto la sua rabbia non si placa nemmeno in presenza della bambina (si arrabbia molto facilmente e quando vede nero si calma solo dopo aver fatto il danno). Io vorrei tornare a casa per ricongiungere padre e figlia ma ho tanta paura che lui possa di nuovo dare di matto soprattutto perché é molto arrabbiato per essere stato per mesi lontano dalla figlia. Inoltre i miei familiari mi hanno detto che se torno anche questa volta non mi aiuteranno piu. Se ragiono penso che la cosa migliore sarebbe separarsi e chiedere l'affidamento esclusivo di mia figlia ma il mio senso di colpa é troppo forte e sto malissimo per questo. Inoltre se mi separo dovrò lasciare casa e lavoro perché io vivo a Roma mentre la mia famiglia é fuori regione ed io con il mio stipendio e sola con una bimba piccola non credo di potercela fare. Mio marito in passato si è rivolto ad un centro per uomini maltrattamenti dove è stato seguito per due mesi senza grossi risultati e poi il centro ha chiuso. Quando ha riaperto non è stato più seguito ma non ho capito bene il perché. Ho pensato più volte di fare terapia di coppia ma abbiamo problemi economici e non ce lo possiamo permettere. Vorrei pero sapere secondo voi di quali patologie soffriamo e quale tipo di terapia andrebbe bene per noi in caso dovessi decidere di tornare con lui. Vi prego aiutatemi a capire cosa é meglio fare sono disperata. I miei non sono in grado di capire il mio stato d'animo. Purtroppo mi giudicano e si arrabbiano perché non lascio mio marito. dicono che non ho più dignità che non voglio bene a mia figlia e che sono una fallita.
Grazie e scusate se mi sono dilungata troppo.

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Miglior risposta 20 MAG 2020

Gentile Tiziana, quella che descrive è una situazione di violenza e potenzialmente molto rischiosa sia per lei che per sua figlia.
Le suggerisco di rivolgersi quanto prima ad un centro antiviolenza della sua zona per ricevere un aiuto professionale e che le consenta di fronteggiare questa difficile situazione. Questo è il primo passo.
Comprendo che lui possa avere avuto un passato difficile e che allo stato attuale sia da solo ma questo non giustifica in alcun modo l'agire comportamenti violenti.

Un caro saluto,

Luisa Fossati

Dott.ssa Luisa Fossati Psicologo a Firenze

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20 MAG 2020

Cara Tiziana,
ti sono vicina per il momento di grande sofferenza che si è acuito ora, ma che già vivevi da molto tempo. Tuo marito ha bisogno di un aiuto specialistico e spero che scelga di seguire un percorso terapeutico per il suo bene e di vostra figlia. é importante che non ti senta in dovere di tornare da lui, perché hai diritto di essere rispettata e amata. Il rapporto col coniuge e quello con i propri figli è da tenere separato. si può essere un coniuge violento ma non un padre violento. Se decidessi di separarti da lui, se dimostrerà di poter essere un buon padre potrà continuare a farlo. é un suo diritto di padre ed è un diritto di tua figlia avere non solo una madre ma anche un padre. Chiedi al tuo avvocato di presentare istanza per il servizio di Spazio Neutro (informati se i servizi sociali della città dove è residente la bambina se ne occupano o altre strutture). é un servizio che consente al genitore non collocatario di poter vedere il proprio figlio sotto la supervisione di specialisti, quindi puoi star serena per la bambina. Visto che la bambina è molto piccola,durante il colloquio con il padre, potrebbe rimanere una figura di riferimento per la bambina, è preferibile che non sia tu visto il rapporto conflittuale che hai con tuo marito. Non preoccuparti neppure di cambiare città. Gli incontri potrebbero essere più saltuari ma comunque esserci. Questo per dirti che il vostro rapporto tra coniugi può terminare, indipendentemente dal rapporto tra genitore e figlia. Lascia che siano gli specialisti a dichiarare se sia un buon padre o meno. Informati presso un avvocato o i servizi sociali che ti potranno dare maggiori informazioni riguardo alle risorse presenti sul tuo territorio. Hai diritto a ricostruirti una nuova vita.

Cari saluti
Dott.ssa Alessandra Xaxa

Anonimo-162687 Psicologo a Vittoria

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20 MAG 2020

Cara Tiziana, inizio col dire che sono molto amareggiata per la situazione che sta vivendo che purtroppo accomuna molte donne. Credo che la sua decisione di allontanarsi da un partner violento e distruttivo non sia sbagliata, prima di tutto per lei stessa e poi per la sua bimba che ha bisogno di crescere in un ambiente sereno. Il partner ha evidente bisogno di un valido aiuto (non è questa la sede per fare diagnosi) e lei in questo momento non ha controllo sui suoi comportamenti, può soltanto spingerlo a farsi aiutare per il bene di tutti. Fino anche questo non accadrà e non vedrà la sua motivazione a farsi aiutare lei ha tutto il diritto ( e il dovere) di proteggere se stessa e sua figlia, tralasciando ogni senso di colpa.
Cordiali saluti
Dottoressa Conte

Dott.ssa Conte Stefania Psicologo a Statte

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