Per favore aiutatemi sono tanto depressa

Gentile,
Le tue parole risuonano con un forte dolore, si riesce a percepire sia la sua disperazione, sia la ricerca di una direzione per emergere. Da ciò che descrive sarebbe utile prenotare una visita psichiatrica che possa calibrare la terapia più adatta. Contemporaneamente è molto importante un percorso di Psicoterapia per poter lavorare sia sulla sintomatologia sia per esplorare e dare un significato al proprio dolore.
Un caro saluto
Dott.ssa Sicher Chiara

Gentile utente,
è bene precisare innanzitutto che i farmaci che sta assumendo sono ansiolitici ed evidentemente non sono sufficienti per risolvere il suo malessere. Pertanto la esorto ad intraprendere un percorso di psicoterapia (preferibilmente cognitivo-comportamentale) in cui individuare ed elaborare le cause originarie dell'ansia sociale, autosvalutazione e abbassamento del tono dell'umore che ha descritto.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Buongiorno, io ti consiglio di affiancare alla terapia farmacologica un percorsoo io di psicoterapia. I farmaci nel lungo periodo creano dipendenza e non ti consentono di lavorare direttamente sul sintomo, per tanto non possono essere totalmente risolutivi. Esistono appositi esercizi di gestione dell’ansia e poi io lavorerei con te sul tuo senso di autostima e auto efficacia introducendo delle agende giornaliere di autorinforzo. Cercando di riportarti ad una normalità e maggior voglia di vivere. Pertanto credo che la terapia cognitiva comportamentale sia particolarmente indicata nel tuo caso. Buon proseguimento di giornata

Buongiorno carissima, leggo che hai paura di parlare ad alta voce...mi fa' pensare ad un problema di ansia sociale. Se così fosse, la paura di stare al centro dell'attenzione o di fare una brutta figura, ti ha portato ad una completa chiusura dal mondo esterno con conseguente forma depressiva. Ti suggerisco qualche colloquio psicologico per capire bene come stanno le cose ed essere aiutata a venirne fuori. Un saluto affettuoso, d.ssa Antonella Ricci

Ciao cara, se hai trovato il coraggio di scrivere e condividere la tua storia, forse è perché hai capito che non vuoi continuare a vivere così e che da sola non ce la fai. E allora ti consiglio, di far leva su tutto il tuo coraggio e di affidarti a qualcuno, prendere in mano la tua vita e ricominciare a vivere. Hai 26 anni! I farmaci aiutano ma la psicoterapia è sicuramente indispensabile. È arrivato il momento di tornare a splendere…un super in bocca a lupo! Non ti arrendere e lotta per il tuo benessere, sarà dura ma ne varrà sicuramente la pena. Forza! Resto a disposizione ☺️
Dott.ssa Claudia Stefano

Carissima
Credo che nella sua situazione sia necessario un percorso farmacologico ADEGUATO, seguito da uno psichiatra, accompagnato da un percorso psicoterapico. Il farmaco in sè serve alla gestione della sintomatologia esplicita e deve affiancarsi alla psicoterapia per avere efficacia maggiore (es: ho la febbre. Prendo degli antipiretici che allietano il dolore ma non tolgono l'infezione virale. Allora vado dal dottore, racconto il mio vissuto e lui mi dice precisamente da cosa dipende la mia febbre, cosa fare e cosa non fare. La psicoterapia e l'approccio psicofarmacologico giusto sono come andare dal dottore che fa la diagnosi giusta in base a quello che raccontiamo e prescrive una cura specifica). Le consiglio di intraprendere un percorso con un collega e di recarsi da uno specialista per regolare la sua cura. Rimango a disposizione.
GM

La tristezza e l'autosvalutazione fanno pensare ad uno stato depressivo come lei stessa dichiara di sentirsi. Spesso gli stati depressivi si associano a stati ansiosi. Le suggerisco di prendere contatto con un* psicolog* per una puntuale diagnosi e per l'avvio di un psicoterapia che lavori sulla forte ansia sociale e sul senso di vergogna. Inoltre, se necessaria una terapia farmacologica è bene rivolgersi ad uno specialista psichiatra che individui la corretta terapia: Xanax e Valium sono ansiolitici, ma visto il carattere depressivo del so disturbo non sono efficaci. Meglio evitare terapie farmacologiche prescritte da Medici di medicina generale.

I farmaci possono alleviare i sintomi ma da soli non possono risolvere il problema.
Occorre fare ordine, conoscere ciò che ancora non ci si è concessi di vedere e cambiare le lenti attraverso cui guardare il mondo e se stessi.
Forse adesso si sente sprofondata negli abissi e stanca di provare a risalire in superficie.
Un professionista può accompagnarla nella risalita, se dall'altra parte si è disposti a fare un piccolo atto di volontà.
Si sente pronta a dire "sì" alla sua rinascita?
Un ultimo consiglio, non esistono approcci migliori di altri, esiste l'approccio che si adatta meglio a lei e alle sue esigenze.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Romano Romina
(Terapia online)

Gentile Triste, mi dispiace molto per lo stato di sofferenza e malessere che sta affrontando. Nella sua lettera mancano degli elementi (ad esempio da quanto tempo avverte questa tristezza, vergogna e scarsa autostima e se qualcosa è cambiato di recente) ma proverò comunque a darle qualche indicazione.
Per prima cosa le consiglio di contattare anche un collega psicologo così che possa porre una diagnosi chiara al suo stato di malessere ed iniziare una terapia di cura adeguata e nel caso indirizzarla anche ad uno psichiatra.
I farmaci che lei sta prendendo non appartengono alla categoria degli antidepressivi quindi forse è necessario valutare di cambiare o modificare la terapia farmacologica, ma questa è una considerazione che spetta solo ad un medico specializzato in psichiatria.
Cerchi di non scoraggiarsi, c'è ancora molto che può essere fatto per stare bene e recuperare uno stato di benessere.

Le mando un caloroso saluto,

Dott.ssa Irma Bassani

Buongiorno,
voglio incoraggiarla ad alzare lo sguardo e fare piccoli passi in direzione dell'uscita. Probabilmente adesso lei non vede neanche il cartello "uscita" e quindi fidarsi e affidarsi è proprio la strategia migliore. Aver scritto qui è proprio il primo passo.
La depressione è un disagio che si autoalimenta, attraverso la rimuginazione mentale. Il problema non è pensare, ma pensare male. L'origine di tutto questo può essere ritrovata in eventi anche lontani dal momento presente e che non sono stati elaborati bene. Noi ci guardiamo per come gli altri ci hanno guardato nei primi anni di età. L'autostima ha radici nel passato.
La incoraggio a intraprendere una terapia psicologica che possa aiutarla a individuare e rimuovere -curandole- le ferite che si porta dentro. Se non sente la forza di uscire può sempre fare terapia online.
Personalmente sono disponibile.
Le auguro il meglio
Dott.ssa Oriana Parisi

Gentilissima,
La fatica che descrive è grande, immagino il dolore nel provare cosí tanta tristezza senza vedere un’uscita.
Il mio consiglio è Vi affiancare la terapia farmacologica anche un percorso psicologico un professionista che la aiuti ad affrontare questo momento difficile.
È possibile superare anche questa grande fatica.
Rimango a disposizione, anche per un percorso online.
Cordialmente,

Cecilia Scuratti

Cara, mi spiace per la situazione da lei descritta. Se non lo fa già, le consiglierei di affiancare alla terapia farmacologica un percorso psicologico che le possa essere di supporto in questo particolare momento della sua vita. Può pensare anche a un consulto online.
Resto a disposizione, un caro saluto, dott.ssa Sara Manzoni.

Buongiorno cara utente, grazie innanzitutto per aver condiviso qui un pezzetto della sua storia, sicuramente non semplice da raccontare.
La cura farmacologica va associata ad una robusta psicoterapia, chieda aiuto, trovi una relazione psicoterapeutica che la aiuti ad uscire da questo buio che descrive.
La saluto cordialmente, dottoressa Marta Lanfranco

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione anche online.
Cordialmente, Dott FDL