Non so mai niente

Inviata da Mirai · 18 lug 2022 Ansia

Buongiorno,
Sono una ragazza di 30 anni, e credo di soffrire di disturbi di ansia. Ho difficoltà a prendere decisioni. Ho iniziato un lavoro(sono in prova) 50/55 km lontano da casa, (macchina+ treno). Non riesco a capire cosa voglio fare. Non so se lo voglio fare. È pesante dover perdere fra le 3/4 ore di viaggio (fra andata e ritorno) tutti i giorni. Più volte sono stata sul punto di rinuncia, ma lì iniziano i sensi di colpa, i dubbi, le insicurezze, i giudizi. Non dormo bene e sono nervosa. Il lavoro ha una durata di 3 mesi e mezzo. Non so se ho la volontà di terminarlo o rinunciare subito e non perdere tempo. Non so veramente cosa fare, ogni volta che provo a scegliere, inizia l'agonia. Questa cosa mi sfianca a livello energetico. Mi sembra sempre di stare per scegliere la cosa sbagliata. E nel dubbio faccio decidere al senso di colpa, o agli eventi. Non mi sento felice e padrona di me.

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Miglior risposta 19 LUG 2022

Buongiorno Mirai
mi spiace leggere dal suo scritto tanto disagio per la situazione che sta vivendo. Il lavoro è una dimensione molto importante nella nostra vita che va analizzato e valutato attentamente per poterlo poi svolgere giornalmente in modo sereno e senza pressioni.
Non mi è chiaro però se questo lavoro le è stato in un certo senso imposto oppure l'ha scelto lei. Se fosse la seconda provi a ritornare alla decisione iniziale dove ha inviato la domanda di lavoro e ha scelto proprio quel determinato lavoro in quel posto lontano. Come mai ora sente così tanta sofferenza, quali pensieri sta coltivando nella sua mente che la stanno portando a tanto rimuginio? Lei dice di soffrire forse di disturbi d'ansia e di avere sensi di colpa in caso di rinuncia, di scegliere sempre la cosa sbagliata e di non sentirsi felice e padrona di sè, sono tutte considerazioni che andrebbero indagate per capirne l'origine e soprattutto quando c'è stato l'esordio. Si focalizza tutto e solo su questa decisione lavorativa oppure le scelte così sofferte riguardano un pò tutta la sua vita?
Un consulto psicoterapeutico potrebbe aiutarla a far chiarezza e abbassando le emozioni fino alla finestra di tolleranza riuscirà ad attuare delle scelte più funzionali.
A disposizione
Dott.ssa Federica Bonivento

Dott.ssa Federica Bonivento Psicologo a Trento

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20 LUG 2022

Buongiorno Mirai. Dato il peso che la situazione ha sulla sua vita quotidiana e i pensieri ed emozioni negative che ne conseguono, il consiglio è quello di rivolgersi ad un esperto in grado di aiutarla a comprendere la natura della sua ansia e il significato che attribuisce al cambio di lavoro, arrivando di conseguenza a capire meglio anche i sensi di colpa. Al termine di un percorso di questo genere non solo avrebbe una panoramica più consapevole dei significati che tende ad attribuire agli eventi di vita.
Mi rendo disponibile anche online per approfondire la questione e valutare insieme un possibile percorso fatto su misura per lei.
Cordialmente,
dott. Alfonso Panella.

Dr. Alfonso Panella Psicologo a Busto Arsizio

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19 LUG 2022

Buongiorno,
Comprendo il disagio che sta attraversando.
Sarebbe importante approfondire i pensieri disturbanti che le arrivano lo stato di agitazione. Per questo la incoraggio a farsi aiutare. Una buona terapia cognitivo comportamentale può supportarla nella individuazione delle cause e quindi nella risoluzione del disagio
Le auguro il meglio e resto a disposizione
Dott.ssa Oriana Parisi

Dott.ssa Oriana Parisi Psicologo a Bari

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19 LUG 2022

Buonasera Mirai,

Immagino la sua sensazione di disagio rispetto quanto le sta accadendo. Compiere delle scelte, siano esse legate a momenti di svolta o più tipicamente quotidiane, può essere molto difficoltoso. Sarebbe forse più facile pensare che ogni volta noi facciamo un'analisi esatta di costi e benefici, ma ciò non accade quasi mai, infatti noi esseri umani tendiamo ad usare dei meccanismi o strategie che dovrebbero rendere la scelta meno faticosa e più rapida rispetto il compiere un'analisi meticolosa di tutte le variabili in gioco (a patto che sia realmente possibile). Questo però apre le porte alla capacità di accettare il dubbio, l'incertezza e perché no, anche la possibilità di scegliere qualcosa che alla lunga non si è mostrato così utile per noi. Probabilmente lei avrà bisogno di allenare questa sua tolleranza alla frustrazione e all'eventualità che possa commettere "errori" (se così vogliamo chiamarli) per viversi la scelta come un'occasione per mettersi in gioco e non per forza una prova in cui essere perfetti sempre.
Le consiglio un percorso psicologico per affrontare tutto ciò.

Un caro saluto,
Dott.ssa Viviana Ciavatta

Dott.ssa Viviana Ciavatta Psicologo a Monterotondo

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19 LUG 2022

Buongiorno Mirai,
In generale ogni volta che prendiamo una decisione in realtà ne prendiamo due, poiché scegliere significa anche perdere l'alternativa e rischiare in ciò che si è scelto. Ed è qui che, come capita a Lei, possono nascere sensi di colpa e ansia rispetto al cosa lasciare andare e cosa volere.
Le posso suggerire di contattare uno psicologo o psicoterapeuta che possa supportarLa rispetto alla scelta lavorativa, magari andando anche ad analizzare i motivi che portano indecisione e ansia.

Rimango a disposizione, anche online.

Buona giornata,

Dott.ssa Michela Dicosta

Dott.ssa Michela Dicosta Psicologo a Cantù

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19 LUG 2022

Buongiorno Mirai,
posso immaginare che non sia semplice la condizione che vive.
Sarebbbe interessante comprendre quale parte di se che prova stati di nervosismo e ansia e da quanto tempo , attraverso un ascolto consapevole e se ci sono episodi pregressi.
Le consiglio di intraprendre un percorso terapeutico di accompagnamento e consapevolezza per incontrare queste parti di se e le sue paure per poterle trasformare e ritovare il suo potere personale.
Lavoro con sessioni di base mindfulness a metodologia bioenergetica per poter fare un lavoro consapevole integrato .
Sono disponibile anche online.
Per ulteriori dettagli e approfondimenti puo' contattarmi.
Intanto le auguro di potersi ascoltare e di trovare una via per ritrovarsi.
dottssa Alessandra Petrachi- Psicologa Clinica Transpersonale -Metodologia Bioenergetica

Dott.ssa Alessandra Petrachi Psicologo a Rimini

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19 LUG 2022

Buongiorno
la tematica centrale di cui parla è la sua difficoltà a prendere decisioni e l'ansia che ne consegue. Questo non le permette di gestire le sue scelte di vita con più serenità, rimanendo bloccata in un circolo vizioso di dubbi e incertezze che alimenta l'ansia.
Nella sua richiesta parla della scelta lavorativa, bisognerebbe approfondire in un colloquio le altre aree di vita (personale, familiare ecc..) e gli schemi emotivi e cognitivi suoi caratteristici, per poi valutare l'eventuale opportunità di iniziare un percorso psicologico.
Resto a disposizione, anche online
Alessandra Voltolini

Dott.ssa Alessandra Voltolini Psicologo a Milano

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19 LUG 2022

Cara Mirai,

l'assoluto "mai", relativo alla frase autosabotante che si attribuisce nel titolo, rischia davvero di realizzare la infausta profezia che si autoavvera. Inoltre, lasciare scegliere agli eventi o al senso di colpa, pare significare che ha bisogno di rafforzare il locus of control interno, ovvero la capacità di prendere autonomamente delle decisioni riconoscendo di esserne la fautrice, piuttosto che delegare il proprio destino agli eventi esterni della vita, considerati ineluttabili.
A questo proposito, la invito a intraprendere un percorso psicologico, finalizzato a restituirle la fiducia in se stessa, a rafforzare la sua capacità decisionale, la sua autostima e al riconoscimento delle sue preziose risorse.
Sono a sua completa disposizione, anche online.

Dott.ssa Francesca Orefice.

Dott.ssa Francesca Orefice Psicologo a Bologna

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19 LUG 2022

Salve Mirai mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott.ssa Francesca Moscetta Psicologo a Roma

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19 LUG 2022

Nessuno sa niente in realtà, si fanno scelte valutando prima razionalmente costi e benefici poi solitamente (lo dicono le ricerche in merito) ci buttiamo di pancia. Qualche volta riusciamo a compiere una scelta completamente razionale altre volte (molte) ci basiamo su sensazioni. Il problema sta nel processo. Prima di scegliere si ha la sensazione di avere tutte le opportunità davanti (e tecnicamente è ancora così), dopo aver scelto si ha spesso la sensazione di aver perso qualcosa, ed effettivamente c'è, è l'opzione scartata. Questo in certe persone, particolarmente predisposte, da origine ad un dubbio amletico irrisolvibile (è se fosse stata meglio l'altra opzione?). Bisogna accettare di non avere la verità in tasca e di poter sbagliare. In ogni caso si fa esperienza per la volta successiva. Evolviamo per prove ed errori non per scelte perfette.
Se questa difficoltà rimane o si accentua le consiglio di intraprendere un percorso psicologico per lavorare sulla sua scarsa tolleranza rispetto all'incertezza e agli errori.

Dott. Matteo Mossini Psicologo a Parma

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19 LUG 2022

Buongiorno Mirai,
credo di comprendere i tuoi dubbi, come hai descritto, sacrificare 3/4h per la trasferta può risultare disturbante a lungo andare. Sarebbero comunque da indagare altri fattori e analizzare le possibilità o strategie alternative, per placare quel senso di colpa che ti affligge (ad es: Il tuo lavoro ti piace? È quello che ti rappresenta e alimenta la tua efficacia? Hai un’abitazione stabile? Come occupi il tempo del tragitto?)… Riuscire ad analizzare oggettivamente e strategicamente la situazione, potrebbe aiutarti a far pace con il tuo conflitto interno mettendo a tacere quella sensazione ansiogena che percepisci. Se ne vorrai parlare, sono a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Myria Laghi

Dott.ssa Myria Laghi Psicologo a Porto d'Ascoli

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19 LUG 2022

Buongiorno Mirai,
le parole che mi hanno colpito di più di quello che ha scritto è "sono in prova", "pesante", "rinuncia", "colpa", "giudizi", "perdere tempo", "agonia", "felice", "padrona di me".
Iniziamo col dire che tutti noi non siamo completamente padroni di noi. Chiunque per un motivo o per l'altro deve fare delle forzature nella sua vita, quindi la domanda è: c'è un motivo concreto per fare questo lavoro o qualcuno l'ha forzata a farlo? Un altro aspetto importante da considerare è se questo lavoro è redditizio e le sta già dando una ricompensa congrua allo sforzo che sta facendo, oppure lo sta facendo per una promessa futura. Lo dico perché ha sottolineato che è in prova e che teme di perdere tempo. Se ritiene che il lavoro le stia dando una ricompensa congrua allora non pensi a ciò che succederà nel futuro. Faccia del suo meglio senza pensare di dover a tutti i costi essere confermata. Si concentri su ciò che adesso sta ottenendo di positivo da questo lavoro.
Tenga conto che molta della sua fatica e del suo disagio deriva da quell'agonia nella quale pensa e ripensa se è giusto portare avanti questo lavoro. Credo potrebbe esserle utile, magari con l'aiuto di un* espert*, stilare di nuovo una lista di pro e contro per decidere una volta per tutte se mantenere questo lavoro oppure no. Tenga conto del fatto che fra i pro e i contro va inserito anche se ci sono alternative valide e l'importanza di sviluppare la capacità di perseverare di fronte alle difficoltà piuttosto che avere un atteggiamento rinunciatario.
Una volta presa questa decisione più consapevole, smetta di pensare e agisca: cercando di fare al meglio questo lavoro oppure cerchi un altro lavoro senza tornare sulla decisione.
Rispetto alle 3/4 ore di viaggio, credo potrebbe esserle utile sfruttare il tempo passato in treno per fare qualcosa di utile o che le piace, tipo ascoltare musica, leggere, fare conversazione, conoscere nuove persone (un lavoro che la porta fuori di casa le dà l'opportunità di avere stimoli che, colti a dovere, le potrebbero dare ulteriori occasioni), chiamare al telefono persone che magari sente di rado. E' possibile adattarsi alle situazioni più difficili se si ha un atteggiamento positivo. Essere padroni di sé non significa fare sempre tutto ciò che si vuole, che è peraltro irrealistico, ma riuscire a non snaturarsi nelle varie situazioni, significa anche mantenere uno stato di benessere psicologico anche di fronte alle difficoltà.
Rispetto alla felicità, per avvicinarsi, bisogna comprendere cosa manca nella propria vita che sarebbe una fonte di felicità. Magari il lavoro non è per lei una fonte di felicità, ma uno strumento per ottenere qualcosa che la potrebbe rendere felice.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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