Non so che scelta prendere, sono a un bivio

Inviata da Giada · 29 feb 2016 Orientamento professionale

Buongiorno,
Mi chiamo Giada, ho 21 anni e frequento il primo anno di Medicina. Purtroppo, e contrariamente alle mie previsioni, sto passando un periodo di profonda crisi. Sono sempre andata bene a scuola, non ero tra le migliori ma studiavo tanto e me la cavavo. Avevo tanti interessi, infatti oltre allo studio, ho fatto 13 anni di danza classica in cui ho avuto molte soddisfazioni, partecipando a concorsi, vincendo borse di studio e superando brillantemente gli esami annuali di danza. In terza liceo però, a causa dello studio, mi sono trovata ad un bivio. O danza o lo studio. Ho scelto lo studio, ma non volendo abbandonare il mondo artistico sono entrata in una scuola di canto. Anche in questo ambito ho avuto soddisfazioni, ma di certo non potevo né volevo basare la mia vita solo su quello. Dopo la maturità, ero molto indecisa su quale percorso intraprendere all'università, sebbene ho avuto sempre interessi in ambito biomedico. Spinta dalle pressioni di mio papà, scelsi giurisprudenza, ed dopo due mesi mi resi conto che non era affatto la mia strada. Abbandonai e lavorai qualche mese per chiarirmi le idee presso uno studio medico come segretaria. Così quell'interesse per le materie biomediche si fece sentire nuovamente e più forte. Decisi di studiare per affrontare il test e, a settembre l'ho superato, e sono entrata a Firenze (non era la mia prima scelta). Ero entusiasta perché dopo tanti mesi di sacrificio e studio ero fermamente convinta della mia scelta e se non lo avessi passato mi sarei iscritta a Biologia. Mio padre era molto orgoglioso di me. Ora il primo semestre è finito e ho dato tutti gli esami tranne uno, superandoli al primo colpo. Ma fin da subito, assolutamente contro le mie aspettative, avvertivo una voce dentro di me, un forte dubbio. Amo le materie di studio, ma forse il problema è che amo le materie, ma non la professione del medico. Ho cercato di analizzarmi, ma non riesco a capirmi. Ho preso consapevolezza del fatto che nutro sensi di inferiorità rispetto alla sorella maggiore che sta affrontando brillantemente i suoi studi in economia, dando molte soddisfazioni. Forse mi sono impuntata ad entrare a medicina solo per riscatto, per far vedere agli altri, alla mia famiglia e soprattutto a mio papà che ci sono anche io, che valgo anche io. Mi rendo conto che non mi ero mai soffermata su questi pensieri prima di entrare. C'è comunque da sottolineare il fatto che nella città in cui sono entrata mi trovo malissimo, mi trasmette inquietudine. Non ho legato con nessuno e vivo in un convitto universitario femminile di suore. L'università di questa città e i professori mi hanno delusa tanto. Avevo alte aspettative. In questi mesi ho azzerato la mia vita sociale, mi sentivo come in gabbia. Mi mancava avere un momento di svago, mi mancava cantare, ballare, socializzare e ridere. Ogni volta non vedevo l'ora di tornare a casa e quando dovevo partire stavo male. Non ho mai voluto dire niente ai miei, perché mi convincevo che col tempo mi sarei abituata. Invece è sempre peggio,. Ho sempre sofferto di ansia ma ora sta nettamente peggiorando. Dormo male, sudo in continuazione, ho tachicardia, piango ogni due giorni, non rido quasi più.... In questi mesi ho avuto alcuni attacchi di panico (ne soffro dall'età di 18 anni) soprattutto quando mi trovavo in pullman o nell'aula universitaria. Ho cercato di comprendermi, perché l'ansia è sempre un messaggio che il nostro corpo ci sta mandando, e tocca a noi avere la capacità di interpretarlo. Probabilmente sono quello che vorrei essere, e non quello che veramente sono. Forse non ho la stoffa per fare il medico, tutti questi anni mi spaventano, e tutto quello che verrà dopo...mi spaventa la competizione. Io avrei voluto fare ricerca o diventare professore, e quindi facendo medicina avrei potuto fare ciò, ma inevitabilmente sarei anche medico, e fondamentalmente non credo che sia un lavoro che mi appartenga. Credo che sia anche colpa del contesto ambientale. Cercando di autoanalizzarmi, penso che avrei dovuto fare Biologia. Sarei stata anche più vicino a casa, in una città che conosco già. Condurrei una vita più routinaria e avrei un po' di tempo per me. Non sono adatta agli imprevisti, sono una persona tanto ansiosa e che vorrebbe avere tutto sotto controllo, ma pensavo che sarei potuta migliorare con il tempo. Ma la mia vera me è calma, ha bisogno dei suoi tempi. Ora non so cosa fare, sono giorni che ci penso. Continuare medicina anche se solo il pensiero di dover tornare là mi fa star male, oppure abbandonare, lavorare qualche mese e poi cominciare biologia? Ne ho parlato con mio papà, ho avuto tanta paura di dirglielo perché ha fatto molti sacrifici per permettermi di studiare medicina. Ho paura del giudizio altrui. Sembrerei una persona volubile e leggera siccome dicevo di essere fermamente convinta di studiare medicina. Appunto, studiare medicina, non fare il medico, che è ben diverso. E solo ora lo capisco. Sarei andata anche all'estero per studiare medicina. E ora mi crolla tutto. Magari è solo un momento di sconforto, ma non credo che sia così. I miei sono preoccupati perché mi vedono tanto giù e vogliono che vada a fare una visita da uno specialista. Secondo me questo umore depresso e questa ansia incontrollabile nascondono tanta energia che non riesce a fluire, perché sto andando in una direzione sbagliata.
Ringrazio di cuore chi mi risponderà
un abbraccio sincero
Giada

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Miglior risposta 29 FEB 2016

Buongiorno gentile Giada,
nel leggere la sua richiesta sono rimasta piacevolmente colpita dalla sua energia e dalla sua motivazione a seguire le sue passioni fin da ragazzina, ma con una componente di stakanovismo che sembra essere ora un ostacolo alla realizzazione del suo sogno che mi sembra Lei abbai chiaro quale sia. La sua famiglia le è vicino e l'appoggia con altrettanta energia e amore, dunque, lasci perdere pensieri limitrofi di deludere gli altri e pensi a non deludere se stessa, questo può permetterselo proprio in quanto figlia amata e accettata. L'idea di farsi seguire da uno specialista, come le consigliano i suoi genitori, è un'opportunità che le permetterebbe di fare ulteriore chiarezza dentro di lei, si accerti che sia psicologo/a psicoterapeuta e provi a fare qualche colloquio, potrebbe darsi che risolva con pochi colloqui. Le sconsiglio l'uso di farmaci in quanto non mi sembra questo il caso.
Le auguro davvero tanta serenità!
Resto a sua disposizione
Cordiali saluti
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Roma

Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Psicologo a Roma

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13 OTT 2016

Cara Giada,
la tua lettera mi ha trasmesso tutta l'ansia e tutta la confusione che stai vivendo. Credo che debba fermarti un attimo....tira un sospiro di sollievo e...rallenta. Sembra quasi che tu debba fare per forza qualcosa per raggiungere un obiettivo. Le cose vanno fatte innanzitutto per il piacere di farle e non sempre per raggiungere degli obiettivi che ci facciano ricevere gratigicazioni esterne e conferme. Il valore a te stessa lo devi dare tu... fino a quando farai qualcosa per sentire dagli altri che vali, sentirai sempre il peso e l'ansia di quello che stai facendo. Tutto questo con gravi ripercussioni sui tuoi stati emotivi (perché sentirai l'ansia di dover riuscire per forza), e sulla tua autostima, basata solo sul valore che ti attribuiscono gli altri. Prenditi una pausa, fai una lista di quello che ti piace fare, di getto così come ti viene in testa, poi metti in ordine tutti questi interessi partendo da quello che ami di più. A questo punto parti da quello e, a piccoli passi, percorri questa strada... poi continua con gli altri interessi...se puoi affiancali a quello più importante oppure soddisfali uno per volta ma vai piano, non ti sovraccaricare. La tua energia e la tua voglia di fare sono degli stimoli positivi alla tua autorealizzazione, che però se mal canalizzati generano confusione (anche mentale) e ansia. Quanfo vogliamo fare troppe cose e non ci chiariamo cosa realmente vogliamo, ci blocchiamo con l'ansia e la paura di non andare da nessuna parte. Se a questo poi si aggiunge l'ansia di dover fare qualcosa per sentirsi stimati e valorizzati dagli altri ci blocchiamo ulteriormente, rischiando di cadere in uno stato depressivo. Potresti approfondire tutto questo con l'aiuto di un psicologo, al fine di mettere ordine nella tua vita, fronteggiare i problemi riguardanti la tua autostima e i sintomi che descrivi e, allo stesso tempo, imparando a darti delle priorità, a fronteggiare le scelte e le situazioni di impasse.

Cordialmente

Dott.ssa Simona B. Morabito Psicologo a Reggio Calabria

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4 MAR 2016

Cara Giada,
ho l'impressione che nella tua personalità la grande quantità di energia non sia incanalata da adeguata struttura e ciò comporta alla fine che viene dispersa e sprecata.
Alcune delle affermazioni che hai fatto non sono molto comprensibili, o meglio, non hanno un vero fondamento.
Così, ad. es., non si capisce cosa intendi quando dici che l'Università di Firenze e i professori della tua facoltà ti hanno delusa.
In che senso ti avrebbero delusa?
E che vuol dire che ti piacciono gli studi di medicina ma non ti piace fare il medico?
Viceversa, posso capire che vivere lontano da casa in un convitto di suore ove ci sono orari e regole da rispettare non è il massimo dell'allegria ma non credo tu sia obbligata a stare per forza là; potresti trovare una stanza o un appartamentino da condividere con qualche collega come fanno tanti universitari e godere di maggiore libertà, se questo è il problema.
Più rilevanti mi sembrano invece i tuoi disturbi d'ansia trasformati a volte in attacchi di panico e il tuo complesso di inferiorità nei confronti di tua sorella.
Forse sono proprio i disturbi d'ansia, riacutizzati a seguito dello spostamento in altra città e il conseguente cambiamento di abitudini, a renderti poco sopportabile la vita universitaria lontano da casa e non è colpa nè della città nè dei professori ma magari non hai riflettuto abbastanza su questo.
Ora, prima di fare altri cambiamenti nella tua vita che si possano rivelare nuovamente inutili e dispersivi, ti suggerisco di parlarne dal vivo con uno psicoterapeuta che ti possa guidare nelle decisioni da prendere e ti aiuti a superare i problemi di ansia già troppo trascurati.
Un caro saluto.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico,psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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