Morte del Terapeuta

Inviata da Anonimo · 18 giu 2015 Elaborazione del lutto

Ho deciso,rianalizzando cosa ho scritto qui sopra,di contattare un Psicoterapeuta,dopo 4 anni di Terapia conclusa xon la morte del Medico.Sono rimasto colpito da quanti incapaci ci siano nel settore,ma dpo innumerevoli chiacchierate,ho finalmente incrociato un valido Medico con una clinica bestiale.Tutto sommato i passi in avanti li ho fatti dopo la morte del Terapeuta.Usavo la gestalt dopo essermi letto da solo il testo di Pearls e mi sentivo bene; mi esaurivo invece recuperando quel bombardamento cognitivo del terapeuta.Su di me la cognitiva non ha funzionato e la sconsiglio a chiunque sia ossessivo.Tutto sommato ho preso 4 anni e li ho buttati a giocare allo psichiatra.Vi strutturano ancora di piu' l'Ossessione di Capire.Sono un po' inca..zzato su come sia stato il.mio percorso e mi e' stata sbagliata anche la diagnosi.Non avevo un disadattamento cronico ma sono un Ossessivo.A dir il vero me ne ero accorto da solo con l'anancasmo ma la cosa che mi innervosisce di piu' e' xhe ho percepito il qui ed ora aĺlontanandomi dalla Transazionale e dalla Cognitiva inculcatami per 4 anni.Ricordo che quando sostenevo di non sopportare piu' mia mamma,il.Medico diceva xhe non era mia Mamma ma come Io la Perxepivo.Mamma stava per ricevere un Tso per delirio paranoico!Alla fine della storia,positivizzare con il giochino della contraddizione un ragazzo vissuto in un contesto di forte disagio emozionale reale non fantastico,e' la xosa piu' stupida xhe si possa fare.Vanno recuperate le emozioni e il senso di esse,non si puo' andare a strutturare con il Pensiero un ragionamento su di esse dicendo:ok nel qui ed ora mamma va avanti e indietro alle sei di mattina,e quindi?Lo puo' fare!.Se sento Mamma una pazza,nn puoi dirmi non e' vero.Sei tu che la perxepisci cosi'!Oppure Mamma puo' fare quello che vuole,il punto e' cosa puoi fare di diverso tu?Ma se si sta buttando sotto un treno,cosa che tento' pure,Mamma non lo puo' fare!E la risposta era..e chi.lo dice?Questo e' un ragionamento cognitivo assurdo e francamente spero che questa disciplina terapeutica venga ripensata perche' su un ossessivo crea casini e direi che su un Ossessivo non puo' funzionare.Almeno su di Me.Grazie per avermi invogliato a continuare nel mio processo di crescita personale e sno sicuro di avere un ottimo risultato in tempi brevissimi.Grazie.

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Miglior risposta 19 GIU 2015

Buongiorno Francesco
è una riflessione molto interessante la sua e, trattandosi di vita vera e vissuta ha un alto valore di testimonianza.
Noi terapeuti dovremmo essere sempre nella grande modestia di interrogarci e di chiedere al paziente come si sente con l'approccio e con le tecniche che vengono utilizzate. Dovrebbe esserci sempre un grande scambio e una metacomunicazione così da poter comprendere le emozioni e i "reali vissuti" del soggetto impegnato nella relazione terapeutica.
Credo che pure il terapeuta debba ascoltarsi molto per comprendere a fondo i suoi stati d'animo, spesso infatti moti "sofismi" teorici che il terapeuta usa sono atti a mascherare le sue insicurezze.
Spesso mi fermo a riflettere sul fatto se il modo di fare psicoterapia oggi non stia diventando troppo standardizzato o robotico con l'uso eccessivo di protocolli e strumenti che vorrebbero essere precisi ( troppo? a discapito dell'umano?) ...conservare un "umano sentire" dei vissuti dell'altro mi sembra fondamentale.
La sua lettera ci stimola molte riflessioni in merito a cosa dovrebbe essere la relazione terapeutica.
Io, nella psicoterapia seguo (in base alla mia scuola di provenienza per la specializzazione) un orientamento umanistico- esistenziale e credo all'importanza di dare molto valore al "sentire" della persona che ho davanti con un bisogno costante di comprenderne il senso e l'autenticità; infatti sono fermamente convinta che nessuna tecnica o posizione del terapeuta debba oscurare il "racconto" che comprende in se spesso problema e soluzione, sofferenza e luce.
In questa ottica forse l'operazione più importante che il terapeuta compie è proprio l'ascolto. aperto e senza giudizio.
Ancora grazie per la sua riflessione e auguri per un proseguimento dei suoi percorsi.
Saluti
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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22 GIU 2015

Dott.ssa Romanazzi le scrivo da terapeuta di me stesso e da persona che scopre se stesso, qua dentro tutti quanti noi vogliamo essere amati e amare, rispetto a questo bisogno,io le pensa tutte ma proprio tutte per trovare il modo di sentire, oggi sostituiamo con le immagini, bella donna=piacere, è un esempio televisivo…ma quando mai! siamo persone e siamo in contatto con noi stessi sol quando riconosciamo questo status a noi stessi e al prossimo, a me hanno insegnato che l'amore si merita, se ti amo, faro' tutto correttamente per renderti felice, questo schema che mette in questo caso la donna su un piedistallo, sul piano cognitivo,sviluppa incongruenze che per il paziente son importanti tanto dal capire immediatamente la differenza tra un amore reciproco e una collusione, va bene anche il, mettersi in prima persona e spazzar via la generalizzazione, il problema pero' è che io non vado a lavorare sul simbolo, "dimmi cosa vuoi e io faro' alla perfezione tutto per il tuo volere",porta dei problemi, l'amore da scambio emozionale reciproco diventa un simbolo meritorio ad elevato standard in termini di obiettivo, ogni qual volta l'altro storce il naso,io sto male:potrei aver sbagliato qualcosa!questo tratto di me io lo salvo e non voglio neanche ridimensionarlo,perchè sono consapevole di essere talmente sensibile da sentire tutte le vibrazioni che mi arrivano da dentro e questo sistema di funzionamento mi puo' servire per ottenere cio' che desidero, il guaio è che l'ossessivo si dimentica del desiderio personale perchè è accecato dalla perfezione che lo blocca e lo svia dal momento(qui ed ora), il problema è sentire la relazione con se stesso,piu' che l'incongruita' cognitiva di se nel mondo, la relazione con se stesso non puo' essere pensata, questo è l'enorme limite della cognitiva che come dice lei ha ottimi spunti ed è perfetta per obiettivi modesti, ma trasformare il se,ridefinirlo recuperando il significato profondo dell'amore verso se stessi,con quello schema non ci puoi arrivare, ci pensi(da cognitivo), nelle cose che sno realmente state tra me e il mio vecchio terapeuta defunto,la possibilita' di dire non funziona non c'era:io tendo alla perfezione e non mi fermo fin quando non la ottengo;obiettivo xhe ahimè non arrivera' mai perchè lo sforzo psichico èorientato a standard non terreni ed ero arrivato a concettualizzare il sentire sul pensiero,immagini,procedure, sia chiaro era un ottimo spunto,perchè ero consapevole ddll'ossessione slo che la spostavo sul giochino della sostituzione:non mi accorgevo che non ero uno psichiatra ma agivo da psichiatra, l'ossessivo ha un che di ultraterreno, , ci sentiamo in dovere di meritare l'amore,ci preoccupiamo che le nostre azioni possano avere un tale peso nel mondo che va valutata ogni minima disattenzione e quando non ne possiamo piu' di noi stessi e della impossibilita' concreta di raggiungere obiettivi per i dubbi su possibili errori,soffriamo talmente tanto che ci diciamo la stessa cosa di un depresso:non merito,sono indegno, la contrattura dell'anima di un ossessivo se colta nel profondo è ricca di elementi creativi ed affettivi diffi ili da percepire per un "sano" ma è nel nostro conflitto interiore che c'è molto di divino, confrontandomi con amici,psicologi,psichiatri io ho trovato slo nel terapeuta morto,un fratello che parlava la mia lingua curioso ma fermo alla cognitiva e alla transazionale come un ossesso, la cognitiva da spunti come dice lei ma i simboli di quest'anima ferita nel profondo non vengono colti ed elaborati, si rimane ad un livello superficiale senza porsi la domanda vera:ma sto ragazzo che ha impresso nella sua anima procedure in difesa dell'amore tanto da sentire il bisogno di piegarsi sempre davanti alla promessa di ricevere un bravo,un complimenti,un grazie?il mio vecchio terapeuta parlava di disadattamento cronico, si vero, , ma alla base c'è il ridimensionarsi davanti a immagini potenti(uomo/donna) e il colmare questo gap agendo,facendo e pensando in modo ossessivo, vede il qui ed ora è uno stadio creativo del se magico, io l'ho percepito spesso e l'ho perso tutte le volte che ho ceduto alla convinzione che l'amore lo si meriti o lo si perda per non aver fatto abbastanzavoglio concludere con la gestalt perchè dalla cognitiva ho preso tutto,compreso la capacita' di scegliermi la tecnica di approccio, sno fiducioso anzi certo che arrivero' al successo:avere una relazione di amore con me stesso, dott, ssa, , ci pensi a cosa le ho scritto e poi chiuda gli occhi e senta cosa le ho comunicato, è una bella differenza pur essendo lo stesso scritto, spero venga pubblicato questo msg, buona giornata

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19 GIU 2015

Ragazzi vi ringrazio.Allora mettiamola cosi'.Io so sempre con quale stato dell'Io parlo e so sempre l'Altro con quale stato dell'Io Parla.Sno consapevole che la Cognitiva va a lavorare molto bene sulla dipendenza e sulla centralita' della Persona.Va bene per chi soffre di Collusione,per fare un esempio.L'Altro non ha mai il potere di(mi ha bombardato).Ma se alla base sei un Ossessivo,bombardare in modo cognitivo,struttura invexe di sciogliere il Problema.Il Se ha delle risorse straordinarie e sno consapevole che il qui ed ora gia' lo sento e sento come stacco.Quello che ancora non sento e' cosa rivivo in quel distacco dal momento presente poiche' parte da qualcosa di Antico che ho vissuto in un periodo della mia Vita molto duro.Ho voluto la Gestalt perche' sapere che stacco e corregermi sul distacco a me non basta.Io voglio essere consapevole del senso del distacco al di la' dell'incongruita' del Presente.L'incoscio mi ha inviato una marea di segnali ma il Terapeuta li bollava sogni e basta.Ho voluto psicosintedi e Gestalt per questo.Io credo che mi sia detto emozionalmente delle cose su cui mi sono Fissato e voglio essere in contatto con le mie emozioni e con me stesso in modo armonico e sincero.Pensare e' il mio pane quotiniano,sentire per me e' complicato.Questo processo di autoridefinizione lo portero' a termine e avra' fine.Sno passati 4 anni e mi sento molto motivato.Io sno abituato a ottenere risultato se voglio una cosa.Il problema e' che ho difficolta' a realizzare cosa voglio.Nella terapia l'obiettivo e' semplice perche' mi sno sentito male per cui voglio star bene e da buon ossessivo non mi fermo fin quando non finisce sta storia a costo di diventare Jhung in versione moderna ma deve finire ora!Promesso e garantito.Sno un ossessivo e l'obiettivo primario e' esserne consapevoli poi mi usero' il mio tratto per le cose che voglio

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18 GIU 2015

Caro Francesco,

Mi dispiace per la sua esperienza negativa. In realtà la cognitiva ha degli spunti piuttosto utili per lavorare, perché aiuta a riportare noi stessi "al centro della scena", ricordandoci che "abbiamo un potere" solo ed esclusivamente sule nostre azioni e sui nostri pensieri. questo non significa poi "fregarsene" se un nostro caro sta male o ha un disagio particolarmente forte.

Al dilà di questo,cognitiva, psicoanalitica e transazionale a parte, ciò che conta davvero è come ci si trova con la persona che si ha di fronte, cercando di capire quali sono le tecniche di intervento più adatte a lui o, semplicemente, trovare un modo diverso per spiegarle, perché spesso orientamenti diversi dicono la stessa cosa in modo diverso e bisogna banalmente tradurre in un'altra lingua ciò che si sta dicendo.

Parlando del proprio "potere", in questo caso il suo poteva essere quello di parlare con il suo terapeuta, spiegando che le tecniche utilizzare in quel momento non facevano per lei e che sarebbe stato pià a proprio agio con altre. Questo è un consiglio che credo valga universalmente, in qualsiasi percorso, ossia avere la possibilità di dire "questo non fa per me, mi sembra non funzioni". Non è fallimentare, è semplicemente un modo per capire meglio quale sia il percorso migliore da seguire.

In bocca al lupo per il futuro

Dott.ssa Alessia Romanazzi

Dott.ssa Alessia Romanazzi Psicologo a Saronno

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18 GIU 2015

Caro Francesco, trovarsi bene con il proprio terapeuta avendo riscontri durante il percorso e' fondamentale per la riuscita della terapia. Nel nuovo percorso che ha intrapreso la invito ad esporre tutti gli elementi di criticità che dovessero emergere al nuovo terapeuta.
Cordiali saluti
Dott. Alessandro Bertocchi
Bologna

Dott. Alessandro Bertocchi Psicologo a Bentivoglio

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18 GIU 2015

Caro Francesco,
grazie per la condivisione.
Le testimonianze delle persone sono un valido aiuto per fare sempre meglio il nostro lavoro. Come hai notato, nessun approccio è perfetto, nessun approccio si adatta a tutte le persone e, ancora più importante, nessuno psicologo (con le sue esperienze e la sua personalità) va bene per tutti i tipi di persona e tutti i tipi di disagio.

Auguri per il tuo nuovo percorso.

Un saluto
Dott.ssa Francesca Fontanella

Dott.ssa Francesca Fontanella Psicologo a Rovereto

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