Mi sento male a lasciare la persona che frequento perché è senza amici
Gentili, scrivo perché mi ritrovo in un periodo di estrema stanchezza. Frequento un ragazzo da cinque mesi, abbiamo 28 e 26 anni. Già dall'inizio della frequentazione lui ha manifestato una profonda timidezza: difficoltà in quello che penso venga chiamato "small talk" come, per esempio, a rispondere a semplici domande poste dai miei amici (rispondeva solo se la domanda la ripetevo io). Ne ho parlato con lui tardi (un mese fa), ho visto da parte sua uno sforzo per entrare nelle dinamiche sociali e ho apprezzato. Ho iniziato a preoccuparmi di lui chiedendo spiegazioni riguardante l'assenza di amici da parte sua e la sua situazione familiare (che comunque mi sembra buona, ha un dialogo sia con i suoi genitori sia con sua sorella maggiore). Ma dopo un mese, mi ritrovo stanca e, seppur con un profondo affetto, non sono innamorata. Gliel'ho spiegato ma sembra non comprenderlo, mi dice che sono buonissima gentile e che vorrebbe aiutarmi ad essere "meno stanca". Dice che possiamo essere amici e va bene, ma forse non va bene proprio per niente perché sono l'unica persona con cui si sente di parlare di quanto stia male perché io stessa non lo voglio come lui vorrebbe. Dice che non vuole parlare neanche con uno psicologo ("non parlo con gli sconosciuti" dice) e che l'unica cosa che lo fa stare bene è una compagna con cui fare tutte le esperienze sociali che non ha avuto in questi anni. Non so come comportarmi. Vi ringrazio per l'attenzione e mi scuso per il lungo racconto.