Mancanza di istinto materno

Inviata da Chiara · 27 giu 2017 Psicologia risorse umane e lavoro

Buongiorno,
vorrei sottoporvi la mia situazione per chiedervi un parere in merito a quello che sto vivendo in questo periodo. Ho quasi 32 anni, sono sposata da circa 1 anno e mezzo e ovviamente, come da prassi, si è affacciata nella mente mia, di mio marito, di genitori, suoceri ecc, la questione "figli"...io mi ritrovo in una posizione di conflitto interiore su questo argomento perché comunque i bambini in generale mi piacciono ed è un progetto che ritengo molto bello e importante e che mi piacerebbe realizzare una volta nella vita, ma ho fortissimi freni in merito:
-sono completamente sprovvista di istinto materno, cioè non sopporto proprio la figura della "mamma chioccia", mi dà fastidio se la vedo e mi dà un senso di oppressione la sola idea
-ho una paura e un'avversione molto intense per tutti gli aspetti fisici di gravidanza e parto (paura di stare male, paura di non sopravvivere ecc)
-non sento di essere pronta a sacrificare tutta me stessa e la mia vita per un figlio (ma non per questo mi sento un mostro di egoismo)
Credo che tutto ciò possa derivare da quello che sia io sia mio marito abbiamo vissuto nelle rispettive famiglie di provenienza, ossia madri bravissime e affettuosissime, praticamente sante, che hanno votato la loro esistenza ai figli, obiettivamente facendoli crescere senza alcun tipo di mancanza né sul piano materiale né sul piano affettivo...ora io con mia mamma ho un bellissimo rapporto e non mi sono mai sentita oppressa da lei, anzi, mi ha sempre spronato ad essere autonoma e indipendente, ma forse ho interiorizzato il suo stile di maternità e non mi sento proprio di riproporlo.. d 'altra parte, non avendo altri modelli femminili (nella mia famiglia non ci sono donne giovani e più o meno mie coetanee) non saprei proprio a chi guardare...non so se mi spiego...
Tutto ciò si instaura su una leggera ipocondria che mi porto dietro da tutta la vita ma non è mai stata invalidante, è solo una parte di me con cui convivo benissimo, ma mi rendo conto che gravidanza e parto la metterebbero non poco alla prova...
Poi mi chiedo: ma se esiste l'adozione perché devo forzarmi a vivere un'esperienza che non sento affine a me? Mio marito non è contrarissimo a questa soluzione quindi perché non andare in questa direzione? Oppure, magari non è nel mio destino avere figli, che male ci sarebbe, potrei dare qualcosa di me agli altri in altri modi, senza per forza fare un bambino...non sento la spinta della maternità...non ho proprio questo desiderio fortissimo di cui sento tanto parlare...non so che significa! Poi se un bambino arrivasse ovviamente farei tutto quanto è in mio potere per garantirgli una vita serena e il più possibile felice, ma da qui ad andarmi proprio consapevolmente a cercare questa situazione...c'è una bella differenza! Cosa ne pensate di tutto ciò? Graze mille a chi mi risponderà!

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Miglior risposta 28 GIU 2017

Cara Chiara,
Lasciami dire che non molte donne hanno il coraggio di andare contro l'aspettativa comune che vuole la donna madre a tutti i costi. E lasciamo perdere quello che si dice: la strada per una reale emancipazione della donna è ancora lunga! Perciò intanto, congratulazioni per la sincerità con cui ti guardi dentro. Ci sottoponi il tuo "sentire" verso la maternità come se ci fosse qualcosa di sbagliato. Personalmente credo che ognuno debba fare ciò che sente più giusto per sé ed il fatto che tu oggi non senta di voler diventare madre può essere definitivo oppure no. In ogni caso la scelta migliore, qualunque essa sia e sarà, a patto, che sia per te la più sentita. Non lasciarti condizionare dal parere o dalle aspettative degli altri! Da chi potrebbe giudicarti un egoista... Essere madre non è uno scherzo e molte donne che intraprendono alla leggera questo percorso a volte poi si pentono. E non sono mostri, ma comuni esseri umani. Essere madre vuol dire spostarsi per sempre al secondo posto. Vuol dire essere talmente ben centrata su se stessa da poter lasciare spazio ad un altro senza perdersi. Ecco, proprio su quest'ultima frase vorrei aggiungere che le madri appagate sono quelle che senza esitazione sanno ritrovare sé stesse, perché si sono conosciute e realizzate, prima di avere un bambino. Chissà che un giorno non sarai tu un modello materno diverso da quello che hai visto in tua madre. Oppure chissà, forse troverai strada facendo qualcosa che darà un forte senso alla tua vita e non ti interesserai mai all'idea di avere un bambino. Penso che dopotutto, ciò che conta sia essere madre di qualcosa nella vita, che sia un progetto, un'attività, un bambino...non conta. Per l'essere umano è importante sentire di lasciare qualcosa a cui si è dato vita, dietro di sé. Circa l'istinto materno...un modo un po' frettoloso, a mio parere, di liquidare con poche spiegazioni, una decisione, che racchiude in sé ben più di una motivazione...pensa a vivere bene il tuo rapporto di coppia, a renderlo sempre più solido e far sì che sia un luogo felice in cui tornare ogni volta. Le cose verranno da sole, e saranno quelle giuste, a prescindere da come andranno.
Con i migliori auguri,
Dr.ssa Ilaria Beltrami, Psicologa Clinica, Roma

Dr.ssa Ilaria Beltrami Psicologo a Roma

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28 GIU 2017

Buongiorno Chiara,
i presupposti per adottare un bambino non sono quelli che lei scrive, ovvero non pensare di tollerare i cambiamenti fisici della gravidanza, ma altri. Sono proprio quelli che lei non sente di avere: istinto materno, capacità di prendersi la responsabilità in toto di un altro essere umano, dare amore a prescindere ecc.
Cito "ma da qui ad andarmi proprio consapevolmente a cercare questa situazione", sembra che per lei diventare mamma equivalga a cercarsi volontariamente una grana.
Non esistono solo le mamme chiocce, ma a lei sembra che sia così. Scrive che ha avuto una mamma presente e affettuosa, ma c'è rabbia nelle sue parole (le mamme chiocce la fanno arrabbiare).
Scrive che le è piaciuto avere una mamma così, ma non vuole riproporre questo modello di mamma. Come mai?
Prima di intraprendere un progetto così importante sarebbe opportuno che lei si confrontasse su queste tematiche con uno psicologo.
Dr.ssa Pugno

Associazione Eco Psicologo a Torino

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