Mamma vittimista

Inviata da Erika · 1 ago 2016 Terapia familiare

Buongiorno, vorrei un consiglio su mia madre. Premetto che ha avuto un’infanzia difficile, il papa l’ha abbandonata e lei è cresciuta con gli zii perche mia nonna si è allontanata per lavorare e poterla mantenere. Mia nonna poi si è fatta una vita con un altro uomo ma mia mamma non ha mai costruito un rapporto con lui.. spiava invece la vita del suo papà perche comunque era del paese e lo ha visto costruirsi una famiglia e avere delle figlie.. lei con loro non ha mai avuto un rapporto.. poi si sono trasferiti e li ha persi.. con il crescere ha avuto un forte esaurimento e ancora oggi assume farmaci calmanti.. capita ogni tanto qualche attacco di panico ma sembra tutto sotto controllo.. il problema lei lo ha con me e mio papà.. ci accusa di complotti nei suoi confronti.. ci vede come una squadra ma non capisce che ne fa parte anche lei.. si vede esclusa.. tende a vittimizzarsi su tutto.. la casa non è come la voleva.. il lavoro non e come voleva.. il paese dove abita non va bene.. voleva un figlio maschio.. è veramente difficile.. mio papà soffre di diabete ma appena vede che se ne parla salta fuori con tutti i suoi problemi come se al centro ci fosse solo lei.. io non sono mai stata ascoltata perche appena parlavo di qualcosa che non andava si tornava sui suoi problemi.. sembra non trovare niente per essere felice e al di fuori ha una vita anche abbastanza invidiabile.. non riesce a tenersi amicizie perche le perde con il tempo, è molto invidiosa e lo esprime con battute.... sono una mamma anche io e adesso ci aiuta con il bambino.. ma questa cosa finirà perche il tutto è peggiorato forse per il fatto che ci vediamo troppo.. a 20 anni sono andata via da casa perché lì soffocavo..e ora non so come comportarmi mi trovo nella stessa situazione di quando ero adolescente.. lei che ogni tanto sclera e mi accolpa tutto.. qual e il modo giusto di comportarmi?

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Miglior risposta 1 AGO 2016

Gentile Erika,
sua madre deve senza dubbio aver avuto un'infanzia difficile, che ha segnato il suo modo di essere. Mi sembra di capire che abbia anche dei problemi psicologici, non specificati, i quali probabilmente si esplicano nel suo modo "lamentoso e vittimista" di porsi con gli altri. Potrebbe essere questa l'unica strategia che sua madre ha per esprimere il suo dolore. Allo stesso tempo però, lei che è la figlia, non dovrebbe essere vittima dei comportamenti eccessivi e lamentosi di sua madre. Deve essere stata dura anche per lei, negli anni, sentire di non poter mai stare male, o essere triste, dato che solo sua madre sembrava averne il diritto. Nella sua mail traspare una grande attitudine protettiva nei confronti di una persona che sente fragile, ma anche una giusta dose di rabbia, per dei comportamenti che stanno limitando il suo benessere. Le consiglierei di rivolgersi ad un terapeuta nel suo territorio, in modo da elaborare i vissuti connessi alla sua vita familiare, attuale e pregressa, ed anche per poter elaborare delle strategie comportamentali con cui approcciarsi a sua madre, in modo da non doverne subire passivamente la "tirannia emotiva".
Spero di esserle stata utile,
la saluto cordialmente.
Dott.ssa Valentina Cicalese, psicologa psicoterapeuta, Civitanova Marche.

Studio LeggerMente Psicologo a Civitanova Marche

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4 AGO 2016

Erika, la cosa più sensata sarebbe che tua madre entrasse in psicoterapia....depressione, vittimismo, paranoia, sono tutti sintomi di un disturbo più profondo.
Ma perché lei si rivolga ad uno psicoterapeuta occorre che si renda conto di avere un problema, altrimenti, non ne ha la motivazione e continua a dare la colpa al mondo. Quello che puoi fare te è renderti conto che hai, purtroppo, una madre disturbata e trattarla di conseguenza, tenendo presente che il suo comportamento è conseguenza di un disagio psichico di cui, come hai giustamente premesso, non è colpa sua ma della sua infanzia.
Coraggio, so che è dura, mia madre era molto simile, ti capisco eccome.

Anonimo-157342 Psicologo a Montebelluna

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1 AGO 2016

Buonasera Erika, credo sia utile rilevare come, vista la difficile infanzia, sua madre non abbia avuto molte strategie relazionali da poter scegliere. Una delle poche, forse, è stata proprio questa: ovvero incolpare l'esterno e "raccontarsi" come vittima. Tuttavia, credo, che il sistema emotivo di sua madre incolpi più se stessa dei vari abbandoni subiti (realmente e allontanamenti lavorativi, ma in un'età molto delicata) che gli altri, però questo non può emergere, in modo troppo diretto, alla coscienza, in quanto sarebbe troppo doloroso avendo il senso di non poterlo sopportare. Quindi, sembra che, da bambina, ad un momento in cui si sia chiesta (emotivamente) il come mai si sentiva da sola, ad una svolta (di protezione sistemica per poter sopravvivere) relazionale per cui si è dovuta spiegare questa solitudine: "sono sola perchè gli altri sono cattivi ed io ne sono vittima". Evidentemente, per far capire il senso, devo per forza fare ipotesi (e valuti tutta la mia risposta solo in questo modo, cioè come ipotesi) tagliate con l'accetta. In tutto ciò, chi ha sofferto molto, tra gli altri, è stata lei, Erika, e non escluderei anche (ancora ipotesi) dei piccoli sensi di colpa per provare irritazione (forse, eufemismo) nei confronti di una madre con un tale passato. Rispetto ai consigli, credo che le sarebbe utile parlare con un terapeuta di queste emozioni che lei prova coscientemente ma, anche e soprattutto, di quelle che sono rimaste, nel tempo, bloccate ed inesplorate ma che, inevitabilmente, hanno condizionato tutto il vostro rapporto.
Buona fortuna
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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