Lasciare si o no ?

Inviata da Francesco · 8 nov 2019 Autorealizzazione e orientamento personale

Buongiorno, sono uno studente di medicina al 6 anno . Da un po’ di mesi un solo pensiero gira nella mia testa “ lasciare la facoltà !”.
Parto dal presupposto che sono sempre stato , dai tempi della scuola , un ragazzo volenteroso e studioso . Ho sempre sacrificato molto del mio tempo per avere ottimi risultati con relativa soddisfazione , cosa che è avvenuta fino al liceo . Finito il liceo ho cercato di far di tutto per entrare a medicina e al secondo tentativo sono riuscito ad entrare .
Al momento sono molto frustrato, ho perso molti eventi familiari e non , mi sono sacrificato in tutto , ma tutto ciò non basta ! Mi ritrovo al sesto anno con 10 esami arretrati , con una media intermedia , impiego molto tempo per preparane uno e la stanchezza si fa sentire . La mia giornata tipo è sveglia alle 7:00 fino a tarda serata sui libri , le uniche giornate di svago sono Natale, capodanno e Pasqua ( e non sono ironico ) .Sento come se il mio impegno non fosse ripagato e che tutto ciò non mi dia soddisfazione. Ho pensato di cambiare facoltà, alla ricerca di qualcosa più semplice ma essa termina rimettendomi sui libri mandando giù ancora una volta questi pensieri . Sento come se il mio obiettivo si fosse trasformato in un divoratore del mio tempo , senza possibilità di avere una vita del breve-medio tempo . E allora comincio a pensare , ne vale davvero la pena ? Vale la pena sacrificarsi così tanto per non sentirsi soddisfatto in termini di risultati ? Tutti questi pensieri vengono mandati giù giornalmente , rimettendomi sui libri , perché al contempo sento che qualcosa che mi lega a questa facoltà c’è . Non capisco se tutte queste indecisioni derivano da : 1) una mancanza di risultati eccellenti che mi facciano sentire soddisfatto .
2) la voglia di costruirmi un futuro , essere indipendente , e avere una vita da poter godere .
3) paura di non farcela
4) o se realmente questa facoltà non fa per me

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Miglior risposta 9 NOV 2019

Caro Francesco,
E tutto il resto? Le amicizie, gli amori, gli interessi, i viaggi, le letture, le riflessioni sulla vita, le scoperte?
Dov'é lei, oltre al suo ruolo di studente-in crisi?
Credo che questo stallo sia l'occasione per guardarsi dentro e lavorare su di sé, per lasciare spazio al futuro che sognava e alla realizzazione, quella profonda, che oggi tanto la interroga.
Un saluto!

Dott.ssa Marta Cricelli Psicologo a Rho

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11 NOV 2019

Buongiorno Francesco,

Da quello che scrive si evince chiaramente un senso di frustrazione e di impotenza di fronte ad un percorso universitario che sta assorbendo buona parte del suo tempo lasciando poco spazio alla realizzazione personale, relazionale, affettiva, ludica. Un percorso su cui ha investito molto e che adesso sembra risvegliare in lei qualche dubbio relativo all'adeguatezza personale e all'idea di aver fatto o meno una scelta corretta.

Tuttavia non si tratta di un percorso intrapreso da poco, ma di una scelta che lei finora ha portato avanti con determinazione arrivando a buon punto, nonostante il numero di esami arretrati. Se lei ora abbandonasse lo studio, questo senso di frustrazione e abbattimento probabilmente non la abbandonerebbe, ma la verrebbe a trovare ancora più forte e invadente lasciandole un senso di fallimento personale.
In attesa di parlarne dal vivo con un professionista qualificato, per esaminare chiaramente la situazione e alleggerirla di questo peso aggiuntivo che grava sul suo impegno quotidiano già notevole, potrebbe esserle utile fissare dei "paletti": cerchi di capire quali obiettivi universitari si può porre realisticamente, in modo da riservare una quota del suo tempo allo studio e un'altra parte allo svago personale e alla realizzazione di sé stesso in ambiti diversi da quello accademico. Questo le permetterebbe di portare avanti e concludere il suo percorso senza "castrare" eccessivamente il suo bisogno di svago e consentendole di avere una vita al di fuori dell'università. La conclusione del ciclo arriverebbe forse un po' più tardi ma sarebbe connotata dal piacere della formazione, anziché dall'ansia di fare una sorta di corsa che non si ferma mai.

Restando a disposizione,
La saluto cordialmente
Dott. Daniele Prezzi

Dott. Daniele Prezzi Psicologo a Rovereto

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9 NOV 2019

Buongiorno Francesco
Credo di aver compreso, per quanto si possa fare superficialmente attraverso un testo scritto, le sue problematiche, le sue ansie e le sue domande. A quanto pare nella sua vita sembra non comparire molto la sfera del piacere, la sfera ludica, insomma una dimensione non connessa necessariamente ad un traguardo o a un risultato. Insieme sono sicuro potremmo affrontare ed esplorare meglio tutti questi comprensibili quesiti che si pone. Mi contatti se lo desidera.
Cordialmente
Davide Mezzanotte

Dott. Davide Mezzanotte Psicologo a Milano

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