Salve, ho deciso di rivolgermi a voi in quanto questo problema sta prendendo il sopravvento sulla mia vita. Ho avuto un'infanzia difficile, mio padre mi malmenava. Una volta che miei genitori si separarono trovai una specie di figura paterna in mio nonno che poco dopo tempo morì. Sono cresciuta senza un padre e credo che questo mi abbia segnato. Ho iniziato ad avere problemi di alcool e altre sostanze, in quel periodo pensavo fosse un gioco, un divertimento ma col passare del tempo mi accorsi che non era così e decisi di allontanarmi dai miei amici per paura che potessero riportarmi sulla brutta strada...riuscì ad uscire da questo tunnel da sola, senza l'aiuto di nessuno ma con frequenti attacchi di panico e paura di morire ogni volta che uscivo di casa. Credo che anche questo mi abbia segnato, da allora non ho più avuto amici, nessun con cui poter parlare, nessuno con cui poter uscire, ho perso la fiducia in me stessa e credo di odiarmi. Tuttora faccio fatica e ho paura di fidarmi delle persone, ogni volta che lo faccio finisco per star male e sentirmi inutile perché mi affeziono velocemente alle persone e tendo a pensare prima a loro che a me stessa, ma ovviamente loro lo fanno solo per interesse e non per i sentimenti . Ho 26 anni, non ho un lavoro, sono sempre chiusa in casa da 5 anni se non di più e passo le giornate a chiedermi cosa c'è che non va in me, perché a nessuno importa, soprattutto guardando le altre persone che si godono la vita. Cerco sempre di nascondermi dietro ad un'armatura, nascondermi dietro ad un sorriso, sono una persona molto riservata e tendo a nascondere i miei sentimenti ma tutto questo sta iniziando a pesare...
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15 OTT 2016
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Gentile Yenn,
hai avuto finora una vita difficile ma hai anche dimostrato di avere coraggio e capacità di giudizio allontanandoti da amicizie pericolose e già per questo sei una persona da ammirare.
Ora però hai bisogno di migliorare la tua autostima, trovare un lavoro anche se umile e riprendere altri contatti sociali sentendoti non schiacciata e sottomessa ma alla pari con gli altri.
E' un processo non semplice ma necessario che non deve spaventarti e spingerti ad isolarti ma deve portarti a cercare l'incontro con gli altri partendo da un livello più elevato di fiducia e sicurezza interiore e da un miglior tono dell'umore.
Per questo dovresti chiedere l'aiuto della psicoterapia, privatamente o, in alternativa, presso l'ASL.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
17 OTT 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Yenn,
ho letto con molta attenzione ciò che hai scritto, cogliendo in ogni parola molta sofferenza. Mi son chiesta il perché manchino figure di riferimento femminili nella tua vita o almeno è quello che mi arriva visto che non ne parli. Descrivi un passato fatto di maltrattamenti, separazioni, perdite, lutti e un presente di solitudine, sfiducia verso l'altro è sofferenza. La tua riservatezza sicuramente non ti aiuta, considerato che tendi a isolarti e a soffrire in silenzio. Ed è nel silenzio che la voce del dolore si fa sentire sempre più forte...inoltre, l'assenza di un confronto sociale non ti permette di verificare se le tue teorie, rispetto all'altro "che fa tutto per interesse" sono veritiere. Le esperienze, sopratutto quelle negative, se si ripetono nel corso del tempo, creano degli schemi che indirizzano i nostri comportamenti e i modi in cui percepiamo noi stessi e gli altri. Per questo, spesso, riproponiamo nelle diverse relazioni sempre lo stesso modo di fare, che se disfunzionale, crea disagio personale e relazionale. Questo provoca sofferenza e, a lungo andare, evitamento delle situazioni e delle relazioni. La mia è solo un'ipotesi...però ti consiglio vivamente l'aiuto di uno specialista. C'è troppa sofferenza in te...hai bisogno di "accettare" quelle cose che non si possono cambiare, di capire come funzionano i tuoi cicli relazionali e di apprendere strategie di fronteggiamento degli stati emotivi negativi.
Cordiali saluti
14 OTT 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Yenn, sei troppo giovane per passare così la tua vita. E' necessario che tu ti rivolga subito alla ASL più vicina a te facendo presente il tuo malessere e chiedendo un supporto. Non dici con chi vivi, nessuno si è accorto del tuo malessere? Fatti accompagnare da qualcuno, ma non indugiare. E' il momento che tu prenda in mano la tua vita. Vedrai che troverai chi ti aiuterà. Auguri dr. Annalisa Lo Monaco
14 OTT 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Yenn,
da quanto scrive emerge che lei ha dovuto affrontare delle difficoltà davvero importanti (il padre violento, la perdita del nonno al quale era molto legata, l'uso di sostanze), e fino ad ora ha cercato di cavarsela sempre da sola, riuscendo addirittura ad evitare di cadere in una dipendenza da sostanze. Sembra quindi che ci sia una grande forza di volontà in lei, ma che il voler superare da sola ogni problema stia anche esigendo un prezzo per il suo benessere (gli attacchi di panico, la paura di uscire, l'isolamento crescente). L'aver chiesto aiuto qui è già un passo importante, ma penso sia ancora più importante per lei avviare un percorso di sostegno con uno psicologo, perché anche lei ha il diritto di esprimere come si sente, senza doversi nascondere nella sua armatura, e un professionista qualificato è la persona migliore con la quale cominciare.
Spero di esserle stata di aiuto. Cordialmente,
Dott.ssa Isabella Di Paoli