Perché sono sempre confusa e non so cosa fare della mia vita?

Inviata da Anna · 2 ago 2016 Orientamento professionale

Sono una ragazza di 27 anni molto molto confusa. Ho un lavoro stabile da ormai 7 anni (segretaria in uno studio legale) e vivo da sola da un anno e mezzo (il rapporto con i miei genitori è sempre stato abbastanza conflittuale, migliorando quando me ne sono andata). Nonostante gli anni di lavoro, non ho praticamente nessun risparmio ed anche se la cosa mi spaventa, non riesco a mettermi d'impegno per cambiare. Il mio lavoro non mi piace più da anni ormai (troppo impostato sotto tutti i punti di vista, non ha nulla a che vedere con la mia personalità o con le mie attitudini), ma non so cos'altro potrei fare non avendo nemmeno una laurea. La mia grande passione è la pasticceria ma non sono riuscita a trovare lavoro in questo ambito. Inoltre negli ultimi anni mi sono pentita molto di non aver proseguito gli studi e l'anno scorso mi sono iscritta all'università facoltà di lingue, sperando che questo mi possa aiutare in futuro per trovare un lavoro diverso, essendo il viaggio l'altra mia grande passione. Si può dire che passo in pratica tutto il giorno ad immaginare un futuro ipotetico in cui avrò tutto ciò che oggi desiderio e sarò una persona diversa e migliore, ambiziosa e determinata. Sono molto insicura e ho un'autostima pressochè nulla, tanto che con persone estranee non riesco ad andare oltre la conversazione di convenienza. Non so aprirmi agli altri e non ho molti amici. Inoltre, da quando io e il mio ragazzo ci siamo lasciati dopo 8 anni (2 anni fa) mi sento molto sola, seppur sia una ragazza molto indipendente e a cui piace un po' di solitudine. Il fatto è che non ho amiche che non siano fidanzate e quando esco o mi ritrovo in mezzo a coppie o rientro comunque abbastanza presto e senza fare nulla di che o cose che potrebbero permettermi di conoscere qualcuno. Mi auto critico in continuazione, anche con offese. Talvolta resto chiusa in casa come in uno stato di apatia sognando di licenziarmi e di iniziare a viaggiare, che è quello che ora vorrei per me stessa. Ma la paura del fallimento mi fa restare ancorata alla mia routine che, lo sento ogni giorno, mi sta soffocando sempre di più. Ogni scelta che faccio non è quella giusta oppure cambio idea subito dopo. Mi sembra di non vivere veramente, che devo liberare la vera me che non riesce a mostrarsi. Ma non capisco da dove iniziare, come fare. So che un post on ine non può cambiare la mia vita (anche perché il mio" riassunto" è decisamente frettoloso) ma spero vogliate indicarmi qualche consiglio. Grazie

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Miglior risposta 2 AGO 2016

Gentile Anna,
a volte puó capitare di non saper piú cosa fare della propria vita. Intravediamo molte strade e possibilitá, ma non ci sentiamo sicuri e ci chiediamo se cambiare sia la scelta migliore. Tra lasciare il vecchio lavoro e intraprendere una nuova strada c'è peró una via di mezzo: riuscire per un periodo a portare avanti due attivitá, in modo che quella meno soddisfacente garantisca un piccolo reddito per finanziare l'altra attivitá (sia essa lo studio delle lingue o un corso di pasticceria). In questo periodo dove si dedicherá alle due attivitá potrá rendersi lei stessa conto se la nuova attivitá ha delle prospettive oppure se è meglio lasciar perdere.
La paura del fallimento si puó superare solo provando a intraprendere una strada nuova e ricordandosi che vi è un paura piú grande di quella del fallimento: quella di non aver provato a scegliere la via dei nostri sogni.
Se si è indecisi sul da farsi, è anche possibile dedicarsi alternativamente allo studio delle lingue o alla pasticceria e poi vedere quale piace di piú, sempre mantenendo l'altro lavoro per garantire il sostentamento, almeno fino a quando non arriveranno i primi guadagni dalle nuove attivitá.
Riguardo alle amicizie e al sentirsi sola: provi a conoscere nuove persone (all'universitá, ai corsi di cucina, nei luoghi che frequenta per i suoi passatempi) e a proporre alle amiche fidanzate uscite solo tra di voi. Le suggerisco poi di evitare confronti tra lei e loro: non ci sono tempi piú giusti o sbagliati per trovare un fidanzato, ognuno ha i suoi, per cui lei non si senta sminuita o invidiosa per ció che hanno loro.
Le auguro tutto il meglio. Se ha dubbi, domande, osservazioni da fare, rimango a sua disposizione.

Cordiali saluti,

dott.ssa Elisa Canossa, psicologa psicoterapeuta

Dott.ssa Elisa Canossa Psicologo a Sustinente

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10 AGO 2016

Gentile Anna, ho letto con interesse ciò che ha scritto, sicuramente questo è un momento difficile, tuttavia sembra che stia anche maturando in lei il desiderio di cambiamento ed il bisogno di conoscersi meglio.Le consiglio di chiamare un terapeuta, magari facendosi consigliare dal suo medico di base.
Cordiali saluti Dr.Brunelli

Studio Di Psicoterapia Psicodinamica Psicologo a Padova

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8 AGO 2016

I colleghi hanno ampiamente mostrato un ventaglio di opportunità tra le linee teoriche di risposta alla sua difficoltà. Io rimarrò sulla sua prima affermazione. Non ritengo sia necessario indagare oltre. Lei si dice "confusa" come se immaginasse la sua salute e la sua felicità fare parte di un mondo non confuso, distinto, diviso in sezioni separate: quà la carriera, là il lavoro, più oltre un figlio, poi magari, poi, poi......Ma più si accapiglia a chiarire la confusione più essa sembra infoltirsi, addensarsi, sbarrandole la visione di quel futuro cuin tanto sembra anelare. Prima questo, poi quello, quindi l'altro........e laggiù......già! Laggiù! Desiderare un futuro e al tempo stesso alzare una cortina confusa che ne impedisce la visione. E più lo sforzo eroico di "vedere oltre" cresce più la sua visione si deve limitare al qui ed ora, all'adesso. Se ogni sintomatologia ha aristotelicamente un fine come tutte le cose, allora si chieda: cosa vuole che io osservi questa confusione e cosa non vuole che osservi più? C'è qualcosa che la confusione mi indica come necessario, inevitabile e che io non voglio vedere? A che assomiglia questa confusione^ Questa confusione e nessun altra! provi a socchiudere gli occhi e faccia emergere davanti a sé l'immagine che più la confusione che vive le pare ricordare. Si lasci guidare dalla confusione e non tema di fare la fine di Paolo e Francesca che Dante ( da cattolico) deve porre tra gli ignavi, ovvero tra coloro che vivendo d'amore e passione (anche se la storia è stata un poco travisata) non danno alla propria vita una direzione chiara (cioè quella per loro stabilita a priori dalla rispettive famiglie, al tempo in lotta tra loro e bisognose di nozze di convenienza tra Francesca e Gianciotto, lo storpio dei Malatesta, ma gran Generale). Si affidi a ciò che, come un collega suggerisce, appare essere il Daimon in questo momento ineludibile; si affidi alla sua intelligenza, anche se lei ora non la può comprendere. Si affidi a questa confusione in modo vigile, attento e colga al momento opportuno tutta la felicità possibile che al momento la sua razionalità alla ricerca di un approdo "sicuro" le nega. Il resto verrà da sé. Può fidarsi di sé-

Dott. Mario Bianchini Psicologo a San Benedetto del Tronto

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4 AGO 2016

Anna, sembrerebbe la situazione di chi si è passata l'infanzia in un ambiente critico e disapprovante (forse mamma?), un ambiente da cui fuggire, da cui la passione dei viaggi.
La conseguenza è che sei diventata un’adulta che si ritiene incapace e inadeguata, con sogni ad occhi aperti di cambiamenti radicali come, molto probabilmente, facevi anche da piccola, vista la situazione.
Se cerchi "Disturbo evitante di personalità", ci vedrai almeno un po' di te stessa.
Oggigiorno esistono tecniche molto efficaci per migliorare molto problemi caratteriali come il tuo, personalmente ritengo che una psicoterapia sia molto più urgente, per i tuo futuro, di viaggi e studi universitari.

Pensaci, e coraggio

Anonimo-157342 Psicologo a Montebelluna

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3 AGO 2016

Gentile Anna,
la prima domanda che mi viene in mente da farle leggendo le sue parole è questa: lei come si immagina tra 10 anni? Pensando al suo futuro, come vede se stessa? Cosa stará facendo tra 10 anni?
Le possibilità lavorative e le strade da intraprendere possono essere svariate: ha accennato alla passione per la pasticceria, allo studio delle lingue, al fatto che ha un lavoro stabile come segretaria di studio legale sebbene non soddisfacente e non in linea con il suo modo di essere e le sue attutidini. Forse vale la pena di soffermarsi proprio su queste ultime: quali sono le sue attitudini? Cosa le riesce bene e la gratifica? Come è possibile metterle in pratica, anche dal punto di vista economico? È probabile, ad esempio, che se decide di dedicarsi allo studio delle lingue dovrá dedicare tempo e risorse economiche, è probabile quindi che per pagarsi gli studi per un periodo dovrá accettare di svolgere un lavoro non gratificante ma che le permetterá piú avanti di fare ció che sogna e la fa sentire realizzata. Riguardo alla pasticceria, una possibilitá potrebbe essere quella di iniziare un corso di cucina o di proporsi come apprendista direttamente nei bar e nelle pasticcerie. Non pensi alla transizione da un lavoro all'altro come un cambiamento netto, potrá esserci un periodo in cui due lavori convivono (per necessitá economica) e pian piano uno potrá lasciare gradualmente spazio all'altro, man mano che la sua posizione avrá modo di stabilizzarsi anche in un altro settore.
La paura del fallimento si supera solo provando, mettendosi in gioco e ricordando che il non averci provato a lungo andare può condurre a effetti peggiori della paura di fallire, cioé puó portare a rimpianti e a un senso prolungato di insoddisfazione.
Si puó anche provare a percorrere una via nuova e vedendo che essa non funziona o non piace, si puó lasciarla perdere e ritornare sui propri passi.
Riguardo alle amiche fidanzate: non badi troppo a loro e alle loro storie. Se lo desidera potrebbe crearsi nuovi giri di amicizie in altri contesti (universitá, corso di cucina, o in qualsiasi altro passatempo), in modo da uscire anche con persone non fidanzate. In alternativa, assieme alle sue amiche storiche, potrebbe pensare di organizzare incontri che non prevedano sempre la presenza dei fidanzati e che non prevedano che si parli esclusivamente di loro.
Le faccio i migliori auguri per il suo futuro lavorativo e non.
Rimango a disposizione per ulteriori domande e chiarimenti.

Cordiali saluti,
Dott.ssa Elisa Canossa, psicologa psicoterapeuta

Dott.ssa Elisa Canossa Psicologo a Sustinente

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3 AGO 2016

Gentile Anna,
Le sue parole trasmettono frustrazione che può immaginarsi come un misto di rabbia e tristezza. Tenga presente che in ogni momento ciascuno di noi ha tre modi di vedersi: uno per come realmente si sente nel monento presente, uno per come vorrebbe essere e uno per come dovrebbe essere. Tanto maggiore sarà lo scarto tra le visioni tanto più vivremo emozioni di colpa o tristezza. Provi a immaginare questo momento della sua vita come a una straordinaria possibilità per avvicinarsi a ciò che realmente sente di essere. I greci antichi parlavano del diamon, una sorta di guardiano del destino, tanto più ci si allontanava da ciò che eravamo destinati ad essere tanto più aumentava il disagio interiore, segnale che indicava la necessità di una trasformazione interiore. Senza stravolgere la sua vita radicalmente; ha raggiunto una sua stabilità e indipendenza che è un traguardo importante, a piccoli passi cercare di avvicinarsi al proprio Io (la ripresa degli studi mi sembra già un ottimo passo) magari facendosi seguire da un professionista che la aiuterà a riconnettersi con se stessa e con propri sogni.

Cordialità

Dr. Roberto Viganoni, Psy. D.
Psicologo Clinico e della Salute- Psicoterapeuta- Psicoanalista ind. bioniano

Corsico (Mi) Luino (Va)

Dott. Roberto Viganoni Psicologo a Luino

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2 AGO 2016

Gentile Anna,
la situazione di insoddisfazione e confusione che lei ha descritto è spiegata abbastanza bene dal suo carattere e dai suoi tratti di personalità.
Già il precedente rapporto conflittuale con i suoi genitori e la rottura di una relazione sentimentale durata 8 anni rappresentano due condizioni negative che possono aver alimentato il suo malessere attuale relativamente al tono dell'umore e al suo livello di autostima a cui si aggiunge la scarsa competenza sociale che le rende difficile fare e mantenere nuove conoscenze e nuove amicizie.
Quanto all'insoddisfazione del suo lavoro e al desiderio di poter far diventare un lavoro alternativo le cose che le piacciono occorre ragionare con calma e fare un esame di realtà.
Innanzitutto occorrerebbe sapere se il suo lavoro di segretaria nello studio legale la soddisfa almeno riguardo al rapporto tra ore di lavoro effettuate e retribuzione percepita e lei dovrebbe cercare di ottenere una ottimizzazione in questo senso se ve ne è la necessità.
Quindi questo lavoro andrebbe non solo mantenuto ma perfezionato, visto che è la sua sola fonte di reddito.
L'impegno universitario dovrebbe poi essere portato avanti, per quanto possibile, con regolarità e senza troppa dispersione per potersene eventualmente servire in futuro come ulteriore chance lavorativa.
In tutto ciò, le consiglierei di concedersi contemporaneamente un percorso di psicoterapia come esperienza emozionale correttiva e di crescita personale che le consenta di acquisire autostima e competenze sociali.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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