Dubbi sulla mindfulness!

Buongiorno Sara, tutto ciò che hanno detto i colleghi prima di me è sacrosanto ed incontestabile. Io stesso utilizzo "parti" di essa non per far rilassare alcuni pazienti, ma proprio per avere un atteggiamento meno automatico ed immediato in alcune situazioni, e questo permette loro di reperire maggiori informazioni sui come ed i perché, in un dato momento, soffrano.
Tuttavia, mi sento di dover sottolineare un punto che, almeno mi sembra, non sia stato toccato finora. Essendo la Mindfulness una tecnica ed un atteggiamento da utilizzare in modo solitario, essa non va al cuore dell'esistenza umana: ovvero che siamo esseri emotivi, relazionali e sociali. In questo esatto ordine. Mi si dirà: "la Mindfulness accoglie le emozioni". Certo, ma accoglierle e/o ridirezionarle (nel caso di quelle "cosiddette" negative) non significa poter comprendere, ad es., come e perché mi arrabbio o sono felice. Questo è utile per capire la coerenza del mio funzionamento e, in futuro, poter gestire eventi stressanti con una consapevolezza di me, a cui si aggiunge una mente mindful, molto più utile di quella che avevo precedentemente. Siamo esseri relazionali: senza un costante rispecchiamento fin da neonati (ma già esiste una forte con la mamma relazione prima della nascita), non potremmo sviluppare quell'identita' con confini (oltre a tanti altri aspetti) chiari e definiti tanto utili per la qualità del nostro vivere. Siamo esseri sociali è talmente evidente che non mi dilungo.
Dunque, la Mindfulness è un ottimo e, per certi versi necessario, modo di percepire la realtà che amplifica, ma non sostituisce, ciò che siamo: emozione-relazione-socialita'.
Buona fortuna,
Massimo Bedetti
Psicologo-Psicoterapeuta Costruttivista/Postrazionalista

A volte quando siamo concentrati sui pensieri può essere che arrivi anche la consapevolezza del perché arrivano o quale sia la fonte e proprio perché si ha la tendenza a pensare in un certo modo la mindfulness aiuta a non identificarsi con questi pensieri ma ad andare oltre ogni contenuto e può essere molto utile per avere nuove intuizioni e imparare a gestire il turbinio di pensieri spesso disfunzionali che abbiamo, ricominciando da zero.
Detto ciò sicuramente un percorso di psicoterapia approfondito permette di andare a indagare quelle aree di maggiore fragilità in cui si sono create certe cristallizzazioni di pensiero o di azione, per poter “ rompere “ il copione. Detto ciò la mindfullness fatta con costanza può aiutarci a sbarazzarci dei pensieri disfunzionali, integrandola sempre però con una grande consapevolezza e conoscenza di se’.
Un caro saluto e in bocca al lupo cara!

La mindfulness viene erroneamente considerata dai non addetti ai lavori come una tecnica di rilassamento, una metodica per trattare l'ansia. In realtà essa è un approccio radicalmente diverso agli eventi del mondo siano essi extrapersonali che intrapersonali.
Come probabilmente sai, le sessioni di mindfulness hanno l'obiettivo di accrescere la capacità di osservare tutti gli stimoli percettivi provenienti dal mondo esterno e sensoriali provenienti dal nostro corpo, i pensieri che facciamo su tali stimoli e le emozioni che elicitano. Tutto ciò avviene momento per momento in un continuo flusso di stimoli, sensazioni, pensieri ed emozioni. Questo approccio consente di monitorare il fluire della nostra attività psichica al fine di conoscerla con atteggiamento di benevola curiosità verso se stessi.
L'ansia e la depressione, patologie per le quali la mindfulness ha dimostrato in diversi studi la sua efficacia, sono legate a pensieri intrusivi che la persona processa come fossero dati di fatto. L'idea rivoluzionaria della mindfulness è quella di considerare gli eventi mentali e i loro correlati fisiologici ed emotivi, come fenomeni che la mente può contenere ed osservare senza doverli necessariamente agire, combattere, censurare o da cui trarre particolari conclusioni in base ad essi. Normalmente, l'accoglimento benevolo e curioso e l'osservazione consapevole che ne deriva, conduce al depotenziamento degli eventi mentali per effetto del fatto che li conosciamo sempre meglio e per questo non ci prendono più alla sprovvista e non sono più vissuti come ingestibili.
Diversi studi hanno dimostrato che la mindfulness è molto efficace nella prevenzione delle ricadute negli episodi depressivi, in quanto sviluppa la capacità dell'individuo di cogliere i segnali prodromici di un episodio depressivo, gli eventi e i pensieri che in passato hanno condotto ad una ricaduta.
Sembra tutto molto semplice, in realtà mettere in pratica questo approccio radicalmente diverso alla vita e a noi stessi è estremamente complesso in quanto siamo abituati a credere che i pensieri abbiano particolari motivi e significati, che dovremmo essere in grado di controllare pensieri intrusivi ed emozioni soverchianti.
E' molto comune l'errore che si commette durante le sessioni di mindfulness di pensare di doversi rilassare. In realtà, l'attività che gli istruttori esortano a svolgere è quello di accogliere qualsiasi tipo di stimolo anche quelli fastidiosi, persino la noia stessa, e seguire con curiosità ed interesse le sue implicazioni senza cercare di modificarlo.
Tutto ciò per rispondere alla tua domanda: sì la mindfulness, se praticata correttamente e con costanza, ti porterà a modificare completamente l'approccio alla vita e ti darà strumenti per non lasciarti irretire dai meccanismi che conducono agli stati di ansia.

Buongiorno Sara,
ha proprio ragione, la Mindfulness è una tecnica molto interessante che può apportare diversi benefici. Un punto però centrale di questo strumento è che il raggiungimento di qualsivoglia risultato non è lo scopo della stessa (ma piuttosto un “felice effetto collaterale”)! Occorre sviluppare ed interiorizzare i 7 pilastri (non giudizio, pazienza, mente del principiante, fiducia, non cercare risultati, accettazione, lasciar andare), e sapere cosa è e cosa non è! La Mindfulness non elimina il sintomo, casomai lo accoglie, non è un modo per comprendere i meccanismi profondi e risolverli, casomai un modo per entrare in contatto con il nostro io autentico, a volte anche doloroso, prendendone consapevolezza, e sempre accoglierlo con gentilezza e compassione. Tutti e benefici di cui parlano i libri, sono possibili attraverso una pratica costante con l’allenamento dell’osservazione del pensiero. Fondamentale è la modalità con cui ci si approccia a tale strumento. Spero di esserle stata utile e le auguro buono studio.
Dott.ssa Myria Laghi

Buongiorno Sara,
la pratica della mindfulness può essere una esperienza ricca, ma non è esattamente una psicoterapia. È una forma di meditazione che propone maggior attenzione e osservazione del proprio stato mentale. È una pratica solitaria e introspettiva. Per investigare la radice dell'ansia e dei sintomi è necessario complementarla con un lavoro psicoterapeutico. Infatti, molte volte la mindfulness è associata a un lavoro di psicoterapia.
Un saluto e buona giornata.

La mindfulness é una tecnica ottima che con il tempo diventa un approccio alla vita fondamentale di non giudizio e accettazione che quindi può essere adattato a tutto.
Nessuna tecnica comunque può bastare da sola, più ne conosci più hai strumenti per aiutare te stessa e gli altri.
Per entrare dentro l'ansia, le paure, angosce, agitazioni servono il distacco il non giudizio e l'accettazione propri della mindfull però occorre aggiungere un qualcosa di più, il coraggio di contattare le paure che poi sono sempre quelle, ognuno ha la sua sfumatura (abbandono, rifiuto, di andare in pezzi, perdersi , impotenza, umiliazione...).
Entra dentro con la modalità mindfulness.
Un caro abbraccio