Doc o semplice fine della relazione

Inviata da Carlo · 29 gen 2016 Disturbo ossessivo compulsivo

Salve dottore.
Ho 27 anni..e mi ritrovo in preda ad una vera e propria crisi. Scusi la lunghezza ma vorrei essere il più chiaro possibile. Sono sempre stato uno da relazioni brevi perché non provavo abbastanza. Da ottobre sto insieme ad una ragazza con cui ho fatto cose mai fatte prima...tipo conoscere i miei, i suoi, uscire con gli amici stretti, colleghi, regali importanti...tutto fila liscio fino a fine novembre. Un bel venerdì (dopo che ci siamo visti tutti i giorni) mi sveglio un po' scocciato..la sento poco e la sera non mi andava di uscire..ma non ho saputo dirle di no. Purtroppo ho vissuto male quella sera come se non fossi a mio agio..e da lì è iniziato il dramma..domande e dubbi a nastro "se mi scocciavo di uscire vuol dire che non la amo" e cose così...glielo dico, entrambi distrutti io a piangere e lei non le dico. Mi presi una pausa di 4,5 giorni poiché ero fuori per lavoro..ansia a mille, perso 1 kg mangiavo male se non pochissimo..mi faccio mille pensieri, come se l'avessi già lasciata, passavo tutti i momenti a guardare le sue foto e i momenti insieme. Il fattore più importante è che..non mi veniva da sentire o vedere qualcun'altra..cosa mai successa come in altre vecchie relazioni. Ritorniamo insieme e da li comincio ad essere altalenante. In pratica con lei (momento reale) sto bene fondamentalmente in tutto..ma se il giorno dopo per esempio ripenso a quel momento paradisiaco..mi viene l'ansia, come un rifiuto..finché l 8 gennaio la lasciai perchè cominciavo ad avvertire quell'ansia anche quando stavo con lei. Pensavo di aver trovato la soluzione per porre fine alle mie ossessioni, compulsioni, ansie...mi sento con altre ragazze..tempo 3 giorni. Passavo le giornate a spiarla sui social..non mi veniva da contattare altre. E l'ansia si trasformò in crisi di panico con dolori forti al petto..avevo il rifiuto di fare tutto. Esempio: io amo il calcio e rifiutavo la partita di calcetto. Finché la chiamai..ero ossessionato da lei. L'idea d perderla e che sarebbe stata di un altro mi faceva stare malissimo. Siamo ritornati insieme...sempre in modo altalenante. Per farle capire..queste ossessioni mi hanno fatto perdere la serenità e l'entusiasmo che avevo all'inizio quando stavo con lei. Ora..con lei sto cosi..senza di lei sto peggio..ma ho paura di vederla e provare di nuovo troppa ansia da non essere in grado di sostenere la relazione. La cosa che mi fa andare avanti è che ripenso a come stavo senza neanche sentirla quando ci siamo lasciati. Ma i dubbi e l'ansia non vanno via...sto andando da una psicologa. Lei mi disse all'inizio che io sono troppo perfezionista: voglio 10 (anche se non esiste) mentre la mia partner è 9 e ciò mi manda in crisi. Cmq sia la domanda che mi attanaglia sempre è...soffro di questo doc perchè mi ci rivedo anche per esperienza vissuta..o è che non la amo ma ci voglio sbattere la testa perché c'è qualcos'altro? Grazie

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Miglior risposta 31 GEN 2016

Gentile Carlo,
il fatto di cercare ogni volta una nuova relazione perchè le sue relazioni durano sempre poco è stato da lei giustificato col non "provare abbastanza" ed essere poco coinvolto dal punto di vista emotivo-affettivo : questo meccanismo però, per quanto esso stesso disfunzionale, riusciva a proteggere in qualche modo il suo Io.
Allorquando lei ha incontrato la ragazza che l'ha coinvolto molto di più ed ugualmente non è riuscito a far durare la relazione, questo "meccanismo di copertura" è saltato slatentizzando il suo problema intrapsichico che è quello di non stare bene nè dentro una relazione, anche se coinvolgente, nè senza di essa.
Ora è sufficientemente chiaro che i suoi dubbi e le sue ansie non dipendono dalla ragazza o dalla relazione con la ragazza ma primariamente da se stesso e fin quando questo problema interiore non sarà risolto con un adeguato percorso di psicoterapia (preferibilmente psicodinamica) lei non riuscirà a costruire una relazione di coppia stabile e gratificante.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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6 FEB 2016

Caro Carlo
Non credo che il tuo problema abbia molto a che fare con il Disturbo ossessivo compulsivo.Da quel poco che ho letto,ho avuta la sensazione di trovarmi con un soggetto incapace di prendere decisioni che,poi,potrebbero diventare definitive.Il disturbo citato rappresenta la giustificazione verso se stesso e gli altri,di colpe che non dipendono scientemente da una volontà libera,ma condizionata da una malattia.Lasciati seguire da uno Psicologo bravo.
Dr.LUCIANO DI RIENZO

Luciano Di Rienzo Psicologo a Avellino

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2 FEB 2016

Sigor CarlDalla sua lunga lettera devo concludere che lei sicuramente non soffre di un disturbo Ossessivo Compulsivo.Ho più semplicemente la impressiome che lei utilizza il DOC come maschera giustificativa di qualche cosa che non vuole fare.Si consulti con il suo medico che saprà dirle le parole giuste che servono.
Dr:Luciano Di Rienzo

Luciano Di Rienzo Psicologo a Avellino

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1 FEB 2016

Gentile Carlo, a partire dal fatto che un processo di diagnosi prevede un determinato iter e determinati strumenti, mi sembra però che ci sia in lei un'urgenza rispetto al riconoscersi come affetto da DOC o meno. Da ciò che scrive mi sentirei di escludere un disturbo ossessivo compulsivo ed in linea con la sua psicologa aggiungerei che il dilemma da lei vissuto abbia a che fare con l'aderire alle sue aspettative grandiose da un lato (che la portano a vivere non al 100% questa fidanzata) e la paura di perdere tutto dall'altro. Ne parli con la sua dottoressa, certamente riuscirete a sciogliere questo groviglio.
un caro saluto

Dott.ssa Damia Simona Bragalini Psicologo a Milano

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31 GEN 2016

Mi pare che lei stia ripetendo la stessa problematica con la sua psicologa: sta bene con la sua psicologa, ma forse non abbastanza e quindi chiede altro (ad altri). Mi pare anche che, correttamente, lei immagini che il problema sia dentro lei stesso. Propone per sé una diagnosi dl disturbo ossessivo compulsivo. I termini tecnici sono molto belli e permettono di giocare a nascondersi. Se proponessimo invece un termine quale avarizia? oppure avidità? siamo tutti fatti così: ciò che abbiamo non ci basta mai... anche questo è un motivo per nascondersi.

Psicoanalisi Contro (IPRS) Psicologo a Roma

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31 GEN 2016

Gentile Carlo, i suoi vissuti di ambivalenza non possono che trovare spiegazione all'interno del percorso psicoterapico intrapreso. Vedrà che parlandone e confrontandosi col suo terapeuta riuscirà certamente ad integrare questi aspetti contrastanti.
Un caro saluto.

Dott.ssa Damia Simona Bragalini
Psico lo clinico, Psicoterapeuta, Gruppoanalista - Milano

Dott.ssa Damia Simona Bragalini Psicologo a Milano

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30 GEN 2016

Gentile Carlo,

leggendo le sue parole mi colpisce molto questa dinamica di vicinanza-lontananza, intimità-separazione. Pare proprio che il timore della separazione o dell'eccessiva intimità generino disagio.
Mi sembra di capire che questo tipo di disagio in passato fosse gestito attraverso relazioni che le consentivano di avere un distacco maggiore.
Mi pare invece che il rapporto con questa persona l'abbia messa in contatto con una modalità diversa, caratterizzata da un'intensità del sentire più forte sia nella separazione che nell'intimità.
Sicuramente il percorso psicoterapeutico può aiutarla a comprendere meglio quali siano le sue modalità relazionali, le sue credenze riguardo alle relazioni di coppia, magari andando a comprendere come si siano costruite le sue relazioni di attaccamento in passato per capire se e come abbiano un'influenza sul presente.
Saluti.
Dott.ssa Bellardi Chiara, Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Chiara Bellardi Psicologo a Modena

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29 GEN 2016

Gentile Carlo,
credo che abbia fatto bene a rivolgersi ad uno psicologo per affrontare queste sue difficoltà. La prima cosa che mi colpisce dal suo racconto è che, da un lato, lei ha sempre ricercato storie brevi perché non provava abbastanza, dall'altro mi sembra che invece con la sua ragazza lei provi tantissime emozioni e pensieri che non riesce a gestire. I due opposti! Da quello che dice sembra che, oltre ad avere difficoltà a sostenere la relazione con la sua ragazza come lei stesso scrive, ci sia anche una difficoltà a sostenere la sua assenza. Come mai soffre ripensando ai momenti positivi che ha avuto con la sua ragazza? Che emozioni prova quando ci pensa? Provi a parlare dei suoi dubbi allo psicologo che la segue.
Cordialmente,
Dott.ssa Pamela Formaggi
Psicologa, Operatrice di Training Autogeno
Treviso

Dott.ssa Pamela Formaggi Psicologo a Treviso

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29 GEN 2016

Carlo
è certamente il caso di contattare uno psicoterapeuta per farti aiutare sia a comprendere a fondo la causa di questo tuo disagio, sia per poterti aiutare a guarire e trovare una mai sperimentata serenità nei rapporti.
Questa tua condizione di vita non è accettabile e mi chiedo come mai tu non abbia pensato prima a rivolgerti ad un professionista.
Che cosa ti ha bloccato?
Ora, viste come sono andate le cose con questa ragazza, e visto che hai compreso appieno le conseguenze del disagio, io spero davvero che tu voglia provare ad essere aiutato e curato.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologo Psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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