Crisi universitaria, ansia, apatia, crisi di pianto.

Inviata da Ilaria · 25 ott 2017 Ansia

Non so nemmeno da dove cominciare perché la situazione è un po' complessa.
Dunque, mi sono diplomata dopo 2 bocciature e le scuole superiori sono state un'esperienza traumatica. Premessa: a 8 anni ho iniziato a soffrire di epilessia e ho preso farmaci fino a 2 anni fa. Questi farmaci mi procuravano sonnolenza, quindi a scuola non era il massimo, irritabilità e cose del genere. In quinta ho deciso di andare in università, perché avevo trovato un corso che pensavo mi sarebbe interessato. Ero iscritta a lingue e letterature ma dopo un mese ho capito che non era la cosa giusta per me. A lezione non ero attenta e non riuscivo a stare concentrata, il mio cervello pensava ad altro.
Ho deciso quindi di cambiare passando a beni culturali, dove nel piano di studio sono presenti esami di musica, teatro e cinema, la ragione principale della mia scelta.
Ho dato alcuni esami, ho preso anche un 28, ero felice e soddisfatta e sentivo di aver fatto la cosa giusta.
Da febbraio circa sto attraversando un periodo buio, dove tutte le mie certezze stanno crollando e sembra che non mi interessi più nulla.
Da quando ho iniziato l'università ho iniziato anche a soffrire d'ansia, se fino all'anno scorso si limitava al giorno prima dell'esame o alle ore precedenti, quest'anno è esplosa, arrivando a toccare anche temi che non c'entrano nulla con l'ambito universitario.
E' capitato che i miei genitori uscissero la sera e io fossi a casa da sola. Ho incominciato a sudare freddo e sono dovuta correre in bagno. La stessa cosa succede quando la sera c'è fuori mio fratello. Se qualcuno fa tardi io comincio a immaginare che sia successo qualcosa di brutto. Ho avuto qualche problema con la tachicardia che spesso mi accompagnava durante la giornata.
Inoltre, non riesco più a concentrarmi se ho qualcosa da fare. Ieri stavo aiutando mio papà nel trascrivere delle misure e dei titoli di alcuni quadri. Ho avuto bisogno di rileggere il foglio due-tre volte prima di segnare i dati. Questa mattina sono andata in un negozio per una commissione e anche lì, ho dovuto richiedere un'ulteriore volta una questione che non mi era chiara, nonostante il proprietario mi stesse spiegando tutto per filo e per segno.
Ovviamente, questa cosa si ribalta anche sullo studio. Se io aprissi un libro, non riuscirei a studiarlo. O meglio, ripeterei a macchinetta i concetti per poi dimenticarmeli un attimo dopo. Questa cosa mi trattiene da fare molte cose. Se trovo un annuncio di lavoro in cui si richiede tot, io penso di non essere in grado e lascio perdere, anche se so che quel lavoro mi può servire per un'entrata.
Inoltre, non ho più alcun interesse a fare nulla. Nulla. Passo le mie giornate in casa, da sola, ad aspettare che arrivi sera. Non combino nulla di concreto. Non ho amici in zona e non ho nessuno con cui uscire a bermi un caffè, non ho nessuno da chiamare quando sto male.
Noto che mi viene da piangere più volte nell'arco della stessa giornata e una volta, piangevo talmente forte da non riuscire neanche più a respirare.
Inutile dire che ho paura di continuare ad andare avanti così.
Altra cosa. Io mi sono diplomata e sono iscritta in università. Eppure a livello di esperienza lavorativa zero, zero totale.
Ho fatto anche due certificazioni linguistiche, perché "nel mondo del lavoro serve sapere le lingue".
E poi noto, anche in famiglia, che tutti lavorano tranquillamente anche senza aver fatto la maturità, e sono tutti molto più felici e soddisfatti di me. E' come se tutto il mazzo che mi sono fatta durante questi anni sia inutile.
Ho 23 anni e me ne sento addosso 90, per i miei pensieri "ormai non posso cambiare più nulla della mia vita" "ormai è tardi". Alla mia età dovrei permettermi di sbagliare, di cambiare, di sbagliare ancora, di fare un'esperienza diversa, di farne un'altra ancora. Invece io sono bloccata, non ho più interesse nel combinare nulla.
Ciliegina sulla torta: tra settembre 2016 e marzo 2017 ho iniziato a mordermi le mani, mordere talmente forte da procurarmi lividi e fuoriuscite di sangue.
Sono reazioni improvvise e io neanche me ne rendo conto. Quando guardo la cicatrice piccolina che ho sul polso destro mi chiedo "ma che ho fatto? perché arrivo a tanto?"
A Giugno sono stata 2 giorni a Lucca da sola, per un concerto. Ho organizzato tutto io, ero autonoma ed ero felice. Il mio sogno in questo momento sarebbe quello di prendere, partire e trasferirmi all'estero. Premettendo che so che è una scelta da ponderare bene, mi serve un budget minimo e altre mille cose, quindi è impensabile farlo così di punto in bianco.

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Miglior risposta 26 OTT 2017

Ilaria buon giorno.
Il suo malessere sembra indicativo di un costante stato di allerta che non riesce a risolversi.
Sembra, se non ho capito male, che cerchi di contenerlo controllando i pensieri e le azioni, ma si accorge che più cerca di controllare, più perde il controllo, e questo la spaventa moltissimo.
E' comprensibile. Si sta convincendo di non poter studiare, di non poter lavorare, di non poter far nulla .
La paura che si è creata la porta a mettere in discussione tutte le sue capacità e competenze raggiunte negli anni.
Le suggerirei di iniziare un percorso terapeutico, per acquisire delle strategie che la aiutino a sciogliere queste paure e convinzioni negative che sta accumulando in questa fase della sua esistenza.

Cordialmente

Anonimo-168274 Psicologo a Mestre

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27 OTT 2017

Buongiorno Ilaria,
concordo con i colleghi che mi hanno preceduta sul consiglio di rivolgersi ad un professionista per affrontare le sue difficoltà psicologiche.
Aggiungo tuttavia che tali difficoltà possono essere strettamente correlate con il suo disturbo e i relativi sintomi. La sua storia scolastica ed universitaria evidenzia difficoltà di tipo cognitivo caratteristiche di un quadro di epilessia (attenzione, memoria, ecc) che, da quanto dice, forse non sono state adeguatamente prese in considerazione e trattate.
Anche per questo non è tardi! Le consiglio di richiedere una visita di controllo neurologica ed una valutazione neuropsicologica alla quale può seguire una terapia riabilitativa ed un eventuale supporto allo studio per acquisire strategie più efficaci.
Da quanto scrive ha mostrato fino ad ora una motivazione ed una dedizione che sarebbe un peccato mandare sprecate. Ci sono terapie per allenare funzioni cognitive quali, appunto, l'attenzione o la memoria e ci sono strumenti di supporto e strategie che può imparare ad utilizzare per sopperire ad eventuali debolezze. Non rinunci ai suoi progetti e ai suoi sogni...

Dott.ssa Cecilia Stella Psicologo a Corciano

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26 OTT 2017

Cara Ilaria,
innanzitutto mi spiace di tutte le difficoltà che ha attraversato e sta attraversando anche perchè nonostante si spenda e si attivi tanto non riesce a godersi fino in fondo neanche ciò che le piace in questo modo. Ha mai visto un psicologo in tutti questi anni?
La questione dell'ansia con la sua storia medica è abbastanza comprensibile e probabilmente ci sono nuclei ansiosi mai affrontati che continuano a farsi sentire. Mi addolora leggere soprattutto del suo "mordersi le mani" perchè ho visto quanto alcune forme di autolesionismo siano devastanti ( anche se paradossalmente tranquillizzanti) per chi le mette in atto. Riesco a immaginare che soffrire di epilessia (e so da quelle poche persone che ho incontrato e ne soffrivano) che certi disturbi ti segnano al di là della loro manifestazione, ti senti sempre bene ma anche sempre in pericolo, ma esiste la possibilità di vierli con maggiore serenità, facendo un eprcorso di accettazione che non sempre è spontaneo. Tornando al mordersi le mani, mi colpisce molto come modalità autoaggressiva perchè le mani sono il nostro contatto col mondo, il nostro strumento di relazione con l'altro...e sembra appunto per lei il punto di rottura adesso nella sua storia, come se si proibisse o si mettesse nelle condizioni di non toccar il mondo. Gli stati ansiosi di cui parla sembrano in crescita. Di queste informazioni non si spaventi, esiste la possibilità di uscirne ma deve agire al più apresto affidanodsi a qualcuno, si può fare, mi creda. All'inizio non sarà semplice ma poi potrà tornare libera dall'ansia, d'altronde mi smebra che lei abbia chiaro ciò che dev, non deve e ciò che vuole fare. Lei sa già qual'è la sua direzione ha bisogno di qualcuno che sappia rassicurarla, sostenerla e insegni ad accarezzarle quelle mani, a darsi delle carezze rassicuranti. Un caro saluto e vada da qualcuno.

Dott.ssa Gilda Di Nardo Psicologo a Roma

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26 OTT 2017

Cara Ilaria,
Grazie per aver condiviso in maniera così chiara e approfondita la sua situazione.
Ha detto tante cose di sè, tante preoccupazioni e difficoltà che la rendono prigioniera.
Le crisi epilettiche, le bocciature a scuola potrebbero essere un punto su cui partire. Ha vissuto male e direi in maniera comprensibile, il percorso scolastico, un percorso che dovrebbe stimolare i ragazzi e farli arrivare sereni alla maturità per poi proseguire il proprio percorso e la propria vita. Malgrado le sue difficoltà, lei è andata avanti, scegliendo e proseguendo negli studi. Nonostanre la sua prima scelta non sia risultata poi quella che si aspettava, mi soffermerei sul fatto che ha preso comunque una decisione, nonostante le sue difficoltà, e questo lo si deve riconoscere.
Lei successivamente parla di ansia, di fare le cose in maniera precisa, rileggendo più volte o chiedendo più volte informazioni già date. Parla di dolore che infligge a se stessa, come le ferite sulle mani. Parla di tanta sofferenza, che necessita di essere condivisa e rielaborata in un percorso di sostegno psicologico o di psicoterapia.
L’aiuto che uno psicologo può darle è quello di inquadrare le sue problematiche, di fare un lavoro su di sè, cercando di capire da dove nascano l’ansia, la preoccupazione, i morsi che si infligge. Attraverso un lavoro su di sè e con l’auto di uno psicologo, può uscire dai pensieri, dai gesti, dall’ansia, dai timori, dalle paure, che la rendono prigioniera, non permettendole di sperimentarsi come vorrebbe.
Si rivolga al servizio pubblico di psicologia presente sul territorio o, per evitare liste di attese nefaste e lunghe, provi a contattare uno psicologo che lavori nel privato presente nel suo territorio.
Resto a disposizione!! I miei migliori auguri per il percorso psicologico e per il futuro.

A presto,
Iolanda Sileo - psicologa a Torino

Dott.ssa Iolanda Sileo Psicologo a Torino

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26 OTT 2017

Buongiorno Ilaria,
Grazie per averci scritto.
Nel suo racconto ci sono molte cose che meriterebbero ascolto e attenzione.

Molte emozioni che descrive possono essere legate all'ansia ma per ognuno di noi l'ansia può essere accompagnata da pensieri o paure diverse: paura di fallire, di non essere all'altezza, di non essere adeguata, di sentirsi deboli o incapaci o vulnerabili di fronte ad alcune sfide.
Si tratta si emozioni e pensieri normali, ma la aiuterebbe molto capire quali sono i suoi e dove ha "imparato" a sentirsi così.

Le difficoltà che ha vissuto a scuola possono essere un buon punto di partenza da cui iniziare a ragionare, così come le sue esperienze legate alle crisi epilettiche.
A volte la mente resta bloccata in alcune emozioni del passato, anche quando nel presente ci sentiamo più forti e vorremmo fare di più.

Una consulenza psicologica potrebbe aiutarla già molto ad inquadrare il problema, non aspetti ancora.
In alcuni momenti è necessario un aiuto esterno per rimettersi in cammino da soli.

Disponibile per qualunque dubbio o curiosità,
Buona giornata.

Camilla Marzocchi
Bologna BO

Dott.ssa Camilla Marzocchi Psicologo a Bologna

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26 OTT 2017

Ciao Ilaria!
Hai scritto tante cose e la cosa che traspare leggendo è il tuo malessere e la tua preoccupazione. Il mio consiglio è quello di rivolgerti ad uno psicoterapeuta della tua zona. Mi piacerebbe molto poterti dare una risposta che dia pace a tutte le tue preoccupazioni e ai tuoi quesiti, ma non è possibile perchè è importante che tu lavori su più aspetti: la tua ansia, i tuoi pensieri relativi al non essere all'altezza e non farcela, le tue preoccupazioni per il futuro e il tuo farti male. L'altro aspetto molto importante è la rete sociale! Dici di non avere amici con cui uscire e questo di certo non ti può permettere di avere un buon tono dell'umore. Ma anche in questo ultimo punto il tuo modo di percepire e reagire alla realtà credo sia coinvolto più di quanto immagini. A 23 anni puoi ancora cambiare molte cose, ma il primo passo che ti consiglio veramente di fare è quello di contattare un professionista e farti aiutare. Fidati: puoi tornare a stare bene o addirittura trovare un equilibrio che non hai mai avuto!

Dott.ssa Serena Carrai Psicologo a Rimini

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25 OTT 2017

Cara Ilaria,
descrivi sicuramente una situazione molto complessa in cui emergono più questioni insieme. Da come scrivi posso ipotizzare (ma correggimi, nel caso) una certa difficoltà a ricostruire il puzzle della tua vita. Leggendoti infatti, la prima immagine che mi è venuta in mente è proprio quella di un puzzle in cui pezzi per il momento non sono ancora stati messi insieme per ricostruire l'immagine finale. E chissà che l'immagine alla fine non possa anche piacerti. Descrivi questo insieme di pezzi, come se fossero una cosa brutta e probabilmente, i pezzi alla rinfusa, lo sono. Messi insieme, possono portare alla creazione di un bellissimo quadro che è il tuo personalissimo quadro e che tocca a te costruire. Nel caso la cosa ti risulti più difficile del previsto, puoi cercare un "aiutante", mi viene uno mente uno psicoterapeuta, ad esempio, che possa fare al caso tuo.
Ti auguro di iniziare questa costruzione quanto prima.
Dott.ssa Angela Baglioni
Psicologa e Specializzanda in Psicologia della Salute.

Dott.ssa Angela Baglioni Psicologo a Ischia

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25 OTT 2017

Gentile Ilaria,
credo le sarebbe utile una presa in carico psicoterapeutica.
La sua ansia e i suoi gesti autolesivi rimandano segnali di una sofferenza sul piano emotivo che va accolta e gestita con l'aiuto di un professionista.
Le consiglio di parlarne con il suo medico di famiglia che valuterà la necessità o meno di indagini e controlli medici viste le problematiche di natura neurologica che ha avuto e la potrà indirizzare ai servizi sanitari pubblici presenti sul territorio per un intervento psicoterapeutico (in modo tale da superare la problematica relativa all'aspetto economico).
I migliori auguri
Dott.ssa Barbara Trevisan
Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Trevisan Barbara Psicologo a Rovigo

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