Crisi universitaria, ansia, apatia, crisi di pianto.
Non so nemmeno da dove cominciare perché la situazione è un po' complessa.
Dunque, mi sono diplomata dopo 2 bocciature e le scuole superiori sono state un'esperienza traumatica. Premessa: a 8 anni ho iniziato a soffrire di epilessia e ho preso farmaci fino a 2 anni fa. Questi farmaci mi procuravano sonnolenza, quindi a scuola non era il massimo, irritabilità e cose del genere. In quinta ho deciso di andare in università, perché avevo trovato un corso che pensavo mi sarebbe interessato. Ero iscritta a lingue e letterature ma dopo un mese ho capito che non era la cosa giusta per me. A lezione non ero attenta e non riuscivo a stare concentrata, il mio cervello pensava ad altro.
Ho deciso quindi di cambiare passando a beni culturali, dove nel piano di studio sono presenti esami di musica, teatro e cinema, la ragione principale della mia scelta.
Ho dato alcuni esami, ho preso anche un 28, ero felice e soddisfatta e sentivo di aver fatto la cosa giusta.
Da febbraio circa sto attraversando un periodo buio, dove tutte le mie certezze stanno crollando e sembra che non mi interessi più nulla.
Da quando ho iniziato l'università ho iniziato anche a soffrire d'ansia, se fino all'anno scorso si limitava al giorno prima dell'esame o alle ore precedenti, quest'anno è esplosa, arrivando a toccare anche temi che non c'entrano nulla con l'ambito universitario.
E' capitato che i miei genitori uscissero la sera e io fossi a casa da sola. Ho incominciato a sudare freddo e sono dovuta correre in bagno. La stessa cosa succede quando la sera c'è fuori mio fratello. Se qualcuno fa tardi io comincio a immaginare che sia successo qualcosa di brutto. Ho avuto qualche problema con la tachicardia che spesso mi accompagnava durante la giornata.
Inoltre, non riesco più a concentrarmi se ho qualcosa da fare. Ieri stavo aiutando mio papà nel trascrivere delle misure e dei titoli di alcuni quadri. Ho avuto bisogno di rileggere il foglio due-tre volte prima di segnare i dati. Questa mattina sono andata in un negozio per una commissione e anche lì, ho dovuto richiedere un'ulteriore volta una questione che non mi era chiara, nonostante il proprietario mi stesse spiegando tutto per filo e per segno.
Ovviamente, questa cosa si ribalta anche sullo studio. Se io aprissi un libro, non riuscirei a studiarlo. O meglio, ripeterei a macchinetta i concetti per poi dimenticarmeli un attimo dopo. Questa cosa mi trattiene da fare molte cose. Se trovo un annuncio di lavoro in cui si richiede tot, io penso di non essere in grado e lascio perdere, anche se so che quel lavoro mi può servire per un'entrata.
Inoltre, non ho più alcun interesse a fare nulla. Nulla. Passo le mie giornate in casa, da sola, ad aspettare che arrivi sera. Non combino nulla di concreto. Non ho amici in zona e non ho nessuno con cui uscire a bermi un caffè, non ho nessuno da chiamare quando sto male.
Noto che mi viene da piangere più volte nell'arco della stessa giornata e una volta, piangevo talmente forte da non riuscire neanche più a respirare.
Inutile dire che ho paura di continuare ad andare avanti così.
Altra cosa. Io mi sono diplomata e sono iscritta in università. Eppure a livello di esperienza lavorativa zero, zero totale.
Ho fatto anche due certificazioni linguistiche, perché "nel mondo del lavoro serve sapere le lingue".
E poi noto, anche in famiglia, che tutti lavorano tranquillamente anche senza aver fatto la maturità, e sono tutti molto più felici e soddisfatti di me. E' come se tutto il mazzo che mi sono fatta durante questi anni sia inutile.
Ho 23 anni e me ne sento addosso 90, per i miei pensieri "ormai non posso cambiare più nulla della mia vita" "ormai è tardi". Alla mia età dovrei permettermi di sbagliare, di cambiare, di sbagliare ancora, di fare un'esperienza diversa, di farne un'altra ancora. Invece io sono bloccata, non ho più interesse nel combinare nulla.
Ciliegina sulla torta: tra settembre 2016 e marzo 2017 ho iniziato a mordermi le mani, mordere talmente forte da procurarmi lividi e fuoriuscite di sangue.
Sono reazioni improvvise e io neanche me ne rendo conto. Quando guardo la cicatrice piccolina che ho sul polso destro mi chiedo "ma che ho fatto? perché arrivo a tanto?"
A Giugno sono stata 2 giorni a Lucca da sola, per un concerto. Ho organizzato tutto io, ero autonoma ed ero felice. Il mio sogno in questo momento sarebbe quello di prendere, partire e trasferirmi all'estero. Premettendo che so che è una scelta da ponderare bene, mi serve un budget minimo e altre mille cose, quindi è impensabile farlo così di punto in bianco.