Dipendenza affettiva e crisi di pianto

Inviata da nana · 26 mag 2017 Dipendenza affettiva

Salve, sono una studentessa e ho 24 anni. Da poco più di un paio di anni soffro di più o meno frequenti crisi di ansia e di pianto dovute a cause miste (università, relazioni interpersonali): le mie esperienze con ragazzi ma anche amici e amiche non sempre sono andate bene, per motivi vari mi sono sempre allontanata dalle persone a cui tenevo perché si rivelavano diverse e spesso sono stata ferita. Adesso impiego diverso tempo per creare dei rapporti, alzo sempre un muro protettivo (come accade spesso in questi casi) e permetto a pochi di oltrepassarlo per paura di essere ferita nuovamente.
Da quasi un anno sto con un ragazzo meraviglioso che mi supporta, mi ama per ciò che sono e cerca di aiutarmi a superare queste crisi che negli ultimi due mesi sono peggiorate. Il punto è che ultimamente queste crisi sono dovute soprattutto alla paura di perdere lui, tanto che arrivo a interpretare un messaggino normalissimo come presagio negativo e da lì inizio a viaggiare con la mente, oppure a volte mi sento trascurata nei casi in cui sto in crisi e lui, che aveva preso precedentemente impegni (amici o altro), non mi ha dedicato del tempo o me ne ha dedicato meno di quanto volessi. Ma a parte questi episodi, è successo anche (ultimamente meno) che entrassi in crisi quando lui banalmente tornava a casa per il weekend, o anche se per un giorno capitava che non ci si potesse vedere per impegni (suoi).
In generale comunque durante queste crisi non ho voglia di fare niente (né di alzarmi dal letto, né di mangiare né di curarmi), non faccio altro che pensare al fatto che ogni cosa che faccio, se la facessi con lui sarebbe più bella, e lui inizia a mancarmi terribilmente; in seguito mi sento in colpa perché mi sento opprimente nei suoi confronti.

In più, siccome mi vergogno a dire al mio ragazzo che la "causa" di queste crisi è lui perché ho paura che si senta oppresso e "responsabilizzato", mi chiudo a riccio e questo nuoce alla relazione. Comunque in alcuni casi di crisi un po' più grave gliene ho parlato e lui si è sempre dimostrato comprensivo e amorevole.
Da qualche tempo inoltre ha iniziato a lavorare e non convivendo succede di non vedersi tutti i giorni ma la sto prendendo abbastanza bene.
Informandomi un po' in giro (tramite internet che sicuramente non è il mezzo più adatto) ho sentito parlare della "dipendenza affettiva" e dei casi in cui diventa patologia.
Vorrei imparare a stare bene con me stessa e a diventare emozionalmente indipendente, sia per me stessa sia per non assillare il mio ragazzo che a volte non sa davvero come prendermi e finiamo per litigare per colpa prevalentemente mia.
Per me non è un problema se lui esce con gli amici o ha altri impegni al di fuori di me, vorrei solo reagire diversamente quando succede.
E' possibile? Come posso riuscirci?
Grazie di cuore per le risposte, mi scuso se la forma è un po' confusa ma lo è anche nella mia testa

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Miglior risposta 29 MAG 2017

Gentile ragazza,
da quanto scrive si evince che ha una bassa soglia di tolleranza alle frustrazioni ed un basso livello di autostima.
Ciò spiega sia i problemi che ha avuto nelle relazioni amicali che l'eccessivo bisogno di rassicurazioni e accudimento emotivo-affettivo di cui dovrebbe farsi carico il suo ragazzo ma che si traduce in un deficit di differenziazione e di capacità di prendersi cura di se stessa ponendosi nella relazione con lui ad un livello paritario e non troppo disomogeneo.
Per colmare queste sue carenze è necessario un adeguato percorso di psicoterapia.
Resto a disposizione.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo,psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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27 MAG 2017

Buongiorno,
Da quello che scrive sembra aver riflettuto già molto sulle sue reazioni e sulle conseguenze che possono avere nella relazione con il suo ragazzo.

Per interromoere questo schema ed essere, come dice, più autonoma emozionalmente, sarebbe importante capire quali sono le sue emozioni più negative quando è sola e che pensieri arrivano nella mente in quei momenti.

2-3 colloquio di consulenza potrebbero già aiutarla ad intercettare queste emozioni negative e a gestirle meglio da sola, così potrà vivere la vicinanza o la distanza con meno ansia e preoccupazioni.

Resto disponibile per info o curiosità,
Le auguro intanto una buona giornata.

Camilla Marzocchi
Bologna BO

Dott.ssa Camilla Marzocchi Psicologo a Bologna

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27 MAG 2017

Buongiorno Nana3, da quello che scrive emerge che ha ben chiara la situazione e anche cosa deve fare "vorrei imparare a stare bene con me stessa e a diventare emozionalmente indipendente, sia per me stessa sia per non assillare il mio ragazzo (...)vorrei solo reagire diversamente". Quindi le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che la possa aiutare a raggiungere questa indipendenza affettiva per poter vivere serenamente tutte le relazioni, da quella sentimentale a quelle amicali. Sperando di esserle stata utile rimango a sua disposizione per ulteriori domande.

Claudia Guerra

Dott.ssa Guerra Claudia Psicologo a Carugo

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