C'è veramente speranza?
Ho 24 anni, sono una paziente psichiatrica, sono nella quarta comunità, è un posto che funziona sicuramente, però è una comunità estensiva, quindi è libera ma contemporaneamente richiede una buona gestione delle proprie crisi, o comunque entro i limiti, se per esempio ti fai del male o rompi qualcosa in preda ad una crisi, ti possono sospendere, ossia mandarti a casa qualche giorno.
Sono in questa comunità da un anno, soprattutto nell'ultimo periodo, la mia situazione sta prendendo una brutta piega. Ripercorrendo brevemente la mia storia, ho avuto dei problemi fin da molto piccola, i miei genitori non sono stati molto attenti, ero una bambina difficile, sia a casa che a scuola, in entrambe le situazioni avevo forti crisi di pianto, arrivando a dare testate al muro. È iniziato l'autolesionismo a 12 anni, fino ad arrivare ad un tentato suicidio a 15, reparto di neuropsichiatria infantile e poi la prima comunità, che di comunità aveva poco, si sono creati altri problemi, quali bullismo, giri di prostituzione, uso di sostanze e alcol e altri tentativi suicidi. Dopo 7 mesi sono stata trasferita dal giudice in un'altra comunità, dove però, nonostante fosse un posto dove poter fare un lavoro, sono stata molto poco, dai 16 anni e mezzo fino ai 18, poi di nuovo trasferita in un'altra comunità, con persone adulte, in cui il modo di lavorare era totalmente opposto a quello prima. Anche qui sono arrivati altri problemi, legati all'eccessivo uso di psicofarmaci, soprattutto nei momenti di difficoltà, fino al momento in cui è iniziata a crescere in me una dipendenza da questi, in poche parole una comunità dove il pensiero e la riflessione sui propri problemi non era molto importante. Sono uscita dopo 4 anni, arrivando ad un nuovo servizio, dove la mia terapia è stata abbassata, l'autolesionismo era purtroppo diventato frequente, perché non ero controllata, durante tutta la giornata, fino ad arrivare in questa comunità, per tutte le problematiche e traumi che non sono mai stati elaborati. Anche in questa comunità dopo 4 mesi ho tentato di defenestrarmi e dopo un mesetto di ricovero e periodo di sospensione, sono rientrata. Le cose vanno meglio, molto, da un punto di vista di gestione del dolore, ho iniziato un percorso di psicoterapia e nonostante stiano emergendo parecchi ricordi traumatici, è utile e ci vado impegnandomi. Contemporaneamente però sono sempre più i momenti di ipersensibilità sia emotiva, che sensoriale (ne ho sempre sofferto), non era mai durato così tanto un periodo di ipersensibilità, e per quanto io mi stia impegnando a gestire, sento anche di non farcela più, tra questo, i flashback del passato, che sono molto presenti rispetto a prima, i pensieri intrusivi e le sensazioni corporee nei momenti dolorosi, sta diventando tutto troppo e io sono arrivata a pensare di non riuscire più a riprendermi... Ma in realtà ci sto mettendo tutta me stessa, ma inizio a cedere e questo mi fa male, mi fa rabbia... Non lo so più. Oggettivamente sono meno evidenti crisi o momenti di difficoltà, ma dentro sembra un crescere senza fine di dolore.