Bimba che rifiuta gli adulti

Inviata da Maddalena · 14 lug 2016 Psicologia infantile

La mia nipotina di 2 anni e mezzo presenta nei confronti di adulti estranei o parenti che vede raramente un atteggiamento di rifiuto volendo stare in braccio alle persone a lei più familiari: nonne, mamma, papà...cosa fare?

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Miglior risposta 16 LUG 2016

Gentile Maddalena,
questo comportamento della bambina non è altro che il prolungamento della "paura dell'estraneo" che compare verso l'ottavo mese di vita.
E' abbastanza normale che la bambina preferisca stare in braccio a persone a lei familiari e di cui si fida piuttosto che a persone, anche se della parentela, che vede raramente e di cui non si fida specie se queste persone mostrano slanci di gesti affettuosi senza che ci sia stata una precedente frequentazione e conoscenza adeguata da parte della bambina.
Altri fattori, comunque, possono incidere in questo comportamento e riguardano abitudini sociali ad avere o meno contatti frequenti con altre persone, la qualità della relazione coniugale, il tipo di educazione che viene data alla bambina dai genitori stessi nonchè la loro capacità di tranquillizzarla.
Una consulenza con uno psicoterapeuta dell'età evolutiva potrà essere utile ai genitori per aiutare la bambina a ridurre questa paura.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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18 LUG 2016

Maddalena, ha ragione la bambina!
Perché dovrebbe avere piacere di stare con persone che non vede mai?
Insomma i bambini non dobbiamo pensarli come "esserini" dalla disponibilità illimitata ma come "esseri" sensibili ed intelligenti che devono essere "conquistati"...allo stesso modo che un adulto.
Troppe nostre aspettative sociali vengono riversate sui bambini.
Riflettere bene!
Al bambino non interessano le convenzioni sociali, stanno con chi amano o con chi, istintivamente, sentono vicino, non invasivo.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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18 LUG 2016

Cara Maddalena,
in cosa consiste questo comportamento di rifiuto della bambina verso persone sconosciute o poco conosciute? È un rifiuto inteso come paura dell'estraneo? Vede in tal caso i bambini attorno agli 8-12 mesi di vita attraversano la fase della paura dell'estraneo con l'improvviso "cambiamento comportamentale" dacché erano sorridenti agli estranei e magari andavano loro incontro passano ad un momento invece in cui si aggrappano alla mamma o al papà quando incontrano anche persone poco conosciute e sconosciute. Questo evento che spesso scombussola tanti genitori è in realtà una tappa evolutiva necessaria alla sviluppo di un legame forte di attaccamento con i propri genitori, in cui il bambino comprende che quelle sono le sue figure di riferimento e che da loro dipende, ma al contempo non avendo il bambino ancora sviluppato le categorie di spazio e tempo, teme che la mamma o il papà possano lasciarlo. Tuttavia i bambini ben presto grazie ai primi episodi di socializzazione iniziano a superare questi timori. La sua nipotina invece ha superato da un bel po' la fase dell'angoscia da separazione, o almeno avrebbe dovuto superarla avendo lei due anni e mezzo. La sua nipotina frequenta il nido o altre situazioni in cui sono presenti oltre ad altri bambini anche adulti sconosciuti? Potrebbe essere che questo tipo di timore sia dovuto alla mancanza o carenza di socializzazione e soprattutto al rinforzo positivo involontario di questi comportamenti di rifiuto della bambina per l'estraneo da parte dei genitori. Quando parlo di rinforzo intendo che se la bambina inizia ad abbracciare la mamma, a girarsi dall'altra parte e magari a piangere quando è presente un adulto estraneo, la mamma magari invece di rassicurarla che va tutto bene e sostenerla nel continuare e rimanere con l'estraneo, magari la porta in un'altra stanza o peggio evita di far venire "estranei" a casa. In questo caso consiglierei a questi genitori oltre ad essere tranquilli senza timori, di sostenere questa bambina nel superamento di questa difficoltà con il far venire magari a casa molto più spesso persone poco conosciute e provare con loro vicini a far prendere confidenza alla bambina con queste persone, magari attraverso l'utilizzo di un gioco che alla bambina piace o un cartone animato, chiaramente i genitori devono essere rilassati e non preoccuparsi anche se la bimba piange o strilla, ma di rassicurarla con pacatezza che non sta succedendo nulla di male. Il passo successivo sarà portare la bambina in situazioni diverse come le ludoteche e anche qui comportarsi nello stesso modo. Se al contrario questi comportamenti di rifiuto di cui lei parla non sono legati tanto alla paura, ma sono comportamenti di totale chiusura o li percepiti come strani o comunque sia vi sentite in totale difficoltà con la piccola, allora le consiglio anch'io come i miei colleghi di rivolgervi ad una psicologa/psicoterapeuta dell'età evolutiva per valutare attentamente la situazione: sia la bambina, sia le dinamiche famigliari.

Rimango a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Mara Di Paolo

Anonimo-161175 Psicologo a Trento

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18 LUG 2016

Beh...direi che è normale: te usciresti di sera in macchina con un estraneo mai visto prima?
Per una bambina è lo stesso, ma il tutto è amplificato dalla poca conoscenza del mondo e quindi dalla fiducia riposta solo in chi è sicura la meriti.
Tranquilla, è normale

Anonimo-157342 Psicologo a Montebelluna

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18 LUG 2016

Buongiorno Sig.ra Maddalena,
sono la Dott.ssa Elisa Gnugnoli di Genustudio di San Giovanni in Persiceto.
La sua nipotina frequenta l'asilo? Probabilmente non ancora e questo influisce sul fatto di non aver ancora sviluppato la socializzazione.
Qualora incontrasse difficoltà nell'inserimento potrebbe rivolgersi a me per fare i test su "disturbo dell'attaccamento- valutazione dell'attaccamento sicuro/insicuro", avendo questi dati in mano si potrà valutare come interventire per aiutare la bambina nell'interazione con altre figure adulte, quali dade, educatrici e con i coetanei. Per maggiori informazioni può contattarmi tramite portale.

GenuStudio Centro Professionisti associati Psicologo a San Giovanni in Persiceto

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15 LUG 2016

Gentile Maddalena,
la "selezione" che fa la sua nipotina non è inadeguata all'età (se fosse che a 6 anni vuole stare in braccio sarei molto preoccupata, ma a 2 anni e mezzo la cosa rientra nella norma). Capisco che la vorreste "sorridente ed espansiva" con chiunque le si avvicini, ma ogni bimbo ha il suo carattere; probabilmente la bimba ha un'indole un po' ansiosa, manifesta qualche piccola paura nei confronti di ciò che non conosce... e sono sicura che in tale atteggiamento, se andate ad indagare, riconoscerete l'infanzia di un parente molto prossimo alla bambina (papà, mamma, nonna...); Consiglio di non forzare la bambina, spesso i parenti sono fin troppo invasivi pretendendo di prendere in braccio e aver gesti d'affetto da bimbi con i quali hanno solo un rapporto "virtuale"; lasciatela ambientare, potreste invece anticiparle la venuta del parente o amico magari dal giorno prima, raccontandole di una persona simpatica e gentile amica di mamma e papà che la verrà a conoscere; il senso di "paura per lo sconosciuto" dovrebbe essere più accettabile per la piccola e la renderebbe più sicura.
Lasciatele il suo tempo per conoscere i nuovi venuti e rassicuratela che è tutto a posto.
Cordiali saluti
Dott.ssa Sabrina Fontolan

Dott.ssa Sabrina Fontolan Psicologo a Piove di Sacco

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15 LUG 2016

Salve Maddalena!
Per come descrive la situazione può sembrare normale e regolare che la bambina anche se di due anni e mezzo, di fronte all'estraneo, cerchi la prossimità delle persone più familiari.
A volte può essere più familiare un amico che frequentiamo che un parente con cui c'è un legame genetico, ma con cui non condividiamo molto della nostra vita. Questa premessa per chiarire che i legami si creano nel tempo e con una buona relazione e i ruoli e lo status sociale, in alcune circostanze non servono a molto perché un bambino si fidi di noi.
Poi esistono bambini più socievoli e altri più timidi, diffidenti, chiusi e spaventati e in questo, molto si determina nella relazione che hanno con i propri genitori e dalla relazione che questi hanno con il mondo circostante e con le altre persone.
Determinante è anche come i genitori rispondono a queste reazioni di ritiro del bambino; lo rassicurano e lo tranquillizzano mostrandogli e presentandogli le persone nuove?
Lo consolano allontanandolo, lasciandogli credere involontariamente che avesse ragione ad avere paura?
Spero di aver creato qualche spunto di riflessione
cordiali saluti
Dott.ssa Ilaria Raia
Psicologa Psicoterapeuta Psicodinamica Cecina (LI)

Dott.ssa Ilaria Raia Psicologo a Cecina

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15 LUG 2016

Buongiorno Maddalena,
prima di poter capire "cosa fare", bisognerebbe inquadrare meglio il problema (cosa significa atteggiamento di rifiuto?.. la bambina piange, si nasconde, si zittisce, protesta, scappa via...?) e in quali circostanze si verifica (sempre? a casa? fuori casa?). Sarebbe inoltre opportuno sapere quali sono stati fin'ora i "rimedi" adottati in reazione a questo comportamento (viene presa in braccio, allontanata..lasciata con "gli estranei"...?) e anche qual è il rapporto e la quotidianità che vi è tra la bambina, il nucleo familiare stretto e il "resto del mondo".. cioè, è stata portata al nido, passa il tempo con altri bambini coetanei, sta per lo più con i familiari, è figlia unica, ha altri fratelli/sorelle, com'è il clima familiare, come si comporta nella quotidianità ad es. quando gioca da sola, ecc..
Come vede occorrerebbe dare risposta a molti quesiti prima di poter giungere ad una risposta concreta. Le consiglierei di suggerire alla famiglia un consulto con un/a terapeuta esperto in età evolutiva o sostegno alla genitorialità, che potrà trovare presso le strutture del servizio pubblico o nel privato.
Resto a disposizione per ulteriori informazioni,
un caro saluto,
dott.ssa Chiara Francesconi
psicologa psicoterapeuta cognitiva

Anonimo-127163 Psicologo a Fano

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15 LUG 2016

Gentile Maddalena,
sono tanti gli elementi che possono incidere sui comportamenti dei bambini, che sono sempre un segnale importante di ciò che non riescono a comunicare in altro modo. Ci sono tante informazioni che sarebbe importante sapere per cominciare a mettere a fuoco la situazione, non ultimo il momento in cui è comparsa questa reazione o se c'è sempre stata. Ricordiamo che la famiglia è un sistema, il più importante per la vita di un bambino, e sarebbe utile capire come funziona per comprendere le manifestazioni di ogni membro. Le consiglio di rivolgervi ad uno Psicologo dell'età evolutiva, possibilmente di orientamento sistemico-relazionale, per poter dare spazio alla "voce" di ognuno. Tanti cari auguri,
dott.ssa Roberta Monda

Dott.ssa Roberta Monda Psicologo a San Severo

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14 LUG 2016

Buongiorno Maddalena, non si capisce se lei è una zia o una nonna. Ma, in ogni caso, avremmo bisogno, per comprendere meglio la situazione, di informazioni sui genitori di sua nipote, su come è la relazione tra loro, su come i genitori si comportano quando la bambina cerca di "esplorare" il mondo, etc. etc. Inoltre, sarebbe utile capire cosa intende per "atteggiamento di rifiuto" verso gli estranei: è un rifiuto totale, parziale, a seconda di alcune circostanze, è un rifiuto in assenza o presenza dei genitori (o di altre figure significative)? Come vede, per poterla/vi indirizzare o dare dei suggerimenti avremmo (almeno io) bisogno di altre informazioni specifiche, altrimenti, ad es., il consigliarla di far andare la famiglia da un neuropsichiatra infantile o in un centro che si occupi di genitorialità o qualunque altra cosa, non avrebbe basi di comprensione solide da cui partire. In attesa di ulteriori approfondimenti
Buona fortuna
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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