Ansia da lavoro o fobia? Vi racconto il mio problema

Inviata da Ale · 30 gen 2023 Ansia

Sono una ragazza di 24 anni e non riesco a farmi una vita!
Sin da ragazzina volevo lavorare, volevo tenermi i soldi per la patente, una macchina, poter togliermi qualche sfizio, fare dei viaggi. Insomma, cose da persone normali.
In seconda superiore ho fatto il mio stage di tre mesi, non è stato orribile, ma verso le ultime settimane la proprietaria ha iniziato ad isolarmi da tutto, mi metteva in un angolo per fare le mie mansioni e basta, lì avevo iniziato a sentirmi molto a disagio. Poi al terzo anno, mi hanno mandata in un posto orribile, io avevo chiesto esplicitamente di non andarci e la risposta dei miei responsabili è stata "va bene perchè così ti fai un po' di carattere". Vorrei precisare che facevo l'alberghiero, precisamente un cfp dove il laboratorio era una parte principale, a me la cucina incuriosiva molto, infatti nel primo anno mi impegnavo moltissimo, ma nel secondo anno, con il tempo, specialmente dopo lo stage avevo perso interesse e avevo iniziato a provare odio verso quell'ambito, perchè era veramente tossico! I proprietari, i cuochi dei vari ristoranti o altre tipologie di locali erano terribili, venivi trattato male e io non ho una personalità forte per poter subire il tutto senza crollare. Infatti, allo stage del terzo anno, ero crollata già dai primi giorni. Avevo supplicato ai responsabili dello stage della scuola di cambiarmi posto per poter andare da un'altra parte, ma mi avevano derisa e detto che mi sarei dovuta arrangiare e che se non avessi avuto un posto dove passare i mesi mi avrebbero bocciata. Alla fine avevo trovato una piccola pizzeria dove gentilmente mi hanno accolta, anche se una volta volevano mandarmi via a metà periodo perchè il cuoco aveva fatto un grave errore e aveva dato la colpa a me (questa cosa è successa più volte, è più facile dare la colpa alla ragazzina stagista che fare l'adulto). Ammetto che per me non è stato facile, ma alla fine dopo gli esami del terzo anno me ne ero andata da quella scuola e mi sono diplomata in un'altra scuola per poter poi frequentare l'università un giorno.
Dopo un paio di anni passati a studiare, avevo deciso di lasciare l'università e fare un corso per specializzarmi in qualcosa in modo più pratico. Anche se un giorno tornerò all'università. Ma ora da due anni continuo a cercarmi un lavoro, la prima volta mi avevano assunta in un supermercato, ma dopo un paio di giorni ho iniziato ad avere attacchi di panico e di ansia, non dormivo più, non mangiavo più. Andavo al lavoro pallida e con delle occhiaie giganti, dopo una settimana mi sono licenziata. Poi dopo un anno di ricerca di lavoro mi chiamano per fare un colloquio sempre per un supermercato, dal giorno in cui avevo ricevuto la chiamata, sino al giorno del colloquio ero stata male, ma proprio da schifo, non dormivo, non mangiavo, avevo una nausea fortissima, continuavo a tremare e avevo avuto degli episodi di attacchi di panico, il giorno del colloquio l'ansia era forte a tal punto che ho vomitato. Alla fine dopo il colloquio ho rifiutato il lavoro.
Qualche mese dopo vengo assunta in un negozietto, credevo che lì la mia ansia non sarebbe stata forte perchè era un posto tranquillo, non dovevo correre e nè essere circondata da tante persone (io sono una persona ansiosa di mio, e posti pieni di persone mi fanno sentire molto a disagio e ciò mi accadeva già da quando ero piccola). Per un breve tempo riuscivo a gestire tutto, in realtà con un piccolo aiuto dello xanax (dose bassa, da 0,5mg). Ma un giorno, durante la pausa pranzo a casa ero scoppiata, non so se fosse stato un attacco di panico o ansia o addirittura da meltdown perchè non riuscivo a controllarmi, piangevo, tremavo, ero completamente in tilt, il tutto è durato due ore e non sono nemmeno riuscita ad andare al lavoro perchè non smettevo di piangere. Per poi licenziarmi. Adesso ho altri due colloqui, e io ho paura di riavere lo stesso problema. Voglio farmi una vita, tutti i miei coetanei ce l'hanno fatta, alcuni di loro fanno lavori orribili ma in qualche modo vanno avanti, mentre io non riesco nemmeno a fare un lavoro tranquillo in un negozietto, che cos'ho di diverso dagli altri? Cosa c'è che non va in me?
Mi sento così sbagliata e non capisco del perchè tutta questa ansia incontrollata, perchè la mia mente va in blackout dove nessun ragionamento concreto esiste, dove meditazione o fare qualcosa che mi rilassa mi aiuta a far passare l'ansia che mi divora. Questo problema diventa sempre più pesante, i miei amici dicono che sono svogliata e non voglio lavorare, i miei famigliari mi rinfacciano che tutti si stanno facendo delle vite e che alcuni hanno addirittura una loro famiglia, mentre io non riesco nemmeno a fare un lavoro senza andare in tilt.
In più ho il sospetto di essere nello spettro autistico (tra cui sto cercando un centro specializzato per dare luce a questi dubbi)
Chiedo scusa per la lunghezza del testo, ho questo terribile vizio di partire sempre dal principio quando devo raccontare qualcosa.
Ringrazio a tutti quelli che risponderanno e vi porgo un saluto.
Grazie!

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Miglior risposta 31 GEN 2023

Ciao Ale,
non preoccuparti per la lunghezza della tua domanda, è il tuo spazio e puoi usarlo come meglio ti aiuti a esprimerti.
Sento trasparire dalle tue parole molta frustrazione e senso di impotenza, un vero e proprio tiro alla fune tra i tuoi desideri e ciò che ti senti in grado di fare.
Sei stata probabilmente molto sfortunata nelle tue precedenti esperienze, nei tuoi primi approcci al mondo del lavoro, al mondo dei grandi. Hai scelto di studiare e lavorare in un settore in cui l'ansia da prestazione e la pressione sono praticamente all'ordine del giorno e sarebbe importante sviluppare delle strategie che, da una parte, ti possano proteggere da queste sensazioni cosi forti e pervasive, e che, dall'altra, ti permettano di riconoscerle e gestirle in modo adeguato.
Purtroppo queste prime esperienze ci segnano, soprattutto quando sono negative, e potrebbero impedirci di sostituirle con esperienze più positive, proprio perchè ci fanno cadere in quel loop di evitamento che tanto è caro quando si sente l'ansia crescere. Per questo motivo mi sento di dirti che sei stata molto forte e coraggiosa, nonostante tutto questo continui a metterti in gioco con nuovi colloqui e nuove ricerche di lavoro.
Sarebbe importante comprendere le radici di questa ansia, come si è strutturata e come ti sta proteggendo. Siamo infatti portati a credere che i "sintomi" siano solo negativi e generatori di problemi: in realtà, il sintomo è un alleato, è il campanello d'allarme che ci rimanda chiaro e forte che c'è un problema sottostante da toccare con mano. Soprattutto l'ansia, dando origine a quel circolo di evitamento delle situazioni potenzialmente ansiogene, ci protegge dall'entrare in contatto con esperienze o emozioni che per noi potrebbero essere intollerabili.
Detto ciò sei una ragazza giovanissima, hai tutta la vita davanti e il lusso di pensare al presente e ai tuoi desideri e bisogni autentici e personali. Paragonare la propria vita a quella degli altri non ha ragione di esistere, ognuno di noi è unico, ha i suoi tempi, ma soprattutto i suoi bisogni da ascoltare. Non funzioniamo tutti allo stesso modo, non troviamo tutti lavoro alla stessa età, non sempre mettiamo su famiglia secondo delle tappe prestabilite. Non focalizzarti su ciò che stanno costruendo gli altri, utilizzando queste informazioni per sminuirti e sminuire il tuo valore, presta piuttosto attenzione a te stessa e a come migliorarti utilizzando te come risorsa.
Spero di esserti stata di aiuto,
un abbraccio.
Dott.ssa Annalisa Magnaneschi

Dott.ssa Annalisa Magnaneschi Psicologo a Roma

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28 LUG 2023

Buongiorno Ale
mi trova d'accordo con i miei colleghi, ha bisogno di uno spazio sicuro dove prendersi cura di se stessa
Comprendere l'origine dell'ansia, elaborarla e guarire.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti
Alice Noseda

Dott.ssa Alice Noseda Psicologo a Lecco

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5 FEB 2023

Le consiglio una psicoterapia breve strategica per gestire l'ansia ..........

Dr. Michele Scala Psicologo a Padova

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31 GEN 2023

Carissima,
Penso possa essere molto utile per lei comprendere l'origine del malessere che prova e sente. Non si senta sbagliata e cerchi di non autoanalizzarsi -questo la porterebbe a sentirsi ancora più sbagliata-. Si affidi ad un percorso psicoterapeutico attraverso cui poter capire al meglio i suoi vissuti, elaborandoli e dandogli un significato, e soprattutto guardando alle sue risorse per poter costruire quello che desidera.
Auguro buona fortuna e serenità.
Dr.ssa Amanda D'Ambra.

Dr.ssa Amanda D'Ambra Psicologo a Torino

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31 GEN 2023

Invece hai fatto proprio bene a partire dal principio, dato che potrebbero proprio essere state quelle esperienze così negative ai tempi della scuola, unite ad una qualche fragilità pre esistente ad aver costituito un "imprinting" che ora ti condiziona. Ovviamente è solo un'ipotesi superficiale basata sul tuo racconto ma ti consiglierei di approfondire la cosa con un percorso di psicoterapia.

Dott. Matteo Mossini Psicologo a Parma

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31 GEN 2023

A me sembra che lei abbia sviluppato davvero poca fiducia nelle relazioni che la circondano, ecco perché sente la necessità di spiegare tutto dettagliatamente, per paura di essere fraintesa, forse giudicata e non capita. Le esperienze negative non l'hanno certo aiutata a rompere questa idea di aspettativa negativa, ma mi chiedo di base cosa l'abbia portata a diventare così sfiduciata verso il prossimo. Per quanto riguarda gli attacchi di panico mi sono chiesta più volte, al di là del lavoro, che momento di vita é per lei e per la sua famiglia.
Sarebbe importante esplorare queste aree in un percorso terapeutico che la possa aiutare a riprendere le redini della sua vita ed arginare questa sofferenza e senso di solitudine.
Saluti

Dott.ssa Giulia Meneghetti Psicologo a Roma

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31 GEN 2023

Buongiorno Ale, grazie per aver condiviso un pezzo così importante della tua vita. Deve essere difficile affrontare con ansia e paura queste esperienze lavorative. Ma dalle tue parole leggo anche molta forza, perchè nonostante le sensazioni fisiche che provi stai continuando a perseguire il tuo desiderio di indipendenza, ed inoltre hai chiesto aiuto scrivendo qui. Le esperienze passate e la nostra struttura caratteriale contribuiscono entrambe nel modo in cui ci rapportiamo con il mondo e con noi stessi, è il modo migliore che siamo riusciti a trovare date le circostanze della nostra vita. Un percorso psicologico potrebbe aiutarti e supportarti un questa fase della tua vita in cui stai avendo delle difficoltà.
Un saluto
Dott.ssa Ylenia Ferrara

Ylenia Ferrara Psicologo a Torino

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