Amore e confusione

Inviata da Aurelia · 4 mag 2015 Terapia di coppia

Salve,
scrivo perché non cerco risposte, ma ho bisogno di una guida e di un parere per capire profondamente la situazione che sto vivendo.
Sono stata fidanzata per 5 anni con il mio ragazzo F.
Avevo 19 anni circa quando ci siamo conosciuti, era l'anno della maturità, lui aveva iniziato a dividersi tra università e scuola di musica: ad averci unito i nostri sogni, la voglia di andare contro corrente e di fare un lavoro artistico. Lui sognava la musica, io il cinema.Lui arriva dopo una forte delusione, si inizia d'improvviso e inaspettatamente a fare spazio nella mia vita e nel Febbraio del 2010 ha inizio la nostra storia. Abbiamo vissuto tanto e tutto insieme, i primi tre anni li ricordo con un grande ardore e gioia. Non ho avuto occhi per nessun'altro che lui e né avevo mai fatto tanto caso ai suoi difetti.
Io e lui abbiamo due situazioni familiari diverse: lui una famiglia unita e una madre che fa il possibile per tenerla tale, tanto che in questi anni ci sono entrata anche io, al punto che proprio sua madre mi ha definito come "una figlia". Sono entrata in stretto legame con la sua famiglia: insieme sempre in villeggiatura, spesso a casa sua. Da lui e con la sua famiglia trovavo quello che io avrei sempre voluto: una famiglia unita e di cui ero parte anche io, una famiglia che cura molto i rapporti al proprio interno, a differenza della mia che è spaccata. Ho due genitori che non si amano e stanno insieme per inerzia.

Questi due anni qualcosa è iniziato a venire meno. Speravo che con il tempo lui si addentrasse sempre di più nel mio mondo, che non riesco mai a capire quanto comprenda fino in fondo. Io faccio teatro, e spesso mi ha detto di non capirlo lui il teatro, di non comprendere la recitazione. Quelle volte che gliel'ho detto mi ha sempre detto di scherzare o che mi fissavo, solo che questo suo non lasciarsi capire mi ha sempre lasciato interdetta. Mi sono detta però che non era importante. Io invece nel suo mondo, amando la musica, mi sono sentita sempre più interessata, ho cercato sempre di entrarci profondamente eppure vedevo invece da parte sua minimi sforzi ad entrare nel mio, nel senso di comprendere davvero quanto contasse per me.
Ho pensato però che non si può litigare per una questione di interessi o magari per qualche no davanti all'idea di fare qualcosa che a me piacesse, e a lui un po' meno. Ho lasciato stare allora e ho pensato solo al fatto che noi stiamo bene insieme.
Le incomprensioni però sono continuate. Ora non so se per la mia età, 24 anni, sia rimasta indietro ma da due anni mi sono mancate quelle passeggiate che facevamo finendo a baciarci per ore su una panchina, quei momenti di intimità che per me valgono molto più che andare a letto.
La mia sessualità io ho iniziato a scoprirla con lui, pur però non riuscendo per ansia ad avere rapporti proprio completi. Il dolore era onnipresente e il mio abbandono mai totale.
Dispiacere poi è stato vedere che a lui questi momenti non mancavano, nel senso che se non cercavo di crearli io, lui non prendeva iniziativa. Mi sono detta che magari era un momento. Poi però andare quest'estate e vedere che si cenava sempre con la famiglia, o si usciva sempre con i suoi fratelli mi è dispiaciuto. E' vero avrei potuto dirglielo, ma qui mi ha fregato quel mancato amore familiare che mi ha accecato.
Quest'anno ultimo in particolare ho iniziato a fargli capire qualcosa: il fatto che mi dispiacesse mi dicesse sempre no a cose che volevo fare io e che a lui non piacevano, rifiutandole mettendo in mezzo o una questione economica o che semplicemente non gli andava di fare ciò che non gli andava.

In media io e lui ci siamo sempre visti due volte a settimana per i nostri impegni, lui ogni 15 giorni va a roma nel week end facendo andata e ritorno: abbiamo sempre alternato uscite con amici, a casa, a volte soli soprattutto negli ultimi tempi. E soprattutto negli ultimi tempi durante una forte crisi dei miei genitori che mi impediva di stare a casa, sono spesso andata a stare da lui a casa. Delle crisi dei miei gliene avevo parlato, ma non ho mai insistito perché quelle volte che l'ho fatto mi sono sentita poco compresa. Mi suggeriva sempre quasi di fare io qualcosa, ma non posso risolvere problemi che sono dei miei genitori.

Cosa mi è mancato in questi due anni? Un maggior ascolto e iniziativa. Non sono stata male, ma negli ultimi tempi ho capito anche di non stare così bene. E' stato l'arrivo di un altro ragazzo nella mia vita a farmelo capire.
E' avvenuto lentamente... Con G. è iniziato a nascere una sintonia ed un feeling molto forte a teatro: abbiamo tantissimi interessi in comune, si scherza, si gioca. Ogni volta che ci vediamo abbiamo così tanto da dirci che quel tempo non basta, e allora sono iniziate le conversazioni su facebook sulle nostre paure, sul fatto che abbiamo sempre avuto paura di affrontare la vita e lottare per i nostri sogni. Si è creata tra noi una forte attrazione che da tempo non provavo, e che ho capito si stesse facendo seria.
Intanto il mio rapporto con F. si è affievolito sempre di più, mentre G. ha iniziato a farsi sentire anche oltre quei soli due giorni del teatro. E' come se lentamente fosse nata l'esigenza di sentirci, di confrontarci. Nell'ultimo periodo poi ho iniziato anche a sentirne la mancanza se non lo sentivo. Tra noi non c'è mai stato niente di fisico, l'ho sempre evitato ma l'attrazione che provo per lui è molto forte. Entrambi scriviamo, e lui comunica molto scrivendo. Ho capito di essere entrata nei suoi pensieri anche attraverso stati di facebook che quasi di certo erano riferiti a noi, a questo non poter vivere questo trasporto, non poterci conoscere fino in fondo perché io ero fidanzata.

Credo che G. abbia annusato la mia crisi. Mi ha detto di volersi raccontare, di voler avere del tempo da trascorrere con me...mi ha invitato ad uscire non appena ha visto una mia maggiore apertura verso lui. Già prima che lo facesse avevo parlato dei nostri problemi al mio ragazzo, e dopo aver visto che con G. la situazione sta degenerando, ho deciso di allontanarmi dal mio ragazzo. Ci siamo allora lasciati. Lui non poteva crederci, non si spiegava il perchè, anche se gli ho detto di non sentire più lo stesso trasporto di prima, di non amarlo più come mi ama lui. Credo sia questa la verità, perchè è come se io ora sentissi di aver bisogno d'altro.

Ora mi concentro su me: in questo mese ho vissuto due emozioni contrastanti, quella di sentire lontano da me la persona che ho sempre amato e sentire dentro una nuova emozione. G., che mi ascolta, che mi fa emozionare, che mi fa rivivere quel trasporto di quando ti senti innamorato e coinvolto.
Mi sono allontanata dal ragazzo con cui sono stata 5 anni provo dispiacere per l'accaduto in sé, e cioè come sia stato possibile che mi sia totalmente lasciata prendere da un'altra persona. In 5 anni di occasioni ne ho avute e lui, F., ha sempre vinto il confronto, stavolta no.
Sto male se penso al fatto che lui mi ha detto, "Com'è possibile, bello e buono". Solo che se mi guardo indietro vedo che qualcosa che non andava c'era, solo che io forse l'ho visto presa da questa nuova emozione e lui no.
Al di là ora di come vada con G., che so perfettamente essere una novità e che conosco da un po' ma non da abbastanza, quello su cui rifletto è "Perché mi sono lasciata prendere dal pensiero di un altro, al punto da sentirmi coinvolta, da restarne affascinata e curiosa di conoscerlo, sento l'esigenza di sentirlo, provando anche una mancanza non sentendolo per un giorno?".

Con G. ora siamo insieme da un mese. Mi sento di aver riscoperto l'amore e la cosa più strana è che provo qualcosa che non ho mai provato: la voglia di fare l'amore con lui, senza quelle paure che mi hanno sempre attanagliata. Improvvisamente sento di amare in modo nuovo, diverso. Mi dico che è nuovo, che è perché sono più grande ma il trasporto verso lui è totale, una fisica mentale e fisica, una voglia di condivisione della vita irrefrenabile.
Ne sono felice ma mi spaventa pure la convinzione di aver fatto la scelta giusta. Resto sbigottita da come il mio cuore nonostante essersi lasciato dietro il passato non ha rimpianti, dubbi se non dispiacere per il dolore che ho dato. Ma ho la convinzione dentro me che G. è la persona giusta. So che è esagerato, è solo un mese. E non faccio che cercare di capire come possa accadere tutto questo.

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Miglior risposta 4 MAG 2015

Buongiorno Aurelia,
la sua lettera è un lunghissimo grido di dolore e rabbia, ma anche paura.
Dolore e raqbbia perfchè si è opposta alla degenerazione de suo rapporto quinquennale, e paura di vivere appieno questa storia che è cresciuta lentamente e che finalmente la appaga e la rende felice. Ne sono prove tangibili la sua spontaneità e il suo desiderio nell'avere rapporti sessuali.
Le suggerisco però qualche seduta da uno psicoterapeuta per riappropriarsi della sua serenità e per fare chiarezza sulla situaszione che sta vivendo.
Cordiali saluti
dott.ssa Loredana Aiello

Dott.ssa Loredana Aiello Psicologo a Como

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14 FEB 2016

Gentile Aurelia,
come lei, penso anch'io che ognuno deve sentirsi appagato e felice in una relazione e, se ad un certo punto si accorge che non lo è più, vuol dire che c'è qualcosa che non va bene.
Pertanto la sua scelta di cambiamento mi sembra legittima indipendentemente da ciò che potrà accadere in futuro.
Nel precedente rapporto lei non si è sentita sufficientemente ascoltata, capita e supportata e tutto ciò non è poco!
Vi era quindi già una insoddisfazione accumulata che il suo ex non ha saputo o voluto vedere oppure ha sottovalutato e quindi non dovrebbe cadere dalle nuvole ora che ha preso atto delle conseguenze della sua miopia.
In verità, io non credo nemmeno che una relazione per essere stabile e duratura deve comportare necessariamente che ci debbano essere sempre lo stesso lavoro, gli stessi interessi o hobbies e lo stesso modo di pensare.
Quello che però ci deve essere sempre è l'ascolto e il supporto reciproco nei momenti di difficoltà!
Penso che il segreto per far durare una relazione e tenerla in buona salute sia nel trovare il giusto equilibrio tra le attenzioni dedicate a se stessi e quelle dedicate all'altro che devono essere suscettibili di reciprocità.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno)

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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11 MAG 2015

Salve,
ringrazio per le risposte ricevute. Mi hanno offerto ulteriori spunti di riflessione e ben sintetizzano quello che sto vivendo.
E' vero, c'è in me un sottile senso di colpa perché sto meno male di quanto pensassi. Sto al momento così bene con l'altra persona che questo mi spaventa, e mi porta a riflettere su come l'abitudine, la stabilità può renderci ciechi, e resto stupita da come ciò sia accaduto anche a me.
E' accaduto anche che il mio ex si sia fatto vivo: al compleanno mi ha mandato dei fiori, talvolta mi contatta. Quando ci lasciammo mi disse che voleva quanto meno mantenere un rapporto di amicizia con me, sentirsi. Io non è che non creda a queste cose, ma penso anche sia passato poco tempo..è poco più di un mese. Alle volte mi capita di chiedermi se debba contattarlo, ma mi accorgo che lo farei non perché ne senta il bisogno ma perchè c'è quell'affetto che mi fa provare dispiacere per come lui possa stare.
Mi rendo conto di aver vissuto tante emozioni tutte insieme e che forse abbia bisogno anche di tempo per metabolizzare tutto, ma sento comunque che la mancanza che immaginavo di provare pensando di mettere fine ad un rapporto lungo non la sento. Anzi vorrei liberare totalmente la mente dal passato per vivere ancora più pienamente questa rinascita che sto provando. Perché sono certa che se dopo cinque anni ho iniziato a pensare ad un altro, e che la cosa fosse seria perché mi è iniziato a mancare, lo sognavo, lo desideravo...allora il mio rapporto doveva avere delle crepe e non rendermi più felice. Mi chiedo solo "possibile sia dovuta arrivare una nuova persona per farmelo capire?". Allora torno indietro nel tempo..leggo le conversazioni degli ultimi tempi, sempre più asciutte e ridotte ad un'elencazione degli appuntamenti della giornata. Mi fa paura, e mi chiedo...è questa la stabilità di cui si parla in un rapporto? Le chiamate sempre più rare, poche sorprese se non in occasioni speciali. Diventa tutto così? Cerco di capirlo in prospettiva del futuro, e penso al fatto che per lui fosse tutto perfetto, ma se mi è accaduto ciò allora forse non lo era. Negli ultimi tempi mi sono sentita quasi sposata..può essere una sensazione bella, ma forse prematura per la mia età. Le chiamate sempre più sporadiche, ridotte all'osso. Dei nostri sentimenti se ne parlava sempre poco, se non ridotti a nomignoli e tenerezze che a volte mi facevano sentire come una bambina. Una sensazione che negli ultimi tempi aveva iniziato a darmi fastidio, come se avessi bisogno sempre di una guida.
A ciò la frase "Tanto ci conosciamo. Concentriamoci sul nostro futuro, su quello che dobbiamo fare, tanto poi possiamo sempre vederci". Magari può essere anche bella una tale comprensione, ma mi chiedo se inconsciamente non è sottrarre tempo al noi, mettere da parte troppo? Darsi eccessivamente scontati?
Certo, alle volte ragiono se forse avrei dovuto lavorare su quelle crepe della mia vecchia relazione, ma quando ci ho pensato prima di chiudere dentro me mi chiedevo perché avrei dovuto rinunciare ad una persona così, con la quale ho avvertito una sintonia mai provata. Ho pensato che non me lo sarei voluto perdere. Lo so da un lato, la stabilità e le sicurezze dei 5 anni, ma dall'altra sentivo che la vita mi stesse dando un'opportunità ed io la volevo.
Al di là di tutto allora vivo questa felicità, ma la mia domanda a cui forse il tempo mi darà risposta è cosa allora può rendere un rapporto forte dopo l'esperienza che ho avuto. E' chiaro, avrò anche io le mie colpe come sicuro quella alle volte di aver accettato troppe cose che non andavano, anche perché alla fine poi di rado la ragione andava a me e dopo un po' mi ero stancata di combattere, e probabilmente si è finiti per trascurarsi a vicenda. I confronti tra noi sono stati in fondo sempre pochi, anche perché quando iniziavano lui i riteneva sempre poco importanti o se ne usciva sempre dicendo che io ero pesante. Se io ero pesante, direi che lui fosse alquanto pigro.
Io però sento di non avere rimpianti. Mi dispiace per il dolore che ho dato, ma non tornerei indietro. Tutti ci davano ormai per sposati lo so, ma ora ho la sensazione di sentirmi libera nonostante sia legata ad una persona nuova.
Sto amando in un modo così completo e diverso che ho solo voglia che pian piano il tempo stabilizzi questo turbine di emozioni.

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5 MAG 2015

Ciao Aurelia...
ho quasi l'impressione che tu ti senta un po' in colpa perché alla fine di tutto il racconto, dove hai spiegato quanto hai razionalizzato ed elaborato da sola la chiusura della tua prima storia importante, perché ti senti "meno male" di quanto ti saresti aspettata.
Al di là del fatto che tu possa sentire che G. è la persona giusta per te, e questo sarà solo il tempo a dirtelo, immagino tu abbia chiuso la precedente relazione con un punto, senza ripensamenti.
Il tuo ex fidanzato non ha mai dato dimostrazione di volerti capire davvero e anche se ha una famiglia unita sembra proprio che abbia sviluppato un "sano egoismo" ma che non abbia appreso come creare una vera intimità da quanto racconti, non c'è da stupirsi che non si aspettasse una chiusura da parte tua, vedi per lui andava tutto così bene! E inoltre si sentiva "inattaccabile" come potevi trovare di meglio, lui così bello e così buono!
Non farti più domande ma vivi questa nuova relazione, per tutta la gioia che può darti e sii grata anche per l'esperienza precedente per tutto ciò che di bello ha potuto darti ma è di fatto conclusa.
Hai diritto di guardare avanti!

Claudia Popolillo - Studio Logos Psicologo a Lodi

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4 MAG 2015

Cara Aurelia,
è difficile capire ciò che accade mentre sta accadendo, poichè siamo immersi nel momento attuale e non stiamo valutando cosa potremmo fare o scegliere ma agiamo e scegliamo. Rimanga nel flusso del presente e continui a viverlo pienamente anche se sembra confuso e crea incertezza.
Il momento della riflessione verrà..

Un caro saluto

Dssa Daniela Sirtori - Monza

D.ssa Daniela Sirtori Psicologo a Villasanta

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4 MAG 2015

Cara Aurelia,
è stato bello leggere la sua lettera, lo è stato in particolare perchè consente di vivere (anche se da spettatori) un percorso di crescita. Quello che lei, con partecipazione ed emozione ha descritto, è questo: la crescita di una ragazza e con essa l'evoluzione delle sue emozioni, delle sue esigenze, del suo modo di relazionarsi con se stessa e gli altri. Ha descritto l'involuzione di un rapporto che progressivamente non è riuscito a tenere il suo passo ed il nascere di uno che è maggiormente nelle sue corde in questo momento di vita. Le emozioni, le paure, le incertezze che lei riporta sono assolutamente legittime e funzionali, l'aiutano a restare nel qui ed ora, l'aiutano ad ascoltarsi e ad agire di conseguenza.
Ha fatto tanto ed è importante che se lo riconosca...i cambiamenti però sono stati tanti ed è giusto che con i suoi modi e tempi li viva, li assapori e li metabolizzi. E se lo riterrà opportuno in questo percorso potrà decidere di lasciarsi affiancare da un professionista che potrà essere per lei strumento attraverso cui con maggiore tranquillità e possibilità di confronto compiere questo viaggio di conoscenza ed esplorazione.
Cordiali saluti

Dott.ssa Stefania Valagussa Psicologo a Concorezzo

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