Timido, introverso e ansioso: quali differenze?

La paura di essere giudicati e le esperienze negative del passato possono bloccare completamente chi soffre di ansia sociale.

13 OTT 2017 · Tempo di lettura: min.
Timido, introverso e ansioso: quali differenze?

Confondere i significati delle parole ci può portare a valutare in maniera errata il nostro problema.

Spesso diciamo che ci sentiamo "depressi" o che siamo "bipolari" quando abbiamo sbalzi d'umore, senza soffrire di nessuno di questi disturbi. Utilizzare queste parole con leggerezza e senza cognizione di causa non ci permette di capire realmente qual è il nostro problema. Non è lo stesso avere un momento di tristezza che avere una depressione.

Spesso si fa una confusione simile con tre termini: timidezza, introversione e ansia sociale.

Qual è la differenza fra questi tre stati d'animo? Cerchiamo di fare chiarezza.

La timidezza

Le persone timide non si sentono propriamente a loro agio quando devono affrontare determinate situazioni sociali. Solitamente, la timidezza si manifesta tramite segnali fisici (arrossire, sudare, ecc.) o attraverso segnali verbali e non (essere goffi, evitare di guardare negli occhi dell'interlocutore, balbettare, ecc.). In diversi casi, le persone timide cercano di evitare alcune situazioni perché hanno paura di esporsi al giudizio degli altri. Tuttavia, questa inibizione può diminuire col tempo, quando riescono a sentirsi più a loro agio nel nuovo ambiente. Se la timidezza diventa patologica, tanto da compromettere la vita quotidiana della persona, può trasformarsi in ansia o fobia sociale.

L'introversione

L'introversione viene confusa spesso con la timidezza perché entrambi gli stati d'animo hanno alcune caratteristiche comuni. La persona introversa, infatti, più che timida è riservata, non ama particolarmente le situazioni sociali e preferisce stare da sola e parlare dei propri sentimenti con un piccolo gruppo di persone. Per la nostra cultura essere estroversi ed essere sempre "connessi" con gli altri è una virtù; l'introversione, invece, viene vista come caratteristica piuttosto negativa. In realtà le persone introverse hanno bisogno, più degli altri, di stare da sole, di riflettere e per loro le situazioni sociali possono essere estenuanti.

Si tratta semplicemente di un aspetto della personalità non di un problema: gli introversi sanno ascoltare e, se vogliono, sono perfettamente in grado di comunicare in maniera efficace.

L'ansia sociale

Si tratta di un vero e proprio disturbo che porta i sintomi della timidezza all'estremo. A causa dell'ansia scatenata dai contesti sociali, infatti, chi ne soffre non riesce a vivere serenamente le sue giornate. La paura di essere giudicati e le esperienze negative del passato possono bloccare completamente questa persona, compromettendo non solamente le sue relazioni sociali ma anche il suo lavoro. Spesso l'ansia prende il sopravvento molto prima che si presenti la circostanza sociale temuta e, per questo, chi soffre di ansia sociale tende a evitare il problema non affrontando la situazione.

Molto spesso l'ansia porta a soffrire di attacchi di panico e di altre manifestazioni fisiche che sottolineano la paura di affrontare le relazioni sociali. Questo disturbo solitamente è la conseguenza di episodi o traumi vissuti durante l'infanzia che causano sentimenti di inadeguatezza e di vergogna. Questo disturbo può essere superato grazie all'aiuto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta che dovrà scoprire le origini del disturbo e potenziare l'autostima del paziente.

E tu? Sei timido, introverso o ansioso?

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Commenti 1
  • Agostino Perna

    Non è un commento ma una richiesta se possibile: vorrei che mi venisse indicato un professionista esperto in relazioni sociali possibilmente quanto più vicino possibile al mio luogo di residenza Ringrazio.

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