Si può salvare un matrimonio? Ma esiste il matrimonio felice?

Le crisi durante un matrimonio possono essere evitate o risolte attraverso un percorso di psicoterapia di coppia, in cui sviluppare capacità emotive di ascolto, comprensione ed empatia.

9 MAR 2020 · Tempo di lettura: min.
Si può salvare un matrimonio? Ma esiste il matrimonio felice?

Nelle sale di psicoterapia frequentemente le coppie si pongono queste domande. I dati emersi in numerose ricerche ci dicono che le possibilità che un primo matrimonio finisca in un divorzio sono del 67%; metà di questi divorzi si hanno nei primi 7 anni. Il tasso di divorzio in unioni conseguenti a seconde nozze è maggiore del 10%, rispetto ai divorzi nell'ambito del primo matrimonio. Le possibilità di divorziare rimangono talmente alte che tutte le coppie sposate dovrebbero fare uno sforzo per mantenere saldo il legame. In realtà questo succede, in prevalenza, quando nel nucleo ci sono dei figli.

I dati Istat di recente confermano in Italia un forte calo dei matrimoni e l'aumento dei divorzi, più che quadruplicati dal 1991. Sono dati che davvero sconcertano!

Uno dei motivi per cui un matrimonio finisce è che i coniugi capiscono che qualcosa non sta funzionando solo quando è troppo tardi. Troppo spesso un matrimonio è dato per garantito e non si fa nulla per alimentarlo. Un matrimonio infelice aumenta le probabilità di ammalarsi del 35% e può persino abbreviare la vita. La causa potrebbe essere questa: in un matrimonio conflittuale, le persone sperimentano una specie di irritazione cronica, ovvero si sentono stressate dal punto di vista fisico ed anche da quello emotivo.

Questo non fa altro che aggiungere logoramento al corpo ed alla mente e può presentarsi sotto forma di varie patologie: pressione alta e malattie cardiache, ansia, depressione, desideri suicidi ed omicidi, violenza, abuso di farmaci o di altre sostanze.

Fortunatamente tutto questo può essere evitato o risolto attraverso un percorso di psicoterapia di coppia.

Quando si tratta di salvare un matrimonio, il rischio è molto alto per tutti i membri della famiglia: proprio per questo è opportuno fare tutti i tentativi e le sperimentazioni possibili, nella direzione di un cambiamento della dinamica relazionale. Quando le coppie si trovano in conflitto, sia che esso si manifesti come una banale baruffa, come un litigio pieno di strilli e rancore o un ostinato silenzio, il punto fondamentale è "andare oltre il combattimento", abbandonare l'antagonismo delle rispettive posizioni.

Una strategia raccomandata per la risoluzione dei conflitti è l'ascolto attivo. Durante una controversia, i due membri della coppia sono più concentrati sui propri rispettivi interventi e presi dal far valere il proprio punto di vista che da ciò che sta dicendo l'altra persona. Ma ascoltare richiede uno sforzo superiore a quello che facciamo quando parliamo. È importante che l'altro si senta ascoltato. 

È questo l'atteggiamento, la strategia utilizzata dal terapeuta di coppia, che segue, tenta di comprendere e amplifica il messaggio sostenuto da una persona, per renderlo accessibile all'altra. Un aiuto importante può esser garantito da un maggior contatto con le nostre emozioni e dalla possibilità di verbalizzarle. La frase "Mi sento trascurata/o…" ha un altro impatto rispetto alla frase: "Mi stai trascurando". Ciò significa imparare a coltivare nel tempo quella qualità che Goleman chiama l'intelligenza emotiva, ovvero la capacità di rimanere in contatto con le emozioni proprie ed altrui, rispettandole. Più una coppia riesce ad essere emotivamente intelligente, ovvero più è capace di comprendere, onorare e rispettare l'altro, più vivrà una relazione felice.

Coloro i quali abbiano elaborato ed utilizzato poco questa capacità possono impegnarsi a svilupparla e a farne strumento per una comunicazione efficace ed empatica. Anche attraverso la psicoterapia.

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Scritto da

Dott.ssa Annalisa Tirelli

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