La difficoltà di chiedere aiuto: sentirsi soli

L'obiettivo di questo articolo è quello di suscitare interrogativi nella mente del lettore rispetto al tema della solitudine che sfocia nella difficoltà di chiedere aiuto agli specialisti.

19 OTT 2021 · Tempo di lettura: min.
La difficoltà di chiedere aiuto: sentirsi soli

Ho deciso di scrivere questo articolo spinto da 2 principali motivi:

  1. invitare il lettore a riflettere su un tema che ritengo importante: la difficoltà di chiedere aiuto ed esternare il proprio malessere;
  2. spronare le persone che hanno bisogno di aiuto a trovare il coraggio e la motivazione di rivolgersi ai professionisti della salute mentale.

1) Dare al proprio dolore l'importanza che merita

Perché, a volte, è cosi difficile affidarsi a uno specialista quando si sta male emotivamente? Quanto spesso capita di sentire qualcuno pronunciare frasi del tipo: "i miei problemi me li risolvo da solo. Se non riesco a capirmi, come può riuscirci un'altra persona?".

Nella mia esperienza clinica con i miei pazienti, mi capita frequentemente di ritrovarmi davanti a persone inizialmente spaventate, scarsamente motivate e timorose di aver fatto la scelta sbagliata nel chiedere un consulto psicologico. Ma cosa rende così difficile per le persone chiedere aiuto? Credo che la parte più complessa risieda nel riuscire a dare al proprio dolore l'importanza che merita. Pertanto, la parte difficile viene ancora prima del chiedere aiuto affidandosi ad un professionista. Si tratta, infatti, di scegliere di dedicare del tempo a quel malessere che, silenziosamente, inizia ad avere un impatto più o meno negativo su vari aspetti della vita, dalla sfera lavorativa a quella socio-relazionale e affettiva.

Solo dopo che hai realmente scelto di "dedicarti del tempo" è più semplice prendere il telefono e digitare il numero di uno Psicologo.

2) La sofferenza psichica genera confusione

Stare male psicologicamente, spesso, può portare una persona a reagire in diversi modi: sottovalutando i propri problemi, isolandosi, vergognandosi di sentirsi "deboli", sviluppando stati ansiosi o depressivi, comportamenti aggressivi o autolesivi e molto altro. Quando è possibile, le persone provano a confrontarsi con un amico/a o con un parente, ma questo non basta. Di fronte al "malessere psichico" non credo che possa bastare una parola di conforto, perché la mente è talmente complessa che se bastasse una parola di conforto non esisterebbe la sofferenza mentale.

Credo, invece, che sia necessario fare un piccolo sforzo in più. Colui che soffre è già al corrente del fatto che dovrebbe trovare il modo di reagire al proprio dolore (così come gli/le viene rimandato dall'esterno). Il problema consiste nel trovare gli strumenti più adatti per capire e gestire tale malessere. Talvolta non è facile neanche confrontarsi e parlare con le persone presenti nella propria quotidianità, e in quel caso si rischia di cadere ancor di più nel vortice della solitudine: un circolo vizioso la cui sensazione dominante è quella di sentirsi distante da tutto e da tutti, e che nulla possa migliorare la situazione.

3) La Psicoterapia come possibilità

Chiedere aiuto e iniziare un percorso di Psicoterapia vuol dire fare un primo passo per uscire da quel vortice di sofferenza. Vuol dire darsi la possibilità di sentirsi un pò meno soli in presenza di qualcuno (il terapeuta) che accoglie, non giudica e ascolta le parole silenziose e sofferte, suggerendo nuovi spunti e nuove prospettive ( Michell, 1993) . La terapia non è "comoda", è scomoda per certi versi. Talvolta può essere più lunga e impegnativa, e richiede sacrificio e impegno da parte di entrambi: psicologo e paziente.

È quando le problematiche personali diventano invalidanti, ovvero rendono difficile vivere bene, che diviene indispensabile ascoltare quel campanello d'allarme e prendersi cura della propria salute mentale.

Come riconoscere e dare importanza al proprio dolore? La risposta risiede nell'entrare in contatto con i propri sentimenti e le proprie emozioni e iniziare a fare un primo passo a partire dalla condivisione del proprio vissuto. È difficile chiedere aiuto quando ci si sente soli, ed è per questo che è importante darsi la possibilità di stare meglio e trovare uno spazio di espressione e di sfogo.

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Scritto da

Dott. Gabriele Fichera

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Bibliografia

  • Mitchell. S, Speranza e timore in Psicoanalisi, 1993, Bollati Boringhieri, Torino.

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