Indizi di tossicità relazionale

​Nell'ambito delle relazioni affettive, i segni che noi si stia vivendo una tossicità di coppia, per fattori psicopatologici o anche per mero egoismo di una delle parti, sono diversi. Proviamo ad analizzare alcuni indizi...

18 GEN 2024 · Tempo di lettura: min.
Indizi di tossicità relazionale

Nell'ambito delle relazioni affettive, i segni e i sintomi che noi si stia vivendo una tossicità di coppia, per fattori psicopatologici o anche per mero egoismo di una delle due parti, sono diversi. Possiamo, tuttavia, provare ad analizzare alcuni indizi, certi più comuni, altri di più difficile intercettazione, che ci potrebbero consentire un certo potere preventivo. Si rammenta che questi temi possono essere propri a uomini e donne, come manifestarsi in coppie omosessuali. In questo articolo, la prima parte di un testo che, complessivamente, prenderà in analisi sei fenomeni di tossicità relazionale, esamineremo tre fattori "indiziari", ovvero: la manipolazione emotiva, il discontrollo degli impulsi, la reciprocità.

Segnali di tossicità nella coppia

Si noterà, fin da subito, che ciò di cui parleremo ha spesso a che fare con il concetto di violenza privata, cioè il costringere persona mediante minaccia o violenza fisica e soprattutto psicologica (soprattutto in quanto più frequente), a fare, omettere (cioè, non fare) o tollerare qualcosa. E, non ultimo per importanza, il lettore non dimentichi la doppia prospettiva: il tema della tossicità relazionale riguarda gli uomini come le donne, le coppie eterosessuali come quelle omosessuali, maschili e femminili.

La Manipolazione emotiva è, in effetti, un termine ombrello comprendente diversi fenomeni; moltissime situazioni hanno la capacità di manipolare la nostra emotività, grazie al cielo anche per il meglio. Non è il caso, ad esempio, del gaslighting, uno dei fenomeni più noti nell'ambito delle relazioni tossiche che ha la finalità decisamente maligna non solo di manipolare la nostra emotività ma anche la nostra percezione della realtà, con il risultato di generare profondo malessere. Tuttavia, in questa sede, è più utile analizzare fenomeni più tenui ed obliqui, ovvero meno facili da intercettare. Forme di manipolazione emotiva molto diffuse possono essere quelle legate al silenzio punitivo, a meccanismi di aggressione passiva, al non mostrarsi mai soddisfatti dei nostri sforzi liquidando ogni nostra fatica con un "Va be', lascia perdere…" come se fossimo delle cause perse, iniettando costantemente l'idea di noi come partner che non capiscono, non sono abbastanza sensibili, sono costantemente deludenti o stupidi, logorando, quindi, la percezione della nostra stessa capacità di percepirci capaci socialmente e relazionalmente.

Altre forme passivizzate di manipolazione sono quelle legate all'affettività, cioè, privare la persona di momenti di cura, dolcezza, carineria, o anche, cosa affatto non rara, privarla di contatti sessuali, per cui il sesso diventa una carta di scambio molto pesante a livello relazionale. Ecco che, a questo livello, è già possibile avvertire il tema di violenza privata: "Se fai quello che voglio io ti concederò sesso, altrimenti ti priverò del sesso". Comprendiamo, quindi, che la priorità del partner tossico non è l'armonia della coppia ma la garanzia di una propria posizione privilegiata nella coppia (notare la cifra narcisistica). Ricordiamo, inoltre, che la posizione privilegiata non è necessariamente legata a qualche tornaconto pratico e misurabile ma può sussistere "solo" per garantirsi un ecosistema di copia patologico al quale noi dobbiamo sottometterci e non creare nessun tipo di cambiamento. Ecco perché, spesso, non veniamo lasciati da un partner tossico, ipercritico, violento: perché la nostra eventuale passività, la nostra collusione, consente un vantaggio che altrove, o con altri partner, il primo non potrebbe avere. Quindi siamo svalutati ma necessari.

Circa il discontrollo degli impulsi, esso è un fenomeno non così comune, tuttavia è uno di quegli indizi di tossicità che, proprio per sua natura, difficilmente può essere celato a lungo e, quindi, emerge molto velocemente in tutta la sua problematicità. Il fenomeno è proprio di quelle persone che non riescono a controllare la loro emotività, soprattutto quella legata alla rabbia e all'aggressività. Stiamo parlando di persone che facilissimamente perdono la pazienza, per esempio, alla guida, o che tendono ad alzare la voce, a strillare a gridare, a bestemmiare nei litigi ma anche in situazioni che la maggior parte delle persone affronterebbe con più calma e senza trascendere.

Segnali di tossicità nella coppia

Potremmo dire, ironicamente, che la buona fede di questa loro posizione è provata dal fatto che sovente, chi ha un problema di gestione degli impulsi rabbiosi ed aggressivi, causa dei danni a sé medesimo ad esempio lanciando oggetti, distruggendo dei propri beni (mobili, smartphone, …). Una forma plateale di discontrollo, eccessiva ma poi non così rara nei racconti di relazioni tossiche, è quella legata alle crisi, che di primo acchito verrebbero definite di nervi, per cui, quando si litiga, si ha la manifestazione di reazioni regressive, infantili, buttandosi per terra, sbattendo la testa a terra, o colpendosi la testa coi pugni, tirandosi i capelli... Queste manifestazioni eccessive (nondimeno non così rare come si potrebbe intendere!) non solo sono fenomeni poco tranquillizzanti circa l'equilibrio psichico di chi le mette in pratica ma anche perché, ricordiamolo, una persona che perde il controllo dei propri impulsi può arrivare a fare cose terribili, involontariamente; ad esempio, spingere qualcuno che cade all'indietro e batte la testa, realizzando quindi un omicidio preterintenzionale. Ora, questo è l'eccesso, nondimeno, il fenomeno del discontrollo degli impulsi è sicuramente da attenzionare, poiché, senza entrare in tecnicismi, esso è sovente connesso ad altri problemi importanti e a certi quadri caratteropatici, ad esempio il quadro antisociale.

Reciprocità o, meglio, la non-reciprocità nelle relazioni tossiche! Il concetto della reciprocità è nodale come misura di ogni relazione che si possa dire profondamente sana. Tuttavia, circola da secoli l'idea il non plus ultra dell'espressione dell'amore sia l'amore incondizionato, quello che viene dato a prescindere da ciò che si riceve, un'idea di amore che ha, tuttavia, più a che fare con il mito cristiano (l'amore sacrificio di sé) o con l'amore genitoriale verso il neonato, piuttosto che con il legame di coppia. In realtà, nella relazione affettiva normale è davvero malsano costruire o accettare relazioni che abbiano la non-reciprocità affettiva come perno, confondendo o pretendendo di percepire la nostra relazione come eccellente nella misura in cui noi siamo capaci di amare sempre e comunque, a prescindere da come veniamo amati e trattati.

È invece molto importante, molto sano, che ci sia, come dire, un "do un des" affettivo, ovvero un "Ti amo perché mi ami", "Il tuo amore richiama la mia capacità di amare", qualcosa che richiama il dantesco "Amor che al cor gentil ratto s'apprende". Tutto ciò non va confuso con una visione strumentale dell'altro ma si va a connettere con una dimensione di equilibrio, di complicità, di collaborazione, soprattutto se la finalità è il commitment relazionale, l'impegno, la progettualità di coppia verso il futuro.

Ecco che, quindi, nel momento in cui ci viviamo relazioni per le quali ci percepiamo in dimensioni asimmetriche, in dimensioni in cui c'è una differenza fra quello che diamo è quello che riceviamo, possiamo stare certi di essere finiti in una relazione affettiva non buona, una dinamica che, magari, possiamo anche aver generato noi stessi quelle volte che ci siamo "attardati" in relazioni delle quali non eravamo convinti. Diventa chiaro, quindi, che non è necessaria una psicopatologia per generare relazioni tossiche! Anche noi, perciò, possiamo trovarci a ricevere più di quanto diamo soffermandoci in relazioni che magari sono comode perché facciamo quello che vogliamo ma leghiamo persone delle quali non siamo interessate davvero e, seppur non malignamente, diamo vita a una di quelle sfortunate relazioni connotate da asimmetria anaffettiva, da non reciprocità.

PUBBLICITÀ

Scritto da

dott. Alessandro Pedrazzi

Bibliografia

  • Dreeke R. (2020). Il codice del profiler. Mondadori Libri, 2021.
  • Kernberg F.O. (2016). Odio, rabbia, violenza e narcisismo. Casa Editrice Astrolabio, Roma, 2020.
  • Nivoli G. et al. (2022). Le relazioni umane pericolose. Manuale di prevenzione vittimologica. Piccin Nuova Libraria, Padova.
  • Oldman J.M., et al. (2017). Trattato dei disturbi di personalità. Raffaello Cortina Ed., Milano.
  • Turvey B.E. (2015). Forensic Victomology. Second Ed. Academic Press. Cambridge, Massachusetts
  • Volterra V. (a cura di) (2006). Psichiatria forense, criminologia ed etica psichiatrica. Seconda Ed. Ristampa. Edra, Milano, 2017.

Lascia un commento

PUBBLICITÀ

ultimi articoli su terapia di coppia

PUBBLICITÀ