Il disturbo ossessivo compulsivo: sintomi, descrizione e possibili cause

In questo articolo tratto le caratteristiche del disturbo ossessivo compulsivo e le sue possibili cause

29 GEN 2020 · Tempo di lettura: min.
Il disturbo ossessivo compulsivo: sintomi, descrizione e possibili cause

Secondo il Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali, DSM 5, il disturbo ossessivo compulsivo si manifesta con la presenza di ossessioni, cioè pensieri ossessivi e/o compulsioni, ossia atti necessari a ridurre la pressione causata dalle ossessioni.

Per spiegarmi meglio, le ossessioni sono pensieri irrazionali e inopportuni, idee non volute o impulsi che in maniera ripetuta, frequente e invasiva entrano nella mente di una persona. Tali pensieri possono riguardare cose da fare, o già fatte o timori più o meno razionali come ad esempio: "Ho le mani sporche, le devo lavare". "Non ho chiuso il gas della cucina", " Causerò del male ai miei figli", e così via.

Inizialmente l'individuo che soffre di tale disturbo si rende conto dell'irrazionalità dei pensieri, ma poi in una fase più acuta si convince che le sue ossessioni sono reali e tentare di non pensarci o ridurle crea un maggiore stato d'ansia.

A questi pensieri incontrollabili la persona risponde in genere con comportamenti ritualizzati e ripetitivi che prendono il nome di compulsioni, come ad esempio lavarsi le mani, contare, controllare, raccogliere e metter ordine. Questi gesti, a cui il soggetto si sente quasi costretto, provocano un momentaneo sollievo dall'ansia dell'idea ossessiva, ma senza costituire una reale soddisfazione e una sensazione di compimento.

Di seguito riporto in sintesi i sintomi più comuni del disturbo ossessivo compulsivo.

  • Controllo ripetitivo delle cose e delle azioni svolte, prima di sentirsi abbastanza sicuri di andare o uscire di casa.
  • Timore di causare danni o fare del male ad altri.
  • Timore di essere sporchi e contaminati.
  • Eccessiva preoccupazione relativa ad imperfezioni del corpo.
  • Pensiero magico come ad esempio sentirsi guidati dai numeri, bisogno di contare un numero preciso di volte certe azioni svolte.
  • Eccessiva preoccupazione relativa ai peccati o alla blasfemia.

Inoltre il Disturbo Ossessivo Compulsivo si manifesta con una sorta di "dubbio patologico" in quanto chi ne soffre non si sente in grado di distinguere tra ciò che è possibile, probabile e improbabile. Generalmente il disturbo si manifesta durante l'adolescenza o nell'età adulta.

Per quanto riguarda le cause del disturbo ossessivo compulsivo, i ricercatori ritengono che sia causato da uno squilibrio chimico nel cervello, in particolar modo riguardante la serotonina che è un neurotrasmettitore che coadiuva la comunicazione delle cellule nervose implicata anche nell'alterazione dell'umore.

Inoltre i ricercatori hanno scoperto che le persone affette da questo disturbo presentano un aumento del metabolismo nei lobi frontali e basali del cervello, possibile causa dei movimenti ripetitivi, rigidità e mancanza di spontaneità.

Da un punto di vista psicodinamico il disturbo ossessivo compulsivo potrebbe essere correlato ad un forte senso di inadeguatezza e disistima, non espresso o addirittura non del tutto consapevole, che si estrinseca in un estremo desiderio dell'individuo di essere visto, amato, apprezzato dall'Altro, percepito tuttavia come rifiutante e distaccato. Di conseguenza si attiva un atteggiamento che mira a soddisfare aspettative proprie ed altrui estremamente elevate e a volte idealistiche: i soggetti si impegnano, fanno di tutto per farsi trovare sempre preparati, dare il massimo, ed essere impeccabili, perfetti, e aderenti alle regole. Alla base di tale atteggiamento vi sarebbe uno stile di attaccamento alla figura di riferimento di tipo insicuro ambivalente.

Un ulteriore causa psicologica potrebbe risiedere nella precoce "castrazione" e blocco di tentativi di esplorazione e autonomizzazione nella prima infanzia. In tale senso i soggetti possono aver sperimentato una forte frustrazione e il vissuto che le loro iniziative personali non siano accettabili e pertanto è meglio attenersi rigidamente alle regole e ai costrutti oggettivi dati dal controllo attivo e attento sulla realtà.

In altri termini i soggetti affetti da questo disturbo sono convinti che le proprie sensazioni e emozioni debbano essere sempre controllate, poiché ritenute sbagliate, inappropriate non accettabili. Ma non solo, il pensiero di esternare i propri piani spontanei e ritenuti erroneamente ma inequivocabilmente indegni li fa temere ritorsioni e punizioni più o meno idealizzate, fantasiose e irrealistiche perciò tentano di controllare i loro affetti, si mostrano rigidi, formali, non si lasciano andare, tanto da apparire "freddi" e "poco espansivi".

Infine è spesso presente un forte senso di colpa determinato dalla convinzione di poter arrecare danno a sé e/o agli altri che si esplicita spesso in rabbia verso se stessi quando non sentono di aver soddisfatto le aspettative o non sentono di essersi controllati abbastanza.

Un percorso psicoterapico può essere utile per elaborare tali vissuti, favorire la presa di coscienza delle proprie convinzioni erronee e sviluppare un migliore adattamento, sostenuto da un atteggiamento più positivo nei confronti di se stesso e delle proprie risorse.

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Scritto da

Dottoressa Romano Morena

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