Conflittualità e comprensione nella coppia

Come ravvivare comunicazione e dialogo tra i partner, ridefinire i confini interpersonali e anche della coppia rispetto alle famiglie d’origine, grazie alla psicoterapia di coppia.

3 APR 2019 · Tempo di lettura: min.
Conflittualità e comprensione nella coppia

Le coppie soddisfatte sono caratterizzateda un'alta qualità della comunicazione. Quest'ultima è intesa come capacità di riconoscere i reciproci punti di vista e le reciproche emozioni, e come processo grazie al quale i partner possono raggiungere e mantenere la comprensione reciproca. Alla comunicazione viene attribuito il senso di "communio" [1], cioè di dono reciproco e di costruzione reciproca di un confine di coppia.

La conflittualità nelle coppie spesso insorge in seguito alle attese reciprocamente deluse e a modalità e atteggiamenti relazionali e comunicazionali ostruttivi riguardo alla possibilità di edificare un sano contesto di negoziazione duale. Talvolta, a fronte di rigidità elaborativa, i conflitti vanno a interessare anche il livello somatico e in particolare la sfera sessuale.

È importante considerare che, nel contesto della famiglia nucleare, inferiscono tutti gli eventuali irrisolti relativi a quello delle famiglie d'origine. Quando infatti i partner non sono ancora svincolati dalle loro famiglie di origine, ciascuno tende a riprodurre con l'altro modalità relazionali e conflitti non risolti con il genitore dell'altro sesso. Whitaker parla di "divorzio dalle famiglie di origine" [2] nel senso che c'è bisogno di divorziare come marito dalla propria madre e come moglie dal proprio padre, e quindi essere figli.

Nel corso di una psicoterapia di coppia viene allestito un setting in cui è possibile fare un po' di ordine e pulizia, riguardo ai confini soggettivi - interni alla coppia - e ai confini tra la coppia e le famiglie d'origine - esterni. Inoltre, si viene aiutati a canalizzare produttivamente la conflittualità, a confrontarsi nel litigio, anche a percorrere una via "aggressiva" all'amare.

Per esempio, è possibile vedere come il litigare - che si vorrebbe eliminare - non sia da aborrire, può ad esempio permettere l'attivarsi di un confronto. La rabbia, infatti, quando può essere "accolta" e quando la si può "dire" in modo appropriato ha in sé un potenziale emancipativo, può aiutare i partner a costruire dei confini più sani.

Se invece è solo male agìta o repressa non può che essere distruttiva, può portare alla rottura della relazione e anche far ammalare.

La valenza distruttiva, violenta, nasce infatti dall'isolamento, dal percepire come un "muro", dal non sentirsi visti e non vedere l'Altro. Appunto l'incomunicabilità, come nel quadro di Munch '"Due persone sole". Nel dipinto, un uomo e una donna guardano lo stesso orizzonte, ma loro non si guardano.

La rabbia e il litigio possono avere quindi una funzione evolutiva, costruttiva e anche protettiva della coppia: aiutare i partner a distinguersi, mantenendo una propria identità, quindi permetterne l'individuazione, premessa questa per essere uniti.

Questa profilassi - ripulire i confini - è propedeutica al superamento dell'autoreferenzialità che consente di accedere anche alla negoziazione adulta e ad ogni logica di sistema.

Infatti, le difficoltà di coppia non sono legate ai differenti contenuti ma ad una difficoltà nel negoziarli. Alla difficoltà di andare oltre se stessi e respirare l'Altro per com'è. La psicoterapia sollecita proprio le corde negoziali, addestra al confronto con l'Altro e con un altro punto di vista.

Un modo di comunicare, di prendersi cura della relazione, è anche far conoscere all'altro il proprio vissuto, piacevole o spiacevole che sia, la possibilità di una condivisione, di avere cioè uno sguardo sia su di sé, sia sull'Altro. Infine, una coppia sana si può consentire una dialettica continua tra unione e separazione, tra appartenenza e individuazione.

«È una cosa veramente bizzarra, ma più due persone sono vicine, più sono separate. Se non riescono a separarsi, non possono nemmeno aumentare l'intimità. Se non possono aumentare la loro individualità non possono nemmeno aumentare il loro stare insieme. Più sei libero di stare con gli altri, specialmente con tua moglie, più ti senti libero con te stesso. Più sei con te stesso e più puoi essere con lei», [3].

Articolo di Maria De Cola, Psicologa e psicoterapeuta iscritta all'Ordine degli Psicologi della regione Campania


[1] E. SCABINI, V. CIGOLI, Il famigliare, Cortina ed. Milano, 2000

[2] C. A. WHITAKER, Considerazioni notturne di un terapeuta della famiglia, ed Astrolabio, Roma, 1990

[3] Ibidem.

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Scritto da

Dott.ssa Maria De Cola

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