Cos'è la psicologia infantile?
La psicologia infantile è una branca della psicologia che si occupa principalmente del comportamento e della fase di crescita dei più piccoli, dalla nascita fino all'adolescenza. Gli psicologi infantili, infatti, si dedicano a tutti quei disturbi psico-fisici che si possono presentare durante la fase dell'infanzia. Questa branca della psicologia studia tutti i fattori che possono influenzare la crescita dei bambini, da quelli ambientali a quelli biologici.
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Quali sono i problemi più frequenti nei bambini?
I professionisti specializzati in psicologia infantile si occupano di diagnosticare e di aiutare a ridurre o a superare diversi tipi di disturbi che si possono presentare durante la fase dell'infanzia. Fra i problemi più frequenti che si possono manifestare durante questo periodo sono:
- mutismo selettivo;
- autismo;
- bullismo;
- fobie;
- A.D.H.D. (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività);
- balbuzie;
- ritardo mentale;
- problemi scolastici;
- crisi adolescenziali;
- disturbi dell'apprendimento;
- ansia;
- disturbi dell'umore.
Quali sono le paure e le fobie più frequenti nei bambini?
È piuttosto normale che, durante l'infanzia, il bambino abbia paure passeggere. Man mano che scoprono il mondo circostante, questi timori iniziano a scomparire. Tuttavia, in alcuni casi, queste paure possono diventare croniche e trasformarsi in vere e proprie fobie e in disturbi psicologici. Le principali paure e fobie dei bambini sono:
- paura del buio;
- paura dell'abbandono o della separazione;
- paura dei rumori forti;
- paura degli animali;
- paura dei medici;
- paura del fallimento;
- fobie specifiche;
- fobia scolare;
- fobia sociale.
Quali sono le tappe dello sviluppo infantile?
Esistono diverse teorie per suddividere le varie tappe di sviluppo dell'infanzia. Una delle più utilizzate è quella dello psicologo svizzero Jean Piaget:
- 0-2 anni: nello stadio sensomotorio il bambino cerca di capire il mondo circostante attraverso la manipolazione degli oggetti, anche se non è ancora in grado di comprendere la realtà che lo circonda. In questa fase il bambino comincia ad apprendere la cosiddetta "permanenza dell'oggetto" ossia a comprendere che gli oggetti continuano a esistere, anche se non si trovano nel suo campo visivo;
- 2-7 anni: nello stadio preoperatorio il bambino comincia a utilizzare il pensiero simbolico, in quanto è capace di parlare, ma non è in grado di comprendere un punto di vista esterno al proprio. Inizia a comprendere il mondo che lo circonda attraverso l'intuizione e l'imitazione;
- 7-12 anni: nello stadio delle operazioni concrete il bambino non si basa più solamente sull'intuizione ma anche sulla razionalità. Utilizza la logica e riesce a classificare gli oggetti in diversi modi;
- 12 anni in poi: nello stadio operatorio formale inizia l'adolescente e il bambino comincia a utilizzare anche il pensiero astratto.
Quando portare un bambino dallo psicologo infantile?
Spesso, i genitori, quando notano qualche comportamento strano del proprio figlio, non sono in grado di comprendere se si tratti di qualcosa di passeggero, proprio della fase dell'infanzia, o di un disturbo più grave. Non esiste una regola concreta, in quanto un determinato comportamento può essere normale a un'età e preoccupante in un'altra. Ecco alcuni campanelli d'allarme cui fare attenzione durante l'infanzia:
- difficoltà di concentrazione e di attenzione;
- difficoltà di comunicazione;
- irritabilità costante;
- aggressività;
- ansia cronica;
- eneuresi oltre i 5 anni;
- problemi di comportamento;
- cambi d'umore repentini;
- difficoltà nelle relazioni sociali;
- problemi nell'apprendimento;
- difficoltà scolastiche.
Come spiegare a un bambino che deve andare dallo psicologo?
Se si decide di portare il bambino allo psicologo, è necessario comunicarglielo in maniera tranquilla e sincera. Ovviamente, il tipo di spiegazione varia in base all'età. Ai più piccoli si può parlare direttamente del professionista, magari chiamandolo direttamente per nome. In età scolare, si può avvisare il bambino qualche giorno prima e spiegare che lo psicologo è lì per aiutare nei momenti in cui non ci sentiamo bene, ad esempio se siamo tristi, arrabbiati, ecc. Al di sopra dei 12 anni, è preferibile coinvolgere i ragazzi in questa scelta e di ricordargli che tutto ciò che racconterà allo psicologo sarà riservato.
Chi ti può aiutare?
Quando i genitori individuano alcuni comportamenti strani durante la fase dello sviluppo del bambino, è necessario rivolgersi al proprio medico di famiglia o al pediatra per poter escludere eventuali cause fisiche. In seguito, dopo aver escluso disturbi organici, sarà utile rivolgersi a un terapeuta esperto in psicologia dell'infanzia che possa analizzare i comportamenti e parlare con il bambino, per poter diagnosticare eventuali disturbi psicologici. A seconda del problema, lo psicologo cercherà le migliori strategie e il percorso più adatto per ridurre o superare il disturbo.
Scheda corretta e rivista dalla dottoressa Patrizia Mattioli
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Bibliografia
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