Ho 47 anni mi sono lasciata con il mio compagno a febbraio 2015 ho scoperto che mi tradiva.. E la sua indole...ama le donne...mi sono innamorata di lui e non volevo vedere la realtà.. L'ho lasciato.. E nonostante lui a febbraio stava con un altra che conosco lui mi cerca sempre...sono stata con lui...ma non ritorna con me... Ho provato ad avere altre relazioni sono molto corteggiata ma non provo niente... Amo lo sport ho ripreso la palestra ma non mi andrebbe... Vado sperando di stare meglio con me stessa... Sono stata a ballare la settimana scorsa con lui andavo tutti i fine settimana... Mi guardavo intorno e volevo scappare... Ho resistito ma ogni musica mi ricordava quando ballavo con lui...non lo voglio piu nella mia vita però non riesco piu a ridere a divertirmi..le mie amiche mi stanno vicino e anche mia figlia di 18 anni..ma non mi interessa niente di nessuno.. Sono costretta ad andare a lavorare perché sono divorziata e il mio ex non mi dà nulla..nonostante architetto e devo mantenere mia figlia e la casa. Ma se muoio lui penserà a mia figlia e io smetto di soffrire...ci stavo riuscendo pesavo 43 chili..le mie amiche mi hanno aiutato... Faccio vedere a tutti che sto bene...ma non e così sto peggio di prima...non voglio vivere questo tormento... Prendo valiium per non impazzire... Ma è un effetto momentaneo.... Sto diventando matta sono stata da un psicologo ma non. Serve
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9 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 6 persone
Gentile Mary,
di sicuro, nel rapporto con questo suo ex compagno, lei è partita da un livello di autostima molto basso per cui ora si ritrova indifesa e a pezzi.
Quindi, il primo punto è correggere il suo livello di autostima.
In secondo luogo, qualunque perdita, distacco o abbandono produce ovviamente una condizione di dolore che però non deve essere rifiutato e fuggito ma accettato e trasformato : è anche imparando a fare questo che l'autostima migliora!
Ovviamente questo processo non è immediato e richiede del tempo.
Pertanto continui ad andare a ballare e a fare nuove conoscenze perché nessuno è insostituibile!
Ed ancora, non si abbatta, non rinunci e non si chiuda e soprattutto non faccia pensieri stupidi e crudeli di autolesionismo che per giunta denunciano scarsa responsabilità del suo ruolo di madre con inversione della relazione nei confronti di sua figlia.
Si rivolga ad uno psicoterapeuta che saprà aiutarla e saprà anche valutare la opportunità di associare in una prima fase un supporto farmacologico che comunque da solo non risolve il problema alla radice.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
16 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Capisco che essere abbandonati fa soffrire ma bisogna cercare di reagire e il farsi aiutare da qualcuno non è sbagliato come lei pensa, forse non era riuscita ad interagire bene con il terapeuta cosa che spesso avviene.
Ma ciò che può aiutarla è fare un lavoro su sè stessa con un buon terapeuta di cui lei deve avere fiducia e pensare che possa aiutarla e no che non serve a nulla.
Importante è la fiducia in sè stessi.
Un saluto.
11 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Mary....da quanto spieghi, sembrerebbe che al momento il tuo problema si chiama Depressione. E' una malattia del sistema nervoso, ed hai ragione, in questo momento non ti serve solo uno psicologo: ti serve urgentemente una terapia farmacologica (antidepressivi innanzitutto). Solo dopo 1 mese circa di terapia sarai in grado di affrontare il problema "a parole" con uno psicoterapeuta. Ti consiglio di prenotare subito una visita psichiatrica, o neurologica. Sembra incredibile, ma dopo 1-2 mesi questo periodo terribile sara' un ricordo. Dott.ssa Papadia
10 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Mary, comprendo la profondità del Suo dolore e l'inferno di tremende emozioni che stà attraversando.
In effetti l'abbandono della persona amata per le ragioni che Lei ha esposto è un'esperienza tra le peggiori che possano accadere. Ed è anche spesso pericolosa per la salute e addirittura per la sopravvivenza. Ma se non riesce a resistere per se stessa, cerchi di farlo per Suo figlio. Guardi che uno psicologo che Le dia fiducia può veramente aiutarLa. Non rinunci alla possibilità di tornare a vivere. Cosa Le costa provare ancora a chiedere aiuto, quell'aiuto di cui ha veramente bisogno. Tenga duro. Se vuole io sono a Sua disposizione. Con molta simpatia. Dr. Marco Tartari, Roatto (AT)
10 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Mary,
dalle sue parole traspaiono con grande evidenza la sofferenza e la depressione, Poca cura di sé, abbandono, rinuncia. Le consiglierei, per prima cosa, di non prendere farmaci senza che sia stato il medico a consigliarglieli. Trattandosi di psicofarmaci il professionista cui rivolgersi è lo psichiatra. In casi di sofferenza così intensa la psicoterapia da sola non basta. All'inizio psichiatra e psicoterapeuta devono collaborare. Se la parola non viene ascoltata, la parola non può guarire. Per essere ascoltata e compresa, in casi come il suo, è necessario ricondurre farmacologicamente un certo equilibrio e, nel contempo, si porterà avanti il lavoro psicoterapeutico. Quest'ultimo sarà fondamentale per farle comprendere alcuni aspetti del suo modo attuale di essere che la danneggiano. Dice che è obbligata a lavorare. Ciò significa che non vede il lavoro come risorsa personale, come crescita, come indipendenza. Non ha amore e cura di sé, sembra aver vissuto, sinora, in modo un po' superficiale, negando o non ascoltando il suo disagio.
Le direi di rivolgersi subito ad uno psicoterapeuta e ad uno psichiatra che lavorino tra loro in sinergia. In genere sia gli uni che gli altri hanno dei colleghi di riferimento.
Cordiali saluti
dott. Anna Ambiveri
psicologa-psicoterapeuta
10 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Mary,
Le sue parole sono molto risuonanti, forti, dirette. Lo stato in cui riversa è sicuramente di natura depressiva e pertanto, come hanno già sottolineato i colleghi, ha bisogno di un intervento farmacologico fatto da uno psichiatra: si rivolga alla struttura Asl della sua zona e faccia questo primo passo. Una psicoterapia poi è il passo successivo da compiere per focalizzarsi, oltre che sulla depressione, anche su altri aspetti che emergono dalla sua lettera, a mio avviso altrettanto importanti: "pesavo 43 chili" aveva smesso di mangiare? Che relazioni ha col cibo attualmente? Inoltre i piccoli riferimenti che fa della sua famiglia: sua figlia di 18 anni che le sta vicino e non mi pare poco, probabilmente ha un disperato bisogno di sua madre e sarà presa dalle sue dinamiche adolescenziali piene di conflitti senza poter contare sul supporto dei genitori; il suo ex marito che nonostante architetto non le passa i soldi per il mantenimento percui è costretta ad andare a la lavorare, non mi occupo di diritto di famiglia ma so che un marito separato e con un lavoro stabile è tenuto a mantenere nei limiti delle sue possibilità il suo ex nucleo familiare (soprattutto con figli minori a carico, non dice da quanto tempo è separata ma per forza di cose sua figlia era minorenne all'epoca). Insomma molti nodi da sciogliere, il primo è sicuramente la depressione che le impedisce di vivere una qualità della vita adeguata e prendere in considerazione in maniera realistica le dinamiche che la caratterizzano.
Un caro saluto e qualora avesse bisogno non esiti a contattarmi.
Dott.ssa Di Rosa Raffaella
Psicologa clinica e dell'età evolutiva, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale a Villaricca (Napoli).
10 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gent.ma Mary,
Concordo con chi Le ha detto di permettersi di sperimentare il dolore, ma temo che per il momento sia troppo grande:non può farlo da sola.
Si permetta prima quindi di dare dignità a questi sentimenti (e quindi a Lei stessa) e si conceda l'esperienza di essere ascoltata, accolta e aiutata.
9 FEB 2016
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Cara Mary
si permetta di sperimentare il dolore, senza mostrarsi sempre forte!
Si permetta di essere autentica, un tradimento e la perdita di una persona a noi cara sono situazioni dolorose e come tali devono essere trattate. Le suggerisco un percorso terapeutico che le permetta di capire le sue modalità relazionali, di rafforzare la sua autostima e di guardare avanti verso il futuro con serenità.
9 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Cara Mary
non devi fare vedere alle persone che stai bene se non è vero.
Cioè il tuo sforzo in questo senso è apprezzabile, però devi anche avere vicine persone con cui parlare del tuo malessere in modo autentico.
Di certo una psicoterapia sarebbe importante per te, credo indispensabile, per ritrovare serenità ed equilibrio.
Devi ancora tanto rielaborare la perdita del tuo compagno avvenuta un anno fa e, non è passato molto tempo.
Ci vorrà altro tempo e poi, piano piano, potrai tornare ad essere coinvolta e vitale.
Ora cerca di guardare quello che di positivo hai: una figlia meravigliosa che desidera starti vicina e che ti vuole vedere forte.
Via brutti pensieri dalla mente.
Se persistono, forse anche l'aiuto farmacologico sarà necessario.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta.
9 FEB 2016
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Gentile Mary,
sembra evidente che lei soffra di un discreto stato depressivo che, come tale, necessita di un trattamento.
A parte una eventuale cura farmacologica, che comunque spetta al medico, le consiglio di recarsi non da un semplice psicologo, ma da una psicologa psicoterapeuta.
Le segnalo l'approccio strategico breve che in genere è molto efficace e veloce nel curare la depressione. In ogni caso cerchi un professionista con cui sentirsi a suo agio.
cordiali saluti