Vorrei cominciare a capire...

Inviata da Aldo · 8 apr 2016 Orientamento sessuale

Salve a tutti,
giunto ormai ai 30 anni mi trovo a dover affrontare un problema che porto con me da molti anni ormai e che riguarda la mia sessualità e il mio orientamento sessuale. In sintesi, seppure possa sembrare strano, ancora non sono sicuro se potermi definire omo, etero o bisessuale.
Nella mia vita ho avuto contatti sessuali con ambo i sessi. Quando ero adolescente i primi contatti sono stati con un ragazzo, mio amico dell'epoca, con il quale si facevano certi "giochi", ma nulla che arrivasse ad un rapporto sessuale completo. Nel frattempo mi interessavano comunque le ragazze, sebbene non riuscissi a trovare la "fidanzatina" di turno essenzialmente perché non ero molto attraente e perché non ci "sapevo fare" come gli altri. L'immancabile onanismo adolescenziale era comunque a base prevalentemente eterosessuale. In seguito, intorno ai vent'anni, ho cominciato a frequentare finalmente una ragazza e pian piano me ne sono innamorato, restando con lei per 5 anni e superando quindi la mia quasi totale verginità. Lei mi adorava e avrebbe davvero trascorso tutta la vita con me. Tuttavia - e chiarisco subito che non è stato questo il motivo per il quale decisi di troncare questa storia - l'interesse verso il mio stesso sesso si è riproposto, o per meglio dire è comparso visto che in precedenza non avevo praticamente mai guardato un ragazzo con attrazione sessuale. Ho cominciato a frequentare il mondo delle chat gay, anche perché volevo capire dove andassi a parare e dopo un po' sono cominciati i primi incontri. E qui è necessario un altro chiarimento: soprattutto all'inizio l'approccio verso persone dello stesso sesso è nato sulla base di interessi feticistici e poi pian piano di dominazione/sottomissione da ambo i lati. Col tempo evidentemente ho cominciato a fare anche altro, ma comunque nulla che si avvicinasse ad un rapporto completo, da attivo o da passivo. A distanza di altro tempo ho provato anche a fare ciò ma con "scarsissimi" risultati. Non ero appagato e anzi spesso non riuscivo proprio a farlo ed il ruolo passivo (assunto praticamente una sola volta) semplicemente non mi piace, lo detesto.
Parallelamente ho avuto altre frequentazioni con ragazze, per durate più o meno brevi, con le quali mi sono sentito sicuramente più coinvolto, anche emotivamente.
Devo aggiungere che da sempre ho una libido piuttosto altalenante, a prescindere dal sesso del partner, con periodi di grande eccitazione e desiderio e periodi invece quasi "morti" da questo punto di vista.
Sono andato avanti così per parecchio tempo, fino a quando non ho incontrato un ragazzo, conosciuto inizialmente sempre online, che mi ha fatto capire che tra due uomini ci può essere anche un sentimento. Si è innamorato di me e tuttora mi è molto vicino. Anch'io provo sincero affetto per lui e lo stimo molto ma non riesco a sentirmi appagato. Sebbene non abbia rapporti sessuali - ma qualche frequentazione sì - con ragazze da quasi tre anni, il pensiero di voler stare con una donna non riesco a togliermelo dalla testa. Ogni tanto mi si ripropone, e non solo a livello ideale (avere una relazione c.d. "normale" è oggettivamente un pensiero attrattivo) ma anche a livello propriamente sessuale. Ripenso spesso alle ragazze con cui sono stato e alle sensazioni prettamente fisiche, oltre che sentimentali, che provavo e mi capita di provare attrazione per nuove ragazze, sebbene poi mi astenga dal "provarci" per rispetto di lui e per una cronica angoscia dell'essere rifiutato che anche in passato mi ha limitato parecchio negli approcci col gentil sesso.
Si aggiunga inoltre che attualmente vivo un periodo molto difficile sul piano personale: alcune sventure familiari, cambiamento importante di vita, difficoltà nel trovare un lavoro decente e quindi anche difficoltà economiche, nonostante i grandi sacrifici che faccio ormai da dieci anni pur avendo conseguito una laurea, una specializzazione, un master e alcune esperienze formative e lavorative . Una situazione, insomma, in cui ho certamente bisogno di una persona che stia accanto a me. L'idea di restare da solo mi angoscia abbastanza, nonostante abbia un carattere forte che mi ha permesso di affrontare le situazioni che ho dovuto fronteggiare in passato.
Finora ho sempre tenuto nascosta a parenti ed amici questa relazione e non tanto per paura del coming out - che oggi più che mai non mi comporterebbe grandi problemi dal momento che ho perso entrambi i genitori e dunque non dovrei dare "spiegazioni" a nessuno - quanto perché inconsciamente l'ho vista sempre come temporanea. La mia testa è sempre stata proiettata verso una vita "normale", con una donna, a maggior ragione da quando non ho più famiglia.
Aggiungo, infine, un dato di cui mi sono reso conto da poco: anche col ragazzo di cui ho parlato (e meno che mai con quelli che ho incontrato in passato) non riesco ad essere "affettuoso", "amorevole", "protettivo", "spensierato", "coinvolto"....insomma "felice" come mi è capitato di esserlo quando stavo con ragazze.
Spero che qualcuno di voi riesca non dico a offrirmi una soluzione (che via internet sarebbe impossibile) ma quanto meno a fare un po' di luce sulla mia situazione.
Io davvero non ci sto capendo più nulla!

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Miglior risposta 10 APR 2016

Gentile Aldo,
lei inizia con l'ammettere una sorta di complesso di inferiorità che fin dall'adolescenza ostacolava i suoi approcci etero ed inoltre, pur negando come spiegazione l'omosessualità, non ci dice per quale motivo ha troncato la relazione durata 5 anni con quella ragazza e subito dopo è ripartito con l'interessarsi al mondo gay non riuscendo però mai, a quanto dice, a trarne piacere.
Aggiunge poi che personalmente sente più "normale" ed ha più attrazione per il mondo del femminile che però forse teme di più.
In conclusione, i punti più salienti mi sembrano la sua angoscia di essere rifiutato in approcci etero e quindi il suo basso livello di autostima aggiunto all'angoscia di poter rimanere da solo sia dal punto di vista affettivo che fisico.
Ritengo che su questi temi dovrebbe confrontarsi dal vivo con un bravo psicoterapeuta, meglio se anche sessuologo, onde poter comprendere bene se il suo interesse omosessuale che lei definisce "temporaneo", sia oppure no, soltanto un "sintomo" secondario della bassa autostima che la frena dal cercare altre relazioni eterosessuali da cui lei in fondo sembra essere più attratto.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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12 APR 2016

Caro Aldo
tu hai elaborato mentalmente molto bene le vicende e le situazioni che ti sei trovato a vivere e che ti lasciano, comunque, molti dubbi.
Tuttavia hai bisogno di "narrare" queste vicende e di avere vicino qualcuno che possa offrirti un ascolto attento, che vada oltre la storia narrata e che giunga al tuo centro.
In questo modo si potrebbero vedere le cose in maniera più reale e forse si giungerebbe a chiarezza.
Come mai non prendi la decisione di contattare uno psicoterapeuta con cui, in tutta calma, poterti raccontare e cercare insieme una via convincente da seguire e un "sentire" autentico che sia al contempo fisico e relazionale, emotivo, affettivo, erotico?
Raccontarsi con uno psicoterapeuta sarebbe la tua via alla chiarezza.
Io penso tu ne abbia bisogno e ti farebbe molto bene.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta.

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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8 APR 2016

Gentile Aldo,
nella sua narrazione (per la quale le faccio i complimenti perché è molto chiara e ben scritta) mi pare di notare una componente, uno schema che si ripete.

Ovviamente è solo un dubbio che andrebbe chiarito con delle domande mirate, ma sembra quasi che tutte le volte che le si prospetti una situazione relazionale stabile, a prescindere dal sesso della persona con la quale accade, in Lei torni il conflitto relativo all'attrazione per l'altro sesso.

Se questo fosse vero, la domanda che dovrebbe porsi non sarebbe relativa al suo orientamento sessuale, ma riferita a cosa cerca in una relazione.

Lei ha tenuto a precisare che il motivo per cui ha lasciato la ragazza con la quale ha avuto una relazione durata 5 anni non era l'interesse per i ragazzi, tuttavia lo ha scritto e lo ha detto proprio in relazione alla fine della storia, come se le cose fossero comunque collegate.

Inoltre, nella descrizione di cosa provava o prova per i suoi partner più significativi scrive che la ragazza adorava Lei e avrebbe voluto vivere tutta la vita con Lei, mentre Lei "pian piano" si era innamorato. In riferimento al ragazzo (col quale mi pare di capire ha tutt'ora una relazione), lui si è innamorato di Lei, mentre Lei prova un "sincero affetto" e stima.

Poi dice che con gli uomini non riesce ad essere affettuoso, mentre con le donne riesce a concedersi questi comportamenti (ho notato che ha usato la parola "normale" in riferimento alle relazioni con le donne).

La questione che vorrei porle è quindi: è possibile che l'orientamento sessuale stia mascherando una problematica che in realtà potrebbe essere di natura affettiva, magari relativa alla paura di lasciarsi andare, piuttosto che riguardare il sesso della persona con la quale lasciarsi andare?

Le consiglio di effettuare dei colloqui con uno psicologo, per fare chiarezza sulle dinamiche in atto, anche se il dubbio sopra citato non dovesse avere riscontri.

Sembra comunque che la questione del conflitto abbia un ruolo preciso e bisognerebbe approfondire a cosa "serve" quel conflitto che le sta facendo vivere le sue relazioni in modo "frenato" e non sereno.

Qualora volesse approfondire, può contattarmi in privato.

Cordialmente,

Dott.ssa Anna Patrizia Guarino. Roma.

Dott.ssa Anna Patrizia Guarino Psicologo a Ardea

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