Sono una donna 39 anni e purtroppo nelle mie relazioni becco sempre persone anaffettive che mi ricordano mio padre. Nella mia ultima storia ho incontrato una donna che per mesi era altalenante su tutto, sentimenti compresi. Per alcuni mesi mi ha fatto da specchio assecondando le mie esigenze, ossia essere amata. Alla fine ha messo tutto in discussione, lei va in psicoterapia da molti anni perché nn riesce ad avere rapporti lunghi e per la sua instabilità emotiva. Cambia dalla sera alla mattina su ogni cosa. Alla fine ho interrotto la storia ma ci sto ancora male e da quando l'ho chiusa ho attacchi d'ansia. Sapevo bene ciò cui andavo incontro, ma lei è stata brava a fingere adottando il mio modo d amare. Allora mi chiedo: come faccio a liberarmi dell'ombra di mio padre? E perché sto male se so che in questo rapporto non potevo avere nulla, nemmeno una parola dolce?
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21 MAG 2015
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Cara Paola
è un classico ricercare partners che hanno connotati affettivi dei nostri genitori; in un modo o nell'altro quello che si cerca di risolvere è il "dramma affettivo" del passato e quindi si ricrea la stessa situazione nel tentativo di risolverla.
Tutto questo avviene fino quando, come sta accadendo a lei, la ripetitività dell'esperienza s'impone all'evidenza e il dolore che ne deriva porta alla presa di coscienza di questo meccanismo insano che è un farsi del male e un non volersi bene.
All'origine c'è la svalutazione subita dal genitore.
Nella Psicoterapia è possibile "riattualizzare" nel transfert questi profondi meccanismi in modo da portarli a risoluzione.
Quindi cerchi un bravo psicoterapeuta e affronti il suo viaggio di ritorno!
Un caro saluto
Dott.ssa Silvana Ceccucci psicoterapeuta in Ravenna
9 NOV 2015
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Paola,
è probabile che la delusione per la mancata "complementazione" con la figura paterna l'abbia orientata ad una scelta affettiva omosessuale nella speranza di ricevere forse più affetto per una questione di genere scoprendo poi che dare e ricevere affetto non è una questione di genere ma di personalità.
Per liberarsi dell'ombra di suo padre dovrebbe diventare "genitore di se stessa", cosa possibile forse solo dopo una lunga psicoterapia.
Quanto al fatto di stare male pur sapendo che dal rapporto che aveva non poteva ricevere nulla, la spiegazione è che forse inconsciamente almeno lo sperava e in questa speranza ha sopravvalutato ed idealizzato la forza e le possibilità del suo amore.
Un percorso di psicoterapia la renderebbe di sicuro più tollerante verso se stessa e verso gli altri.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
21 MAG 2015
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Spesso nell'instaurare una relazione, inconsciamente cerchiamo qualcosa che già conosciamo, che ci è noto, per sapere già come relazionarci. Evidentemente il rapporto con suo padre l'ha resa talmente insoddisfatta che sta cercando in tutti i modi di riviverlo per far cambiare il finale, per modificare il corso delle logiche conseguenze, spostandolo per raggiungere l'obiettivo desiderato e appagarsi. La persona che accetta di relazionarsi con lei probabilmente ha a sua volta una problematica relazionale e quasta volta lei ha trovato qualcuno che l'ha profondamente delusa sulle sue aspettative, tanto da lasciarle un'ansia ingestibile.
Le consiglierei una psicoterapia per comprendere meglio di cosa ha bisogno e quali parti di lei deve rafforzare per non sperare sempre che qualcun altro compensi queste fragilità.
21 MAG 2015
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Non sno uno psichiatra ma in attesa di altre risposte, ti aiuto Io.Se ascoltassi cosa scrivi,coglieresti il senso del Tuo Andamento.Sul piano Logico non ha senso relazionarsi con persone anaffettive a meno che noi nn ci stiamo boicottando. Il boicottaggio lo senti da un dato:Ti senti male.Una scelta personale se consapevole porta benessere.Ti sei liberata di una donna insopportabile eppure soffri.Come mia? Ti sei risposta con una categoria: Masochista ma questa categoria non dice nulla su come ti senti ora rispetto a questa donna.Il Papà è una Persona di un Momento della Vita che non esiste più’, ovvero quando eri una bambina. Recuperi come ti sentivi da bambina rispetto non a chi era Tuo Padre ma a come lo percepivi Allora. Il senso di recuperare quel posizionamento interno dell'Anima, per Te oggi che senso avrebbe? La risposta è semplice:Il dubbio di aver fatto qualcosa per meritare tanta indifferenza e pensare: è colpa Mia forse.Nella realtà io credo che tu abbia bisogno di far chiarezza su cosa senti rispetto a ciò che vivi Ora, senza recuperare forme dell'Io proprie del Bambino Adattato. Il masochista a differenza tua gode nel gioco della sofferenza tu No. Tu soffri. Soffri perché' senti non la realtà ma le paroline magiche e totemiche che ti sei detta da bambina rispetto a chi amavi. Probabilmente scegli questo tipo di Persone perché' vivi la fantasia di poter finalmente cambiare l'indifferenza con l'Amore perché hai percepito come mai arrivato da chi amavi.Nella realtà ognuno fa del suo Meglio con quello che possiede e un Anaffettivo comunica l'Amore a suo modo. Che senso avrebbe condannare un anaffettivo? Fa del suo Meglio cmq. Piuttosto il senso di vivere la fantasia di cambiare un anaffettivo, quale sarebbe? Probabilmente ricevere quel famoso calore desiderato e mai ricevuto. Ti do una dritta..chi ha il Vero potere di Amarti sei Tu. Non spostare sugli Altri. Ognuno fa del suo meglio anche quando é scortese, cattivo,antipatico. Siamo umani. La relazione é io sono ok e l'altro é ok. Peró possiamo scegliere di intercettare chi desideriamo per Noi stessi, altrimenti la Relazione e l'Amore si trasforma in Altro:La Collusione.Io sno importantissimo per la Tua Vita e Tu per la Mia per cui il Mio sentire dipende da Te e il Tuo da Me. L’anaffettivo probabilmente è un Narxisista e accetta fino a un certo punto, poi cambia e ti senti svalutata e soffri. Nella realtà si condivide se stessi non si sposta sull'Altro sulla base del Terrore di Poterla Perdere. Nn so se ho reso l'Idea. Occorre una visita specialistica. La mia è una proiezione a occhio. Ti ricorda di sentire qui ed ora e attivare non la conoscenza cognitiva(so dunque ho tutto)ma quella psicoemozionale (Sento, dunque so dunque sono consapevole di chi ho davanti e scelgo consapevolmente il mio Meglio).Alla base c’è Bassa Autostima,ovvero come mi sento rispetto a chi Amo e cosa mi dico per sentirmi al Ribasso(Slogan del Passato di quando eri bimba).
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21 MAG 2015
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Cara Paola,
succede spesso che, nelle relazioni di amore, si riproducano gli stessi modelli relazionali, che la relazione di attaccamento con i genitori si ponga come scheletro sul quale costruire le future relazioni. Questo però non significa che una relazione d'amore non possa funzionare in alcun modo. La consapevolezza delle proprie aspettative nei confronti dell'altro, i modelli che siamo soliti proporre, questi sono aspetti importanti per arrivare a conoscere se stessi. La conoscenza è fondamentale per capire cosa facciamo quando siamo in una determinata relazione, cosa comunichiamo con le nostre parole e con i nostri gesti e atteggiamenti. Il suo bisogno di amore è un aspetto sul quale poter lavorare, magari assieme ad un terapeuta, per comprendersi meglio. La sua ansia dopo la relazione conclusa mi fa pensare a una serie di vissuti e di aspettative, sulla relazione, su se stessa e sulla sua ex compagna, legate anche al rapporto con sua padre, che potrebbero, una volta comprese e una volta che lei ne sarà consapevole, aiutarla ad aiutarsi. La consapevolezza e la responsabilità personali sono, a mio parere, fondamentali per una buona crescita emotiva e personale.
21 MAG 2015
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buogiorno Paola,
non è possibile liberarsi di un'ombra, ci segue, in qualunque posto e posizione. Si nota meno in luoghi ombreggiati o quando vi è poca luce, sembra scomparsa ma sappiamo bene che è lì.
Allo stesso modo, non è possibile immaginare che i suoi modelli di relazione e affettività possano scomparire.
Il trucco è accettarne la presenza, in modo consapevole e non giudicante e, nonostante essi, proseguire nella propria vita.
Si è già data delle ottime spiegazioni riconoscendo nelle sue scelte sentimentali il suo modello paterno e comprendendo il suo bisogno di relazioni affettive, in cui amare e essere amata.
La donna di cui racconta è una donna che si lascia amare, ma potrebbe essere meno abile nell'amare. La invito a riflettere su questo binomio, amare ed essere amati.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordialmente
Dott.ssa Francesca Fontanella
Rovereto TN
20 MAG 2015
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Buonasera Paola.
Lei ci pone due domande. La prima parte dal presupposto che Lei sia attratta da persone anaffettive, come suo padre. L'altra domanda è perché soffre per una storia che sa perfettamente che non poteva offrirle nulla.
Intanto occorrerebbe verificare cosa significa per Lei un rapporto anaffettivo e come investe in storie difficili, magari sapendo che hanno poche probabilità di essere durature (come Lei stessa dice "Sapevo bene ciò a cui andavo incontro").
Potrebbe avere ragione e cercare una sorta di "riscatto" rispetto alla figura paterna, una specie di sfida per disconfermare il passato, "convertendo" un rapporto che si presenta con difficoltà, in una relazione positiva.
Oppure potrebbe essere una modalità per mettersi al riparo da relazioni durature, o altre situazioni, che al momento, dalle sue parole, non sono ipotizzabili.
In altre parole, è difficile aiutarla in questa sua ricerca senza conoscerla e parlare con Lei.
Potrebbe richiedere qualche consulenza presso uno psicologo per far chiarezza e avere una maggiore consapevolezza del suo stile affettivo. Poi, con più serenità, potrà capire cosa la fa star bene e cosa si aspetta da un rapporto, liberandosi di quello che ora la sta bloccando.
Cordialmente, Dott.ssa Anna Patrizia Guarino.