vorrei cambiare vita o finisce male

Inviata da chiara · 26 ago 2025 Autorealizzazione e orientamento personale

Ho 24 anni, laureata da un anno. Mi sono abilitata come psicologa ma odio il mondo lavorativo che c’è dietro. Precariato, contratti da fame, partite iva, mercato saturo, concorsi inesistenti, raccomandazioni. Io sono stanca. Ho voglia di indipendenza economica, soldi per viaggiare e godermi la vita, poter andare a vivere da sola, possibilmente in una grande città (va bene anche media). Sono depressa: non ho le energie né la motivazione per fare branding, farmi conoscere, aprire lo studio e aspettare di raggiungere l’indipendenza economica a 40 anni, con tutti i rischi d’impresa associati. Non ho manco il carattere né per fare la libera professionista, né per incarichi di responsabilità sociale. Sono timida e ansiosa, ho poca leadership e assertività e vorrei lavorare come dipendente, prendere lo stipendio a fine mese e non preoccuparmi di niente.
Vivo in un paese di 5000 abitanti e mi fa schifo tutto. La gente è vecchia e ragionano come dei trogloditi; i miei genitori continuano a farmi pressione affinché io diventi una psicoterapeuta ma 1. non ho la sanità mentale adatta dato che soffro di depressione da quando avevo 10 anni e sogno di tirare le cuoia un giorno si e l’altro pure e 2. non c’è lavorooooooo. In casa c’è una situazione disastrata, a malapena ci guardiamo in faccia e non ci sopportiamo. Io non ho una lira e sto sempre chiusa in casa, senza hobby, a vedere le serie tv e impasticcarmi di benzodiazepine. Ho pensato di iniziare un master per inserirmi in un contesto aziendale, fare dei soldi, andarmene e cambiare vita ma no, non mi finanziano un maledettissimo master che mi permetterebbe di lavorare, no perché devo “aspettare il concorso”. L’italiano medio è malato con questi maledetti concorsi.
La vita sentimentale non ne parliamo perché mi sono lasciata da poco con il mio ex con disturbi di personalità che ancora non ha capito manco lui per quale ragione si è allontanato da me, e dato che mi annoio, odio la mia vita e sento un forte vuoto dentro causato dalla depressione mi sfogo uscendo con tizi di tinder a caso, sentendomi ancora peggio dopo.
Amicizie pure stiamo messi male perché dopo l’università se ne sono tornati tutti al paese e sono rimasta da sola con un’altra mia amica più disturbata di me. Adesso sto cercando amicizie su tinder perché nella mia area geografica inculata da dio non esiste un solo centro di aggregazione per femmine adulte che non siano i corsi di pilates frequentati da 50enni.
Penso all’autolesionismo tutti i giorni e nei momenti peggiori la mia aspirazione più grande è andarmi a ricoverare in spdc. Ah, sono già iscritta a scuola di psicoterapia ma penso che mollerò perché ho più potenziale come paziente e manco mi ci vedo a lavorare nel sociale, dato che mi sono iscritta a psicologia solo per capire e aiutare me stessa perché non avevo i soldi per la psicoterapia.
Al momento sono in cura da una psichiatra (una cura inutile) con stabilizzatori dell’umore e tutt’ora non ho i soldi per la psicoterapia. E niente, questo è quanto. Volevo solo sfogarmi.

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Miglior risposta 27 AGO 2025

Ciao Chiara
Ti ringrazio per aver condiviso tutto questo: dev’essere stato faticoso scriverlo e non è scontato riuscire a mettere nero su bianco pensieri così dolorosi.

Si sente tutta la tua stanchezza e la frustrazione di trovarti a 24 anni con un peso enorme sulle spalle, senza riuscire a vedere prospettive che ti motivino. Stai vivendo più fronti aperti contemporaneamente: la pressione familiare, la difficoltà economica, l’isolamento, la delusione per il lavoro e le relazioni, la depressione che accompagna tutto questo… È comprensibile che ti senta senza energie, intrappolata e con un forte bisogno di scappare da questa situazione.

Non c’è nulla di “sbagliato” nel desiderare stabilità, indipendenza economica e la possibilità di costruirti una vita che ti faccia stare meglio. E non sei meno valida come persona o come psicologa per il fatto che non ti riconosci nel “modello” della libera professione o della psicoterapia: sono scelte di vita e di lavoro che devono adattarsi a chi sei, non il contrario.

Il fatto che tu sia già in cura psichiatrica è un passo importante: se però senti che la terapia farmacologica non ti sta aiutando, potresti parlarne apertamente con la tua psichiatra per rivedere insieme la cura. Per quanto riguarda la psicoterapia, so che il costo è spesso un ostacolo, ma esistono realtà pubbliche (consultori, servizi di salute mentale territoriali) o associazioni che offrono percorsi gratuiti o a costi molto ridotti: potrebbe valere la pena informarti su cosa c’è disponibile nella tua zona.

Intanto, aver trovato uno spazio per sfogarti è già un modo per alleggerire un po’ il peso che porti dentro. Non devi affrontare tutto questo da sola: anche se adesso ti sembra che le porte siano tutte chiuse, qualche varco si può aprire, passo dopo passo.

Un abbraccio

Dott.ssa Sara Petroni Psicologo a Tarquinia

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2 SET 2025

Ciao omonima (mi chiamo come te),
ho letto le tue parole tutte d'un fiato e si capisce molto bene come ti senti e cosa stai passando.. forse da troppo.. e mi dispiace.
Posso parlare per me e anch'io ho attraversato quella fase in cui, una volta laureata e abilitata (ai miei tempi c'era pure da pagare per fare l'Esame di Stato!) non sapevo dove sbattere la testa per iniziare a lavorare! Ho portato biglietti da visita ovunque (medici di base, biblioteche, centri estetici ecc..), ma quello che mi ero immaginato è stato molto diverso dalla realtà. Purtroppo non possiamo sempre dipendere da quello che ci capita all'esterno (mentalità retrò, pochi stimoli, ecc..), ma possiamo fare qualcosa per noi stessi che ci faccia sentire bene e realizzati anche se non è la professione che noi - o nel tuo caso forse gli altri- abbiamo scelto per noi.
Scrivi che non vorresti fare la psicologa.. ebbene, non farlo! Pensa a cosa ti piacerebbe fare invece, e se può essere realizzabile, anche se non è ciò in cui ti sei laureata! Sono sicura che le competenze che hai acquisito nel corso di studi ti hanno permesso di essere quella che sei (non solo una depressa!), e che ti rendono unica e speciale! Anch'io per campare e portare a casa la pagnotta faccio anche dell'altro.. qualcosa che comunque mi piace, che mi dà soddisfazione e mi fa sentire "utile"!
Ti auguro con tutto il cuore che tu possa "uscire dal pantano"!

Chiara Ambrosi Psicologo a Monselice

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28 AGO 2025

Buonasera,
Grazie per la sua condivisione, dal suo racconto si percepisce tutta la sua disperazione e sofferenza ma soprattutto la sua intensa rabbia che le impedisce di amare la vita e di amarsi. Le consiglio di partire da se stessa, ora non è lucida perché il suo malessere le impedisce di riempire di senso qualsiasi cosa e nulla sembra avere un significato. La mancanza di un punto di riferimento all interno del suo contesto familiare rende ancora più faticoso gestire questo vuoto, per questo motivo sarebbe importante chiedere aiuto ad un professionista ( valuti le se rivolgersi all Asl o ad un consultorio) che possa aiutarla e guidarla nella ricerca di * ciò che ha senso per lei" ed acquisire maggiore fiducia in se stessa e nel mondo che la circonda. Che non sia un mondo facile è assolutamente fuori discussione ma a fare la differenza è l' approccio, che le cose cambino è improbabile e la soluzione non è sempre scappare ma cambiare il modo di vederle , cambiare sguardo attraverso un faticoso lavoro su stessi è possibile ed è proprio cio' che fa la differenza. Non abbia paura di chiedere aiuto e non si senta sola.
Resto a sua completa disposizione.
Dott.ssa Giachino Erika
Resto a

Erika Giachino Psicologo a Alba

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27 AGO 2025

Salve Chiara, capisco quanto sia faticoso sentire di aver investito tanto nella propria formazione per poi trovarsi davanti a un mercato del lavoro che sembra non offrire spazi sostenibili, soprattutto per chi desidera stabilità. Il tuo vissuto non è solo legittimo, è anche condiviso da molti giovani professionisti in Italia oggi, e riconoscerlo è un atto di onestà importante.
Da come ne parli, mi sembra che tu abbia le idee piuttosto chiare su ciò che non vuoi, ma allo stesso tempo c’è un forte desiderio di autonomia, di progettualità, di vivere una vita piena. Questo è un punto di partenza prezioso. Forse il tema ora non è solo ‘cosa fare’, ma anche ‘come essere’ in questo momento di stallo, senza sentirsi sbagliati.
Quello che stai raccontando descrive un’esperienza di profonda sofferenza, che stai vivendo da tempo e che sembra aver occupato sempre più spazi nella tua vita. È molto difficile convivere con questo tipo di dolore, e ancora più difficile parlarne in modo così diretto e lucido. Lo stai facendo, ed è un primo segnale di contatto importante. Le tue parole mi parlano anche di un fortissimo desiderio di vita, seppur coperto da rabbia, stanchezza e senso di fallimento. Questo desiderio c’è: nella voglia di partire, nei sogni di indipendenza, nel pensare a una strada alternativa. Anche il tuo sfogo — così crudo e potente — è una forma di contatto con quel desiderio. Forse puoi partire da qui: dal riconoscere la tua fatica, tutta intera, senza vergogna.

Un cordiale saluto
Dott.ssa Rosadi Camilla

Camilla Rosadi Psicologo a Arezzo

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27 AGO 2025

Buonasera Chiara,
lei ha scritto che questa lettera é solo uno sfogo per poter dar modo al malessere che prova di uscire dalla sua mente e manifestarlo nero su bianco.
Ora in questa sede ha ricevuto molti pareri ed opinioni assolutamente competenti e che possono aiutarla a smuovere questo stallo nel quale si trova.
Possiamo però evincere ,dallo stile di scrittura, che la base del suo carattere é battagliero e assolutamente non remissivo, né ansiogeno, in quanto descrive tutto ciò che prova e sintetizza, in modo lucido, chiaro, preciso, non ripetitivo né "lagnoso" e con un ottimo esame di realtà.
Inoltre ha raggiunto un'abilitazione che se fosse preda di una forte ansia e depressione difficilmente avrebbe raggiunto.
Per cui si renda conto del proprio assoluto valore.
Frequenta necessariamente un social come Tinder per cui é molto meno timida (cioè paurosa) di ciò che crede, dandosi così l'opportunità di fare nuove e magari interessanti conoscenze (anche se comporta qualche rischio, che però lei affronta con coraggio).
Ora se non se la sente di continuare la scuola di psicoterapia (che le potrebbe dar modo di conoscere cosa fare davanti alle diverse situazioni patologiche e non che le si potrebbero presentare), perchè pensa che questa non sia la sua strada, trovo che indagare le opportunità di assunzione (ma anche partecipazione) nel terzo settore potrebbe essere un modo per muoversi dallo stato attuale di stallo ,oppure bandi erasmus per aver un'opportunità di conoscere nuovi luoghi e culture. Naturalmente le retribuzioni non sono un granché.
L'idea del master potrebbe sostenerla in quanto non escluderebbe la sua iscrizione ad un eventuale bando che potesse uscire, ma nel frattempo la occuperebbe sia mentalmente che come interesse, aiutandola a reagire meglio ai momenti difficili, e dandole competenze spendibili ai fini lavorativi.
Per cui potrebbe essere un modo per rassicurare i suoi sulla partecipazione ai sospirati bandi dovessero uscire e farsi appoggiare economicamente per il master che sceglierebbe.
Le é molto più forte di quello che crede e merita di percorrere la strada che pensa sia più aderente alle sue ambizioni.
Una celebre canzone diceva.".. la cambio io la vita che non ce la fa a cambiare me", volendo significare che io per prima modifico i miei comportamenti, atteggiamenti e pensieri ( un aiuto psicologico necessario lo potrebbe dare il consultorio familiare) e di conseguenza cambierà anche la vita che vivrò.
Per molti altri aspetti ha già ricevuto indicazioni precise, come dicevo, in questa sede.
Con molto rispetto un cordiale e sincero saluto
dott. Giancarlo Mellano

Dott. Giancarlo Mellano Psicologo a Padova

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27 AGO 2025

Salve cara Chiara, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice Psicologo a Roma

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27 AGO 2025

Ciao, è importante che tu abbia trovato lo spazio per esprimere tutto questo. Leggere le tue parole mi ha fatto sentire quanto stai soffrendo, quanto sei stanca, e quanto ti senti bloccata in una realtà che non ti rappresenta.

Quello che descrivi non è solo disagio psicologico, è anche una profonda disillusione verso un sistema che ti ha chiesto tanto e ti ha restituito poco. Hai fatto un percorso impegnativo, ti sei abilitata, hai seguito le regole, e ora ti ritrovi in un contesto che ti chiede di essere imprenditrice, resiliente, visibile, quando tu vorresti solo un lavoro stabile, uno stipendio dignitoso, e un po’ di pace. È comprensibile. Non c’è nulla di sbagliato nel desiderare una vita più semplice, più sicura, più tua.

La depressione che racconti è seria, e non va ignorata. È un dolore che hai portato con te per anni, e che ora sembra occupare ogni spazio. Ma anche in mezzo a tutto questo, c’è una parte di te che continua a cercare: lo vedo nel desiderio di cambiare città, di trovare un lavoro, di costruire relazioni. È una parte che non si è spenta, anche se è esausta.

Capisco anche la frustrazione rispetto alla scuola di psicoterapia. Se non ti rappresenta, se ti pesa, se ti fa sentire peggio, allora forse è giusto fermarsi e ascoltarsi. Non è un fallimento, è una scelta. E non significa rinunciare a tutto: ci sono percorsi alternativi, anche fuori dalla psicologia clinica, che potrebbero offrirti nuove possibilità. Se vuoi, possiamo esplorare insieme queste strade.

Per quanto riguarda la tua situazione familiare e relazionale, è evidente che ti senti sola, non vista, non capita. E questo amplifica il senso di vuoto. Ma non sei sola qui. Possiamo lavorare insieme per costruire un piano, anche piccolo, per iniziare a muoverti. Non per risolvere tutto subito, ma per iniziare a respirare. Un passo alla volta.
Dott.ssa Cinzia Parisi

Cinzia Parisi Psicologo a Cassino

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27 AGO 2025

Cara Chiara,

quello che condividi porta con sé tanta sofferenza, ma anche un profondo desiderio di cambiamento. E questo è già un segnale di forza: dentro di te ci sono risorse che forse ora non riesci a percepire, ma che emergono proprio nel momento in cui chiedi aiuto e ti metti in discussione.

In questo periodo ti sembra di avere ostacoli da ogni parte — professionali, familiari, relazionali — ed è comprensibile che tu ti senta stanca, scoraggiata e senza energia. La depressione che stai vivendo colora ogni pensiero, portandoti a sentirti bloccata, senza prospettive, a volte senza valore. Ma questi pensieri, anche se sembrano reali e assoluti, non sono la verità su di te: sono parte della malattia, e per questo possono essere messi in discussione e trasformati.

Un percorso psicologico potrebbe aiutarti proprio a distinguere ciò che appartiene davvero a te, ai tuoi desideri e valori, da ciò che invece è frutto della depressione. Con piccoli passi, è possibile iniziare a fare chiarezza e a ritrovare la motivazione necessaria per costruire il futuro che desideri.

Adesso forse ti sembra di trovarti in una foresta fitta e buia, senza sentieri visibili. Ma anche nelle foreste più intricate è possibile, con l’aiuto giusto, iniziare a tracciare un piccolo cammino. Non sarà immediato né facile, ma quel cammino può diventare il tuo sentiero, creato da te, nella direzione che sceglierai.

Da soli spesso è difficile, ma con il supporto di un professionista non devi affrontare tutto questo peso da sola. È un modo per iniziare a vedere che, anche se ora sembra impossibile, la vita ha ancora molto da offrirti.

Elena Sartori Psicologo a Padova

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27 AGO 2025

Buongiorno Chiara, dalle tue parole emerge tutta la rabbia e l’insoddisfazione che hai dentro. Bisogna imparare a cambiare la prospettiva in cui si guardano le cose. Dovresti guardarti dentro di te e vedere le cose positive della tua vita. Sei stata brava a 24 hai terminato la magistrale di psicoterapia e tu sei anche abilitata, iscritta alla scuola di psicoterapia. Viviamo in un mondo in cui il sistema funziona male, che da pochi sbocchi lavorativi, tarpa le ali fa chi ha poche possibilità di muoversi. Certo il tuo luogo natio non ha certo aiutato le tue aspirazioni perché ti senti pressata in una morsa senza via d’uscita. Cerca qualche lavoro nelle case famiglie, nei centri di recupero, . Sei stata brava a ricorrere alle cure dello psichiatra a farti aiutare ma se , come hai scritto , la tua voglia di autolesionismo non riesci a gestirla da sola vai in ospedale , nei presidi dell’ASL sicuramente troverai qualche medico che ti ascolterà e ti darà conforto. Secondo me anche la fine del rapporto con il tuo fidanzato ti ha destabilizzato. Sei così giovane sicuramente troverai altri amori ed altre amicizie. L’inizio della scuola di psicoterapia potrebbe darti degli sbocchi inaspettati. Qualsiasi dubbio e consiglio può scrivere. Dott.ssa Beatrice Canino

Dott.ssa Beatrice Canino Psicologo a Napoli

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27 AGO 2025

Grazie per scritto con tanta sincerità. Si sente tutta la fatica che porti addosso e leggere il tuo messaggio fa capire quanto tu sia esausta e in trappola in una vita che al momento non ti sembra offrire vie d’uscita. È un dolore che merita di essere accolto e non liquidato con frasi superficiali.
Vorrei dirti alcune cose, in modo chiaro e senza giri di parole:

1) Non sei sbagliata.
Non avere entusiasmo per il percorso della libera professione, per la psicoterapia, per “diventare la psicologa perfetta” non significa che tu non abbia valore. Significa che il contesto in cui sei cresciuta e ti muovi non ti sta permettendo di trovare il tuo spazio. Non tutti sono fatti per la partita IVA o per i concorsi: voler un lavoro stabile, con stipendio a fine mese, non è un difetto, ma un desiderio legittimo di sicurezza.

2) La depressione ti fa sembrare tutto più immobile.
Lo riconosci tu stessa: da 10 anni vivi con questo peso. Quando c’è la depressione, le energie mancano, tutto sembra inutile e anche piccole cose sembrano scalate impossibili. Non è pigrizia o mancanza di carattere: è la malattia che parla.

3) Il rischio che tu possa farti del male va preso sul serio.
Il fatto che tu pensi ogni giorno all’autolesionismo o al ricovero in SPDC è un campanello d’allarme molto importante. Non devi restare da sola con questi pensieri. Ti scrivo numeri che puoi tenere a portata di mano:

- 112 se senti che potresti farti del male subito.
- Telefono Amico Italia: 02 2327 2327.
- Samaritans: 06 77208977.

Parlare con qualcuno nel momento di crisi può salvarti letteralmente la vita.

4) Non sei condannata a restare bloccata.
Nonostante la situazione ora sembri un muro, esistono strade alternative che non sono per forza il “diventa psicoterapeuta e aspetta il concorso”.
Con la laurea in psicologia puoi guardare anche ad ambiti aziendali (HR, selezione, formazione, gestione del personale), ricerca di mercato, customer care specializzato. Non sono tutti stipendi d’oro, ma possono essere trampolini per uscire da casa, trasferirti e costruire autonomia.
Ci sono anche tirocini e bandi Erasmus+ per neolaureati che ti permettono di andare all’estero con borse finanziate (non serve essere ricchi, servono più che altro informazioni pratiche).

5) Il contesto familiare e geografico ti sta spegnendo.
È evidente che il paese piccolo, la pressione dei tuoi, la mancanza di spazi sociali siano come sabbia che ti tira giù. Non è debolezza voler scappare: a volte è la scelta più sana.

Ti voglio dire questo: la tua voglia di vivere, viaggiare, avere indipendenza, soldi, amicizie nuove, c’è ancora. Se fosse davvero spenta del tutto, non saresti qui a scrivere così lucidamente e con tanto dolore, ma anche con tanto desiderio di cambiamento. Quella parte di te che vuole vivere, che vuole andare via, che vuole un futuro, merita di essere nutrita e protetta.
La priorità adesso è stare al sicuro (quindi chiedi aiuto se i pensieri si fanno troppo forti) e trovare un piccolo primo passo che non richieda energie enormi, ma che apra uno spiraglio. Non devi costruire la vita perfetta domani, ma solo iniziare a spostarti di un centimetro da dove sei ora.

Dott. Mirko Manzella Psicologo a Trieste

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27 AGO 2025

La depressione perciò stessa definizione fa entrare la persona in un circolo vizioso di pensieri e convinzioni negative su se stessa sulle proprie capacità, su ciò che accade intorno.

Tuttavia, tali pensieri tali convinzioni sempre negativi sono basati sul loro stessi e non sul dato oggettivo

È importante fermarsi prendersi del tempo e valutare oggettivamente e concretamente ogni singola situazione e valutare come concretamente sia possibile affrontarla passo per passo giorno per giorno


Dividere i grandi obiettivi intanto obiettivi più piccoli concreti da raggiungere ogni giorno.

Anche un solo piccolo passo concreto al giorno per quanto piccolo possa essere aiuta a uscire dal circolo vizioso e ci avvicina alla soluzione


Inizi a valutare la sua situazione nel concreto stabilisca gli obiettivi fattibili i quali sono i passi per poterli raggiungere e inizi il suo percorso giorno per giorno, passo per passo con piccoli obiettivi concreti e raggiungere ogni giorno

Ovviamente all’inizio sarà difficile perché il sentimento repressivo tenderà a farla fermare. Tuttavia è proprio qui che si deve andare avanti e procedere verso gli obiettivi prefissati


Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico che l’possa aiutare a comprendere meglio la situazione ed affrontarla

Per ulteriori informazioni, mi contatti le risponderò con piacere

Dott. Luca Ferretti Psicologo a Pontedera

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27 AGO 2025

Buongiorno
Mi spiace molto della situazione , in cui ti trovi.
Inizia a fare qualsiasi lavoro, per avere disponibilità economica.
Anche la cameriera in un ristorante lo fanno in molti.
Non ti scoraggiare
Dottssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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27 AGO 2025

Buongiorno Chiara,
Lei descrive una situazione complessa che poggia su un fondo depressivo. Lo psicologo ha a che vedere, fin dalla fondazione della sua figura come terapeuta, con il curatore ferito che ha curato la propria ferita. Anche lo sciamano tradizionale riceve una propria chiamata come malattia sciamanica che lo porterà a fare atti di cura per la propria comunità. E per questo sarà riconosciuto come figura che cura. Ma ciò è possibile perché si è a sua volta curato!
Quindi perché non inizia un percorso di psicoterapia serio, sovvenzionandosi con un proprio lavoro part-time? Sarebbe un’ottima opportunità!
Dott. Pietro Salemme

Dott. Pietro Salemme Psicologo a Roma

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27 AGO 2025

Buongiorno Chiara ho letto con attenzione e capisco le difficoltà e la sofferenza che stai attraversando. Oltre alla complessità della situazione fra difficoltà economiche, professionali, familiari e personali, e tutto mentre convivi con una depressione di lunga data.

Sei molto lucida nella tua analisi ma devi convenire che tanti (e anche tanti colleghi) si trovano nella stessa condizione. per te in particolare c'è questo senso di intrappolamento: geografico (il paese piccolo), economico (dipendenza dai genitori), relazionale (isolamento sociale), e professionale (scelte limitate). Questo genera una sensazione di impotenza che alimenta ulteriormente la depressione.

I pensieri autolesivi sono un segnale importante che non va sottovalutato ma fatto che tu ne sia consapevole e che tu stia già seguendo una cura psichiatrica, anche se la reputi poco efficace, indica comunque che una parte di te che cerca aiuto e vuole stare meglio. e questo è giusto e legittimo.

Valuta attentamente la decisione di abbandonare la scuola di psicoterapia decisione saggia se davvero non senti una vocazione autentica per questo percorso, è importante riuscire a riconoscere che una strada non è nostra rappresenta un atto di saggezza, non di fallimento.
Io ti suggerisco di non arrenderti e di focalizzarsi su tre aspetti prioritari:
1) Stabilizzazione emotiva con la tu a psichiatra per i momenti di crisi e ideazione autolesiva
2) Elaborazione di un piano concreto di uscita dalla situazione attuale, anche per piccoli passi (ricerca di lavoro, possibili trasferimenti, alternative al master)
Ma soprattutto ti invito a considerare un approccio Voice Dialogue che potrebbe essere particolarmente utile per riconoscere e dialogare con le diverse parti di te che sembrano in conflitto.

Dalla quello che scrivi emergono chiaramente diversi aspetti psichici interni che si contendono il campo:
- La Parte Pragmatica che vuole sicurezza economica e stabilità
- La Parte Ribelle che rifiuta le aspettative familiari e sociali
- La Parte Depressa che vede tutto nero e desidera arrendersi
- La Parte Critica che giudica duramente le tue scelte e quelle degli altri
- Una Parte Vulnerabile nascosta che ha bisogno di protezione e cura

Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork

Dott.ssa Marzia Mazzavillani Psicologo a Forlì

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27 AGO 2025

Gentilissima Chiara, grazie per esserti rivolta a noi innanzitutto. Sfogarsi fa sempre un gran bene, e si sente dalle tue parole il bisogno che senti di essere ascoltata ma soprattutto accolta. Ci sono davvero tanti aspetti critici che stai vivendo, piu che comprensibili ahimè al giorno d'oggi, cosi precario e imprevedibile. Potresti rivolgerti al consultorio di zona per provare a usufruire del servizio gratuito di incontri psicologici, in modo da avere un supporto!
Resto a disposizione!
AV

Dott.ssa Antea Viganò Psicologo a Pessano con Bornago

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27 AGO 2025

La prima cosa che voglio dirti è che non sei sola. Quello che descrivi, la sensazione di vuoto, la fatica a trovare un posto nel mondo, la rabbia verso un sistema che non funziona, la delusione verso la tua stessa scelta di studi, non è una “tua colpa”. È la combinazione di una vulnerabilità personale (la depressione che ti accompagna da anni) e di un contesto che davvero mette in difficoltà anche persone senza fragilità psichiche.
Leggendo le tue parole mi colpisce che hai una lucidità enorme. Sai descrivere con precisione la gabbia in cui ti senti intrappolata, i limiti del sistema lavorativo, la tua fatica a fare la libera professionista, la mancanza di energie per "costruirti un brand". Non è incapacità, è che sei stanca, svuotata, logorata da una depressione che ti toglie motivazione e fiducia.
Quello che ti serve non è qualcuno che ti dica “forza e coraggio”, perché se bastasse lo avresti già fatto. Ti serve uno spazio sicuro dove ripartire da te, senza il peso continuo delle aspettative esterne (dei genitori, della società, del “concorso”), e dove puoi imparare a gestire i pensieri distruttivi che ogni giorno ti minacciano.
Hai già fatto un passo importante, perché sei in cura da una psichiatra. Anche se adesso ti sembra inutile, il fatto che tu abbia cercato aiuto significa che una parte di te non vuole mollare, vuole vivere e cambiare le cose. Forse la terapia farmacologica andrà calibrata meglio, forse servirà tempo, ma intanto è una protezione contro l’autolesionismo di cui parli.
Se i pensieri di farti del male diventano troppo forti o ingestibili, non aspettare: cerca subito aiuto. Vai al pronto soccorso, parla con un medico, chiama un numero di emergenza. Non è un fallimento, è prendersi sul serio e non buttare via la possibilità della psicoterapia. Se ora non hai i soldi, informati sui servizi pubblici nella tua ASL o nei consultori. A volte ci sono percorsi gratuiti o a basso costo. Le scuole di psicoterapia offrono sedute a tariffe ridotte. Non è la stessa cosa che scegliere un terapeuta liberamente, ma può essere un ponte.
Sul piano pratico, capisco la voglia di “stipendio a fine mese”. Non è un tradimento della psicologia se scegli un master più orientato al lavoro aziendale, o se cerchi occupazioni che ti garantiscano stabilità. Essere psicologi non significa per forza fare lo psicoterapeuta privato, ma significa anche avere competenze utili nelle risorse umane, nel marketing, nella comunicazione, nella formazione. Forse ora non lo vedi, ma hai più possibilità di quante pensi.
Per adesso però la priorità non è “costruirti una carriera”, è rimettere insieme le forze e ricostruire fiducia in te stessa. Senza questo, ogni progetto rischia di sembrarti una montagna impossibile.
Ti lascio con un pensiero: dentro al tuo sfogo c’è tanta disperazione, ma anche una forma di dignità. Ti fa male ammettere che “forse ho più potenziale come paziente che come terapeuta” , ma ti assicuro che i terapeuti migliori sono spesso quelli che hanno attraversato il dolore sulla loro pelle. La tua fragilità non ti toglie valore, anzi, se impari a trasformarla, sarà un punto di forza.
Quindi, riepiloghiamo: cura psichiatrica seguita con costanza, cerca agganci per una psicoterapia accessibile, non avere paura di chiedere aiuto nei momenti critici. Il resto (lavoro, indipendenza, relazioni) potrai costruirlo passo per passo, quando starai un po’ meglio.
Un grande abbraccio
dott. Rodolfo Vittori

Dott. Rodolfo Vittori Psicologo a Romans d'Isonzo

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27 AGO 2025

Cara Chiara,
la ringrazio per questa sua apertura sui suoi vissuti. Sicuramente il contesto che descrive è difficile, inscritto in un humus sociale, politico, e culturale ancor più complesso che lo inscrive.
Vista la situazione che riporta, mi sento di suggerirle di contattare la ASL più vicina a lei, per avere un supporto gratuito o calmierato, e poter comprendere come proseguire oltre. Avere un team di professionisti che la segue potrebbe aiutarla a ritrovare quella lucidità, motivazione, e interesse per riaccendere il desiderio.
Resto a disposizione,
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