Voglio lasciare l'università?

Inviata da Silvia · 14 mag 2015 Orientamento scolastico

Sono una ragazza di 21 anni, mi sono trasferita dalla Sardegna a Venezia per iniziare l'università di lingue.
Non sono mai stata una persona coraggiosa ma ho deciso di partire senza conoscere nessuno ed andare a vivere in una casa dello studente, il primo anno è stato difficile, ma le difficoltà sembravano superabili, da subito ho notato che ero circondata da persone molto più preparate e brave di me ma ero fiduciosa e mi sono impegnata, ma nonostante il mio impegno ho continuato a non superare alcuni esami o a prendere voti comunque bassi.
A settembre del secondo anno la situazione è precipitata, ho iniziato ad avere attacchi di panico e ho iniziato a provare un'ansia continua, durante quella sessione non ho dato nessun esame, andavo in sede e non riuscivo ad entrare in aula, li ho iniziato a capire che forse stavo peggio di quanto pensavo e ne ho parlato con i miei genitori, che non mi hanno capita e mi hanno spronato a continuare e ad impegnare e così ho fatto, anche se l'ansia e gli attacchi di panico sono peggiorati.

Questo ultimo anno è iniziato nel peggiore dei modi, la sessione di settembre è stata un fallimento e mi sono ritrovata completamente sola, da settembre a gennaio non ho fatto nessuno amicizia, avevo paura di uscire di casa, a dicembre sono tornata a casa per le vacanze di natale e sulla strada dell'aeroporto sono scoppiata a piangere e ho detto ai miei genitori tutta la verità, che volevo lasciare perchè per me niente aveva più senso e loro hanno fatto finta di capire, ma mi hanno comunque lasciata salire su quell'aereo e sono tornata a Venezia, la sessione è iniziata e io non ho dato nessun esame, arrivavo in sede e le mani iniziavano a tremare ed irrigidirsi, una settimana dopo essere tornata ho chiamato i miei genitori, ho fatto un biglietto e sono tornata a casa, anche in quel caso ho cercato aiuto, mi sono sfogata ma nemmeno questa volta sono stata capita e allora sono tornata.

Quest'ultimo semestre penso di aver raggiunto il fondo, non ho frequentato nessuna lezione, mi svegliavo ogni giorno, mi preparavo e non riuscivo ad uscire dalla mia stanza, io non so cosa fare, cerco di studiare ma vengo presa dallo sconforto, non trovo un senso in quello che sto facendo, è come se fosse tutto inutile, è come se anche io fossi inutile, vedo gli altri che si stanno per laureare che parlano di quello che studiano con entusiasmo, mentre io non riesco a combinare nulla e vedo tutto come un obbligo.

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Miglior risposta 15 MAG 2015

Cara Silvia
ha un sapore drammatico davvero quello che descrivi e soprattutto il fatto che i tuoi genitori non hanno prestato l'attenzione emotiva che desideravi da loro ha fatto sì che la cosa peggiorasse.
Penso che la cosa di cui tu abbia bisogno ora è di riprenderti e di fare una pausa che sia rilassante e rinvigorente, dal momento che mi appari come molto debilitata dallo stress protratto.
In queste condizioni credo tu faccia davvero fatica a prendere una decisione che sia ponderata e che abbia senso per te.
Io ti dico però che non devi scoraggiarti e non devi oltremodo sentirti persa e tantomeno fallita.
Diciamo che c'è un bisogno di "regredire" un pochino per riprendere poi un nuovo slancio.
Questo "regredire" temporaneo lo vedrei bene anche a contatto con i tuoi genitori in quanto il non aver trovato in loro la giusta risposta fino ad ora è uno dei motivi del tuo attuale blocco.
Hai bisogno di sentirti accudita e compresa a fondo, quindi non vergognarti ad esprimere loro questo bisogno.
Quando il tuo bisogno sarà soddisfatto è possibile che, spontaneamente, rinasca in te la voglia di "spiccare" nuovamente il volo sentendoti più motivata e sicura.
Aggiungo che alla tua età non è una grave perdita perdere un poco di tempo nel fare l'università
Nella vita non occorre essere perfetti per forza. Ognuno ha i suoi percorsi.
Un caro saluto
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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15 MAG 2015

Cara Silvia, nella sua vita i cambiamenti importanti hanno risvegliato vecchie e nuove paure e gli attacchi di panico hanno proprio come base l'ansia e la paura di qualcosa.
Deve però dare un nome a questi attacchi di panico per cercare di superare quello che in questo momento la angoscia.
Per il resto, quello che ho capito nella mia esperienza clinica, è che tutti e quindi anche lei, con impegno e fatica, possono autodeterminarsi e arrivare a raggiungere i propri obiettivi.
Resto disponibile per qualsiasi cosa. Auguri!
D.ssa Barbara Paolinelli (Trento)

Dott.ssa Barbara Paolinelli Psicologo a Trento

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15 MAG 2015

Carissima Silvia
Della tua lettera mi colpisce la tua tenacia nel perseguire un progetto personale che ti avrebbe portato sicuramente a dei buoni risultati e soddisfazioni.
L'insuccesso e le difficoltà che hai incontrato sul tuo cammino sembrano avere a che fare con un sostegno che i tuoi genitori non ti hanno dato o non sono stati in grado di darti.Sarebbe utile per te poter approfondire le ragioni profonde che non ti hanno permesso di ottenere ciò in cui tu credevi e per cui avevi fatto tanto.
Su questo piano mi sembra di capire che avresti bisogno di essere accompagnata e sostenuta nel perseguire in modo più realistico i tuoi progetti futuri.Ti invito a trovare uno psicologo o uno psicoterapeuta che ti aiuti veramente.Auguri Dott.ssa Milena A ngeli

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15 MAG 2015

Buongiorno Silvia,
ciò che ha scritto mi fa pensare al fatto che in lei esiste un pò di confusione.
Nello specifico mi pare di capire che uno dei nodi centrali sia il conflitto che nasce tra ciò che vuole e ciò che deve, come se il primo fosse oscurato dal secondo e su questo l'ansia e gli attacchi di panico trovano terreno fertile.
Penso che un percorso psicoterapeutico possa aiutarla a divenire più consapevole di se stessa e quindi affievolire i sintomi legati all'ansia.
Cordialmente
Dott. Denis Dal Zovo - Mestre

Dott. Denis Dal Zovo Psicologo a Mestrino

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15 MAG 2015

Sono convinta che la scelta di trasferirti in una città dove continuare gli studi secondo l'indirizzo intrapreso, sia un passo molto positivo ma resta ora da risolvere il tuo stato di angoscia che può essere dovuto ad una separazione dalla famiglia, anche se evolutivamente necessaria, per la tua emancipazione.Non si tratta di prendere nuove strade, bensì di rimanere ferma sul punto in cui ti trovi, magari prendendo qualche pausa per occuparti di questo momento evolutivo insieme con un/a psicoterapeuta residente in Venezia o dintorni. Potresti, nel frattempo, fare in modo che i tuoi genitori, magari alternativamente (o altri familiari), vengano a farti visita un pò più spesso, agevolando così la formazione di una tua base sociale sul posto. Se ritieni di avvalerti di un mio momentaneo supporto da qui, considerami a tua disposizione.
Dott.ssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta in Milano

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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15 MAG 2015

Gentile Silvia,
trasferirsi lontano da casa comporta quasi sempre discrete o notevoli difficoltà, che possono spiegare i suoi sintomi, ma penso anche che debba riflettere sulle motivazioni che hanno guidato la scelta della facoltà e degli studi in generale. E' abbastanza frequente che una facoltà non si riveli quella adatta e che se ne scelga un'altra più confacente alle proprie inclinazioni o si abbandoni l'università per seguire altri percorsi. Potrebbe farsi aiutare da centri di orientamento spesso presenti nell'università stessa o organizzati dal comune o dalle ASL o dai salesiani, in genere esperti nel campo.
Ci sono poi a quanto sembra difficoltà di comunicazione con la famiglia per le quali può farsi aiutare da uno psicologo, che valuterà se sia necessario contattare anche i genitori. Cordilali saluti

Valentina Sciubba Psicologo a Roma

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14 MAG 2015

Da quel che capisco quando provi a studiare sopravvengono lo sconforto e la convinzione di non riuscire bene come vorresti, senti inutile quello che stai facendo e stai mettendo così in dubbio anche la tua scelta universitaria. Ti senti obbligata, tuttavia ti sei trasferita a Venezia lontano dalla tua famiglia, dai tuoi amici e da tutto quello che conoscevi con un atto di coraggio, pur riconoscendo di non essere mai stata così coraggiosa prima. Probabilmente non è la motivazione che ti manca (e forse anche per questo i tuoi genitori ti spronano?), in questo momento sembreresti aver bisogno di imparare alcune strategie per gestire ansia ed attacchi di panico in modo da non trovarti bloccata mentre ti appresti a perseguire i tuoi intenti. Per questo ti consiglio una terapia strategica breve, che si è rivelata molto efficace in casi apparentemente simili al tuo.
A disposizione
Dott.ssa Giulia Portugheis

Lieve Mente Psicologia Psicologo a Padova

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