Vi racconto la storia del mio ex
Salve. Sono una ragazza di 23 anni, e circa una settimana fa sono stata lasciata dalla persona con cui sono stata per 3 anni. Le motivazioni per cui mi ha lasciata è che, a detta sua, negli ultimi due mesi non stavamo bene perché litigavamo spesso, il che mi è sembrato molto strano perché negli ultimi due mesi non ho avvertito nessun distacco da parte sua, quindi mi sono chiesta persino se non abbia finto per tutto questo tempo. Dopo l’ultima litigata in cui mi esprimeva una serie di malcontenti, dicendomi ancora che litigavamo spesso, che lui si sentiva in colpa a fare cose (tra cui uscire con gli amici), e altre cose, gli dissi di prenderci un periodo di pausa, e la sua risposta fu negativa. Nella settimana successiva si è comportato a tratti in modo distaccato, a tratti come se nulla fosse, e ogni volta che gli chiedevo cosa non andasse mi diceva che era solo una mia impressione. Fino alla domenica sera mi scrive “ti aspetto per dormire” e robe simili, poi il lunedì viene sotto casa mia per lasciarmi. In pratica la settimana di pausa l’ha presa solo con sé stesso per poi sferrarmi il colpo così su due piedi.
Adesso spiego la situazione e il perché c’erano litigate frequenti.
Parto col dire che suo padre non ha mai voluto prestargli la sua macchina, quindi ogni volta che si doveva organizzare un’uscita (rigorosamente solo il sabato pomeriggio perché ogni sabato mattina lui e il padre devono fare spesa, dopo due anni e mezzo ho dovuto dirgli io che sarebbe stato normale in quanto coppia vederci anche un giorno intero) all’andata doveva venirmi a prendere con suo padre, ma la situazione era questa: lui avanti a guidare, suo padre accanto a lui e io seduta dietro come una bambina praticamente. Al ritorno si presentava anche la madre, e ogni volta ad una certa ora dell’uscita arrivavano messaggi o chiamate per sapere “quando avessimo finito”. Sono una famiglia di taccagni, quindi non gli hanno mai voluto comprare un’auto tutta sua, e tantomeno lui in due anni si è premurato magari di mettere soldi da parte per farlo. Io ancora non ho la patente, ma nel caso l’avessi avuta sarei praticamente dovuta andare sempre io a prenderlo, perché con la sua ex faceva sempre così (lei si faceva prestare la macchina da sua madre). Ad un certo punto questa situazione iniziava a crearmi disagio, per non parlare del fatto che la madre aveva sempre qualche parola sfregiosa da dire nei miei confronti. È iniziato a diventare tutto pesante ad aprile circa, ma già l’anno prima c’erano stati episodi che mi avevano messa in dubbio: in pratica se il padre era influenzato, o c’erano altre cose che dovevano fare i genitori un sabato, noi non potevamo vederci. Non abbiamo mai festeggiato un anniversario, San Valentino o cose simili. Il primo anno di fidanzamento ho dovuto dirgli io che sarebbe stato carino da parte sua trovare una soluzione per vederci e uscire anche, perché il nostro unico momento erano poche ore quando mia madre poteva accompagnarmi da lui (e quindi andavamo in qualche bar) o lui veniva sotto casa mia, ma non essendoci nulla nelle mie zone, mia madre ad un certo punto ha iniziato a fargli frequentare casa nostra per farci stare spesso in un posto al sicuro, e al caldo nei periodi freddi.
Quando ci siamo lasciati gli ho tenuto presente che lui non ha mai voluto trovare una soluzione e che questa relazione praticamente si basava su regole dettate dai suoi genitori, e a detta sua la soluzione era organizzarsi con loro “per venirmi a prendere”. Sono rimasta sconvolta da questa risposta.
Come dicevo, ad aprile, ad un certo punto è nato qualcosa dentro di me che mi ha resa sempre più insofferente, ma nonostante ciò mi convincevo che non ci fossero motivi validi per lasciarlo.
Nel weekend di Pasqua lo avevo invitato un sabato a casa mia, ma mi aveva detto di no perché suo padre era influenzato. In tutto ciò, io avevo familiari a casa per quelle feste, e lui voleva a tutti i costi organizzarsi con i suoi amici per la Pasquetta, così gli ho detto di farlo ugualmente, seppur io mi dovessi dedicare alla famiglia. In quel momento non nego che essendoci rimasta male per l’invito rifiutato, avrei voluto piuttosto che a Pasquetta in qualche modo fosse corso da me, invece ha preferito fare prima mezza giornata con gli amici “perché avevano già organizzato tutto e sembrava brutto”, piuttosto che premurarsi del fatto che io stessi male.
Molte altre volte è successo che se un weekend non potevamo vederci perché io avevo degli esami da preparare, lui comunque si organizzava con i suoi amici, nonostante sapesse che io mi sentivo sola da questa parte, avendo solo lui come punto di riferimento oltre la famiglia. Non gli ho mai fatto problemi a riguardo, semplicemente penso che in una situazione del genere in cui non ci si può vedere come due fidanzati normali mi sembra ovvio che certe volte mi dispiacessi del fatto che lui si divertisse con i suoi amici mentre io ero a casa, ma lui ha usato questa cosa per dirmi che in sostanza non lo facevo sentire libero.
Una volta ha rifiutato un invito a casa mia perché altrimenti suo padre rimaneva da solo a cena.
Tutte le volte che veniva da me ad un certo punto gli arrivavano messaggi da uno dei due genitori con scritto “hai finito?” per sapere quando venirlo a prendere. Non nego che mi sono sentita l’amante in quelle occasioni.
Durante le nostre uscite puntualmente arrivava sempre la chiamata della madre per sapere dove fosse e che stesse facendo, e per dirgli che usciva. Una volta mi ha lasciata da sola in un negozio per risponderle di corsa, quando poi non era nulla di urgente. Quando ho capito che questa cosa succedeva praticamente ogni volta e che non c’era un po’ di rispetto per quelle poche ore che trascorrevamo insieme ho iniziato ad infastidirmi. Per non parlare del fatto che quando mi chiamava lui, sua madre entrava nella stanza come se nulla fosse e quasi diventava una chiamata a tre.
In tre anni lui ha sempre fatto vacanza nella mia casa al mare, con tutta la famiglia, mentre la sua famiglia non mi ha mai invitata in vacanza con loro, e nemmeno quando hanno fatto un weekend a Roma quest’anno. Sono stata invitata a pranzo a casa sua a stento tre volte, ma casualmente sua madre mi invitava ogni qual volta avessi un esame e si sapeva che non mi muovevo da casa.
Lui in casa mia ci ha praticamente vissuto ad ogni ora del giorno e della notte, e quando doveva venire da me mia madre lo andava a prendere nella stazione ad un quarto d’ora da casa mia (l’unica presente perché neanche passano mezzi pubblici da me).
Verso luglio lui qualche volta si è fatto prestare la macchina da suo nonno, ma anche in quel caso eravamo vincolati perché suo padre gli chiedeva a che ora tornasse, perché in pratica una volta riportata la macchina al nonno suo padre poi doveva andarlo a prendere, e ad ogni minimo spostamento mandava un messaggio per dire dove fosse. Al massimo si tornava a casa verso le 19, nulla di più, a volte anche prima. La cosa che mi sembrava più assurda è che se dovevano venirci a prendere loro, per dire, alle 22 dopo un’uscita mezza serale lo facevano, se lui doveva restare più tempo con me quando aveva la macchina di suo nonno non era invece possibile. Quando poi, a rigor di logica, per suo padre poteva essere solo una comodità andarlo a prendere anche di sera ma comunque praticamente vicino casa, piuttosto che riaccompagnare me a mezz’ora di distanza.
A me faceva piacere avere più libertà, ma poi a settembre ho notato che anche quando aveva questa possibilità, pur sapendo che mi facesse molto piacere, dovevo praticamente chiederglielo io.
Dico solo che un ultimo weekend in cui aveva la possibilità di prendere questa macchina, prima che il nonno partisse per la sua casa in campagna, ha preferito fare una passeggiata domenicale con i genitori, sapendo che il sabato gli avevo detto che stavo studiando e che quindi avremmo potuto rimandare alla domenica.
Ovviamente se ci vedevamo il sabato finiva lì, la domenica non esisteva.
Se mi avessero perlomeno invitato ci sarei rimasta anche meno male, ma nemmeno quello. Però a detta sua lui aveva tantissima voglia di vedermi, e che io fossi lì. Queste erano le sue parole ogni volta che faceva qualcosa in mia assenza, cioè che mi voleva lì ecc., ma ad un certo punto ho iniziato a fare molta fatica a credergli.
Ad ottobre per due weekend consecutivi sinceramente mi sono rifiutata di uscire sempre alla stessa maniera, e lui ha utilizzato questa cosa dicendo a mia madre che io non avevo voglia di stare con lui, perché se avessi avuto voglia sarei stata anche 10 minuti in macchina con suo padre. La cosa che più mi fa male e a tratti rabbia è che erano mesi che provavo a spiegargli il mio disagio e il fatto che questa situazione stesse diventando pesante, ma a quanto pare non esisteva nessuna soluzione. Mi sconvolge che un ragazzo di 23 anni non reclami un minimo di indipendenza ai genitori. Ribadisco che le possibilità economiche le hanno anche per trovare diverse soluzioni, sono solo taccagni.
Sta di fatto che io ad un certo punto ho iniziato a vedere le altre coppie, il fatto che si potessero vedere quando volevano, che potevano vivere la spensieratezza dei 20 anni. Ho iniziato a pensare che se mi fosse successo qualcosa (dato che negli ultimi mesi ho riscontrato problemi di salute seri) lui non sarebbe potuto correre da me, o anche se fosse successa qualsiasi altra cosa (in merito a questa cosa aggiungo che i miei genitori sono separati, e che a casa mia viviamo solo io mia madre e mia sorella, e a volte a tratti il compagno di mia madre, ma comunque anche mia madre ha problemi di salute gravi). Ho iniziato a pensare che anche per una semplice litigata mi sarebbe piaciuto vivere come le ragazze che poi si ritrovano il fidanzato sotto casa dopo pochi minuti. Credo siano pensieri del tutto normali. Ma come anche quando uscivamo e non avevamo alcuna sicurezza non avendo un’auto, essendo io un soggetto anche abbastanza ansioso per cose successe in passato ho iniziato a farmi mille pensieri negativi. Una volta è capitato che stessi molto male ma abbiamo comunque dovuto aspettare due ore fermi in un posto prima che arrivassero i suoi genitori.
I litigi dell’ultimo periodo riguardavano principalmente il fatto che a me creasse disagio questa situazione, soprattutto considerando il fatto che lui non si risparmiava minimamente ad organizzare uscite con i suoi amici.
Mi è sembrato inverosimile che sia stato lui a lasciarmi, e comunque a farsi le sue ragioni dopo che io gli ho spiegato per l’ennesima volta cosa mi stava causando infelicità. La risposta a questo è stata “semplicemente non potevo darti ora quello che tu volevi”.
La cosa più strana è questa qui. Quando nei mesi scorsi abbiamo parlato di questa cosa, lui mi diceva che nell’estate 2025 avrebbe cominciato il tirocinio presso un’azienda e che quindi gli sarebbe per forza servita la macchina per farlo, quindi in pratica mi chiedeva di pazientare per un anno. Quando ci siamo fidanzati la motivazione al fatto che non avesse una sua auto era che suo padre gliel’avrebbe presa qualora avrebbe contribuito anche lui alle spese. Ora la domanda che mi pongo io è questa qui: dato che il tirocinio è una cosa obbligatoria legata agli ultimi mesi di laurea magistrale, non retribuito, in che modo avrebbe potuto lui contribuire subito alle spese di questa presunta auto? E dunque il tirocinio rappresenta un’esigenza di fronte alla quale non possono fare altro, e avere indipendenza e libertà anche con la propria fidanzata non lo è? A me sembravano ragionamenti assurdi.
Ma comunque con il tempo mi sono resa conto, come ho già detto, che si tratta solo di taccagni.
Io ad un certo punto ho pensato anche che la sua famiglia fosse troppo dipendente da lui per costruire un futuro con me. Discorsi di futuro ne facevo io, lui non ne ha mai fatti, anche se “assecondava” i miei progetti. Ma la madre non era nemmeno d’accordo al pensiero che un giorno lui potesse trovare lavoro lontano.
Ma d’altronde parliamo di una persona che non è neanche in grado di fare una spesa.
Spero di non aver dimenticato nessun dettaglio, ma forse ce ne sono moltissimi altri che mi sfuggono e altrettanto paradossali quanto questi.