Vi racconto la storia del mio ex

Inviata da roberta01 · 2 dic 2024 Terapia di coppia

Salve. Sono una ragazza di 23 anni, e circa una settimana fa sono stata lasciata dalla persona con cui sono stata per 3 anni. Le motivazioni per cui mi ha lasciata è che, a detta sua, negli ultimi due mesi non stavamo bene perché litigavamo spesso, il che mi è sembrato molto strano perché negli ultimi due mesi non ho avvertito nessun distacco da parte sua, quindi mi sono chiesta persino se non abbia finto per tutto questo tempo. Dopo l’ultima litigata in cui mi esprimeva una serie di malcontenti, dicendomi ancora che litigavamo spesso, che lui si sentiva in colpa a fare cose (tra cui uscire con gli amici), e altre cose, gli dissi di prenderci un periodo di pausa, e la sua risposta fu negativa. Nella settimana successiva si è comportato a tratti in modo distaccato, a tratti come se nulla fosse, e ogni volta che gli chiedevo cosa non andasse mi diceva che era solo una mia impressione. Fino alla domenica sera mi scrive “ti aspetto per dormire” e robe simili, poi il lunedì viene sotto casa mia per lasciarmi. In pratica la settimana di pausa l’ha presa solo con sé stesso per poi sferrarmi il colpo così su due piedi.
Adesso spiego la situazione e il perché c’erano litigate frequenti.
Parto col dire che suo padre non ha mai voluto prestargli la sua macchina, quindi ogni volta che si doveva organizzare un’uscita (rigorosamente solo il sabato pomeriggio perché ogni sabato mattina lui e il padre devono fare spesa, dopo due anni e mezzo ho dovuto dirgli io che sarebbe stato normale in quanto coppia vederci anche un giorno intero) all’andata doveva venirmi a prendere con suo padre, ma la situazione era questa: lui avanti a guidare, suo padre accanto a lui e io seduta dietro come una bambina praticamente. Al ritorno si presentava anche la madre, e ogni volta ad una certa ora dell’uscita arrivavano messaggi o chiamate per sapere “quando avessimo finito”. Sono una famiglia di taccagni, quindi non gli hanno mai voluto comprare un’auto tutta sua, e tantomeno lui in due anni si è premurato magari di mettere soldi da parte per farlo. Io ancora non ho la patente, ma nel caso l’avessi avuta sarei praticamente dovuta andare sempre io a prenderlo, perché con la sua ex faceva sempre così (lei si faceva prestare la macchina da sua madre). Ad un certo punto questa situazione iniziava a crearmi disagio, per non parlare del fatto che la madre aveva sempre qualche parola sfregiosa da dire nei miei confronti. È iniziato a diventare tutto pesante ad aprile circa, ma già l’anno prima c’erano stati episodi che mi avevano messa in dubbio: in pratica se il padre era influenzato, o c’erano altre cose che dovevano fare i genitori un sabato, noi non potevamo vederci. Non abbiamo mai festeggiato un anniversario, San Valentino o cose simili. Il primo anno di fidanzamento ho dovuto dirgli io che sarebbe stato carino da parte sua trovare una soluzione per vederci e uscire anche, perché il nostro unico momento erano poche ore quando mia madre poteva accompagnarmi da lui (e quindi andavamo in qualche bar) o lui veniva sotto casa mia, ma non essendoci nulla nelle mie zone, mia madre ad un certo punto ha iniziato a fargli frequentare casa nostra per farci stare spesso in un posto al sicuro, e al caldo nei periodi freddi.
Quando ci siamo lasciati gli ho tenuto presente che lui non ha mai voluto trovare una soluzione e che questa relazione praticamente si basava su regole dettate dai suoi genitori, e a detta sua la soluzione era organizzarsi con loro “per venirmi a prendere”. Sono rimasta sconvolta da questa risposta.
Come dicevo, ad aprile, ad un certo punto è nato qualcosa dentro di me che mi ha resa sempre più insofferente, ma nonostante ciò mi convincevo che non ci fossero motivi validi per lasciarlo.
Nel weekend di Pasqua lo avevo invitato un sabato a casa mia, ma mi aveva detto di no perché suo padre era influenzato. In tutto ciò, io avevo familiari a casa per quelle feste, e lui voleva a tutti i costi organizzarsi con i suoi amici per la Pasquetta, così gli ho detto di farlo ugualmente, seppur io mi dovessi dedicare alla famiglia. In quel momento non nego che essendoci rimasta male per l’invito rifiutato, avrei voluto piuttosto che a Pasquetta in qualche modo fosse corso da me, invece ha preferito fare prima mezza giornata con gli amici “perché avevano già organizzato tutto e sembrava brutto”, piuttosto che premurarsi del fatto che io stessi male.
Molte altre volte è successo che se un weekend non potevamo vederci perché io avevo degli esami da preparare, lui comunque si organizzava con i suoi amici, nonostante sapesse che io mi sentivo sola da questa parte, avendo solo lui come punto di riferimento oltre la famiglia. Non gli ho mai fatto problemi a riguardo, semplicemente penso che in una situazione del genere in cui non ci si può vedere come due fidanzati normali mi sembra ovvio che certe volte mi dispiacessi del fatto che lui si divertisse con i suoi amici mentre io ero a casa, ma lui ha usato questa cosa per dirmi che in sostanza non lo facevo sentire libero.
Una volta ha rifiutato un invito a casa mia perché altrimenti suo padre rimaneva da solo a cena.
Tutte le volte che veniva da me ad un certo punto gli arrivavano messaggi da uno dei due genitori con scritto “hai finito?” per sapere quando venirlo a prendere. Non nego che mi sono sentita l’amante in quelle occasioni.
Durante le nostre uscite puntualmente arrivava sempre la chiamata della madre per sapere dove fosse e che stesse facendo, e per dirgli che usciva. Una volta mi ha lasciata da sola in un negozio per risponderle di corsa, quando poi non era nulla di urgente. Quando ho capito che questa cosa succedeva praticamente ogni volta e che non c’era un po’ di rispetto per quelle poche ore che trascorrevamo insieme ho iniziato ad infastidirmi. Per non parlare del fatto che quando mi chiamava lui, sua madre entrava nella stanza come se nulla fosse e quasi diventava una chiamata a tre.
In tre anni lui ha sempre fatto vacanza nella mia casa al mare, con tutta la famiglia, mentre la sua famiglia non mi ha mai invitata in vacanza con loro, e nemmeno quando hanno fatto un weekend a Roma quest’anno. Sono stata invitata a pranzo a casa sua a stento tre volte, ma casualmente sua madre mi invitava ogni qual volta avessi un esame e si sapeva che non mi muovevo da casa.
Lui in casa mia ci ha praticamente vissuto ad ogni ora del giorno e della notte, e quando doveva venire da me mia madre lo andava a prendere nella stazione ad un quarto d’ora da casa mia (l’unica presente perché neanche passano mezzi pubblici da me).
Verso luglio lui qualche volta si è fatto prestare la macchina da suo nonno, ma anche in quel caso eravamo vincolati perché suo padre gli chiedeva a che ora tornasse, perché in pratica una volta riportata la macchina al nonno suo padre poi doveva andarlo a prendere, e ad ogni minimo spostamento mandava un messaggio per dire dove fosse. Al massimo si tornava a casa verso le 19, nulla di più, a volte anche prima. La cosa che mi sembrava più assurda è che se dovevano venirci a prendere loro, per dire, alle 22 dopo un’uscita mezza serale lo facevano, se lui doveva restare più tempo con me quando aveva la macchina di suo nonno non era invece possibile. Quando poi, a rigor di logica, per suo padre poteva essere solo una comodità andarlo a prendere anche di sera ma comunque praticamente vicino casa, piuttosto che riaccompagnare me a mezz’ora di distanza.
A me faceva piacere avere più libertà, ma poi a settembre ho notato che anche quando aveva questa possibilità, pur sapendo che mi facesse molto piacere, dovevo praticamente chiederglielo io.
Dico solo che un ultimo weekend in cui aveva la possibilità di prendere questa macchina, prima che il nonno partisse per la sua casa in campagna, ha preferito fare una passeggiata domenicale con i genitori, sapendo che il sabato gli avevo detto che stavo studiando e che quindi avremmo potuto rimandare alla domenica.
Ovviamente se ci vedevamo il sabato finiva lì, la domenica non esisteva.
Se mi avessero perlomeno invitato ci sarei rimasta anche meno male, ma nemmeno quello. Però a detta sua lui aveva tantissima voglia di vedermi, e che io fossi lì. Queste erano le sue parole ogni volta che faceva qualcosa in mia assenza, cioè che mi voleva lì ecc., ma ad un certo punto ho iniziato a fare molta fatica a credergli.
Ad ottobre per due weekend consecutivi sinceramente mi sono rifiutata di uscire sempre alla stessa maniera, e lui ha utilizzato questa cosa dicendo a mia madre che io non avevo voglia di stare con lui, perché se avessi avuto voglia sarei stata anche 10 minuti in macchina con suo padre. La cosa che più mi fa male e a tratti rabbia è che erano mesi che provavo a spiegargli il mio disagio e il fatto che questa situazione stesse diventando pesante, ma a quanto pare non esisteva nessuna soluzione. Mi sconvolge che un ragazzo di 23 anni non reclami un minimo di indipendenza ai genitori. Ribadisco che le possibilità economiche le hanno anche per trovare diverse soluzioni, sono solo taccagni.
Sta di fatto che io ad un certo punto ho iniziato a vedere le altre coppie, il fatto che si potessero vedere quando volevano, che potevano vivere la spensieratezza dei 20 anni. Ho iniziato a pensare che se mi fosse successo qualcosa (dato che negli ultimi mesi ho riscontrato problemi di salute seri) lui non sarebbe potuto correre da me, o anche se fosse successa qualsiasi altra cosa (in merito a questa cosa aggiungo che i miei genitori sono separati, e che a casa mia viviamo solo io mia madre e mia sorella, e a volte a tratti il compagno di mia madre, ma comunque anche mia madre ha problemi di salute gravi). Ho iniziato a pensare che anche per una semplice litigata mi sarebbe piaciuto vivere come le ragazze che poi si ritrovano il fidanzato sotto casa dopo pochi minuti. Credo siano pensieri del tutto normali. Ma come anche quando uscivamo e non avevamo alcuna sicurezza non avendo un’auto, essendo io un soggetto anche abbastanza ansioso per cose successe in passato ho iniziato a farmi mille pensieri negativi. Una volta è capitato che stessi molto male ma abbiamo comunque dovuto aspettare due ore fermi in un posto prima che arrivassero i suoi genitori.
I litigi dell’ultimo periodo riguardavano principalmente il fatto che a me creasse disagio questa situazione, soprattutto considerando il fatto che lui non si risparmiava minimamente ad organizzare uscite con i suoi amici.
Mi è sembrato inverosimile che sia stato lui a lasciarmi, e comunque a farsi le sue ragioni dopo che io gli ho spiegato per l’ennesima volta cosa mi stava causando infelicità. La risposta a questo è stata “semplicemente non potevo darti ora quello che tu volevi”.
La cosa più strana è questa qui. Quando nei mesi scorsi abbiamo parlato di questa cosa, lui mi diceva che nell’estate 2025 avrebbe cominciato il tirocinio presso un’azienda e che quindi gli sarebbe per forza servita la macchina per farlo, quindi in pratica mi chiedeva di pazientare per un anno. Quando ci siamo fidanzati la motivazione al fatto che non avesse una sua auto era che suo padre gliel’avrebbe presa qualora avrebbe contribuito anche lui alle spese. Ora la domanda che mi pongo io è questa qui: dato che il tirocinio è una cosa obbligatoria legata agli ultimi mesi di laurea magistrale, non retribuito, in che modo avrebbe potuto lui contribuire subito alle spese di questa presunta auto? E dunque il tirocinio rappresenta un’esigenza di fronte alla quale non possono fare altro, e avere indipendenza e libertà anche con la propria fidanzata non lo è? A me sembravano ragionamenti assurdi.
Ma comunque con il tempo mi sono resa conto, come ho già detto, che si tratta solo di taccagni.
Io ad un certo punto ho pensato anche che la sua famiglia fosse troppo dipendente da lui per costruire un futuro con me. Discorsi di futuro ne facevo io, lui non ne ha mai fatti, anche se “assecondava” i miei progetti. Ma la madre non era nemmeno d’accordo al pensiero che un giorno lui potesse trovare lavoro lontano.
Ma d’altronde parliamo di una persona che non è neanche in grado di fare una spesa.
Spero di non aver dimenticato nessun dettaglio, ma forse ce ne sono moltissimi altri che mi sfuggono e altrettanto paradossali quanto questi.

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Miglior risposta 3 DIC 2024

Cara Roberta,
ho letto tutta la tua sofferta storia. Quello che si evince è che il suo essere lasciata improvvisamente corrispondente ad un lutto vero e proprio e la fase in cui si trova è quella della rabbia. È legittimo arrabbiarsi e trovare spiegazioni nella parte disfunzionale della sua famiglia. Questo però serve a comprire la reale motivazione che spinge a fare ciò, quello che le posso consigliare è che ora avrebbe bisogno di un supporto psicologico per concentrarsi su di lei, su come si sente e che cosa vuol dire per lei questa rottura. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Un caro saluto
Dottoressa Cecilia Cicchetti

Dott.ssa Cecilia Cicchetti Psicologo a Milano

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3 DIC 2024

Cara Roberta,
Grazie per aver condiviso la tua storia, sembra che tu stia attraversando un periodo molto doloroso legato alla fine della tua relazione, specialmente dopo un lungo periodo insieme, ha portato inevitabilmente con sé una serie di domande e riflessioni.
Dai dettagli che condividi, sembra che la relazione fosse segnata da una serie di difficoltà legate sia alle dinamiche familiari del tuo ex partner che ai tuoi bisogni emotivi.
Da quanto descrivi, ci sono diversi fattori che potrebbero aver influito sulla fine del rapporto, tra cui la continua dipendenza dalle dinamiche familiari, l’incapacità di trovare soluzioni ai problemi pratici e emotivi, e la mancanza di equilibrio tra le sue esigenze e le tue.
Il fatto che ti sentissi trascurata, che il tuo disagio non fosse compreso e che le soluzioni proposte dal tuo ex sembrassero insufficienti, è comprensibile, inoltre, considerando che lui non abbia preso l'iniziativa di cambiare la situazione, nonostante tu gli avessi più volte spiegato il tuo malessere, può aver minato la fiducia nel vostro rapporto.
Se il tirocinio fosse davvero una scusa o no , può essere che lui stesse cercando di convincere sia te che se stesso a continuare in una situazione che, per lui, sembrava inevitabile, ma la sua difficoltà a fare un passo decisivo verso l'indipendenza, sia emotivamente che materialmente (come nel caso della macchina), potrebbe averlo portato a non essere pronto a darti ciò che cercavi davvero.
Se ti può essere utile, ti suggerisco di riflettere su ciò che questa relazione ti ha insegnato riguardo ai tuoi bisogni, al tipo di compagnia che desideri e alla tua indipendenza, questo può aiutarti a prendere una direzione più chiara riguardo a come affrontare la fine di questa storia e, in futuro, come desideri vivere le tue relazioni.
Meriti di vivere una vita che rispecchi davvero chi sei, senza compromessi o rinunce
Resto a disposizione per chiarimenti o domande.
Cordiali Saluti Dott.ssa Jessica Bombino

Jessica Bombino Psicologo a Bra

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3 DIC 2024

Cara Roberta, ho letto con attenzione quanto ci ha raccontato. Sembra che lei non stimi questo ragazzo per n motivi che ha riportato e forse il modo in cui è stata affrontata la chiusura ha deluso ulteriormente le sue aspettative.
Ciò che mi ha maggiormente colpito è quando dice che lei non ha altri punti di riferimento. Quel poco che ha raccontato della sua storia fa pensare che sia utile per lei fare prima ordine in se stessa, così da non dover puntare sull'altro ciò che lei cerca in sé stessa.
Resto a disposizione
Cordialmente

Dott.ssa Miryam Pinna Psicologo a Trieste

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3 DIC 2024

Cara Roberta, capisco quanto questa relazione ti abbia fatto sentire intrappolata e incompleta, e quanto la dinamica con la sua famiglia ti abbia generato disagio e frustrazione. Il tuo racconto mostra una forte tensione tra il desiderio di indipendenza e l’impossibilità di viverla appieno, non solo con il tuo partner ma anche rispetto alla sua famiglia. La tua delusione non nasce solo dalle sue mancanze, ma anche dal fatto che ti sei sentita sacrificata per una situazione che ti rendeva infelice, ma in cui sembravi non avere voce. Il fatto che, nonostante i tuoi ripetuti tentativi di comunicare il tuo disagio, non sia mai emersa una vera volontà di cambiare da parte sua, può indicare che lui fosse davvero intrappolato in una dinamica familiare che lo ha reso incapace di sviluppare un’autonomia emotiva e pratica. Questo non solo ti ha impedito di sperimentare la libertà che ti aspettavi in una relazione, ma ti ha anche fatto sentire non ascoltata, non rispettata, e, inevitabilmente, sola. Il tuo bisogno di vedere una crescita, di avere una relazione che ti permettesse di costruire il tuo futuro, è assolutamente legittimo. Quando una persona non è pronta a rispondere a queste necessità, o a confrontarsi con la propria famiglia per costruire una vita insieme, le disuguaglianze emergono chiaramente. Credo che la tua riflessione sul fatto che la sua famiglia fosse troppo dipendente da lui sia fondamentale: una relazione non può crescere se il partner è costantemente ancorato a un sistema che non gli permette di evolversi, né come individuo né come compagno. Sembra che tu stia attraversando un periodo difficile, dove stai cercando di mettere in discussione sia la relazione che le tue aspettative future. È comprensibile che tu senta rabbia e frustrazione per un percorso che non ha soddisfatto le tue esigenze, e anche per la sensazione di non aver avuto un vero supporto quando ne avevi bisogno. A volte, però, liberarsi da una relazione che ci limita è il primo passo per ritrovare la nostra strada e i nostri desideri autentici. Spero che tu possa darti il tempo di elaborare questi pensieri e che, con il tempo, possa trovare la serenità e la consapevolezza necessarie per un nuovo inizio.
Cordialmente,
Dott.ssa Velia Morati

Dott.ssa Velia Morati Psicologo a Nocera Inferiore

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3 DIC 2024

Mi dispiace molto per la situazione che hai vissuto e per il dolore che stai provando. È evidente che tu abbia dedicato molto tempo, energie ed emozioni a questa relazione, cercando soluzioni e compromessi per farla funzionare, nonostante le difficoltà.

### Riflessioni sulla relazione
Dal tuo racconto emergono alcune dinamiche problematiche:
1. **Dipendenza familiare**: Il tuo ex sembrava molto condizionato dai genitori, sia logisticamente che emotivamente. Questo ha creato limiti concreti e simbolici alla vostra relazione, facendoti sentire spesso non al primo posto.

2. **Mancanza di reciprocità**: Tu hai fatto molti sforzi per adattarti, accogliendolo nella tua vita e cercando di mantenere un equilibrio. Dall'altra parte, sembra che lui non abbia mostrato lo stesso livello di impegno per superare le difficoltà logistiche e familiari.

3. **Comunicazione e incomprensioni**: Nonostante tu abbia espresso più volte il tuo disagio, sembra che lui non abbia colto appieno l'importanza di queste problematiche per te, o non abbia avuto la volontà o la capacità di affrontarle.

4. **Senso di isolamento**: La mancanza di indipendenza della coppia, la sua libertà con gli amici rispetto alle restrizioni con te e il suo atteggiamento spesso passivo hanno contribuito a farti sentire sola e insoddisfatta.

### Il momento della separazione
La modalità in cui lui ha gestito la rottura — un'apparente indifferenza alternata a comportamenti normali, per poi lasciarti improvvisamente — può essere stata destabilizzante. Probabilmente aveva già maturato la decisione di chiudere, ma non è riuscito ad affrontarla in modo diretto finché non si è sentito pronto.

La sua frase *"Non potevo darti ora quello che tu volevi"* suggerisce che fosse consapevole delle tue esigenze, ma non disposto o in grado di soddisfarle. Anche se doloroso, è meglio che questa consapevolezza sia emersa, perché una relazione basata su compromessi unilaterali sarebbe stata insostenibile a lungo termine.

### Come affrontare la rottura
1. **Permettiti di elaborare il dolore**: È normale sentirsi feriti, delusi e arrabbiati. Non cercare di minimizzare i tuoi sentimenti o accelerare il processo di guarigione.

2. **Rifletti sui tuoi bisogni**: Questa esperienza può aiutarti a chiarire cosa desideri in una relazione e quali compromessi sei disposta ad accettare in futuro.

3. **Circondati di supporto**: Parla con amici o familiari di fiducia. Il loro sostegno può aiutarti a sentirti meno sola e a elaborare meglio la situazione.

4. **Valorizza te stessa**: Ricorda che hai fatto tutto il possibile per mantenere viva questa relazione. Non sentirti inadeguata o colpevole per il fatto che non ha funzionato.

5. **Guarda avanti**: Anche se ora è difficile immaginarlo, questa rottura può aprire la strada a nuove opportunità e relazioni più appaganti.

Dott. Fabrizio Toti Psicologo a Todi

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3 DIC 2024

Gentile Roberta,

quello che stai vivendo è una situazione complessa e dolorosa, ed è del tutto normale provare confusione, frustrazione e un forte disorientamento dopo una separazione, soprattutto quando ci sono state dinamiche di relazione difficili e problematiche irrisolte.

Quello che descrivi riguardo alla tua relazione evidenzia un significativo squilibrio tra le tue necessità e quelle del tuo ex partner, che sembra non essere riuscito a darti la libertà e l'indipendenza che desideravi. La situazione con la sua famiglia, in particolare con la dipendenza emotiva e logistica che sembrava esserci da parte dei genitori, sembra aver creato un ambiente in cui tu ti sei sentita confinata e, a tratti, poco rispettata. La tua frustrazione per la mancanza di soluzioni concrete e per la difficoltà nel vivere una relazione di coppia serena e senza interferenze familiari è assolutamente comprensibile.

È normale che, dopo una separazione, si tenda a rivedere ogni dettaglio della relazione, cercando di capire cosa sia andato storto, e anche cercando di trovare delle risposte al comportamento del tuo ex partner. Tuttavia, è importante cercare di separare il dolore e la delusione che provi ora dal bisogno di comprendere in modo completo e definitivo ogni aspetto del passato, perché questo può diventare un circolo vizioso che alimenta la sofferenza. A volte, le persone non sono in grado di soddisfare le aspettative che noi abbiamo, non perché non ci tengano, ma perché le loro esigenze, convinzioni o circostanze familiari possono essere troppo radicate o difficili da cambiare.

Ti consiglio di permetterti il tempo di elaborare il dolore di questa separazione, riconoscendo quanto tu abbia investito emotivamente nella relazione, ma anche di fare uno sforzo per distaccarti dalla continua ricerca di risposte che possano darti un senso di "giustizia" rispetto a quanto accaduto. A volte, il modo migliore per guarire da una delusione è guardare in avanti, concentrandosi su te stessa e su ciò che desideri veramente per il tuo futuro. È fondamentale che tu riconosca le tue necessità emotive e affettive e che tu costruisca una vita che ti faccia sentire soddisfatta, indipendentemente dal passato.

Un caro saluto.

Dott.ssa Bassan Marcella Psicologo a Parma

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3 DIC 2024

La situazione che hai descritto è complessa e sicuramente ha messo a dura prova il tuo rapporto.

Analizziamo alcuni punti chiave:

Dipendenza dalla famiglia: La dipendenza del tuo ex fidanzato dalla sua famiglia è stata un elemento centrale della vostra relazione. Questa dipendenza ha limitato la vostra libertà e ha creato un ambiente soffocante.
Mancanza di autonomia: La mancanza di un'auto e la costante presenza della famiglia hanno reso difficile per voi vivere una relazione normale.
Doppiezza: Il tuo ex fidanzato sembrava volerti bene, ma i suoi comportamenti contraddicevano spesso le sue parole.
Mancanza di rispetto: Il continuo controllo della famiglia, le chiamate durante le vostre uscite e la mancanza di privacy hanno rappresentato una mancanza di rispetto nei tuoi confronti.
Prospettive future incerte: La mancanza di progetti comuni e la dipendenza economica della famiglia del tuo ex fidanzato hanno reso incerto il vostro futuro insieme.
È importante sottolineare che non sei tu ad avere dei problemi:

Non sei esigente: È normale desiderare una relazione sana e basata sulla reciprocità.
Non sei l'unica: Molte coppie affrontano sfide simili, ma non tutte accettano di vivere in una situazione così limitante.
Hai il diritto di essere felice: Meriti una relazione in cui ti senti rispettata e libera di vivere la tua vita.
Cosa puoi fare ora:

Accetta ciò che è successo: È normale provare dolore e rabbia, ma è importante accettare che la relazione sia finita.
Prenditi cura di te stessa: Concentrati sulle tue passioni, coltiva le amicizie e dedicati al tuo benessere.
Impara da questa esperienza: Questa esperienza ti ha insegnato molto su te stessa e sulle relazioni. Utilizza queste conoscenze per costruire relazioni future più sane e soddisfacenti.
Non aver paura di chiedere aiuto: Se hai bisogno di parlare con qualcuno, non esitare a rivolgerti a un amico fidato, a un familiare o a uno psicologo.
Ricorda:

Tu vali: Non permettere a nessuno di farti sentire inadeguata o di farti dubitare di te stessa.
Il futuro è tuo: Hai tutto il diritto di costruire un futuro felice e soddisfacente.
L'amore sano non fa soffrire: Una relazione sana si basa sul rispetto, sulla fiducia e sulla libertà.
In conclusione:

La situazione che hai vissuto è stata difficile, ma ora hai l'opportunità di voltare pagina e di costruire una vita migliore per te stessa. Tieni a mente che sei forte e che ce la farai.

Dott. Alessandro Cancellieri Psicologo a Genova

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3 DIC 2024

Gentile Roberta,
Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Dalle tue parole emerge una situazione complessa, ma è chiaro che hai già iniziato a fare molta chiarezza sui tuoi sentimenti e sulle dinamiche della relazione.
Da quello che racconti, sembra che il tuo ex compagno sia profondamente invischiato in una relazione di dipendenza emotiva e pratica con la sua famiglia, in particolare con i suoi genitori. Questo tipo di invischiamento può impedire a una persona di sviluppare l’autonomia necessaria per costruire una relazione di coppia sana e indipendente. I segnali che descrivi – come la costante presenza e controllo dei genitori, la mancanza di una propria indipendenza decisionale e la difficoltà a rivendicare uno spazio personale – indicano che lui non era ancora pronto a investire pienamente in una relazione matura.
La tua insofferenza e i tuoi dubbi non sono solo comprensibili, ma indicano anche una consapevolezza importante: per costruire un futuro di coppia, è fondamentale che entrambe le persone siano disposte a creare uno spazio autonomo rispetto alle famiglie d’origine. Questa autonomia non era presente nella vostra relazione, e non sembra che lui fosse disposto a lavorarci, almeno per ora.
Il fatto che lui ti abbia lasciata, nonostante fosse evidente il tuo malessere, potrebbe essere legato alla sua incapacità di affrontare le problematiche che tu sollevavi. A volte, per chi vive in una relazione invischiata con i propri genitori, la soluzione più semplice è mantenere lo status quo familiare piuttosto che fare scelte che potrebbero portare a conflitti o cambiamenti significativi.
Nonostante il dispiacere per la fine della relazione, sembra che tu abbia già cominciato a vedere questa separazione come una possibilità di liberarti da una situazione che ti causava frustrazione e disagio. Forse, più che cercare una spiegazione al suo comportamento, è importante che tu rifletta su ciò che desideri per te stessa in una relazione futura: un partner autonomo, capace di costruire un legame che sia prioritario rispetto alle dinamiche familiari.
Se senti il bisogno di elaborare ulteriormente questa esperienza o se i tuoi dubbi persistono, potrebbe essere utile parlare con un terapeuta. Questo potrebbe aiutarti a comprendere meglio le tue emozioni e a rafforzare la consapevolezza di ciò che meriti in una relazione.
Hai dimostrato molta maturità nell’analizzare la situazione. Ora puoi concentrarti su di te e sulle tue aspirazioni per il futuro.
Cordialmente,
Dott. Cristian Chiappini

Dott. Cristian Chiappini Psicologo a Perugia

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3 DIC 2024

Ciao ,
Ho letto la tua storia . Mi piacerebbe aiutarti per superare il momento nel modo più efficiente possibile . Per qualsiasi domanda non esitare a contattarmi

Dott. Fabrizio Marra Psicologo a Casoria

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3 DIC 2024

Gentile Roberta, immagino quanto sia dura per lei, è assolutamente comprensibile il bisogno di sentirsi 'unici' per la persona che si ama ... Ciò che lei vive è un costante esser messa in secondo piano ma, da ciò che lei descrive, mi sembra di capire che lo sia sempre stato in questa relazione. E tutto ciò le fa provare una gran rabbia e cos'altro ancora? questa relazione le è 'andata bene' a lungo e poi all'improvviso, quando lei stessa stava pensando di lasciare il suo ragazzo, resta fortemente colpita (delusa?)dal fatto che sia stato lui a lasciarla.
Le consiglierei di rivolgersi a un professionista che l'aiuti a raggiungere una miglior consapevolezza di tutto ciò che ha provato in questa relazione e sta provando ora, mettendo in luce pensieri ed emozioni che stanno dietro al suo comprensibile malessere. Prenda in mano la sua vita, vedrà che pian piano inizierà ad affrontare il tutto in modo più sereno.
Qualora lo volesse resto a disposizione, anche online.
I miei migliori auguri
dott.ssa Miculian

Dott.ssa Orianna Miculian Psicologo a Trieste

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