VFP1

Caro VFP1, comprendo che la sua domanda derivi dalla voglia di essere "sicuro" di rispondere correttamente per essere accettato, ma non è utilizzando risposte di altri professionisti che riuscirà ad ottenere ciò che desidera.
E' importante utilizzare le proprie vere motivazioni perché solo in questo caso, se si otterrà il consenso, si sarà soddisfatti di ciò che si è conquistato e si andrà a fare un lavoro che altrimenti potrebbe essere veramente difficile da sopportare.
Cerchi di scavare nelle motivazioni che l'hanno spinta a cercare di intraprendere questa carriera per comprendere se è realmente ciò che vuole fare oppure se è un ripiego: affronti con se stesso le domande che ha posto nella sua richiesta, ciò le farà comprendere se e come affrontare questa situazione.
Le faccio i miei migliori auguri di poter realizzare i suoi desideri. Buona Vita

Le consiglierei di essere sincero con se stesso in primis che con lo psicologo.
Non valuti le domande solo come un test ma anche come un modo per capire per se stesso e le sue reali intenzioni del perché vorrebbe intraprendere la carriera militare.
Buona fortuna.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Buongiorno,
ovviamente credo che la cosa migliore da fare sia rispondere sinceramente, anche perchè ai colloqui di ammissione per entrare nell'esercito non basta rispondere in maniera "accettabile" ad un paio di domande: ci sono anche dei test da fare, e quelli sono difficilmente aggirabili, e in caso di risposte non vere se ne accorgono in tutti i casi.
Tuttavia, so per certo che i commissari di esame non vedono di buon occhio nè i candidati troppo insicuri, nè (soprattutto) quelli eccessivamente ambiziosi, in quanto avrebbero dei problemi di leadership. Il buon soldato è sempre e comunque quello che obbedisce senza fare domande.
Le motivazioni dovrebbero essere quelle di proteggere la società e la comunità.

Le auguro di riuscire ad entrare nell'arma.
I miei saluti.

Dott. Luca Dominianni
Modena