Una trappola senza via d'uscita
Salve, sono una ragazza di 21 anni, scrivo perché ormai da moltissimo tempo alcuni pensieri mi tormentano e non mi consentono di vivere serenamente. È vivo dentro di me il ricordo di quando, da piccola, mia madre mi rimproverava e puniva nel momento in cui mi coglieva nell'atto della masturbazione. Ricordo che non mi parlava per giorni, mi guardava con disprezzo, era molto rigida con me, mi puniva e mi minacciava di dirlo a mio padre. Da allora guardo alla sessualità come a qualcosa di sporco, peccaminoso, punibile. Io mi sono sempre sentita sporca, diversa, sbagliata, inferiore. Da un po' di tempo mi sono riavvicinata all'autoerotismo con tanta sofferenza e con tanto disagio. Quando accade, precipito in una profonda tristezza, non mi sento a mio agio e penso di custodire un terribile segreto. Se qualcuno sapesse, che cosa penserebbe di me? Vivo costantemente in ansia perché il pensiero di aver fatto ciò che non avrei dovuto fare mi tormenta come un'ossessione. Quest'ansia si somatizza, sto male dal punto di vista fisico: avverto sempre una tensione, tanta stanchezza, nausea, la sensazione di non essere mai rilassata, ma sempre rigida e nervosa. Vivere diventa una fatica! Alcune volte ho una sensazione di cedimento. Per ogni pensiero o azione ho bisogno che qualcuno mi tranquillizzi, ma di queste cose proprio non riesco a parlare con qualcuno. Mi sento sempre sbagliata, come quella volta in cui ho avuto la curiosità di vedere alcuni filmati su youtube. Da allora non riesco a guardarmi allo specchio perché mi sento una persona sporca, nonostante sia consapevole di non essere l'unica a farlo. Non riesco ad uscire da questa trappola, per me sta diventando un vero e proprio incubo. Ho fatto delle sedute da una psicologa: se un primo momento riesco a ritrovare la serenità, subito dopo sono invasa da questi pensieri ossessivi che mi ricordano che brutta persona sono! Se lo sapessero i miei genitori, mia sorella, per loro sarei una delusione.