Tutela della privacy di un minore

Salve,
questa domanda ha diversi punti critici per molteplici aspetti.
Prima di ogni cosa dipende sempre dalla situazione nella fattispecie rispetto a variabili in gioco che possono essere spiegati contestualmente alla terapia (per esempio se il terapeuta si rende conto che siamo sul piano di un'ideazione suicidaria sarà diversà l'allerta e il tempo di reazione rispetto a quello che viene definito timing in clinica).
Inoltre, lei riporta un'età che di per sè è critica perché legalmente in Italia fino ai 18 si è minori ma quando c'è presenza di intendere e volere. In fine, non meno importante, si è un in un momento fondamentale con l'adolescente, tradire la sua fiducia se non siamo certi che è in rischio la sua vita, può portare alla rottura dell'alleanza terapeutica e offrire prospettive dannose.
Lo psicologo valuta con attenzione la necessità di derogare totalmente o parzialmente alla propria doverosa riservatezza (refertando), qualora si prospettino gravi pericoli per la vita o per la salute psicofisica del soggetto e/o di terzi.Questa situazione comunque esige un confronto deontologico e un confronto in limine rispetto alla situazione specifica. Può contattare chi si occupa di psicologia giuridica.
Le lascio nel caso qualche riferimento normativo del codice penale, del codice di procedura penale e del codice deontologico degli psicologi italiani.

Riferimenti: art. 331 c.p. / art. 361 c.p. / art. 365 c.p. / art. 622 c.p. art. 200 c.p.p. / art. 11 c.d. / art. 13 c.d.

Spero di esserle stata minimamente d'aiuto.

Dr.ssa Federica Viola