Salve, come anticipato nel titolo, vorrei sottoporvi una domanda riguardo il rapporto paziente - psicoterapeuta.
Sono una donna di 29 anni, sto seguendo una terapia cognitivo comportamentale da circa otto mesi, per risolvere dei problemi legati ad ansia e panico. Nell'ultimo periodo mi sono resa conto di un possibile transfert da parte mia. Mi sento attratta dal mio psicologo, sia sessualmente sia emotivamente, e so, razionalmente, che ad attrarmi è il suo ruolo, il suo modo di aiutarmi. Mi chiedevo, però, è possibile che lui se ne sia accorto e che si sia innescato un contro transfert? Non ho mai fatto intendere nulla dei miei sentimenti nei suoi confronti, ma ultimamente la nostra intesa sembra essersi fortificata. È capitato mi abbia fatto dei complimenti per il mio modo di essere, spesso siamo in profonda sintonia su tante cose ed è capitato di trattenerci ben oltre l'orario standard della seduta perché trovava interessante parlare con me. Cosa sta accadendo?
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
28 NOV 2019
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Laura, parla un meccanismo che in terapia, dato il particolare tipo di relazione di aiuto, è possibile che si instauri (parlo di quello che descrive come transfert). Anche il terapeuta in qualche modo potrà sviluppare un suo controtransfert, che ovviamente sarà diverso da terapeuta a terapeuta e a seconda del paziente col quale questo si trova a lavorare. L'importante, a mio parare, è che lei si senta libera di parlargliene, perché a volte poter esprimere i propri dubbi e capire quello che sta accadendo assieme, è anche questa una modalità di lavoro utile. Trovo giusto, sempre che sia una cosa che lei desidera affrontare, che lei utilizzi il suo spazio anche per poter parlare di come lei si senta e trovi in terapia. Per capire cosa stia accadendo chi meglio di voi due può descriverlo e comprenderlo, essendo voi i protagonisti della vostra relazione terapeutica?
Le mando i migliori auguri
Dott.ssa Anna Mura
28 NOV 2019
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Laura,
può accadere che in terapia il paziente sperimenti stati d’animo e riconoscimenti nuovi rispetto alla sua esperienza precedente e che questo stimoli un sentimento di gratitudine nei confronti del terapeuta, che può essere interpretata inizialmente come attrazione. Parallelamente un terapeuta può essere più motivato da un paziente che reagisce positivamente alla terapia e conferma implicitamente il suo operato. A volte si può andare oltre l’orario se si sono aperte questioni che è meglio non lasciare in sospeso.
Se è questo il suo caso probabilmente la terapia sta semplicemente facendo il suo corso. Se invece ha l’impressione che la relazione stia andando oltre, ne parli con il terapeuta: potrebbe essere un momento di ulteriore sviluppo del suo lavoro.
Un cordiale saluto.
D.ssa Patrizia Mattioli.
28 NOV 2019
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Laura, il controtransfert c'è sempre, siamo esseri umani. Ogni terapista ha dei pazienti che trova piacevoli e interessanti ed altri meno. Ma questo può non riguardare affatto la sfera sessuale. In ogni caso durante l'arco della terapia ogni contaminazione di questo genere produce pessimi risultati, perché il rapporto è asimmetrico. Nel nostro Codice Deontologico, che tutti noi dobbiamo rispettare, è fatto assoluto divieto di qualunque scivolamento in rapporti affettivi durante il periodo di terapia. Ciò sarebbe possibile una volta chiusa definitivamente la terapia stessa e cessati i pagamenti. Ma probabilmente Lei ha paura di terminare e di perdere la possibilità di vedere regolarmente il terapista. Dovrebbe essere lui a porre confini, gentili ma chiari.
Cordiali saluti
dr. Leopoldo Tacchini