finora ho svolto circa una ventina di sedute presso una psicoterapeuta per problemi legati a forme di ansia lavorativa.
Ciò che mi spinge a scrivere è che ho, tuttavia, sviluppato una sempre crescente attrazione nei confronti della terapeuta, mia coetanea, che mi porta a pensare di voler interrompere la terapia per non doverla più incontrare e soffrire più.
Le ho parlato qualche seduta fa di questa sensazione .Mi ha risposto che la mia non è una sensazione negativa ma anzi è frutto della fiducia che ho acquisito in lei e che permetterà di affrontare meglio la terapia.
Il punto è però che durante la settimana la penso sempre più spesso, conto le ore nell'attesa di incontrarla di nuovo, provo gli stessi sentimenti embrionali che ho provato nei confronti di donne che ho poi amato.
Che consigli potete darmi in proposito?
Non vi nego che sto soffrendo molto emotivamente questo aspetto e sono tentato di interrompere il tutto.
Sarà una sofferenza, ma non vederla più, con il tempo, mi farà passare questa sensazione che non fa altro che alimentare pensieri irrazionali e di impossibile realizzazione.
Ho lo stomaco contratto e non faccio altro che pensare che avrei desiderato conoscerla al di fuori di questo contesto.
Mi sento uno sfigato totale.
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3 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 8 persone
Caro Riccardo
questo che ti succede emotivamente sta avvenendo all'interno di un "setting" (contesto) terapeutico preciso e dopo un certo numero di sedute che ti hanno permesso di far emergere tue disposizioni interiori inconsce.
Diciamo che la tua emotività si è "accesa" affrontando le problematiche di ansia lavorativa che, probabilmente, erano anche collegate a qualche interiore insicurezza.
Nel fornirti prospettive diverse e modalità di fronteggiamento dell'ansia, la tua terapeuta si è resa indispensabile e ha, momentaneamente, supportato il tuo Io costituendo per te una sorta di "io ausiliario" e creando così una forte "alleanza terapeutica".
Procedendo nella terapia, si è potuto andare più a fondo nelle questioni emotive oltre ai problemi di lavoro che ti hanno portato in terapia e, ora, si è aperto interiormente uno spazio più grande che mostra altre modalità e strutture interne.
A questo punto è opportuno domandarci cosa ci fa vedere di te questo investimento crescente sulla terapeuta?
Credo essenzialmente, mostri un bisogno interno che vuole essere colmato e di cui lei rappresenta ora una sorta di appagamento.
Andando avanti nella terapia e, lavorando su questi temi, si andrà alla fonte dei tuoi bisogni emotivi che tu stesso arriverai a toccare con mano e a conoscere prima di poterli gestire e, colmando questi vuoti, troverai molta maggiore sicurezza.
Non solo una sicurezza nuova nel lavoro ma anche nel tuo rapporto col femminile, dove, ipotizzo, tu abbia vissuto relazioni di forte dipendenza emotiva.
Insomma Riccardo, le emozioni di cui sei, momentaneamente, preda rappresentano "il nocciolo della questione".
Un caro saluto.
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta
2 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 8 persone
Gentile Riccardo,
è vero che il transfert e il controtransfert possono essere utilizzati proficuamente per la stessa terapia ma occorre comunque cautela e professionalità.
Dal canto tuo, al di là dei benefìci per l'ansia inerente al tuo lavoro che mi auguro tu stia già ottenendo, questa esperienza terapeutica dovrebbe farti comprendere che non basta essere attratti unilateralmente o subire il fascino della tua terapeuta perchè ciò si trasformi in una sorta di "amore non corrisposto".
Maturare da un punto di vista psicologico, significa anche ritrovare le coordinate quando si prende una "sbandata" e nel tuo caso ti trovi già nel posto giusto per essere aiutato anche su questo secondo punto oltre all'ansia da lavoro.
Porta in terapia anche questi altri sintomi aggiuntivi e se la collega non dovesse riuscire ad aiutarti a superare anche questo secondo imprevisto disagio in tempi ragionevoli, stai certo che sarà lei stessa ad inviarti ad altro terapeuta.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
2 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Buongiorno Riccardo,
in effetti questo è un classico transfert, tipico di una adeguata relazione terapeutica. Gestire queste reazioni è parte del lavoro analitico; per cui, continui a lavorarci con la sua terapeuta e riuscirà ad andare oltre. Saluti.