Salve, sono una ragazza sulla trentina e ciò che vorrei chiedere riguarda il fatto che per la seconda volta in terapia mi si stanno formando sensazioni e sentimenti simili all'innamoramento nei confronti del terapeuta. Sono in cura per questioni di ansia e autostima e so in generale che questa cosa può accadere, anzi è abbastanza comune, il problema è che la prima volta è successo col terapeuta precedente all'attuale, che ha gestito malissimo la cosa non dandogli il giusto peso e confessando di ricambiare. Il risultato è stato che io mi sono illusa e la terapia se ne è andata a quel paese. Adesso da un paio di mesi sono in una nuova terapia ed è successo di nuovo, la stessa cosa, l'ho detto al terapeuta e ha diciamo accolto la cosa in maniera un po' forse troppo leggera. Mi sento frustratissima, di nuovo, mi sembra che questa cosa che mi succede dia fastidio e sia semplicemente da tenere a bada. Adesso non so se cercare di far finta di niente o insistere sul fatto che se mi succede un motivo c'è e andrebbe esplorato. Ho paura che si guasti anche questa terapia, e ho paura che il problema sia anche nel come viene visto il transfer da quel tipo di approccio terapeutico.
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3 FEB 2025
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Capisco perfettamente la tua frustrazione e il tuo timore che questa nuova esperienza terapeutica possa essere compromessa. È assolutamente comprensibile sentirsi in questo modo, soprattutto dopo aver vissuto un'esperienza negativa in passato.
Vorrei innanzitutto rassicurarti sul fatto che provare attrazione o sentimenti simili all'innamoramento verso il proprio terapeuta è un fenomeno piuttosto comune, soprattutto in terapie focalizzate sull'esplorazione delle emozioni e delle relazioni. Questo accade perché il setting terapeutico è un contesto intimo e sicuro in cui si sviluppa una relazione significativa, caratterizzata da fiducia, ascolto e accettazione. Di conseguenza, è possibile che si attivino dinamiche emotive e relazionali che richiamano esperienze passate, come l'innamoramento.
Il fatto che ti stia succedendo per la seconda volta, con terapeuti diversi, potrebbe suggerire che ci siano dei pattern relazionali o emotivi sottostanti che meritano di essere esplorati. Potrebbe essere utile chiederti se ci sono elementi comuni nelle tue relazioni sentimentali o se ci sono bisogni emotivi specifici che cerchi di soddisfare attraverso la relazione terapeutica.
È fondamentale che tu possa sentirti libera di esprimere i tuoi sentimenti e le tue preoccupazioni al tuo terapeuta, senza timore di essere giudicata o sminuita. Se senti che il tuo terapeuta sta prendendo la cosa "troppo alla leggera", puoi farglielo presente e insistere sull'importanza di approfondire la questione.
Ecco alcuni spunti su cui potresti riflettere e su cui potresti confrontarti con il tuo terapeuta:
- Cosa significa per te questo "innamoramento"? Quali emozioni e bisogni sono coinvolti? Ti senti attratta dal terapeuta come persona o ti attrae la sua figura professionale?
- Come ti senti quando provi questi sentimenti? Ti senti a disagio, confusa, eccitata?
- Quali sono le tue aspettative riguardo alla relazione terapeutica? Cosa ti aspetti dal tuo terapeuta?
- Ci sono elementi nella tua storia personale che potrebbero contribuire a questa dinamica? Hai vissuto esperienze simili in passato?
Parlare apertamente con il tuo terapeuta di questi aspetti può aiutarti a capire meglio cosa sta succedendo e a gestire i tuoi sentimenti in modo costruttivo. Inoltre, il terapeuta può aiutarti a distinguere tra i sentimenti "transferali" (legati alla relazione terapeutica) e i sentimenti "reali" (legati alla tua vita privata).
Ti auguro di poter affrontare questo momento delicato con serenità e di trovare il supporto di cui hai bisogno per superare le tue difficoltà. Ricorda che sei una persona valida e meritevole di essere felice.
5 FEB 2025
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Buongiorno Rachele, mi dispiace che non si sia sentita sufficientemente accolta e protetta. Le consiglio di continuare a parlarne con il suo terapeuta, esprimendo tutto ciò che sente (paure, fastidi, bisogni, emozioni, frustrazioni). Se sente che il percorso viene intaccato da questa dinamica, ne parli con il terapeuta così potete decidere assieme come procedere o se interrompere il lavoro.
3 FEB 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Quello che descrivi è un'esperienza comune in terapia e si chiama transfert, un fenomeno psicologico in cui il paziente proietta sul terapeuta emozioni, desideri e schemi relazionali vissuti in altre esperienze significative, spesso dell’infanzia. Il transfert non è solo normale, ma può essere un elemento fondamentale della terapia, se gestito in modo adeguato.
La tua frustrazione è comprensibile, soprattutto perché la prima esperienza è stata gestita male, portando a un'interruzione della terapia e a una sofferenza aggiuntiva. È giusto che tu voglia evitare che accada di nuovo e che ti chieda se il tuo attuale terapeuta lo stia affrontando nel modo giusto.
Cosa puoi fare?
1. Parlare apertamente con il terapeuta
Se hai la sensazione che il tuo transfert venga trattato con leggerezza, puoi esprimere il tuo disagio e chiedere di approfondire l'argomento. Un buon terapeuta dovrebbe essere disponibile a esplorarlo con te, aiutandoti a capire il significato di queste emozioni e come si legano alla tua storia personale.
2. Capire come il terapeuta vede il transfert
Ogni approccio terapeutico ha un modo diverso di gestire il transfert. Ad esempio, nella psicoanalisi è considerato un aspetto centrale del lavoro terapeutico, mentre in altri orientamenti può essere affrontato in modo più pragmatico. Se senti che non viene trattato nel modo che ti serve, puoi chiedere direttamente al terapeuta come intende lavorarci.
3. Riflettere sui pattern ricorrenti
Il fatto che questa esperienza si sia ripresentata con due terapeuti diversi suggerisce che potrebbe essere un tema importante nella tua vita. Potrebbe essere utile chiederti:
Cosa cerco in queste figure di riferimento?
Ci sono vissuti passati che si ripropongono nel mio modo di relazionarmi con loro?
Cosa mi manca nella mia vita emotiva che porta a questi sentimenti?
4. Valutare se l’approccio terapeutico è adatto a te
Se senti che il tuo attuale terapeuta non sta affrontando la questione nel modo giusto o se ti fa sentire incompresa, potresti considerare se sia l’approccio giusto per te. Non significa necessariamente che tu debba cambiare di nuovo terapeuta, ma che potrebbe essere utile discutere insieme su come rendere il percorso più efficace per te.
5. Non colpevolizzarti
Provi queste emozioni non perché c'è qualcosa di sbagliato in te, ma perché fanno parte di un processo psicologico naturale. Il problema non è il transfert in sé, ma il modo in cui viene gestito nella terapia.
La chiave è trovare un terapeuta che ti aiuti a esplorare queste dinamiche in modo sicuro, senza farti sentire sbagliata o trascurata.
Rimango a completa disposizione. Un caloroso abbraccio
3 FEB 2025
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Buongiorno Rachele,
indipendentemente dall'approccio del collega, ciò che conta veramente è focalizzarsi sulle tue esigenze. Capisco che ti senti frustrata e che questa situazione ti ha portata a riflettere molto. È comprensibile che ti senta infastidita e che tutta la tua energia sia concentrata nel cercare di gestire questa difficoltà, che, come sai, è più comune di quanto si pensi.
In terapia, è fondamentale che entrambe le parti si aprano con sincerità. Se senti il bisogno di esplorare più a fondo ciò che alimenta i tuoi sentimenti, soprattutto in relazione alla figura del terapeuta, è importante seguire questa strada.
Comprendo la paura che stai vivendo, ma continuare un percorso terapeutico senza affrontare un tema così rilevante potrebbe significare investire tutte le tue energie nel controllare i tuoi sentimenti senza riuscire a liberartene, impedendo così un vero progresso.
3 FEB 2025
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Cara Rachele,
credo che dalle tue parole emerga la conferma che fare finta di nulla non sia una opzione proficua per il tuo benessere.
Come ben dici tu, il transfert erotico è molto comune e, anzi, è un meccanismo molto importante che va trattato nel giusto modo per trovarne i significati e le radici.
Il fatto che ti si ripresenti ad ogni nuova terapia, secondo me, potrebbe essere un indizio importante: è un aspetto da approfondire e non trascurare. Potrebbe sottendere bisogni, fragilità e quant'altro.
Hai mai pensato di rivolgerti ad un* terapeuta di sesso diverso? Pensi che potrebbe succedere anche in quel caso?
Perdona la domanda fatta senza conoscere nulla di te, è solo un ulteriore punto di riflessione che andrebbe sviscerato meglio con la persona che ti segue.
Ricorda che è tuo diritto poter affrontare la cosa quanto intensamente e profondamente lo desideri.
Non avere timore di "insistere"!
Rimango a tua disposizione, anche online ❀
☽ Dott.ssa Valeria Carbone
Psicologa - Consulente sessuologa - Counselor professionista
Torino e online
psy_s3x_and_why sui social
2 FEB 2025
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Buongiorno,
Sicuramente mettere in dialogo nella terapia sia quello che senti di provare, sia quello che senti rispetto alla gestione della questione da parte del terapeuta e al tuo timore che questa cosa possa di nuovo rovinare la terapia, come senti sia successo nel primo caso.
Potrebbe inoltre valere la pena, da quello che racconti, indagare maggiormente il tema del trasporto che senti nei confronti della figura terapeutica e che significato ha il fatto che questa situazione si sia ripetuta. Alcuni spunti che mi vengono in mente sono: C'è qualcosa nella relazione terapeutica che tocca qualcosa di particolare in te e ti fa sviluppare attrazione? Sei tu che cerchi un certo tipo di terapeuta che "finisce per farti provare qualcosa"?
Ti lascio un augurio per il tuo percorso personale e resto a disposizione.
1 FEB 2025
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Buongiorno ragazza sulla trentina, mi sembra che la risposta ci sia già tra le righe della Sua Richiesta... e cioè che il transfert andrebbe esplorato e che per farlo è necessario che il/la terapeuta abbia un approccio che lo consenta.
1 FEB 2025
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Buongiorno Rachele, questo tipo di transfert è assolutamente normale, un terapeuta competente dovrebbe saperlo gestire. Fondamentale è capire il significato di questo transfert, quindi comprendere che cosa sta comunicando attraverso questa dinamica.
Sicuramente un approccio che tiene conto di tutto ciò è per eccellenza quello psicoanalitico, anche se un qualsiasi terapeuta di qualsiasi approccio dovrebbe tenerne conto, perché è un elemento prezioso che permette al paziente di comprendere meglio le dinamiche relazionali che mette in atto, emozioni, vissuti...il transfert porta con sé moltissimo materiale che se esplorato ed elaborato può arricchire il paziente e la relazione terapeutica.
Mi spiace per ciò che ha vissuto con il primo terapeuta, comprendo bene quanto possa essere difficile per lei ora fidarsi del nuovo professionista a cui si è rivolta. Le consiglio di parlare in seduta di quello che prova a riguardo, così che il terapeuta possa prendersi cura di questi suoi timori e preoccupazioni.
Se ha bisogno di ulteriori informazioni o di parlare di questa situazione che sta vivendo sono disponibile per un colloquio.
Cordiali saluti
1 FEB 2025
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Ciao Rachele, può succedere. La paziente e il terapeuta possono, anche, piacersi. E' un dinamismo studiato, nominato e analizzato dai tempi dei primi sviluppi della psicoanalisi. Il punto è un altro. Imparare a "conoscere" per il semplice talento del "conoscere" è un funzionamento del sé che può essere ripristinato. Mi viene da pensare che, magari, non abbia ancora trovato il terapeuta o la terapeuta giusti per te, o forse sì: a volte è bene affidarsi ciecamente, altre volte (spesso) è bene ascoltare le proprie sensazioni. Non essere dura con te stessa, quasi per tutto c'è un rimedio. In bocca al lupo e buon weekend.
1 FEB 2025
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Buongiorno Rachele, come lei stessa ha scritto, ciò che le è successo nei confronti del terapeuta è molto comune. La situazione di terapia è una situazione nella quale ci si sente accolti e ascoltati. Deve far emergere le sue emozioni e sensazioni in terapia e credo che debba essere una cosa da affrontare in seduta, non bisogna mai reprimere le proprie emozioni.
Cordialmente
Dott.ssa Chiara Proto
1 FEB 2025
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Buongiorno Sig.ra Rachele,
Sono state scritte pagine importanti sul transfert e sul controtransfert e sul transfert erotizzato e su come questo intralci il lavoro terapeutico. Tutto questo è stato esplorato in una dimensione psicoanalitica e non in altre branche della psicoterapia. Pertanto bisogna riconoscere che soltanto in ambito psicoanalitico si è fatta luce su questa tematica delicata. Sono dunque d’accordo con lei sul problematizzare ciò che sta vivendo col suo terapeuta e a prendere conseguenti iniziative sul piano del pensiero psicoterapico del suo percorso.
Dott. Pietro Salemme
1 FEB 2025
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Quello che descrivi durante una terapia è quasi normale, perché trasferisci sul terapeuta le tue emozioni, i tuoi sentimenti. Vai in proiezione, questo non vuole dire innamorarsi dello psicologo, ma riconoscere in lui, le tue sensazioni. Lo psicologo, al pari deve saper gestire il controsfort,, dando il giusto peso e fare in modo che ci sia un' elaborazione. Spero che con questo tuo secondo terapeuta riesca a gestire la situazione. Saluti
1 FEB 2025
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Cara Rachele, avere dei sentimenti per il proprio terapeuta è frequentissimo. Il punto è che con la prima terapia le cose non sono andate benissimo perché anche nella migliore delle ipotesi , non ha capito di cosa hai stavi parlando e comunque non li sapeva affrontare. Mi spiace per questo insuccesso terapeutico. Questo ha aggiunto una ferita al tema che già vivi: il rapporto le figure di riferimento, in particolare maschili. Credo che adesso sia necessario che tu esprima al tuo terapeuta anche come ti senti rispetto alla sua reazione...non hai colpe ma stai offrendo un canale importante per ka tua psicoterapia e ne sei pure consapevole. Se, di nuovo, senti che questa richiesta non ha
lo spazio che vorresti, forse il terapeuta non è adatto ad elaborare aspetti di transfert rimango a disposizione per qualsiasi cosa, chiarimento in merito
Un carissimo saluto
Silvia Chiavacci
riceve per appuntamento e on line
1 FEB 2025
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Cara,
quello che stai vivendo si chiama transfert, ed è una dinamica assolutamente normale in terapia, soprattutto quando si lavora su ansia e autostima. Ma il punto chiave è come viene gestito dal terapeuta, perché qui non si tratta solo di “tenerlo a bada”, ma di capire cosa sta cercando di dirti.
La prima esperienza che hai avuto è stata disastrosa: il terapeuta ha violato un confine fondamentale, facendo crollare la terapia e lasciandoti con una ferita in più. Questo ha probabilmente reso più difficile per te vivere il nuovo transfert con fiducia. Adesso che sta succedendo di nuovo, il fatto che il tuo attuale terapeuta sembri prenderlo “alla leggera” ti manda in confusione e ti fa sentire di nuovo sola con il tuo vissuto.
Hai ragione a non voler ignorare questa cosa. Il transfert non è un problema, è un materiale preziosissimo su cui lavorare. Il fatto che ti succeda ancora indica che c’è qualcosa nel modo in cui ti relazioni all’autorità, al riconoscimento, al desiderio di essere vista e accolta in un certo modo. Non è una cosa da “tenere a bada”, è una porta d’ingresso a qualcosa di molto profondo.
Quindi, cosa fare? Non far finta di niente. Porta la questione apertamente in seduta. Digli: “Mi sento frustrata perché ho la sensazione che questa cosa venga trattata come qualcosa di scomodo, quando invece credo che abbia un significato che va esplorato. Ho paura che, come la prima volta, questo rovini la terapia.” Se lui minimizza ancora, potrebbe essere un segnale che il suo approccio non è adatto a te.
Una terapia efficace deve darti lo spazio per elaborare questi vissuti, non solo per contenerli. Se senti che questo spazio non c’è, è legittimo chiederti se questa sia la persona giusta per accompagnarti in questo percorso. Se vuoi, possiamo parlarne insieme per capire meglio da dove viene questo schema e come affrontarlo senza perdere di nuovo la possibilità di lavorarci davvero.
Un abbraccio,
Dott.ssa Barbara Durand
Ricevo a Torino e online
www.basisicure.com
1 FEB 2025
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È importante salvaguardare lo spazio di psicoterapia come uno spazio in cui poter parlare anche delle tue emozioni riguardo allo spazio stesso, al setting, al terapeuta.
È principalmente il tuo spazio. Le cose non dette, non fanno che replicare le situazioni della vita. Non c'è nulla di diverso tra il mio tempo di vita e quel che sento nella seduta. Se non c'è questo rispecchiamento, questa risonanza che trova una parola, una cornice, un significato condiviso, si perde il senso dell' analisi.
Quindi parlane con il tuo terapeuta, soprattutto per questo ripetersi di emozioni e trasporto erotico.
Se non affrontate seriamente questa situazione, è difficile lavorare insieme.
1 FEB 2025
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Rachele72,
Capisco davvero quanto sia difficile per te affrontare questa situazione, soprattutto dopo la delusione della prima esperienza. Provare sentimenti intensi verso il terapeuta non è qualcosa di raro o da minimizzare, è una parte naturale del processo terapeutico. Quello che stai vivendo, anche se ti sembra un ostacolo, potrebbe essere un’opportunità per esplorare più a fondo emozioni e bisogni che magari non sono ancora stati pienamente compresi.
Mi sembra che tu stia cercando di capire se e quanto questi sentimenti meritino attenzione, e la tua preoccupazione è legittima. Non dovresti mai sentirti come se dovessi “tenere a bada” ciò che provi. Al contrario, quello che senti è importante e merita di essere accolto con attenzione, senza paura di rovinare la terapia. La tua esperienza è un riflesso del tuo mondo interiore, e parlarne, con sincerità e senza vergogna, è una parte fondamentale del tuo cammino di crescita.
Se il terapeuta attuale non ti sembra abbastanza presente o non prende abbastanza sul serio ciò che stai vivendo, potrebbe essere utile parlarne apertamente, cercando di capire insieme come affrontare questi sentimenti. Il transfert, quando gestito con attenzione, può essere un veicolo potente per il cambiamento e per una maggiore consapevolezza di sé. In definitiva, il tuo benessere e la tua serenità sono la priorità, e la terapia dovrebbe essere uno spazio dove puoi esplorare tutto ciò che emerge, senza paura che il processo si “guasti”. I tuoi sentimenti sono legittimi, e trovarli è una parte importante del percorso che stai facendo.
Un caloroso saluto,
Dott.Ssa Selene Scappini