Scrivo per un 'problema' che mi sta tormentando ormai da settimane : provo attrazione fisica per la mia psicoterapetua.Ero molto dubbiosa nel dirglielo ma dopo poche sedute ho dovuto,la cosa mi faceva star male.Dopo che lielo dissi lei non si e' espressa ne in maniera positiva ne negativa,anche se vedeva che la cosa mi pesava tanto e che mi faceva soffrire,di fatti non sono riuscita ad aggiungere altro durante la seduta mi vergognavo e mi sentivo un'idiota.Ora non so cosa fare,se continuare a fare sedute con lei o cambiare psicoterapetua,questa cosa mi sta creando molto tormento,non riesco a pensare ad altro.
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8 GEN 2018
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Buongiorno Helen, questo tipo di sentimenti sono molto comuni in terapia, quasi fisiologici. Dunque, ha fatto molto bene a parlarne con la sua terapeuta. Le reazioni nostre, poi, sono estremamente differenti (e non che una reazione sia migliore di un'altra) ma, il senso generale, è che questo transfert dovrebbe essere trattato come molto informativo di come lei sente ed agisce e, dunque, utilizzato, per raggiungere i vostri obiettivi clinici. Quindi, questo è un momento molto importante della sua terapia e, a meno di altre e differenti motivazioni, non sarebbe assolutamente utile, per lei, cambiare terapeuta (anche perché, anche con l'altro/a, prima o poi, si ripresenterebbe il transfert).
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma
8 GEN 2018
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Buongiorno Helen. Lei non ci dice da quanto è in terapia e nemmeno quanto tempo è trascorso dall’inizio del vostro percorso insieme mentre questi due elementi possono essere importanti per comprendere meglio il problema che ci espone. Così come è importante conoscere l’indirizzo utilizzato dal terapeuta per inquadrare il suo modo di affrontare certe dichiarazioni. In ogni caso, come hanno scritto i colleghi, il transfert è una esperienza normale nel corso di una psicoterapia e non dovrebbe provare vergogna ne’ sentirsi “un’idiota” per averne parlato ma, anzi, affrontare con la sua terapeuta anche questi suoi nuovi sentimenti l’aiuterà molto. Le consiglio quindi di non fuggire perché non ce ne è motivo.
8 GEN 2018
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Gentile Helen, quello che Lei descrive si chiama 'transfert'. E' un sentimento generalmente positivo (ma potrebbe anche accadere il contrario) avvertito nei confronti del/la terapeuta. Si potrebbe dire che senza transfert non c'è analisi. Provare sentimenti nei confronti dell'analista è una condizione assolutamente normale in analisi. Potremmo dire che forse è lo strumento mediante il quale si riesce a parlare, in seduta, del proprio modo di vivere tutte le nostre relazioni, con noi stessi e con gli altri. Ma, come tutti gli strumenti, anche il transfert va usato con una tecnica specifica, che proviene da un metodo il quale si riferisce ad una teoria. Tutti i terapeuti di orientamento psicoanalitico (quindi vale anche per me), hanno sperimentato questo sentimento durante gli anni di formazione, e poi lo hanno affrontato con il proprio analista didatta e supervisore. Non conosco l'orientamento della sua terapeuta e non mi permetto di dare giudizi. La relazione terapeutica è costituita da due persone, ed ognuno di noi reagisce in modo differente dall'altro. Lei cerchi di esprimere questi dubbi alla sua terapeuta, anche se superare l'imbarazzo non è facile.
Buone cose,
dr. Alessandro Mura
Psicologo/Psicoanalista
Frosinone