tra cancro e relazione

Inviata da Lely · 3 mag 2022 Terapia di coppia

La mia domanda è piuttosto complicata poiché riguarda una situazione che si è sviluppata nel tempo e probabilmente bisognava chiedere aiuto prima.
Premessa necessaria:
Sono una ragazza di 25 anni con due figli (di 4 e 6 anni), separata quando ero incinta del secondo dopo una convivenza con il padre, con il quale è finita per quella che è stata per lo più una questione di soldi e lavoro.
Non ho mai avuto particolari problemi psicologici (credo) nè con me stessa nè nel relazionarmi con gli altri fino a poco tempo fa, quando ho intrapreso una relazione con la persona con la quale sto da 2 anni. Lui ha 20 anni, 5 meno di me e nonostante la differenza di età e il fattore "relazione a distanza", all'inizio andava tutto a gonfie vele. Ci siamo conosciuti di persona tramite degli amici, ma quando ci siamo messi insieme eravamo molto lontani, diciamo ai lati opposti dell'italia, ciononostante ci trovavamo benissimo insieme, sia quando trascorrevamo il nostro tempo online, sia quando io andavo da lui (e ci andavo solo io perché i suoi genitori, nonostante la maggiore età, non erano molto permissivi e non erano d'accordo con questa relazione). I miei figli a suo dire non sono mai stati un problema, ha voluto conoscerli e trascorre tranquillamente il suo tempo con loro e nonostante io non gli abbia mai chiesto di assumersi responsabilità nei loro confronti, lui ha voluto assumersele ugualmente.

Sin da quando ci siamo conosciuti (ovvero 4 anni fa) lui è sempre parso come una persona problematica: attacchi di panico, d'ansia, vomito, provocati da litigi o paure nei confronti della sua famiglia che a suo dire era opprimente fino allo stremo, per nulla gratificante e spesso minacciosa. I problemi sono cominciati quando le minacce e i pensieri dei genitori hanno iniziato a coinvolgere me: spesso sentivo parole orribili nei miei confronti, gli chiedevano continuamente di lasciarmi perché secondo loro non andavo bene per lui (ancora adesso, dopo 2 anni, io non ho mai avuto con loro alcuna conversazione, li ho incontrati una sola volta per sbaglio in un portone e non ci siamo neppure presentati), il che faceva alterare sia lui che me e ci mettevano i bastoni tra le ruote in ogni modo possibile quando dovevamo vederci: gli han tolto la macchina con una scusa terribile per poi ammettere che fosse una scusa, gli han fatto sparire il bancomat e serrato la porta quando voleva venire 5 giorni da me e cose di questo tipo, facendo ogni volta leva sul fatto che la mamma si sentisse triste perché il figlio stesse con la ragazza che non le piaceva anziché trascorrere il suo tempo con lei, il che lo faceva sentire in colpa e demordere anche dal fatto di rispondergli a tono.
Ha iniziato a diventare tutto troppo complicato quando un giorno, dopo l'ennesimo attacco di panico e vomito avuto da lui nella notte, ha deciso di chiedere aiuto e i suoi genitori non glielo han permesso serrandogli la porta e convincendolo di non poterci andare poiché dovevano passare la giornata nella casa al mare. Non ci ho più visto e mi son permessa di scrivere ai suoi genitori un messaggio che spiegasse la situazione ai miei occhi molto grave, intimando loro che se questo atteggiamento denigratorio nei miei confronti fosse continuato, avrei proseguito per vie legali. Non ho ricevuto alcuna risposta e la situazione si è ribaltata, ritrovandomi con il mio ragazzo che mi bloccava per aver contattato i suoi genitori, i quali sembravano essere terribilmente arrabbiati da quel che il figlio raccontasse di loro e lui per tamponare la situazione e farli calmare ha risposto di avermi lasciata. Subito dopo abbiamo chiarito la situazione, in cui lui si è assunto la colpa dicendo di aver esagerato nei racconti nei loro confronti a me e nei miei confronti a loro. Il giorno dopo ha comunicato ai suoi genitori che sarebbe rimasto con me, eravamo al telefono in quel momento ed ho sentito così tante urla ed insulti nei confronti di entrambi che per un attimo ho pensato di dover chiamare i carabinieri.

Si è trasferito a Milano per vivere da solo con il fratello per iniziare gli studi universitari, finalmente vicini, una sola ora di treno ed i genitori tornati in puglia: pochi giorni dopo essere arrivato finalmente viene lui da me. Alla sera riceve messaggi dalla sorella che lo esortano a chiedere il permesso ai genitori per poter venire da me. Non abbiamo idea di come lo siano venuti a sapere, l'ipotesi più probabile è che il padre abbia controllato i movimenti del suo conto corrente essendo il direttore della sua banca. Inizia un periodo terribile in cui lui ha l'ansia di dire qualsiasi cosa ai genitori per paura che possano farlo ritornare in puglia ed a me per non farmi arrabbiare. Ci vediamo comunque circa un weekend si e uno no, ignorando i genitori e di persona va tutto a volte quasi da film. Conosce i miei figli, lo adorano, stiamo benissimo entrambi, conosce la mia famiglia che lo adora e lo accoglie a braccia aperte, quando però ognuno torna a casa propria diventa difficile parlare, spesso i litigi si trasformano in insulti gratuiti, nessuno dei due ascolta l'altro, io che ho una personalità più forte mi altero e lo aggredisco, lui per smettere di litigare non prova nemmeno a controbattere e si scusa. Passato il litigio è tutto come se niente fosse. Alcuni dei litigi sono derivati dall'astio tra me e i suoi e il mio spingerlo a prendere una posizione, altri invece partono da delle piccolezze e sfociano in delle catastrofi.

Arriva Natale, lui promette che lo passerà con me ed i miei figli senza nemmeno che glielo abbia chiesto, esprimendo la volontà di non volerlo passare coi suoi, ma non glielo dice. Loro gli comprano un biglietto aereo senza neppure chiederglielo e lui non ha il coraggio di dirgli che in realtà si era già preso l'impegno di passarlo con noi. Litighiamo molto pesantemente ed io mi faccio del male, fortunatamente non abbastanza da togliermi la vita, lui reagisce scomparendo: spegne il telefono e sparisce. In passato aveva già presentato la volontà di farsi del male, quindi io preoccupata con degli amici in comune inizio a cercarlo e prendo un treno per Milano. In un tentativo disperato scrivo alla madre per chiederle di chiamare il fratello e verificare che stia bene, ma lei mi risponde di essere a Milano e di non farmi più sentire. Io, arrivata a Milano con il treno e totalmente disperata e confusa da chissà cosa potesse essere successo compro delle forbici in un supermercato e vado sotto casa sua con l'intento di farmi altro male. Lo vedo arrivare e non lo faccio, i genitori cercano di farlo salire in casa senza parlarmi, ma lui rimane e parliamo. Apprendo che aveva spento il telefono dopo aver chiesto aiuto ai genitori e che loro gli avevano consigliato di spegnere il telefono e non pensarci "tanto non si ammazza, lo dice solo così scegli lei".
Risolviamo la questione e io scendo a compromessi perché lui passi il natale con i suoi genitori e torni subito dopo per passare il resto delle vacanze con me, compromesso che a loro non va bene e mi riempiono ancora di insulti su insulti (che io sento personalmente perché avvengono mentre siamo al telefono). Litighiamo ancora e incolpo lui perché non dice nulla per farli smettere, a tratti lo tratto malissimo e lui si scusa ogni volta. Finite le vacanze promette che a pasqua non si ripeterà, la situazione si appiattisce di nuovo e ricominciamo la stessa tiritera di prima in cui quando ci vediamo stiamo benissimo e quando non ci vediamo a tratti litighiamo pesantemente. Molti dei litigi sono portati sempre dalle stesse motivazioni e in aggiunta dal fatto che a parer mio lui non distinguesse il concetto di famiglia=genitori e famiglia=compagna e figli.

Non uso precauzioni dalla relazione precedente questa (quindi da 4 anni) eppure continuo ad avere un ciclo regolare, così per scrupolo faccio degli esami e risulto non essere più fertile, con un'infertilità pari al 98%. Mi dicono che può dipendere da qualche problema causato dalla seconda gravidanza, che devo fare degli esami e che probabilmente si può trattare la cosa ma con molta difficoltà. Lo comunico al mio compagno, che reagisce malissimo alla notizia, dicendo che avrebbe preferito fossi incinta poiché aveva il desiderio di avere dei figli. L'ironia della sorte ha voluto che poco dopo rimanessi incinta. A questa notizia mi ha chiesto di abortire immediatamente. Subito ne abbiamo parlato con calma, poi abbiamo iniziato a litigare: io non me la sentivo di abortire e mi ha minacciata per giorni che se non l'avessi fatto se ne sarebbe andato abbandonandoci. So bene cosa dice la legge a riguardo, ma ci ero già passata e non volevo ripetere l'esperienza nè perdere lui, così ho prenotato un aborto con pillola abortiva. Non me la sono sentita di andarci e l'ho disdetto. Quando l'ho detto al mio ragazzo mi ha minacciata di nuovo di andarsene se l'avessi tenuto, così mi son fatta coraggio e ho prenotato di nuovo l'aborto, questa volta chirurgico, ma per sentirmi meno in colpa e far sentire meno in colpa lui gli ho detto di averlo perso per cause sconosciute, dopo di che ho cercato di lasciarmi la cosa alle spalle e la relazione è proseguita come al solito.
Facendo le varie analisi per l'infertilità ed una serie di altri disturbi di cui soffro, rilevano delle cellule tumorali. Mi tranquillizzano dicendo che probabilmente vista l'età è solo un polipo e potrebbe essere facilmente asportabile.
Io e il mio ragazzo ci vediamo per pasqua e tutto va bene, lui sembra preoccuparsene ma siamo tranquilli. Da un mese abbiamo degli impegni per l'ultimo weekend di aprile per andare ad una fiera a Napoli.
Mi fanno come prima cosa una biopsia e apprendo la notizia di non avere un polipo, bensì un tumore maligno all'utero, che generalmente è operabile, ma che dovrò fare altri esami e controlli per sapere con certezza. Prenoto una scintigrafia che mi avrebbero fatto pochi giorni dopo.
Lo chiamano i suoi genitori e gli dicono che si recheranno a Milano proprio quel weekend in cui dovremmo anche fare il viaggio. Lui non ha il coraggio di dire loro che ha già impegni ed iniziamo a litigare, piange e dice di avere paura che gli tolgano soldi, università e lo rimandino in puglia se non resta a Milano con loro quel weekend, quindi scendiamo ad un compromesso pensato da me: viste le mie condizioni, anziché fare il viaggio sarebbe venuto da me, ma per meno tempo così che potesse stare sia con me sia con i suoi genitori. Lui lo trova un buon compromesso e glielo comunica.
I fratelli iniziano a mettergli pressione perché lui non venga da me nemmeno per quel tempo che avevamo stabilito, dicendogli che avrebbe fatto soffrire la madre e spingendo sul piano prettamente emotivo. Arrivano i suoi genitori e fanno la stessa cosa finché lui nel panico non mi dice che non viene più, il giorno stesso in cui sarebbe dovuto venire. Chiedo spiegazioni e mi sento rispondere che il mio cancro non è terminale e anche morissi in una settimana i tre giorni che passerebbe con loro sarebbero meno dei 5 che poi potrebbe passare con me e che invece non potrebbe trascorrere se venisse perché lo rimanderebbero in puglia. L'ho insultato anche se me ne pento e nella rabbia data dal sentire ancora minacce di costrizione nel fare quel che volessero i suoi, ho scritto a suo padre dell'aborto e del tumore dicendogli che non avevano un briciolo di rispetto nemmeno di fronte ad una cosa del genere. I suoi genitori non sapevano nulla e appena lui ha saputo del messaggio a suo padre, mi ha lasciata seduta stante.

Abbiamo passato un paio di giorni terribili tra vomito lacrime, insulti da entrambe le parti e amici che facevano da tramite prima di riuscire a parlarci con più calma. Quando ci siamo calmati entrambi lui mi ha detto di non voler più stare con me per paura di me e delle mie reazioni e di non avermi detto e di non aver fatto molte cose per paura che io mi arrabbiassi e litigassimo o che lo insultassi o che mi facessi del male. Mi è crollato il mondo addosso, non ci eravamo mai parlati così apertamente e io non avevo mai visto così tanti errori in me. In un attimo mi sono sentita un mostro per come lo avevo trattato tutto quel tempo e ho provato a scusarmi come non avevo mai fatto prima per non averlo capito, averlo dato per scontato, non aver pensato a come si sentisse lui, per avergli fatto pensare che non credessi in lui e non ci fosse nulla di buono. Gli ho promesso che avrei cercato di cambiare il mio modo di pormi nei suoi confronti e ascoltarlo di più, ma la risposta che ho ricevuto è stata che aveva troppa paura che riaccadesse tutto quanto. Ho insistito per provare a parlarne e trovare una soluzione e nel mentre ho fatto la scintigrafia: ci sono delle metastasi, devo iniziare immediatamente la radioterapia unita alla chemioterapia.
Io e lui continuiamo a parlarne, parliamo di noi ed anche della malattia di cui sembra in realtà non importargli nulla, ripete soltanto che non vuole più sentirmi e il tutto avviene per telefono perché se ci vedessimo a suo dire cambierebbe idea, cosa che non vuole fare.
Mi sento sola, abbandonata a me stessa, con due figli che dovranno vedere la mamma ridotta in uno stato pietoso dai farmaci e decido prima di rifiutare di curarmi e poi nella disperazione mi faccio di nuovo del male con l'intento di togliermi la vita. In ospedale spiego la situazione ai miei genitori e al padre dei miei figli che nel frattempo si occupano dei bambini, i medici sono gentilissimi, i due psichiatri che mi affiancano mi aiutano molto finché non mi convinco ad accettare le cure.
Torno a casa, parlo ancora con lui che ora ha ancora più paura delle mie reazioni, gli chiedo di pensarci ancora e ancora e la sua risposta è sempre "io tengo a te ma ho troppa paura di stare ancora così e io non voglio più sentirmi così male".
Decidiamo di vederci, di persona siamo diversi, piangiamo, gli dico di amarlo, torniamo a casa più confusi di prima: se prima la risposta era quella, ora è "non so che cosa fare, vorrei smettere di stare con te ma tengo anche molto a te". Passiamo tra litigi e parlarne con calma fino a che non siamo esausti. Io inizio la terapia e sono distrutta sia mentalmente che fisicamente, lui è esausto di sentirsi chiedere di pensarci, però continua a preoccuparsi, a chiedere come sto anche non a me direttamente, non cerca di scomparire. Ne parliamo ancora, gli chiedo di essere sincero e dirmi che cosa prova, mi dice che non lo sa perchè ha molta paura però ci tiene. Prenota una seduta da una psicologa di cui gli da il numero la sorella per provare a risolvere i suoi disturbi d'ansia e paura. Gli chiedo di cosa abbia paura e le cose che ne vengono fuori sono tantissime, cose che io non farei mai e che non ho mai fatto, ma che nella sua testa potrebbero accadere. Non ha paura solo di me, ha paura di tantissime cose, ma quelle che mi riguardano le trovo orribili. Piango e mi sento un mostro. Gli dico la verità sull'aborto e il motivo per cui l'ho fatto, provo a spiegargli perchè reagissi in un certo modo e di come mi sia resa conto che fosse sbagliato. Accetta di provare a ricostruire qualcosa, non abbiamo parlato molto del come.
Ora sono io che ho paura. Sono terrorizzata dal fatto che ci voglia provare solo perchè io smetta di chiederglielo, terrorizzata dal fatto che quando avrà un'altra crisi di panico cancelli tutto quanto di nuovo come ha già fatto in passato perchè quando va in panico vede solo il peggio di tutto, paura che inizi il percorso con questa psicologa e decida di andarsene, paura che lo faccia solo perchè crede che se no potrei togliermi la vita, paura anche di dover affrontare di nuovo gli insulti gratuiti dei suoi. Lui afferma che non sia così, ma nel frattempo mi dice anche "proviamo ma andiamoci coi piedi di piombo perchè non credo che le cose si risolveranno e io voglio ancora stare da solo". Non so più che cosa fare.

Risposta inviata

A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo

C’è stato un errore

Per favore, provaci di nuovo più tardi.

Prenota subito un appuntamento online a 44€

Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.

Miglior risposta 4 MAG 2022

Buongiorno Lely,
lei ha detto di non aver mai avuto problemi psicologici ma da alcuni anni si è messa in un rapporto particolarmente complicato. Lui ha intrapreso un percorso terapeutico. Lei non ritiene che sia opportuno che anche lei lo facesse? Ritengo che sarebbe importante che lei avesse uno spazio terapeutico per esaminare in dettaglio la sua storia di vita riuscendo a chiarire i fattori che l'hanno portata a coinvolgersi e a mantenersi coinvolta nella intrincata situazione in cui lei tuttora si trova.
Un saluto e una buona giornata.

Dr. Gilberto G. Villela Psicologo a Roma

386 Risposte

174 voti positivi

Fa terapia online

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

10 MAG 2022

Buonasera cara Lely la ringrazio innanzitutto per averci esposto il suo vissuto, è molto intenso, in poche righe riassume temi davvero importanti che meriterebbero uno spazio e un tempo per essere ascoltati ed elaborati. Provi a pensare per se stessa ad un aiuto psicologico che la posso accompagnare in un percorso di sostegno psicologico per la sua malattia e per il forte disagio emotivo che si evince dal suo scritto.
Resto a disposizione,
Cordialmente Dottoressa Monica Pesenti

Dott.ssa Monica Pesenti Psicologo a Carate Brianza

9 Risposte

1 voto positivo

Fa terapia online

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

4 MAG 2022

La sua lunghissima descrizione delle vicende riguardanti questa relazione sono colme di ansia e frustrazione. Questa situazione deve essere sbloccata perché questa modalità attuale non può renderla serena e felice. Le consiglio di rivolgersi al più presto ad uno psicologo di fiducia perché, approfondendo bene ogni aspetto della sua vicenda, lei potrà trovare il bandolo della matassa e cucire un nuovo abito, questa volta adatto a lei. Iniziamo con una piccola riflessione, quanto lei si vuole bene? Quanto lei dà all'altro e quanto riguarda riceve? Parta da qua e riprenda in mano la sua dovuta felicità.
Resto a disposizione.
Alessandra

Monticone Alessandra Psicologo a Asti

363 Risposte

182 voti positivi

Fa terapia online

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

4 MAG 2022

Cara Lely, nel raccontarsi, fornisce una descrizione attenta e precisa dei principali e spiacevoli eventi della sua vita, delle emozioni annesse e dei vissuti che, a lungo termine, sostiene continuino a devastarla psicologicamente. Lei scrive: "probabilmente bisognava chiedere aiuto prima", accolgo il suo attuale e consapevole bisogno di chiedere aiuto e pertanto la invito a contattarmi per un primo colloquio gratuito al fine di gettare le redini di quello che spero possa essere per lei l'inizio di un cambiamento proficuo nella sua vita.

Dott.ssa Valentina Medici Psicologo a Trapani

18 Risposte

3 voti positivi

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

4 MAG 2022

Buongiorno.
Leggendo la sua storia, innanzi tutto mi sento di dirle che credo sia buono che il suo compagno inizi un percorso, prima di tutto per mettere dei confini con i suoi genitori e poi anche perché questo può essere una buona soluzione anche per la vostra situazione.

Ovvio che oltre la vostra situazione di coppia, ora c’è la sua situazione di salute che deve venire prima di tutto, per lei è per i suoi figli.

Credo che la sua salute sia importante in questo momento, e lei è molto giovane.
Sarebbe buono che anche lei iniziasse un percorso di psicoterapia, così che questo possa esserle d’aiuto sia nella relazione di coppia sia nella situazione che sta vivendo.

È normale che lei abbia paura, visto tutto quello che è successo, ma ora deve essere lei stessa il suo centro.
Ora deve occuparsi di lei!

Dott.ssa Tanita Nori Psicologo a Paliano

2 Risposte

1 voto positivo

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

4 MAG 2022

Gentile utente,
è possibile un lavoro laddove ci si pone nella condizione di poter prendere da un lavoro psicoterapico attraverso l'ausilio di un supporto farmacologico.
Lo deve a se stessa e ai suoi figli.
Cordialmente,
Studio Associato Dott. Diego Ferrara, Dott.ssa Sonia Simeoli

Dott. Ferrara e Dott.ssa Simeoli Psicologo a Quarto

830 Risposte

333 voti positivi

Fa terapia online

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

4 MAG 2022

Salve Lely, mi dispiace per il brutto periodo che ha vissuto e sta vivendo e cerco di rispondere alla sua ultima frase in modo chiaro e diretto, poiché sento che si sta preoccupando molto della sua relazione, concentrando lì tutte le sue emozioni ed energie; ciò che sarebbe sano fare è occuparsi di lei e non solo per la malattia che sta combattendo, ma per elaborare le difficoltà e i traumi che ha vissuto. è importante che lei si occupi del suo benessere psicofisico prima di ogni cosa, le responsabilità che lei ha sono su di lei e sui suoi figli, non può assumersi quelle di un altro adulto. Il benessere di una coppia si basa sul benessere individuale, come prima cosa e sento che sia lei che il suo ragazzo, avete dei vissuti personali e familiari da elaborare che anche uno dei sentimenti più nobili, come l'amore tra partner può risolvere. Si concentri su di sé, sui suoi bisogni, la terapia è un luogo sicuro e un valido aiuto per affrontare e superare le sue paure, la rabbia e il dolore di cui ha parlato.
Dott.ssa Mangiagli Laura

Dott.ssa Laura Mangiagli Psicologo a Roma

15 Risposte

15 voti positivi

Fa terapia online

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

4 MAG 2022

Cara Lely, mi spiace per la situazione che sta vivendo, non facile sia a livello relazionale che personale. Le sarebbe utile consulto psicologico che la accompagni in questo suo momento di vita, cosi che possa aiutarla nell'elaborare questi suoi vissuti e a comprendere cosa fare.
Resto a disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Sara Manzoni

Dott.ssa Sara Manzoni Psicologo a Treviglio

653 Risposte

219 voti positivi

Fa terapia online

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

Psicologi specializzati in Terapia di coppia

Vedere più psicologi specializzati in Terapia di coppia

Altre domande su Terapia di coppia

Spiega il tuo caso ai nostri psicologi

Invia la tua richiesta in forma anonima e riceverai orientamento psicologico in 48h.

50 È necessario scrivere 21850 caratteri in più

La tua domanda e le relative risposte verranno pubblicate sul portale. Questo servizio è gratuito e non sostituisce una seduta psicologica.

Manderemo la tua domanda ai nostri esperti nel tema che si offriranno di occuparsi del tuo caso.

Il prezzo delle sedute non è gratuito e sarà soggetto alle tariffe dei professionisti.

Il prezzo delle sedute non è gratuito e sarà soggetto alle tariffe dei professionisti.

Introduci un nickname per mantenere l'anonimato

La tua domanda è in fase di revisione

Ti avvisaremo per e-mail non appena verrà pubblicata

Se hai bisogno di cure psicologiche immediate, puoi prenotare una terapia nelle prossime 72 ore e al prezzo ridotto di 44€.

Questa domanda esiste già

Per favore, cerca tra le domande esistenti per conoscere la risposta

psicologi 26450

psicologi

domande 21850

domande

Risposte 140750

Risposte