Totalmente confusa

Inviata da Alessandra · 12 nov 2015 Dipendenza affettiva

Ciao a tutti
Vorrei chiedere un consiglio a voi.. Ho scritto un'altra volta ma in un modo non abbastanza chiaro. Ogni anno è sempre la stessa storia e io vorrei parlarne con qualcuno. Innanzitutto vi spiego. Ogni anno c'è un prof che spicca durante il mio periodo scolastico, il primo anno di elementari c'è stata la maestra di religione che con me era fantastica e con cui ho mantenuto buoni rapporti fino a qualche anno fa. Dopo di lei ci fu quella di matematica.. Finite le elementari e iniziate le medie fu il tempo di quella di Italiano che diede l'anima a me. Mi aiutò veramente oltre il dicibile fu la ragione per cui continuavo ad andare a scuola. Diventò qualcosa che non so spiegare, non sopportavo il suo giorno libero sebbene riuscivo comunque a vederla. Lei mi ascoltava, mi sentivo importante. Mi portava sempre con lei, mi difendeva sempre. Prendeva le mie parti anche quando avevo torto. Per me era veramente speciale, qualcuno pensava che le stavo cosí appresso solo per fare la cosiddetta "lecchina" ma io le volevo un bene dell'anima. Mi aveva 'salvata'. La pensavo sempre, ma non in quel senso. Sognavo di essere sua amica e magari berci un caffè insieme. Chiarisco subito che non ho problemi di affetto o con i miei genitori anzi sono una delle poche adolescenti che ne è totalmente dedita. Finite le medie smisi completamente di vederla.. E alle superiori conobbi un'altra prof, mi insegnava tedesco e sfortunatamente vedevo solo poche ore alla settimana. Nacque presto un'intesa e notai che era solo con me. Dato che quasi tutta la classe la detestava, con me invece era molto carina e disponibile forse perchè anch'io ero molto tranquilla. L'anno seguente cambia scuola, e conobbi la mia attuale prof di spagnolo. Con lei mi sono ritrovata in una ragnatela come con le altre. Ho sempre bisogno di raccontarle le mie cose. Spesso stupidamente alterandomi in cerca delle sue attenzioni. Ho provato a parlarne con un'amica e pensò che ci fosse qualcosa di malizioso in quello che dicevo. Ma sono riluttante al solo pensiero di esserci a letto. É pur sempre una donna, e un'età anche avanzata. Nulla a che fare con tutto ciò. Mi sto scervellando perchè non riesco a trattenermi quando c'è lei. Mi altero e non mi riconosco più. Delle volte risulto pesante e fastidiosa. E non so con chi parlarne senza sembrare una pazza... Ho bisogno di qualche consiglio, e quando avrò il coraggio, o magari quando sarò all'ultimo anno potrò parlare con lo psicologo della scuola. Scusate i 120929 caratteri e gli eventuali errori. Grazie

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Miglior risposta 12 NOV 2015

Gentile ragazza anonima,
tu dici di non avere problemi di relazione e/o di affetto con i tuoi genitori e allora non si capisce perchè cerchi la complicità e fai le tue confidenze a questa o a quell'altra insegnante.
E' come se tu avessi continuamente bisogno di essere ascoltata, rassicurata, accolta, valorizzata e voluta bene da una figura adulta di riferimento ma la risposta a tutti questi bisogni non compete all'insegnante di turno ma al ruolo di tua madre con cui tu dici che hai un buon rapporto.
C'è qualcosa che non quadra perchè i professori devono insegnare la loro materia e interagire con gli alunni tenendo presente pressocchè esclusivamente la condotta e il profitto degli stessi senza sostituirsi ai loro genitori relativamente alle interazioni affettive.
Sarà quindi utile il futuro colloquio con lo psicologo della scuola se non puoi averlo già adesso.
Tienici informati.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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13 NOV 2015

Cara Anonima,
noto le tue periodiche richieste e sono anche convinta di averti dato, tempo fa, il mio parere, come esperta in 'materia'. Allora ti confesso che, data la tua ripetitività nel raccogliere pareri diversi nonché punti di vista, con lo scopo di fare un rifornimento fino alla prossima volta, ho la sensazione che tendi ad arrivare alle 'calende greche'. Sei ancora giovane e probabilmente non in grado di intraprendere una psicoterapia con la quale potresti risolvere i tuoi dubbi (ai quali sembra tu sia affezionata). Si tratta solo di fare chiarezza sul tuo reale bisogno. In questo modo, forse ti troverai di fronte ad un tuo 'bivio' esistenziale. Con simpatia ed empatia
Dott.ssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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12 NOV 2015

Cara Anonima,

L'adolescenza è un periodo di forti e importanti cambiamenti fisici e psichici, relazionali e sociali.
L'ambiente scolastico è il luogo ove questi cambiamenti si notano di più nella relazione con il gruppo dei pari (i compagni) e con le insegnanti.
Due sono le questioni su cui mi soffermerei:
1) La prima questione è il forte attaccamento che hai provato fin da bambina nei confronti delle insegnanti, figure di riferimento che dal tempo dell'ingresso in prima elementare vanno a soprapporsi a quelle genitoriali.
Fino a quel momento mamma e papà rappresentano gli adulti di riflerimento, le figire di attaccamento fondamementali, insostituibili agli occhi del bambino; con l'ingresso alla scuola elementare gradualmente le insegnanti diventano punti di riflerimento molto importanti che giustappunto si sovrappongono a mamma e papà, a volte anche sostituendoli,
Spesso i bambini idealizzano le maestre per consentirsi di distaccarsi dai genitori (è un passaggio fondamentale allo sviluppo psichico che porta il bambino verso la pubertà) fino ad arrivare all'adolescenza, momento del vero e proprio distacco dai genitori che lo "spinge" verso le relazioni sociali e amicali.
Se dunque da una parte è naturale questo passaggio, nel momento in cui in realtà nella lettera esprimi un certo grado di preoccupazioni in merito a tale atteggiamento, ti chiedo se mai qualche insegnante ha notato questo tuo forte attaccamento/dipendenza, se mai nessuno te ne ha parlato e se lo ha comunicato alla tua famiglia.

2) Altra questione è l'attrazione fisica che oggi provi nei confronti di questa ultima insegnante.
In adolescenza le pulsioni sessuali possono essere di origine eterosessuale o anche omosessuale: l'energia sessuale viene investita al di là dell'oggetto d'amore, del suo genere.
Anche questo può essere considerata una fase di passaggio, una tappa obbligata da vivere e attraversare per andare avanti, nella crescita.

Ti consiglierei comunque di chiedere aiuto ai tuoi genitori, di chieder loro di poter consultare uno psicologo al fine di chiarirti le idee, comprendere atteggiamenti e comportamenti che ti fanno dubitare di te stessa e ti provocano un certo disagio.
In bocca al lupo!

Dott.ssa Cristina Fumi
Psicologa Psicoterapeuta
Milano

Dott.ssa Cristina Fumi Psicologo a Milano

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