Buonasera, ho 30 anni, scrivo perché da una decina di giorni, ho cominciato a lavorare dopo anni che non lo facevo seriamente, presso l'azienda dei miei genitori, un negozio. Lavoro 8 e più ore al giorno e quando torno a casa sia nell'intervallo di pomeriggio sia la sera, scoppio a piangere senza un apparente motivo. Non ho mai voluto fare questo lavoro (dipingevo e scrivevo, ma erano hobbies) ma adesso pur di non stare a casa senza fare niente e per aiutare i miei ho iniziato come detto a lavorare. La mia vita sociale non è attiva al 100%, sono in difficoltà con un ragazzo e ho 2 o 3 amiche con le quali esco il week end. Pertanto mi chiedevo a cosa possa essere dovuto il fatto che sul lavoro io presa dalle cose da fare sto bene, mentre tornata a casa scoppio a piangere... non mi sento depressa però, è solo che mi sento triste...
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19 MAG 2018
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Gentile Chiara,
dipingere e scrivere erano hobby che può continuare a coltivare ma, a parer mio, ha fatto comunque bene ad impegnarsi nel lavoro della attività aziendale di famiglia.
E' chiaro che all'inizio questo cambiamento può essere stato per certi aspetti destabilizzante ma di sicuro gradualmente scomparirà.
E' anche comprensibile che i problemi sentimentali le provochino tristezza.
Il suggerimento è di intraprendere una psicoterapia per la sua crescita personale e per acquisire la giusta serenità.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
22 MAG 2018
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Cara Chiara...detto cosi', non e' evidente se il problema sia causato dal lavoro, o dall'inattivita' dello stare in casa. Una psicoterapia potrebbe esserti di molto aiuto
22 MAG 2018
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Sarebbe molto utile che lei facesse un percorso terapeutico. In tale percorso andrebbe riconosciuto il motivo che la fa stare cosi triste. Può essere il fatto che.non le piace la sua vita di adesso, ma per averla intrapresa deve esserci stato un senso per lei. Dunque con la terapia si dovrebbe capire cosa e come cambiare il tutto.
Se ha domande può contattarmi.
Dott.ssa Antonazzo Floriana Zora psicologa e specializzanda in Psicoterapia familiare V anno
21 MAG 2018
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Cara Chiara,
forse la risposta al suo interrogativo è già abbastanza esplicitata nelle sue parole, quando scrive di fare un lavoro che non le piace, accontentandosi di farlo solo per non restare a casa. Forse il suo sogno era di fare la scrittice o la pittrice e adesso si ritrova a svolgere tutt'altro mestiere e questo la sta facendo rifletttere sulla sua vita e sulle aspettative che sta modificando. Per poter comprendere meglio la crisi che sta attraversando potrebbe intraprendere un percorso psicologico che la aiuti a fare chiarezza.
Cari saluti
Dott.ssa Carla Francesca Carcione
21 MAG 2018
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Gentile Chiara,
mi sembra di capire che nonostante il lavoro non le piaccia, abbia la funzione di "riempirle la vita", mentre il rientro a casa la riempie di tristezza .
Sarebbe opportuno comprendere se le crisi di pianto siano lo sfogo rispetto ad un occupazione lavorativa non soddisfacente, alla mancanza di tempo per continuare a coltivare i suoi passatempi o piuttosto siano inerenti ad altre aree della sua vita, quali le relazioni amicali o affettive.
Le suggerisco un percorso psicologico che la porti ad una maggiore conoscenza di se stessa e della sua risorse, consentendole di sviluppare una progettualità che migliori il suo benessere.
Un caro saluto
Dott.ssa Vanda Braga
18 MAG 2018
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Cara Chiara, da come si racconta sembra vivere un periodo di insoddisfazione su diversi fronti: dal lavoro alle relazioni amicali e sentimentali. Le sue lacrime apparentemente immotivate potrebbero essere un modo per sfogare questa insoddisfazione che si sta trasformando in tristezza, ma anche un "segnale" per invitarla a prendersi cura di se stessa. Valuti l'idea di fare un percorso psicologico che la aiuti a dare un nome a quello che sta provando e, pian piano, a rielaborarlo ricostruendo la sua vita da protagonista.
Auguri, Dott.ssa Daniela Cannistrà.
18 MAG 2018
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Buongiorno Chiara,
proverei a stare sul lavoro nell’azIenda dei suoi che non le piace e chiedersi cosa le piacerebbe fare come lavoro, mi sembra che ciò che l’ha spinta a fare questo lavoro sia il “senza far niente” e l’aiuto ai suoi genitori. E sugli aspetti relazionali sentimentali di difficoltà e di relazioni sociali poco attive che mi sembra vorrebbe più intense.
Forse è uscita dopo anni da una condizione di non investimento concreto della sua vita a ritrovarsi a fare quello che non le piace e a vedere altri aspetti di se che non la soddisfano. Il pianto di cui scrive credo possa avere una relazione con questo e con la tristezza che compaiono quando non fa niente. Il fare è un modo che ci porta a non pensare a noi e stare su pensieri operativi, azioni.
Un cordiale saluto
Elisabetta Ciaccia (Psicologica Psicoterapeuta Milano)
18 MAG 2018
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Chiara , bisognerebbe dare un nome a queste lacrime .. che colore hanno le sue lacrime ? Di cosa sanno? Mi sembra da quello che scrive che forse lei ha bisogno di farsi aiutare a capire cosa non va e a trovare una modalità per affrontare il problema. Forse c’è una parte di se che sta soffrendo perché non ha possibilità di esprimersi e bussa nella sua vita con queste lacrime . L’aiuti ad ememrgere. Buona giornata dott.ssa Fabiana Di Segni