Un mio amico e' entrato in terapia, dopo due /tre incontri il terapista lo consolava dando giudizi di merito, per mail, e rassicurava riguardo alle emozioni provate per la sua compagna in una lunghissima e-mail e subito dopo gli mostrava quale era il tipo di rapporto tra i due (genitore - bambino, etc) il rapporto e' inoltre improntato all'amicalità. Avendo studiato tali temi sono rimasta colpita dalla cosa. Soprattutto perché il mio amico ha avuto un peggioramento dei sintomi iniziali, e' da un anno in terapia, con un vero e proprio sdoppiamento di personalità. Sono preoccupata per lui ma non so cosa fare, e' nella normale relazione tutto cio'?
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28 GEN 2013
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Gentile Pina,
è difficile darle un'opinione su quanto riferisce rispetto al suo amico, come è difficile dire cosa accada tra paziente e terapeuta nella stanza, in quanto anche quello che viene riferito come dato oggettivo risulta inevitabilmente "colorato" dalla soggettività di ciascuno. Ha provato ad esternare direttamente al suo amico o ad altre persone vicine ad entrambi e che lo conoscano bene la sua preoccupazione per lui e le problematiche che in lui ha notato? Le suggerisco di provare a confrontarsi anche con altri, amici o familiari del suo amico, per capire se le sue sensazioni e preoccupazioni possono essere condivise con lui direttamente, in modo da riflettere insieme su quanto gli sta accadendo; questi temi poi lui stesso potrebbe portarli come argomenti al suo terapeuta. Un cordiale saluto, dott.ssa Lucia Mantovani, Milano
29 GEN 2013
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Gentile Pina,
ho letto la sua replica alla mia risposta e direi a questo punto che se desidera approfondire le tematiche in questione, può contattarmi direttamente tramite questo stesso portale. Rimango quindi a sua disposizione. Cordialmente, dott.ssa Lucia Mantovani
29 GEN 2013
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Se la terapia è di tipo Transazionale sviluppata dal celebre psichiatra Eric Berne, essa si basa sulla relazione tra le persone e quello che veicola, sotolineando l'importanza del gioco e delle trans-azioni, credo che se il collega ritenga utile ed opportuno usare lo strumento delle mail per allargare magari il setting in modalità protetta, avrà le sue buone ragioni. In assoluto è difficile dire quale sia l'approccio migliore, concretamente sarà solo la risposta finale a svelarlo. Forse per lei andrebbe meglio che seguisse una terapia provocativa alla Frank farrelly, ma non ci dice cosa ha portato il suo amico a intraprendere il suo percorso. I peggioramenti molte volte sono considerati un fallimento terapeutico, in realtà è che tolto il coperchio, finalmente vediamo cosa bolle in pentola....
Star male può avere senso nel ri-contattare le emozioni di base, cortocircuitate o anstetizzate da uno scorretto stile divita. Passarci attraverso è cosa dolorosa in gran parte dei casi, utile all'emancipazione individuale, alla crescita.
Saluti
Dr Cristian Sardelli
29 GEN 2013
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La ringrazio, parlando con amici comuni e parlando lui, senza specificare i miei timori, mi sono arrivate tante indicazioni, ma purtroppo poi ho notato che, solo un'amica gli aveva detto qualcosa, gli altri si erano limitati alla cancellazione del profilo da facebook perche' si sentivano colpite crudezza dalle cose scritte o alle chiacchiere tra amici su queste stranezze. Si capisco ed ha ragione nello specificare il rispetto dovuto a cio' che accade nella "stanza" terapeutica, ma la mia perplessità riguardava una lunghissima mail di risposta inviata dal terapeuta, che il mio amico mi ha fatto leggere con considerazioni e giudizi sui comportamenti della compagna ( questi sono stati descritti dal mio amico al terapeuta), ed anche le indicazioni "nette " precise" sul tipo di rapporto esistente tra i due, entrambe le cose sono state fatte, dopo averlo incontrato 2/3 volte, tre settimane di terapia. Anche la compagna ha tentato di intervenire, con una reazione esattamente contraria alla volontà di essergli vicino. La famiglia e' assente. Se vorrà darmi ancora qualche indicazione le sarei grata.
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