Sto mollando di nuovo

Inviata da MartiEsposito · 7 mar 2025 Orientamento scolastico

Buonasera, vi contatto perché vorrei avere un consiglio su un preoccupazione che sto avendo da un po. Ho iniziato quest'anno la magistrale dopo un anno di stop dalla triennale, Ho 24 anni e lavoro già da un anno fulltime in un azienda, ho dato due esami anche con buoni voti, ma ultimamente sto avendo un crollo, stanno ritornanfo i sintomi di ansia e angoscia che ho avuto due anni fa e che mi hanno fatto vivere male il percorso universitario sentendomi costantemente in ritardo anche se non lo ero, anzi. Vorrei un consiglio su come affrontare questi momenti di sconforto , non voglio rinunciare a questo percorso che ho deciso di iniziare perché so che un giorno me ne potrei pentire ma sono molto stanca.

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Miglior risposta 10 MAR 2025

Carissima MartiEsposito,
tra il lavoro full-time, la magistrale appena iniziata e il ritorno di quei sintomi di ansia e angoscia che l’avevano già segnata in passato, è comprensibile che si senta stanca e vorrei partire proprio da qui: non è un segnale di debolezza, ma una reazione naturale a un carico importante!

Mi colpisce quando dice: "Mi sentivo costantemente in ritardo anche se non lo ero". Questa frase racconta molto più di una semplice preoccupazione: sembra che, oltre agli impegni concreti, ci sia anche una pressione interna che la spinge a correre, a temere di non fare abbastanza, anche quando oggettivamente sta già facendo molto. Da dove nasce questa sensazione di dover sempre rincorrere qualcosa? Spesso, questa percezione può essere legata a un'ansia da prestazione o al timore di non essere all’altezza delle aspettative — sue o di chi le sta intorno.

Un primo passo importante potrebbe essere lavorare sulla gestione dei pensieri automatici che alimentano questo senso di urgenza. Ad esempio, quando si sente in ritardo, quale dialogo interiore si attiva? Quali parole usa con sé stessa? Riconoscerlo è fondamentale per iniziare a spezzare quel circolo vizioso che la porta a sentirsi sopraffatta.

Le suggerirei delle sedute di terapia, per capire come bilanciare le sue energie, rafforzare la capacità di tollerare l’incertezza e trasformare la stanchezza in consapevolezza dei suoi limiti, senza percepirli come una sconfitta. Non si tratta di rallentare il suo percorso, ma di renderlo sostenibile e soprattutto, sereno.

Se sente il bisogno di approfondire questi aspetti, mi tengo a disposizione online e su Roma! Le mando un caro saluto :)

Dott.ssa Chiara Quinto Psicologo a Roma

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19 MAR 2025

Ciao! Non è semplice affrontare tali impegni accademici e lavorativi, specialmente con vissuti emotivi che avvertiamo come molto spiacevoli.
La prima cosa più adeguata da fare in questi frangenti è probabilmente quella di "ascoltarsi": ascoltare le proprie emozioni e la propria stanchezza, che ci inviano dei segnali con un senso specifico, come le "spie" che si accendono in un'auto. L'ideale sarebbe quella di non condannare o respingere tale ansia, bensì osservarla senza giudicarla e come, appunto, un messaggero che intende dirci qualcosa di importante. A quel punto si può capire cosa quest'ansia intende comunicare a te: l'ansia ha dei tratti comuni a tutti noi, non è patologica, ma al tempo stesso assume un ruolo diverso nella vita di ciascuno. Da cosa vorrebbe proteggerti quest'ansia? Forse dal pericolo di un possibile giudizio altrui, o di un possibile fallimento? Spesso il vero ostacolo non risiede nelle cose che affrontiamo, ma quale significato diamo alle cose che affrontiamo. Quindi la prima strategia utile consisterebbe nel praticare esercizi di consapevolezza in cui ci limita ad osservare l'emozione in quanto tale, e i nostri pensieri ansiosi in quanto tali, ossia come "storie che ci raccontiamo". Tali esercizi di consapevolezza consistono ad esempio negli esercizi di consapevolezza sul respiro tipici della mindfulness. Iniziando quindi a vedere, distanziandoci, come emozioni e pensieri siano distaccate dagli eventi che viviamo, e siano quindi modulabili, a quel punto, con un percorso di supporto psicologico o psicoterapia, si può poi capire quale sia la tua "posta in palio" che genera in te certe emozioni rispetto al percorso di studi e ad altri possibili campi di vita. Spero di esserti stato di aiuto!

Francesco Petraglia Psicologo a Portici

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11 MAR 2025

Buongiorno Martina,
capisco quanto possa essere pesante sentirsi costantemente "in ritardo" anche quando i dati ed i risultati dicono il contrario ma dobbiamo anche considerare la difficoltà oggettiva nel portare avanti un lavoro full time e una laurea magistrale contemporaneamente. In psicoterapia è possibile esplorare come queste sensazioni possano essere legate a esperienze passate e a dinamiche interiori che emergono nel presente, come il bisogno di perfezione o la paura di deludere se stessa e gli altri. Affrontare queste emozioni potrebbe aiutarla a ridurre il peso di queste pressioni e a vivere con maggiore serenità il suo percorso.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti,
Un caro saluto.

Mariavittoria Pivetta - Psicologa, Psicoterapeuta Psicologo a Torino

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11 MAR 2025

Salve Marti,
Se si ferma un attimo a considerare la situazione che descrive: lavoro a tempo pieno, percorso di studi impegnativo, e ansia correlata, la stanchezza che sente e probabilmente anche parte di quel "crollo" con ansia e senso di affanno, sono il risultato di un impegno eccessivo. Innanzitutto, provi a stabilire un miglior equilibrio tra lavoro, studio e momenti di riposo/svago. Questi ultimi sono importantissimi per mantenere un livello di energie che Le permetta di affrontare gli altri aspetti della sua vita, ed anche per il contenimento dell'ansia. Se anche questo volesse dire impiegare un po' piu' di tempo per completare gli studi, si dia il permesso. E' piu' che naturale dovendo conciliare studio e lavoro. Qualora questo non bastasse ad abbassare il livello d'ansia, prenda in considerazione un percorso di terapia individuale, che La aiuti ad esplorare le origini dello stato ansioso, l'effettiva motivazione agli studi al di la' del timore di pentirsi, e che Le fornisca strumenti efficaci a contenere l'ansia.
Un caro saluto,
Francesca Calvano

Dott.ssa Francesca Calvano Psicologo a Roma

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11 MAR 2025

Cara martiesposito, studiare e lavorare contemporaneamente è una scelta impegnativa per chiunque. Comprendo benissimo le difficoltà e la frustrazione che può derivarne. La domanda che mi verrebbe da porle è "se anche fosse in ritardo quale sarebbe il problema?" " Perché diventa così inaccettabile per lei?" Può sembrare una domanda banale ma non lo è affatto. Laddove altri penserebbero che lavorando potrebbe essere assolutamente comprensibile "essere in ritardo" Lei sente un peso. Sarebbe interessante riflettere sulle motivazioni di ciò.
Rimango a disposizione per eventuali approfondimenti.
Dottoressa Laura Varone

Laura Elsa Varone Psicologo a Roma

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10 MAR 2025

Ciao Martina,
Il solo pensiero di sentirsi in ritardo può portare a sentirsi sopraffatti. Inizierei da proprio da qui. Cerca di alleggerire la pressione: fai pause, organizza un piano sostenibile e ascolta i tuoi bisogni. Se l’ansia persiste, valuta un supporto psicologico.

Nicola Nacca Psicologo a Macerata Campania

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10 MAR 2025

Buongiorno Marti,
non credo che la soluzione sia quello di mollare il percorso, anzi. Probabilmente si attiverebbe lo stesso schema in un altro ambito.
Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico, con il fine ci comprendere meglio quello che succede dentro di lei che la porta ad avere paura del fallimento e perciò bloccarsi
Cordiali saluti
Alice Noseda

Dott.ssa Alice Noseda Psicologo a Lecco

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10 MAR 2025

Salve MartiEsposito, comprendo appieno l'affaticamento che sta provando. Ci terrei a farle notare che nonostante lei si definisca in ritardo, in realtà sta già lavorando full time e studiando contemporaneamente per la magistrale, cosa che non è affatto semplice. E poi, in ritardo rispetto a cosa o chi? Sinceramente credo lei abbia bisogno di un supporto psicologico volto a comprendere in primis la natura dell'ansia e angoscia che prova in relazione agli studi e, contemporaneamente, che la sostenga in questo percorso evidentemente abbastanza stressante per lei.
resto a sua disposizione, un saluto!

Dott.ssa Mara Iannone

Dott.ssa Mara Iannone Psicologo a Napoli

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10 MAR 2025

Buongiorno MartiEsposito,

L'ansia e l'angoscia sono dei sintomi, indice di una sofferenza emotiva. Sarebbe interessante capire cosa significa per lei il percorso universitario, se sono presenti pensieri negativi e che contenuti hanno, oltre a valutare se ci sono degli aspetti in comune con i sintomi già avuti 2 anni fa. L'ansia e l'angoscia sono dei campanelli d'allarme che la stanno avvisando che qualcosa non sta andando nel verso giusto, perciò è importante che lei possa prendersi cura di ciò.

Rimango disponibile ad essere contattata,

Dott.ssa Ilaria De Mola.
Ricevo a Milano e online.

Dott.ssa Ilaria De Mola Psicologo a Milano

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10 MAR 2025

Buongiorno,
posso immaginare quanto possa essere faticoso conciliare studio e lavoro full-time, soprattutto dopo un periodo di pausa, e quanto questa pressione possa riattivare sensazioni di ansia e angoscia. Prima di tutto, voglio dirti che ciò che stai provando è comprensibile e valido: stai affrontando una grande sfida, ed è normale sentirsi stanchi e sopraffatti a tratti.
Spesso, quando ci sentiamo “in ritardo”, dimentichiamo di riconoscere i traguardi già raggiunti. Hai già affrontato esami con buoni risultati nonostante gli impegni lavorativi: questo dimostra la tua capacità e la tua determinazione.
Il confronto con un’idea ideale di "tempismo perfetto" può essere fonte di stress. Procedere con i tuoi tempi, senza sentirti costantemente sotto pressione, ti aiuterà a mantenere il benessere nel lungo termine.

Il tuo desiderio di non rinunciare a questo percorso è chiaro e importante, ma il benessere viene prima di tutto. Concediti il permesso di procedere passo dopo passo, senza l’obbligo di dimostrare nulla a nessuno, nemmeno a te stessa.

Dott.ssa Giampaolo Martina

Dott.ssa Martina Giampaolo Psicologo a Milano

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10 MAR 2025

Capita che durante un percorso universitario si ebbe un crollo legato all’ansia, l’angoscia Avere pensieri disfunzionali che ci creano sofferenze di disagio

L’università bisogna viverla con serenità, ognuna suoi tempi i suoi modi. Non siamo tutti uguali.

Lei dice di avere costantemente il pensiero di essere in ritardo.

Questo pensiero su cosa si basa su una reale motivazioni o su se stesso

E anche se fosse un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, per così dire questo cosa comporta?

L’importante è raggiungere l’obiettivo laurearsi c’è che ci mette di più c’è che ci mette di meno ognuno ai suoi tempi

Non bisogna farsi condizionare, deve inserire negativi

La nostra mente ha una sua autonomia nel pensare ai pensieri

Noi non possiamo impedire alla mente di pensare non possiamo controllare il contenuto dei pensieri. Non possiamo controllare il flusso dei pensieri.


Tuttavia, possiamo scegliere se farci condizionare lei sì oppure no

Lei si prende suoi tempi per l’università e fronte percorso con serenità l’importante è arrivare all’obiettivo, anche se ci vuole tempo ognuno sui suoi tempi

I pensieri negativi non si possono scacciare volontariamente in quanto il pensare di non pensare già a pensare
Più tenti di scacciarli lontanamente più per la stessa natura, tornano

Allora cosa fare?

Quando le vengono in mente questi pensieri negativi, li accetti così come sono senza dargli peso senza dargli l’importanza senza dargli ascolto

Non possiamo impedire la mente di pensare, ma possiamo scegliere se farci condizionare da tali pensiero oppure no

Esistono altri modi per affrontare i pensieri negativi

Le consiglio per cose psicologico che la posso aiutare ad affrontare questo momento difficile

Per ulteriori informazioni, mi contatti le risponderò con piacere

Dott. Luca Ferretti Psicologo a Pontedera

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10 MAR 2025

Gentilissima MartiEsposito, grazie per la condivisione innanzitutto. Capisco la situazione che descrivi, e posso solo immaginare la frustrazione e la paura che deriva dal sentire di poter nuovamente incorrere in meccanismi ed atteggiamenti disfunzionali che non ti hanno aiutata in passato. Credo che intraprendere dei colloqui di terapia potrebbe aiutarti nell'esplorare e provare a comprendere le motivazioni sottostanti questi stati angosciosi che ciclicamente sembrano ritornare, in modo da individuare insieme allo specialista delle strategie funzionali per fronteggiarle.
resto a disposizione!
cordiali saluti
AV

Dott.ssa Antea Viganò Psicologo a Pessano con Bornago

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10 MAR 2025

Buongiorno Marti,
conciliare studio e lavoro può essere molto complicato e la sua stanchezza del tutto comprensibile: per poterle dare un consiglio, però, bisognerebbe capire di che tipo di stanchezza stiamo parlando, fisica o psicologica? Entrambe?
Cosa è accaduto due anni fa che l'ha portata a "mollare"? L'ansia e l'angoscia che descrive possono essere sintomi invalidanti se non si comprende la loro origine: il consiglio che mi sento di darle è quello di rivolgersi ad un terapeuta per trovare risposta a queste domande e capire come affrontare al meglio il percorso di studi.
Resto a disposizione,
dr.ssa Alessia Foronchi

Dott.ssa Alessia Foronchi Psicologo a Pesaro

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9 MAR 2025

Buongiorno,
lavorare e studiare contemporaneamente è già di per sé una situazione impegnativa e stressante. Se ci sono già delle difficoltà pregresse, è ancora più facile che si scateni ansia e preoccupazione. Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia che la potrà aiutare a capire meglio i motivi che la portano ad agitarsi e le darà la possibilità di trovare strategie per affrontare meglio queste situazioni.
Cordiali saluti
Dott.ssa Elena Agio

Elena Agio Psicologo a Noventa Padovana

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9 MAR 2025

Buonasera, posso capire quanto sia impegnativo riprendere un percorso universitario, lasciato per un po' in standby, e lavorare full time! però hai affrontato con buoni voti, sarebbe opportuno capire meglio cosa ti porta a vivere questo sconforto per affrontare meglio la situazione.


Dott.ssa Ilenia Martelli Psicologo a Firenze

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9 MAR 2025

Gentile MartiEsposito,
Lavorare e studiare non è un scelta facile da sostenere, ma certamente è ammirevole.
Desiderare nuove conoscenze e intraprendere un percorso di studi mentre si lavora full time è faticoso e comporta un impegno che coinvolge tutta la sua persona : corpo e mente !
In più il desiderio di stare nei tempi previsti spesso causa spesso ansia. Il mio consiglio è di continuare cercando di non essere troppo " ossessionata" dal numero di esami. Credo che un supporto psicologico potrebbe essere un valido strumento per aumentare la sua capacità di resilienza: trovare nuove risorse dentro di lei per contenere lo stress e di conseguenza l'ansia.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti
In bocca al lupo!
Dott.ssa Assunta Dardo

Assunta Dardo Psicologo a Torino

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9 MAR 2025

Cara MartiEsposito,
comprendo quanto possa essere impegnativo conciliare un percorso universitario con un lavoro full-time, soprattutto dopo un anno di pausa.

Dalla sua descrizione emerge una sensazione di affaticamento e un ritorno di ansia legato alla percezione di essere "in ritardo", anche se razionalmente sa di non esserlo. A volte, questa sensazione può derivare da aspettative molto alte verso se stessi o da un confronto con percorsi altrui. Potrebbe essere utile chiedersi: quali sono i criteri con cui sta valutando il suo percorso? Sono realmente suoi o derivano da pressioni esterne?

Per affrontare questi momenti di sconforto, può essere funzionale:
✔ Riconoscere i suoi progressi, valorizzando non solo i risultati accademici, ma anche la sua capacità di gestire più impegni contemporaneamente.
✔ Ascoltare i segnali del suo corpo e della sua mente, concedendosi il giusto riposo senza sensi di colpa.
✔ Valutare un supporto psicologico, per approfondire le origini di questa ansia e trovare strategie personalizzate per affrontarla.

Il desiderio di completare questo percorso è chiaro, e proprio per questo potrebbe essere utile trovare un equilibrio che le permetta di proseguire senza esaurirsi.
Se lo desidera, resto a disposizione per un approfondimento.

Un caro saluto,
Dott.ssa Curci Laura

Laura Curci Psicologo a Concesio

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9 MAR 2025

Salve MartiEsposito, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice Psicologo a Roma

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8 MAR 2025

Buonasera Martina,
comprendo il desiderio di voler proseguire con il suo percorso universotario e allo stesso tempo il bisogno di viverlo nel miglior modo possibile.
Sarebbe utile indagare i pensieri automatici e disturbanti che stanno alla base dell'ansia che esperisce per poter poi adottare strategie maggiormente funzionali ed efficaci.
Restando a disposizione, auguro una buona serata.

Dott. Alessandro Vesco Psicologo a Arona

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8 MAR 2025

Buonasera Martina,
percepisco da quanto scrive, che forse pretende un po’ troppo da se stessa? Rispetto alle sue tappe e i traguardi raggiunti non ha nulla di cui rimproverarsi, anzi. Inoltre è importante sottolineare che non ci sono tempi prestabiliti, solo i propri tempi e i propri ritmi. Si autorizzi a fermarsi, probabilmente attraverso l’ansia il suo corpo glielo sta chiedendo. Allenti la pressione e sia meno severa con se stessa.
Cosa succede se rallenta?
Da quanto scrive emerge che si è presa molta cura fin’ora della sua parte intellettuale, della testa, che ne dice ora di occuparsi un po’ della sua “pancia”, intesa come la parte più emotiva. Si ascolti, probabilmente con la comparsa dell’ansia, il suo corpo e la sua mente le stanno dicendo qualcosa?
La invito a riflettere su questo.

Cordiali saluti,
dott.ssa Maria Felicia Verlotta

Dott.ssa Maria Felicia Verlotta Psicologo a Salerno

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8 MAR 2025

Buonasera.
Sarebbe interessante ed utile comprendere, innanzitutto, il motivo per cui due anni fa si erano presentati i sintomi di ansia, così come da dove potrebbe avere avuto origine la percezione di "ritardo personale" e la connessa sensazione di difettosità.
In maniera connessa, un percorso di psicoterapia breve potrebbe esserle di aiuto per sondare quali siano i suoi reali bisogni ed obiettivi, se concordanti con i comportamenti che mette quotidianamente in atto. Allo stesso modo, potrebbe risultare utile analizzare che tipo di convinzione di sé possa aver introiettato nel corso degli anni e su quali sicurezze sente di poter contare, per raggiungere questi ultimi.

Rimango a disposizione per un percorso anche online,

Spero di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero

Dott.ssa Elisa Folliero Psicologo a Spino d'Adda

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8 MAR 2025

Buongiorno Martina, prima di tutto voglio dirti che è normale vivere momenti di difficoltà quando si cerca di conciliare più impegni, come lo studio e il lavoro a tempo pieno. Quello che stai attraversando non è un’esperienza rara, e molte persone che si trovano in situazioni simili sentono la stessa pressione che descrivi. Quello che posso suggerirti è di provare a non giudicarti troppo severamente per le emozioni che stai provando. L’ansia e l’angoscia che stai vivendo sono il risultato di una mente che sta cercando di adattarsi a tanti stimoli e sfide contemporaneamente. Piuttosto che considerare questi sentimenti come un ostacolo o una debolezza, prova a vederli come segnali che il tuo corpo e la tua mente stanno cercando di dirti che forse è il momento di fermarti un po’, fare un passo indietro e rivedere le tue priorità. Hai parlato di un “sentirsi in ritardo”, anche se, oggettivamente, non lo sei. Questa sensazione è comune, specialmente quando si ha un’idea di sé che si costruisce su ciò che gli altri fanno o su come ci si percepisce rispetto agli altri. Ma è importante capire che ognuno ha il proprio ritmo. Il tuo percorso è unico, e anche se a volte ti senti come se dovessi correre per stare al passo, la verità è che non c’è un orologio che ti segua. Ciò che conta davvero è la qualità del cammino che stai facendo, non il tempo con cui lo fai. Una cosa che potrebbe aiutarti è dare più spazio alla flessibilità nella tua organizzazione. Spesso, quando cerchiamo di fare troppe cose in poco tempo, finiamo per esaurirci. Se riesci, prova a darti dei momenti per ricaricarti, anche brevi, durante la giornata. Non c’è nulla di sbagliato nel fermarsi per prendere un respiro, anche solo per pochi minuti. Trovare un equilibrio tra il lavoro, lo studio e il tempo per te stessa è essenziale per mantenere la mente sana. Inoltre, quando ti senti sopraffatta, potrebbe essere utile parlare con qualcuno di fidato o un professionista che possa supportarti nel tuo percorso. A volte, esprimere i propri sentimenti può alleggerire la mente, e sentirsi ascoltati può dare quella sensazione di supporto che magari manca in momenti così di solitudine emotiva. Parlare non solo aiuta a scaricare il peso, ma ti permette anche di vedere le cose da un’altra prospettiva. Infine, riconosci anche i tuoi successi. I buoni voti che hai ottenuto sono una prova che stai facendo bene, e il fatto che tu sia riuscita a lavorare e studiare contemporaneamente è già un traguardo importante. Ogni passo che fai, anche se ti sembra piccolo o insignificante, ti sta avvicinando al tuo obiettivo. E non dimenticare che la fatica e l’impegno che metti oggi stanno costruendo la persona che sarai domani. Non sentirti obbligata a fare tutto perfettamente o in fretta. Vai con calma, prendi le cose un passo alla volta, e non esitare a chiedere aiuto quando senti che la pressione è troppa. Qualsiasi sia la tua strada prenderti cura di te stessa lungo il percorso è fondamentale. Resto a disposizione, un caro saluto.
Dott.ssa Velia Morati

Dott.ssa Velia Morati Psicologo a Nocera Inferiore

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8 MAR 2025

Cara Marti,
Grazie per la tua condivisione.

Inizierei col dirti che per comprendere il tuo disagio sarebbe necessario esplorare la tua storia, le credenze e i pensieri a cui aderisci, gli standard che ti "imponi", il significato che dai al non raggiungimento degli stessi.

I quesiti circa cui si può riflettere sono: che significa per me superare o non superare un esame? Perché ha questo significato? Quando "fallisco"? Cosa vuol dire per me "fallire"? Cosa accade se "fallisco"? Che persona sono se "fallisco"?
In sintesi, c'è da capire in che modo impatta il tuo percorso di studi sull'idea che hai di te stessa e perchè.

Come fare per non cadere nello sconforto? Innanzitutto essere consapevole dell'aderenza a queste credenze e prendere distanza dalle stesse. Poi bisogna apprendere la capacità di ancorarsi di più ai dati obiettivi su cui basarti nel valutare te stessa per essere consapevole del tuo valore.
Infine, potresti valutare l'idea di esplorare tecniche di mindfulness che stimolano il nervo vago, che ti ancorano al momento e che ti aiutano a prendere distanza da alcuni pensieri non utili al tuo benessere.

Un saluto, resto a disposizione.


Dott.ssa Fabiana Navarro Psicologo a Centurano

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8 MAR 2025

Ciao M.,
come mai ritieni che debba essere una figura esterna a consigliarti come affrontare questi momenti?
Per rispondere a questa domanda, prova ad iniziare un percorso con uno psicologo-psicoterapeuta per indagare insieme sull’origine principale dell'ansia e dell’angoscia, nonché approfondire con quale intensità si manifestano oggi e cosa tu puoi fare per riuscire ad andare avanti senza avere timore di spezzarti.

Lusy Elsharkawy Psicologo a Avola

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8 MAR 2025

Capisco bene il tuo stato d’animo, e voglio rassicurarti su una cosa fondamentale: non sei in ritardo, e non sei sola in questa sensazione. Affrontare una magistrale mentre lavori full-time è un impegno enorme, e il fatto che tu abbia già superato due esami con buoni voti dimostra la tua determinazione e capacità. È normale sentirsi sopraffatti, ma questo non significa che non puoi trovare un equilibrio.
Essere stanchi non significa essere deboli. Il tuo corpo e la tua mente ti stanno dicendo che hai bisogno di un momento per respirare. Se possibile, prenditi qualche giorno senza sensi di colpa per ricaricare le energie.
Hai molte responsabilità e stai facendo il massimo. Non è necessario finire la magistrale “nei tempi perfetti”. Se hai bisogno di rallentare e dare un esame in meno in un semestre, va benissimo. L’importante è la sostenibilità del percorso.
Invece di guardare l’intero percorso che hai davanti, concentrati su obiettivi a breve termine. Studia un’ora al giorno invece di cercare di recuperare tutto in un weekend. Questo può ridurre l’ansia e il senso di oppressione.
Nei momenti di sconforto, prova a ripensare alle ragioni che ti hanno spinta a iscriverti alla magistrale. Non per pressione esterna, ma per te stessa. Se senti che il percorso ha valore per te, allora merita di essere portato avanti con il tuo ritmo.
Se l’ansia diventa troppo forte, non esitare a parlarne con uno psicologo. Anche poche sedute possono aiutarti a ritrovare lucidità e serenità nel gestire il carico mentale.
Non devi essere perfetta, e non devi dimostrare nulla a nessuno. Hai già fatto tanto e meriti di vivere questo percorso senza sentirti schiacciata. Ti mando un grande incoraggiamento!
Dott.ssa Antonella Bellanzon








Dott.ssa Antonella Bellanzon Psicologo a Massa

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