Stato di angoscia quando penso alla relazione che sto vivendo?

Inviata da Titania · 22 feb 2021

Buongiorno a tutti. Mi rivolgo a voi perché negli ultimi tempi sento di stare attraversando un momento di fragilità che mi porta ad essere insicura e ansiosa. Molte delle mie paure si riflettono nella mia relazione: sono fidanzata da circa due anni con un mio coetaneo (22 anni). Le cose stavano andando parecchio bene nell’ultimo periodo. Premetto che per noi i tempi sono stati lentissimi, per ogni cosa. Un po’ perché è la mia prima relazione in assoluto (oltreché la prima volta che mi approccio ad un ragazzo in qualsiasi senso), un po’ per il carattere chiuso di entrambi. All’inizio mi fidavo poco, avevo poca speranza nel fatto che le cose potessero andare bene... quindi spesso mi chiudevo sicura che il tutto avrebbe comportato solo delusioni e sofferenza. Tra di noi c’era poca comunicazione, io faticavo tantissimo a lasciarmi andare, al di là dei sentimenti che sentivo premevano per sbocciare... lui credo lo stesso: una volta mi ha ammesso di far fatica ad accettare la propria vulnerabilità e di essere in cura da una psicologa per superare alcuni traumi d’abbandono (tra i quali, io credo, la separazione dei genitori dopo la quale non è riuscito ad avere un rapporto sereno col padre). Pian piano, non so come, sentivo di aver superato tutte le mie paure, ero più fiduciosa e molto serena. Ora mi sembra di essere sprofondata di nuovo nello stato di angoscia dell’inizio... Non so quali possano essere i fattori scatenanti, se l’educazione che ho ricevuto all’insegna dell’amore “è bello finché dura” e del “non fidarti di nessuno” , o il fatto che sia spaventata e ansiosa perché, COVID permettendo, dovrei partire tra un mese a studiare all’estero per il progetto Erasmus. Negli ultimi tempi lui dice di essere un po’ giù di morale (frequenta medicina, la sessione lo rende particolarmente stressato e passa parecchio tempo da solo a casa a studiare). Ieri mi ha detto che ha scoperto perfino che la zia, con la quale credo, a dire il vero, non abbia proprio un rapporto strettissimo, deve operarsi per asportare un tumore. In generale non ama parlare delle sue preoccupazioni con me, perché vuole solo godersi il tempo che abbiamo insieme, soprattutto prima della mia partenza (della quale non parliamo mai, tanto che a volte mi viene da dubitare a lui sembri turbare, anche se sento che non è così). Insomma non capisco, pensare a lui mi fa venire l’angoscia. Se penso che possa essere triste, sprofondo in uno stato di inquietudine. Vorrei poterlo aiutare ma non so come, e allo stesso tempo vorrei allontanarmene per non vederlo triste (questo mi fa sentire profondamente egoista). Vorrei mettere un freno ma non ci riesco...soprattutto perché non voglio e non posso ferirlo. Allo stato attuale non so cosa provi lui per me, non ci siamo mai detti ti amo, però penso che lo provi. Ultimamente credo mi guardi in modo diverso, più intenso forse e poi mi dice frasi romantiche come prima non aveva mai fatto, alludendo a stati d’animo d’amore. Non so, ho paura che non sia vero tutto questo, che tutto possa finire. Ho paura di rimanere delusa. E oltretutto non riesco a pensarlo triste perché mi sento troppo male all’idea... non mi è mai successo di preferire a tal punto di essere triste io che qualcuno di diverso da me (triste per motivi che conosco e so gestire, la tristezza altrui proprio perché altrui mi agita e la sento molto di più perché non posso fare nulla per lenirla). Vorrei un attimo frenare tutto, ho bisogno di “aria”, “di spazio”... è tutto così confuso. Provo emozioni così contrapposte, cosa posso fare? Perché mi sento di nuovo così fragile come se non avessi controllo e stesse per capitare qualcosa di brutto? Grazie molte per la vostra attenzione, chiedo perdono per essere stata prolissa.

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Miglior risposta 23 FEB 2021

Carissima, penso che il punto sia capire come mettere un giusto distacco tra se e l'altro. Solo con una giusta distanza possiamo creare un equilibrio stabile, altrimenti il peso che sentiamo dell'altro non ci consente di apprezzare la relazione e ciò che di bello ci può essere. Ha bisogno, quindi, di definire per sé stessa uno spazio tale per cui la presenza dell'altra persona non La faccia "scomparire". É importante quindi, ribadisco, lavorare sulla giusta distanza, che permette anche di comprendere come aiutare l'altro, senza sentirsi sopraffatta dal suo dolore, e allo stesso tempo sentirsi in equilibrio con le proprie emozioni, comprendendo ciò che davvero si desidera per noi stessi. Potrebbe esserLe utile un lavoro su se stessa psicologico proprio per consapevolizzarsi e gestire al meglio il modo in cui si approccia all'altro, modificando quelle componenti che non Le permettono di vivere in armonia la relazione.
Le auguro buona fortuna
Dr.ssa Amanda D'Ambra.

Dr.ssa Amanda D'Ambra Psicologo a Torino

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