Stare con una persona problematica
Buongiorno,
Vi scrivo perché ho bisogno di una visione specialistica di una situazione per me molto pesante.
Sono cresciuta in una famiglia particolare, in cui mia sorella maggiore, schizofrenica paranoide, ha dettato molto delle nostre dinamiche, facendomi crescere in un ambiente difficile, con violenza psicologica e fisica, e lasciando strascichi che in casa mia solo io ho affrontato con un percorso psicoterapeutico da ormai 7 anni.
Tra le mie relazioni sono stata quasi 5 anni con un uomo affetto da depressione e molte turbe relazionali, che per 4 anni ho sollecitato affinché andasse in terapia, consumandomi, e poi ci è andato ma io nel frattempo sono crollata esausta e ci siamo lasciati - siamo comunque stati vicini, l’ho supportato e lui ora, che gestisce benissimo tutto, mi ringrazia per avergli salvato la vita ed è sereno con la sua compagna, e son felice per loro.
Da quasi tre anni sto con il mio compagno, un uomo con qualità estreme che mi ha ridato le farfalle nello stomaco e la voglia di amare, ma difficile per molti aspetti: geloso, in maniera esagerata, migliorato un po’ nel tempo; sensibile, dedicato, attento, con però una inesistente gestione della rabbia è un passato di violenza domestica (in cui lui ha subito per circa 5-6 anni maltrattamenti psicologici e fisici), con una figlia autistica che vive con la ex moglie lontano e continui sabotaggi da parte di questa donna nella gestione, cosa che si ripercuote ovviamente anche su di noi, anche se io provo al mio meglio a supportarlo.
da agosto si è trasferito per lavoro nella mia città e conviviamo, e per me è la prima
Persona che mi ha dato sicurezza (ho un ex marito fedifrago e manipolatore).
Comunque. Ho seguito per anni un percorso con una psicologa comportamentalista, poi passata dal 2020 a una terapeuta col metodo emdr, che su di me ha ottimi risultati.
Mi sento di base forte e ho sviluppato molte risorse, ma sto crollando.
Il mio attuale compagno ha iniziato, dopo l ennesima sfuriata di gelosia esagerata, sotto mia forte spinta ad andare in psicoterapia. Ho visto un aumento di equilibrio nei mesi, anche se ogni tanto “sbotta” su qualcosa ma torna subito “normale”. Settimana scorsa ha attaccato briga su una vecchia gelosia, e ha ammesso proprio di averlo fatto per litigare, perché voleva “rompermi le palle” perché e furente con me. Motivo a suo dire? Ho la colpa di aver distrutto il percorso che lui sta facendo, perché nell’ultimo mese ho espresso più volte disagio perché lo sento distante e non mi sento più considerata - ha cambiato atteggiamento nei miei
Confronti, molto, e io volevo fargli capire che la cosa non mi fa star bene e mi mette dubbi. Ha parlato con la sua psicologa, esprimendo pensieri suicidi, e lei gli ha detto di rivolgersi a uno psichiatra. Sono consapevole che non è vero che sono colpevole del suo disagio molto profondo che si porta da sempre, lui se viene rimproverato perché fa una cosa sbagliata (esempi stupidi quotidiani come la lavatrice), ingigantisce in un “sono sbagliato”, e patisce come se l’avessi fucilato, cosa che quando esagera io riassumo in “fai la vittima”. Comunque a me è scattato improvvisamente qualcosa, una paura atavica di avere un altro compagno psichiatrico che mi addossa le colpe che non ho e mi fa vivere l’inferno che solo chi vive con persone patologiche conosce. Sorella, ex, compagno. Non so se ce la posso fare. Lui ha proposto di far una seduta con le relative dottoresse, ho accettato perché ogni strumento è buono per la risoluzione, ma mi sento preoccupata profondamente. Ho paura di una vita in cui io continuo a lavorare su di me con un investimento emozionale ed economico ingente (una seduta settimanale da anni, ci avrei comprato casa ormai), in larga parte perché sono da sempre Circondata da situazioni così. La mia dottoressa mi ha detto più volte che ho modelli operativi interni che ricordano quelli dei figli di persone abusive (i miei genitori non lo sono), e che ho la resilienza di una bambina cresciuta in un ambiente che ricorda il carcere.
Sono molto in difficoltà. Amo il mio compagno e non voglio abbandonarlo ma non voglio nemmeno entrare nel suo vortice, come mi è capitato con l ex, e distruggermi.
Fuggirei in un altro mondo se avessi una bacchetta magica.
Vi chiedo un aiuto per qualunque supporto su cui ragionare senza andare in panico.