sport di mio figlio

Inviata da Rosco · 28 feb 2023 Psicologia infantile

Mio figlio di 9 anni gioca nelle giovani di un’importate società di calcio.
Abitiamo a circa 100 km di distanza dal luogo in cui si allena, fa 3 allenamenti settimanali in cui la società si occupa del trasporto e tutti sabati e domenica lo accompagniamo noi genitori a tornei e partite. Il suo allenatore pretende molto ed è molto severo a volte urla con parecchia aggressività … purtroppo, per lui e per mio figlio, non è solo più un gioco.
Da circa un paio di mesi ha disturbi del sonno (si sveglia con incubi e alcune volte ha tremolìi notturni) in più nell’ultimo mese finisce tutte le partite piangendo e lamentandosi che non riesce a fare quello che vorrebbe, che si sente un peso per la squadra, che gli altri compagni non gli passano il pallone perché lui lo perde sempre.
In realtà io noto in lui una insicurezza durante il gioco, si nasconde per non ricevere la palla, appena la riceve la passa per evitare di fare errori ecc.
Vorrei sapere come agire con lui … parlarne e consigliargli come agire in campo oppure optare per il totale silenzio sul suo sport ed in famiglia trascurare completamente quell’argomento.
Grazie

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Miglior risposta 2 MAR 2023

Buonasera Rosco, credo che dal suo racconto e dalle sue parole emerga il nucleo fondamentale della questione: un qualcosa nato per gioco e divertimento sta acquisendo un nuovo valore e un altro significato, che potrebbe - come non potrebbe - essere ciò che desidera suo figlio.
Ciò che sarebbe importante fare a questo punto, sarebbe cercare di comprendere con il bambino cosa ne pensa di quel che sta accadendo e se quello che sta vivendo è un cambiamento che desidera oppure se lo soffre come un'imposizione non voluta.
E' normale che andando avanti nello sport le richieste diventino sempre più pressanti nei confronti di chi lo pratica, ma abbiamo sempre e comunque la scelta di decidere se ciò che cerchiamo è svago o carriera.
Potrebbe provare a parlare con suo figlio chiedendogli innanzitutto se ciò che ha notato lei rispecchia la realtà e ciò che effettivamente prova lui, e se questi vissuti siano legati al peso di nuove responsabilità non desiderate oppure all'ansia legata alla prestazione e all'eccellere in un qualcosa in cui vorrebbe investire.
La mossa migliore in questi casi è diventare compagni di squadra del piccolo, assecondando i suoi desideri: se avrà bisogno di consigli in campo sarà lui a chiederli. Validare in ogni caso le sue emozioni è una sicurezza, quindi sconsiglierei di ignorare la questione e trascurare l'argomento: piuttosto, cercare di parlarne con lui in maniera più neutra possibile così da poter dare spazio a ciò che prova e pensa in quel momento.
Potendo contare sulla vicinanza fisica ed emotiva di un genitore, il bambino si sentirà sicuro di continuare in questa avventura con le "spalle coperte" oppure potrà permettersi di dire a sè stesso che quello non è ciò che desidera e, magari, trovare una situazione equivalente con un grado di competitività minore. Il segreto è accogliere i suoi bisogni e desideri, così che si potrà sentire accolto e compreso qualsiasi dovesse essere la sua decisione.
Spero di esserle stata di aiuto e rimango a disposizione per una consulenza.
un abbraccio.
Dott.ssa Annalisa Magnaneschi

Dott.ssa Annalisa Magnaneschi Psicologo a Roma

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13 MAR 2023

Buongiorno,

molto probabilmente suo figlio avverte una certa pressione su di lui, e quello che inizialmente considerava semplicemente una passione oggi non lo è più. Se facciamo divenire una passione, un desiderio qualcosa di diverso che si avvicina ad un lavoro col tempo ne verrà fuori un disagio; probabilmente stesso suo figlio a breve comincerà ad allontanarsi da un qualcosa che non ritiene più di suo gradimento, un pochino come già sta facendo in campo evitando di voler giocare e allo stesso tempo sentendosi un peso per gli altri.
Insieme al padre cerche di comprendere meglio il disagio del bambino e nel caso di ripensare alla sua attività sportiva ad oggi fonte di stress e angoscia.

Cordiali Saluti
Studio Associato Dott. Ferrara Dott.ssa Simeoli

Dott. Ferrara e Dott.ssa Simeoli Psicologo a Quarto

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1 MAR 2023

Buonasera Rosco,
i disturbi di sonno sono un pallino di allarme di un disagio espresso dal corpo di suo figlio. Il bambino in questo caso ha due figure di riferimento centrali, una è lei, l'altro è l'allenatore che in questo caso acquisisce il ruolo di padre nel campo, di cui il bambino ha bisogno di approvazione e di sicurezza. Per questo il consiglio che le dò è innanzitutto di provare a creare delle situazioni "in sicurezza" con suo figlio in cui lui possa esperire l'essere in grado di giocare senza commettere errori. (potrebbe ad esempio giocare con lui e rinforzare i suoi successi, o in caso di errore dargli comunque un rinforzo, ovvero spiegargli che è buono l'aver sbagliato perchè adesso può capire come risolvere quell'errore). Non le consiglio di parlare direttamente con suo figlio, o di dargli dei consigli a voce perchè rischierebbe di rinforzare la sua credenza di non essere capace. Le consiglio di rivolgersi in merito ad un professionista.
Inoltre, potrebbe essere di aiuto parlare anche con l'allenatore, illustrare il malessere del bambino ed esortare l'allenatore a mostrare maggior comprensione nei confronti dell'errore del bambino.

rimango a disposizione,
Dott.ssa Ylenia La Rosa

Dott.ssa Ylenia La Rosa | Psicologa Psicologo a Sciacca

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1 MAR 2023

Le suggerisco vivamente di smettere di sottoporre suo figlio a questa "tortura". Lo lasci libero di vivere la sua infanzia!
Lo sport deve essere un momento ludico; i bambini si devono divertire mentre fanno sport. E' inaccettabile che un bambino
sia sottoposto a dei ritmi così stressanti e a delle richieste tanto assurde.
Mi sembra che lei sia lontano mille miglia dal rendersi conto di quanto, ciò che sta avvenendo, si possa ripercuotere sul
benessere psico fisico di suo figlio.
Mi contatti pure, se vuole, così glielo spiego meglio.
Dott.ssa Daniela Noccioli

Dottoressa Daniela Noccioli Psicologo a Cascina

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1 MAR 2023

Gentile Rosco,
il mio suggerimento, in primis, è quello di accogliere i bisogni e le emozioni di suo figlio, quindi di lasciarlo libero di esprimersi senza raccomandazioni e suggerimenti, ma sono standogli accanto in maniera accogliente. In questo modo sarà lui a suggerire come poter risolvere la problematica che in questo momento gli sta creando disagio.
Tuttavia se voi genitori, per fronteggiare meglio la situazione e per supportare meglio vostro figlio, necessitate di un supporto, potete rivolgervi ad un professionista, con il quale potrete trovare delle strategie utili e funzionali per la situazione.
Spero di esserle stata utile e resto a disposizione per un'eventuale consulenza psicologica, anche online.
Un saluto.
Dott.ssa Deborah De Luca

Dott.ssa Deborah De Luca Psicologo a Monterotondo

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1 MAR 2023

Buongiorno Rosco,
I disturbi del sonno e il pianto di suo figlio indicano che qualcosa dentro di lui non lo fa stare bene. È vero che per diventare un campione c’è bisogno di sacrificio e allenamenti duri però a 9 anni la necessità di divertirsi nello sport assume un grande peso nella vita del giocatore. Senza divertimento (parola da cui deriva quella di “sport”) sarà difficile che suo figlio, quando potrà scegliere da solo, continui questo percorso. Nel calcio c’è una grande richiesta di performance soprattutto perché è lo sport più di moda ai nostri giorni e per questo quello con la più alta competizione di tutti.
Le pressioni della squadra e dell’allenatore possono essere ingenti e a volte capita che i bambini non siano capaci di esprimere diversamente (da insonnia e tristezza o altri sintomi) che quello che subiscono sia troppo per loro, per aderire al desiderio dei genitori, dell’allenatore e dei compagni di essere “campioni”.
Si rivolga a qualche collega sul suo territorio per capire insieme qual è la migliore strategia per continuare a giocare e divertirsi.

Un caro saluto dott.ssa Paola Parisio

Dott.ssa Paola Parisio Psicologo a Napoli

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1 MAR 2023

Caro Rosco,
mo spiace molto per ciò che sta provando suo figlio e so che non è semplice vedere suo figlio in quelle condizioni.
Sa a volte queste compagnie di calcio pretendono troppo dai ragazzi e questo li mette sotto pressione. Come ha già detto la collega, suo figlio somatizza lo stress di questi allenamenti con il cattivo sonno e i tremolii.
Se fossi in lei cercherei di avere un dialogo costruttivo con suo figlio, capire perché si sente insicuro rispetto agli altri, cosa pensa di avere in meno. Lei lo rassicuri, stia vicino a suo figlio con il dialogo, si faccia dire se davvero vuole continuare, e nel momento in cui la risposta dovesse essere negativa, lo accetti.

Le auguro il meglio,

Dott.ssa Francesca Viani

Dott.ssa Francesca Viani Psicologo a Roma

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1 MAR 2023

Caro Rosco,
Quel "non è più solo un gioco" fa capire lo stato d'animo suo e del piccolo, infatti il suo corpo vi sta "parlando" proprio attraverso la somatizzazione del disagio, che prova.
Si deve sentire ben sottopressione ed inadeguato in questo momento e desideroso di vicinanza affettiva.
Sembra stia chiedendo proprio a voi genitori ciò che gli manca in campo: l'accettazione, anche di vulnerabilità e insicurezze, la comprensione e l'affetto, che vanno ben oltre la performance sportiva.
Un abbraccio
Dr.ssa Ornella Peloso - Psicologa Pedavena (Belluno)

Dott.ssa Ornella Peloso Psicologo a Pedavena

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1 MAR 2023

Buongiorno R.
Grazie per la condivisione.
Domandi semplicemente a suo figlio se desidera andare agli allenamenti di calcio.

Nonostante sia un'importante società, suo figlio ha 9 anni e l'attività sportiva dovrebbe essere vissuta come uno spazio motorio, ludico, sociale ma non di performance.

Considerando che i disturbi del sonno sono emersi da circa due mesi, domanderei a lei e a suo figlio se ricollega un evento particolare, interno o esterno alla dimensione sportiva.

Io consiglierei di domandare a lui se "vuole andare agli allenamenti" e di considerare uno spazio psicologico, per lui e per voi genitori, in cui mettere parola su quanto vissuto negli ultimi due mesi.

Spero di avergli dato degli spunti utili.

Un caro saluto.

Dott. Davide Boifava

Dott. Davide Boifava Psicologo a Milano

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